12° giro dei vigneti d’Oltrepò, parte 2

il 16/10/2019 · Commenti disabilitati su 12° giro dei vigneti d’Oltrepò, parte 2

E rieccoci alla diga del lago di Trebecco, l’unico vero lago della zona che seppure in territorio piacentino rappresenta un affascinante luogo artificiale dell’Oltrepò pavese. Siamo una trentina di ciclisti e ci stiamo per dividere in più gruppi, davanti quello degli scannellatori a cui tenterò di affiancarmi nonostante stia pedalando in mtb, dietro uno più tranquillo guidato da Elia ed Alberto.
Le prime rampe di Stadera cominciano già a fare una netta selezione dividendo i plotoncini sulle pendenze pedalabili che guadagnano velocemente panorami sull’umida val Tidone, davanti siamo compatti ma tutti col fiatone e le ruotine faticano a staccare i miei tasselli sinché il falsopiano non mostra tutto l’handicap del mio mezzo in confronto al loro. C’è un cartello che indica S.Maria della Versa, la nostra prossima meta, ma è su una strada secondaria e come vediamo arrivare gli altri noi partiamo, se ognuno riesce a trovarsi in un gruppo simile per capacità si diverte di più. A Stadera altro bivio e sosta fontana, quindi rientriamo in provincia di Pavia per una delle tante brutte discese della zona con un continuo slalom tra le buche e rumori sinistri provenienti dai leggerissimi telai qui messi a dura prova. Chi non lo aveva fatto ci pensa ora, altri lo ribadiscono: “Pedra, ho capito perché hai preso la mountain-bike!

Gruppo alla diga del lago di Trebecco
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Qualcuno mi chiede quanto manca, io rispondo con sarcasmo indicando in “cinque” le salite da scalare, ma prima ben 50m di piano a S.Maria permettono di rifiatare in attesa della successiva scalata, una delle poche ancora inedite in 12 edizioni che alterna tratti semplici a due strappetti, accompagnati dalle abitazioni del paese che si allontanano e da racconti eroici di personaggi podistici, un mondo a cui ormai appartengo e che oggi si è mischiato col mio precedente ambiente a due ruote. Da dietro però arriva una telefonata preoccupata, il 2° troncone ha seguito quel cartello ingannevole uscendo dalla traccia ed ora si trova dubbioso più indietro, ma tutti riescono con facilità a rientrare ed io mio malgrado abbandono l’agonismo di quelli davanti per raggiungerli un chilometro più a valle. Il clima qui cambia, il ritmo si fa più tranquillo e le parole più rade a parità di pendenza, ma il bello è che tutti possono rimanere con persone dal ritmo simile e tanto davanti c’è Alberto ed altri che comunque a Calvignano sanno ritornarci, per cui la mia presenza non è indispensabile.

Vigneti
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Pedalando nei vigneti
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Superiamo il crinale e troviamo un paio dei nostri fermi ad un incrocio, gli altri sono scesi ma loro osservando la traccia gps capiscono che si tratta della direzione errata, poco male però, prenderanno qualche buca in più ma grossomodo le difficoltà saranno uguali, con noi che scendiamo dal bivio successivo godendoci infiniti filari vendemmiati che si stanno colorando di rosso a chiazze, rendendo le colline della val Versa un quadro impressionista dai vivi colori.
Altra salita, stavolta più coperta che risale ripida verso Pietra de Giorgi ed il suo castello che ci domina dall’alto, siamo chiusi tra vigneti e boschi ed attacchiamo il paese da sotto con uno sforzo non indifferente che ci mette alla prova verso un meritato premio: una fresca fontana utile nonostante i chilometri rimanenti siano solo una quindicina con una proiezione temporale è assolutamente in linea con le previsioni.

Discesa veloce in cui combatto la tentazione di tagliare per i campi, poi salitella facilissima sino a Mornico Losana, il suo castello ed il crinale tra le basse colline. Manca poco, qualche ruvido tornante rovinato ed ancora due salite, mentre la prima metà odierna ha presentato due lunghe salite pedalabili e tanti saliscendi (rapportati alle colline dell’Oltrepò), questa seconda metà è uno snervante saliscendi anche duro con piccole quote che sommate danno valori di tutto rispetto. Il Rosso non piace, ma in fondo questo versante di Oliva Gessi ha poco di difficoltoso ed anche una bella vista sulle antiche case che osservano i castelli e l’ambiente scelto anche per una pubblicità di Sky, nonché un passaggio sotto un arco che precede un tunnel di cipressi.

Mornico Losana da Oliva Gessi
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Arriviamo ad Oliva
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La stanchezza si fa sentire, siamo allungati ed approfittiamo dei bivi per ricompattarci, ma ormai manca veramente poco, solo la parte più bastarda, quella che dopo una discesa in val Gessi ha rampe al 15% su cui consumare le ultime energie rimaste. “Dai su, ci aspetta il risotto, lì sopra c’è la merenda!” è l’incitamento che sprona i più affamati, ma i visi al termine sono stanchi ed appagati, esattamente come li avrei voluti! Neanche a farlo apposta, però aiutati da un percorso studiato per ogni evenienza, ci raggiungono anche Elia (sant’Elia da Pavia che mi ha sempre salvato da situazioni difficili), Boris in crisi e Paolo e tutti assieme affrontiamo l’ultima rampetta prima dei 500m finali in discesa. E’ fatta, o forse no? Al traguardo ci sono tutti, sono arrivati con poco anticipo proprio come previsto, ma Davide ha bucato alla fine giungendo comunque alla macchina mentre ad Elia, che è partito dalla valle, è esploso un copertone ma è riuscito a recuperare.

Tutti i nostri percorsi
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E ora la merenda: non siamo in quella che ufficialmente è una cantina sebbene producano il loro vino, la merenda è più incentrata sul cibo ed infatti divisi in tavolate passa di tutto davanti ai nostri occhi, con salatini, pizza, affettati della casa, riso, bis di riso, tris di riso ed ovviamente il vino di loro produzione, rossi da normali a corposi che ben accompagnano quella che in realtà è un’apericena che reintegra degli sforzi compiuti, in un giro meno lungo ma più duro del solito che, nonostante i molti percorsi diversi, ci ha riportati indietro tutti sani e salvi ed in perfetto orario.

Si beve e si mangia
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So che a livello organizzativo ci sono state diverse lacune, ci sarebbero voluti tre gruppi su due percorsi, non dovrebbe succedere di sbagliare percorso, un’ammiraglia farebbe sempre comodo per le situazioni di emergenza, dovrei essere più rigoroso nella gestione del gruppo e ci vorrebbe sempre un chiudigruppo. Ma in fondo è un giro tra amici ad invito, i partecipanti sanno cosa li aspetta ed anche nelle difficoltà nessuno ha dato colpi di testa, per cui essendo gratuito ed appunto “giro tra amici”, sono contento dell’andamento, dall’aver trovato un’alternativa alla merenda al fatto che ci siamo faticosamente divertiti.
Ringrazio tutti e 34, vi aspetto sabato 11 ottobre 2020 per la 13° edizione (ed io sono scaramantico, 13 porta sfiga!)

Cin cin
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12° giro dei vigneti d’Oltrepò

il 14/10/2019 · Commenti disabilitati su 12° giro dei vigneti d’Oltrepò

Il risveglio mattutino nel giorno dei “vigneti d’Oltrepò” mi ricorda che questa per me sarà una giornata speciale, una in cui io sarò protagonista ma nella quale dovrò essere concentrato ed in grado di gestire tutti gli eventuali intoppi e situazioni anomale che possono formarsi in un nutrito gruppo di amici che pedalano assieme su un percorso bello, impegnativo e dalle strade rovinate come l’Oltrepò pavese sa proporre. Siamo ben lontani dai 110 partenti di due anni fa e dall’organizzazione necessaria per portare tutti indietro, ma alla partenza oltre 60 gambe scalpitano in attesa dei continui dislivelli che io quest’anno dovrò affrontare con le ruote grasse della mia collaudata mtb. E devo ringraziare l’agriturismo “la Stanga” di Calvignano per averci accolto con poco preavviso in seguito alla mancata disponibilità della cantina in cui eravamo soliti andare, la merenda di fine giro è il primo motivo che porta qui gente da Cantù fino a Genova in questo classico ritrovo autunnale ormai giunto alla 12° edizione.

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C’è chi è qui dalle nove, chi arriva al pelo, ma dopo il classico quarto d’ora accademico si parte in direzione Calvignano e della seguente picchiata verso la valle che un tempo era una delle discese più veloci dell’Oltrepò e che ora versa in condizioni agevoli solo per le ruote rinforzate. E già qui iniziano i grattacapi, il gruppo è troppo allungato e davanti partono mentre io aspetto gli ultimi: ci sono Davide e Barbara, lei con una bici d’epoca poco a suo agio tra gente che pur ben comprendendo lo spirito amichevole non si fa remore a spingere in direzione di Costa Cavalieri, salita pedalabile che abbandona la zona viticola e che già comincia a fabbricare acido lattico nelle gambe di molti. Io rimango indietro con loro, poi ci raggiunge il Defo e studiando delle deviazioni per permettere a tutti di godersi la trasferta li abbandono ben accompagnati al loro destino e raggiungo gli altri al primo GPM. Si riparte, ma subito mi giunge voce di un ulteriore problema: Matteo ha una ruota fortemente storta al punto da toccare il telaio, riceve però supporto e riuscirà a ripartire ricongiungendosi con gli altri. Noi invece affrontiamo il crinale di Torre degli Alberi, pezzi carini sulle medie colline in cui chi non frequenta queste zone approva la mia decisione di abbandonare la stradale in favore degli sterrati, in effetti è quasi piacevole non dover evitare le innumerevoli buche dei nostri asfalti mentre le full-carbon tecnologiche emettono rumori terrificanti che sembrano preludere ad un’imminente rottura…

Prima discesa da Calvignano
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E si comincia a scannellare
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Saliamo al bivio di S.Albano, Roberto ed altri ci salutano come preventivato ed io proseguo in fondo al gruppo con Boris, passiamo Valverde e cerco di ammirare gli alti panorami dai 600m di quota. Non sto certo parlando di valori assoluti, ma il giro dei vigneti si è sempre snodato nella parte più bassa ed agricola ed è in seguito al cambio di partenza che ho voluto proporre una deviazione sino quassù, sino a sfiorare il castello di Zavattarello che dal suo austero colle ci domina e ci osserva, ma che rimarrà nella mente di molti.
Discesa veloce in cui rimango arretrato con l’altro biker di giornata “il Bebo”, che pur nella difficoltà di far scorrere ruote pesanti e tassellate regge bene il ritmo non propriamente turistico, ma adatto a persone già avvezze a pedalare. Il falsopiano in mtb non passa più, davanti sono molto davanti ed è al bar della diga che li ritrovo tutti, Davide e Barbara compresi la quale decide di seguire il navigatore per rientrare alla base. Scoprirò che per lei sarà una pessima idea, per qualche motivo la manderà completamente fuori zona indirizzandola nella direzione sbagliata ed aggiungendo difficoltà alla fatica extra data dal mezzo storico in suo possesso.
Noi invece partiamo in direzione dell’imponente sbarramento che forma il lago di Trebecco e troviamo il cancello aperto, quale migliore occasione per addentrarci e scattare numerose fotografie di un panorama artificiale impensabile in questi posti? Nonché per una foto di gruppo al coro di “W LA DIGA!”. Sin’ora è stato pochissimo un giro dei vigneti, ma le bellezze non sono mancate!

Zavattarello
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W LA DIGA
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Uno dei punti topici dell’ Oltrepò pavese piacentino
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Winter trail del vino Timorasso

il 27/02/2019 · Commenti disabilitati su Winter trail del vino Timorasso

Ora che i ricordi prendono il posto delle emozioni, ora che l’adrenalina e le endorfine lasciano il posto ai postumi fisici, ora che è passato qualche giorno dal 2° Winter trail del Timorasso (un vino bianco tipico del tortonese) posso mettermi a mente più fredda e scrivere su carta virtuale il racconto di una giornata quasi perfetta, di quelle che capitano poche volte in un anno contando tutti gli ambiti del nostro viaggio qui sulla Terra.

Il clima è ottimo, soleggiato e fresco con una penuria di precipitazioni che ha asciugato per bene dei fondi che altrimenti sarebbero un letto di fango e malta incompatibili con le mie scarpe dalle tacchette minimaliste, per me sarà una sfida interessante su 30km di percorso, una distanza non estrema ma che non si può certo improvvisare. Sono fiducioso, ma negli ultimi giorni l’incipiente primavera precoce ha portato il suo carico di starnuti e problemi affini, le mie speranze di una buona gara sono già disperse tra un fazzoletto e l’altro, ma l’importante sarà gestirla bene e divertirsi al terzo tempo a base di polenta, vino ed amicizia tipici dei trail più lunghi.

Piccola delegazione della Scalo Voghera

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L’organizzazione dell’Azalai è ottima al punto da odiarli, tra il parcheggio affianco al centro sportivo nel punto più basso del paese ed il ritiro del pettorale nella panoramica torre sulla cima c’è un concentrato di scale e dislivello che da solo vale quasi come riscaldamento, poi tra tanti saluti e quell’allegro caos musicale cominciamo a raggrupparci e a prepararci allo start. Saranno due le gare, quella corta di 12km e la più lunga di 30, per cui dovrò avere la testa di partire tranquillo che tanto non mancherà il tempo per recuperare. I primi si allontanano veloci mentre io comincio a carburare solo verso l’uscita del paese nel primo strappetto sterrato superando atleti già in affanno e recuperando velocemente posizioni. Alcuni pezzi di discesa corribile sono l’ideale per la mia capacità di scorrimento ed infatti ne sorpasso più a scendere che a salire, poi le colline del primo tortonese mostrano il loro vero aspetto con paesini che si ergono dalla pianura sulle dolci alture che mai fanno male e che mai ci permettono di avere un ritmo costante. Recupero alcuni atleti che come me stanno affrontando il lungo, li riconosco dallo zaino con borracce e cibo, supero addirittura la prima delle donne del corto e dopo 6km praticamente mi ritrovo con quello che arriverà decimo sul corto. Sto forse esagerando? In realtà non mi pare…

Sono già assieme alla seconda del corto

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Tortona
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Il grosso della gente devia, a sinistra, davanti a me sono rimasti in pochi ed infatti mi indicano di essere sesto a poco dal podio, ma conoscendo gli altri non ho queste ambizioni, troppo netta la differenza sulla carta. C’è però uno davanti con uno zaino traballante che sembra avere il mio ritmo e che anzi in discesa perde, vedo il distacco diminuire e dopo qualche tratto seghettato lo raggiungo giocando poi d’astuzia. Non lo conosco, ma so che grazie al ciclismo ho sviluppato un’ottima resistenza e che a sentire il fiato sta faticando più di me, inoltre la seconda parte sarà in discesa e quindi vantaggiosa per me, motivo per cui rimango assieme a lui sino al commemorativo ristoro nel cortile della casa che ha visto nascere e crescere il Campionissimo “Fausto Coppi”, nato qui un secolo fa. Siamo a Castellania, tappa imperdibile di queste zone.

Arrivo a Castellania
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Con ancora la focaccia in mano
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Rubo un pezzo di focaccia e riparto, per arrivare alle torri di S.Alosio affrontiamo i tratti più ripidi del giorno che ci costringono a qualche metro camminato, ma la fatica viene ripagata quando ci rendiamo conto di quanto stia diventando selvaggio questo ambiente di alta collina. Una breve picchiata comincia a fare il vuoto tra me e Paolo, qualche saliscendi che sfiora i calanchi mi porta ad il bivio con il ristoro, c’è la birra ma a fare il cretino ci penserò fra una quindicina di chilometri, per ora mi accontento dell’acqua e di non forzare nell’unico tratto veramente tecnico di oggi.

Calanchi di S.Alosio
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Si riprende a correre di scorrimento in una discesa leggera e sassosa, passo Sarizzola e sfioro nuovamente dei bianchi calanchi con un passaggio non troppo chiaro in un campo, è incredibile ma trovo addirittura la neve solidificata e vedo poco davanti i due in lotta per il podio che probabilmente non hanno visto il bivio (comunque ben segnato), c’è un pezzo ripido su terreno molle e poi riprendiamo a salire su asfalto sino a Montale Celli e Costa Vescovato con il passaggio dentro l’agriturismo Valli unite. Ora è quasi tutta discesa corribile, o almeno così ricordo, ma dietro sento dei minacciosi passi e noto Aziz che ha nuovamente sbagliato allungando di quei 100m che hanno permesso una mia temporanea quarta posizione.

Spettatori inconsapevoli
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C’è una leggera brezza da nord che ostacola l’andatura sulla “Rampina”, provo a stare in scia al mio avversario che però in pianura ha tutt’altro ritmo ed infatti mi stacca, io devo difendere la quinta piazza negli inattesi strappetti sul crinale della valle Ossona e pare che nessuno da dietro la stia minacciando. Manca poco ed ormai sono tranquillo di portare a casa la gara ed una buona prestazione, non ho problemi a seguire le tracce tra le vigne preparate con cura da un’ottima organizzazione e nonostante la verticalità di qualche tratto non smetto di correre. Però Aziz che fine ha fatto, avrà mica sbagliato nuovamente strada? Manca poco, la torre di Carbonara sbuca dietro la collina anticipando il paese, si cominciano a sentire le musiche di festa ed affiancare i tanti camminatori che stanno riempiendo questi luoghi mi da l’allegria per cominciare a festeggiare.
Ormai ci siamo, solo la scalinata verso il centro storico mi separa dall’arco del traguardo e quando la mia testa pelata fa capolino da dietro i gradini sento un motto di meraviglia: è il quarto, ma è il Pedra! Già, Aziz si è perso nuovamente… ed in effetti ho fatto una bella gara di cui essere contento, i primi tre sono di un altro livello e di più non potevo chiedere per una distanza a cui non sono abituato!

Si arriva sotto la torre, manca mezzo chilometro
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Ci sono rimasti tutti sorpresi nel vedermi così presto
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Sono eccitato, riempito di complimenti comincio ad essere irrequieto e a passare da un saluto all’altro sino quasi a finire volontariamente al controllo antidoping a cui sono sottoposti i primi tre, parlo con l’addetto e gli chiedo informazioni sulla procedura nel caso un giorno dovessi incapparvi pure io, continuo a scaricare la tensione della gara e mi addento su focaccia, brioche e soprattutto inizio una degustazione di Cortese, Timorasso e Barbera al ristoro... ora per me inizia la festa tra musica ed allegria sinché il tutto non viene interrotto bruscamente: c’è un uomo steso a terra senza maglia, i medici gli stanno praticando il massaggio cardiaco e la situazione sembra critica. Momenti di panico per una situazione che nessuno si augura, ma poi il tutto si risolve con un “semplice” collasso e relativi accertamenti, niente di grave.

Doccia e quindi terzo tempo con polenta e Barbera, una bella festicciola prima della premiazione. Ecco, a podio assoluto era impensabile ma 4° su 165 è un ottimo risultato, terzo effettivo di categoria ci può stare, ma poi facciamo la classifica degli Stefano e … sono quarto pure lì, uffa! Mai una gioia!

Una giornata di cui avevo timore e che invece è stata perfetta, dai bambini sul percorso a farmi i complimenti (bravo sei velocissimo, sei tra i più forti) a tutti gli altri anche via messaggio, dalla media di 4:38/km (13 orari) su 29km e 950d+ al dopo corsa. Spero di aver condiviso una parte di questa esperienza tramite il racconto e spero di essere in grado di non vanificare gli sforzi con infortuni o periodi di abbandono

Premiato come primo di categoria
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11° giro dei vigneti d’Oltrepò, seconda parte e merenda

il 29/10/2018 · Commenti disabilitati su 11° giro dei vigneti d’Oltrepò, seconda parte e merenda

Siamo a Rovescala, paese che galleggia su dolci colline a vigneti poco distante dal confine emiliano, siamo sparsi tra chi riempie le borracce in una giornata troppo calda per essere metà ottobre, chi riempie la tazza di caffé al bar e chi avendo perso il gruppo sta affrontando il percorso originale senza il taglio deciso all’ultimo, ognuno ha il suo da fare, io riempio invece la memoria della fotocamera qualche tornante più in basso in attesa del gruppo che mi raggiunge compatto poco più tardi. Ma dopo oltre 1000m di dislivello la fatica, seppur blanda, si comincia a far sentire e sulle pedalabili e rugose rampe di S.Damiano al colle ci si sgrana con ritmi completamente differenti, ritrovandosi poco dopo nei saliscendi in costa che ci portano a Montù Beccaria, uno dei tanti paesi con più cantine che abitanti che riempiono le sponde della val Versa.
Qui ci dividiamo, dopo la discesa alcuni proseguono diretti verso Montescano, tutti gli altri si fermano alla fontana del ciclista, sosta obbligata per i tanti che dal pavese giungono qui per trovare il dislivello. Montescano non presenta difficoltà, è l’ennesima blanda ascesa per svalicare verso la valle Scuropasso che raggiungiamo nella bella e ripida discesa di Martinasca, un brutto sogno in salita e quasi un piacere in senso inverso.

In partenza verso Montescano
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Paolo, Angela & co. sono avanti, ma conoscendo la strada l’unico pensiero è di ritrovarli più avanti per pedalare ancora assieme, quello di oggi è un giro tra amici libero nel quale si può anche andare avanti da soli senza problemi. Questi 3km di falsopiano servono principalmente per mettere a dura prova i telai e la schiena, oppure i riflessi e le capacità di guida per evitare le infinite buche omnipresenti in provincia di Pavia e qui ancora più diffuse. Sfioriamo Broni e come iniziamo ad abbandonare la pianura allo stagno di Cigognola il ritmo si fa malato, Christian va a tutta e noi come dei deficenti tentiamo di stargli in scia, si è accesa la miccia della competizione e davanti saliamo forte e compatti senza fare selezione tra noi primi cinque, ma Christian cede e poco dopo ci troviamo in testa Andrea ed io col mio cancello in prestito ansimando sino al bivio del castello, fine del primo tratto di salita al quale arriviamo in una volata a quattro e laddove ritroviamo gli altri che ci avevano anticipato. Ripartiamo alla spicciolata scorrendo su una parziale balconata verso la pianura inebriati di salite e con la voglia di merenda in costante aumento, a Pietra de Giorgi ci manca veramente poco e tutti uniti scendiamo veloci verso l’ultima salita, poco più di uno strappo allo scenico paesino di Mornico Losana, anch’esso a pura estrazione viticola col suo castello a far da balconata sulla coltivazione unica di questi luoghi.

Cigognola (nella foto non si vede il fiatone)
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Panorama su Cigognola
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Tra Pietra de Giorgi e Mornico Losana
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Discesa decisa e rieccoci in pianura sull’odiosa statale, unica alternativa semplice per rientrare a Casteggio. Gli ultimi chilometri sono sempre un “libera tutti” con delle trenate ai 40 ma anche ai soli 30, io rimango ad aspettare Paola, Alberto e Christian e con calma affrontiamo il traffico sino agli ultimi due strappetti che attraversando la zona residenziale ci riportano in mezzo ai grappoli presso l’azienda Guerci, sede della merenda. Elia e Paolo già sazi ci salutano, il loro percorso medio è filato liscio e sono qui da quasi un’ora, ma anche noi siamo arrivati in perfetto orario, l’appuntamento era attorno alle 15 e gli ultimi sono giunti alle 15:02. C’è chi ci saluta, c’è Luca che non è riuscito ad unirsi a noi per la pedalata e lo fa solo per la merenda (Luca che ringrazio per avermi prestato la sua bicicletta!), c’è una lunga tavolata da 20 persone affamate che volatilizzano salame e coppa, spumante metodo classico di benvenuto ed una bella scelta di rossi tra Croatina, Pinot, Bonarda e Barbera per accompagnare anche un piatto di pasta, formaggi e miele di vario tipo. E poi la crostata da abbinare ad un rosso dolce e al famoso ottimo moscato, una merenda veramente super da cui è difficile uscire sani o con ancora dell’appetito.

La tavolata
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E l’organizzatore il “Pedra”
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Tutti contenti e sorridenti, un’idea che piace sia per l’aspetto sportivo impegnativo ma non agonistico sia per il dopo-corsa in compagnia, un qualcosa che sicuramente ha le potenzialità dei grandi numeri offrendo uno sviluppo turistico, oppure che rimane così divertendosi tra amici nel numero giusto di persone come è stato oggi. Chissà…

11° giro dei vigneti d’Oltrepò

il 23/10/2018 · Commenti disabilitati su 11° giro dei vigneti d’Oltrepò

Tranquillità, il sostantivo principe al risveglio del mattino di questa 11° edizione del mio giro dei vigneti d’Oltrepò, un appuntamento annuale partito con quattro temerari ed esploso lo scorso anno con oltre 110 partenti, troppi per quel che può essere un semplice giro tra amici e che richiederebbe un’organizzazione che non sono in grado di offrire. Per cui, superati i timori iniziali, ho deciso di ritornare piccolo invitando solo i conoscenti, sia gli storici come Elia, Paola, Christian, Paolo, Massimo, Valerio, sia altri magari principalmente podisti alla loro prima esperienza di questo tipo. Ma 27 è comunque un buon numero e la tranquillità sta nel sapere che tutti conoscono il tipo di organizzazione e le zone, non dovrò offrire un servizio professionale ma semplicemente accompagnare senza stress.

Il gruppo
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La merenda è stata in dubbio, ma alla fine tutto si è risolto e dopo una colazione offerta dall’az. Guerci di Casteggio partiamo per un giro dal clima caldo sia come temperatura che come colori, con l’umidità autunnale a bloccare lunghi panorami sulla pianura che però per farsi perdonare ci offre quel clima perfetto per il finale di stagione. 300m e rischiamo un incidente con un SUV che esce da uno spiazzo, iniziamo bene… ed il traffico oggi sarà ben maggiore del previsto, sempre accettabile ma elevato per essere su zone parzialmente sperdute tra le colline viticole della provincia di Pavia.

La prima salita di Montalto ci vede abbastanza uniti, ma qualcuno sta gia forzando e si vede dai visi affaticati, a partire dal febbricitante Elia ad altri che patiscono un ritmo un po’ sopra al tipico cicloturismo. Ma oggi il dislivello abbondante (1800m) sarà ben diviso tra tanta salita sempre pedalabile e nessuno avrà difficoltà, le uniche rampe sono quelle ben asfaltate (un unicum in Oltrepò) della prima discesa di Bosco Chiesa. La seconda salita è per molti una novità al suo esordio in questo evento e ci porta a Montecalvo Versiggia, ora si comincia a fare sul serio e la selezione avviene su pendenze non banali e buche fin troppo abbondanti che sboccano sulla provinciale del passo Carmine, il centro dell’Oltrepò ed anche il bivio da cui il percorso corto si separa dal medio. Si continua e ci si ricompatta a Pometo, davanti a noi il “piccolo Stelvio” che ci butta in modo tortuoso sino in Emilia, ben 19 sono i tornanti che in 2km ci fanno girare la testa.

La nuova entrata dei vigneti, la seconda salita
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Giù in val Tidone
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Si scende
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Tranquillità, sin’ora tutto bene e si respira in val Tidone, ma oggi la pianura è un miraggio ed infatti senza rendercene conto siamo nuovamente in salita verso Tassara, molto pedalabile e presa veloce dal gruppo di scalatori come Christian, io, Andrea e Daniele a cui rimane agganciato senza fatica il giovane Alessandro, il quale è molto migliorato rispetto a due anni fa.

Ci sono un paio di bivi e con un gioco di squadra riusciamo a dirigere bene tutti gli altri, complice una partenza ritardata decido di tagliare un pezzo bello ma che poco aggiunge alla giornata evitando il crinale di Vicobarone, sembra che ci siano tutti ed allora ripartiamo in direzione Torrone di S.Maria della Versa lungo stradine secondarie ad uso agricolo, con viti ormai spogliate del loro carico anche di colore rosso ed odore di mosto che fuoriesce dalle cantine. Ma i conti non mi tornano, infatti noto che manca qualcuno... Di sicuro non si perdono, però li contatto e scopro che non avendoci visto al bivio hanno giustamente tenuto la traccia originale, per cui in attesa di ricongiungerci ci avviamo a Rovescala per un caffè. Poco male, questo sarà il peggiore problema del giorno, dieci minuti extra di attesa che ci consentono una sosta al bar e delle fotografie.

Da Torrone
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Da Rovescala si vede il prossimo GPM
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Ci facciamo i conti sul contakm, siamo a metà giro ma almeno al 66% del dislivello, ancora diverse salite ma brevi e facili, ed è un bene perché comincia a farsi viva un po’ di stanchezza. Ma la merenda ci attende!

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