Feste finite, ma non i racconti

il 29/01/2020 · Commenti disabilitati su Feste finite, ma non i racconti

11/01, Escursione alle cascate del Carlone
Vuoi una sveglia che non suona, un navigatore in balia delle correnti, un’inversione termica col suo strato di gelo in pianura, sta di fatto che io e Tiziana partiamo con un’ora di ritardo per questa escursione studiata all’ultimo tra pavese e piacentino sino alle cascate del rio Carlone, uno dei tanti punti fantastici che formano i nostri territori.
Siamo a Feligara, Appennino paese nonché antico paese con abitazioni e vicoli in pietra, il primo tratto verso Colleri è di riscaldamento per la seguente salita, prima asfaltata e poi sterrata che comincia ad affaticarci ma che ci regala una stupida sosta in una grossa pozzanghera gelata, una sfida su cui restare in piedi. Cambiamo traccia ed entriamo nel fitto bosco con un ripido e divertente single track che ancora porta i segni delle biciclette passate, allegri passi evitando i rivoli d’acqua che si fanno largo tra foglie e radici e che raggiungono il corso del rio Carlone, le cui acque si buttano in una pozza da diversi metri di altezza, una cascata affascinante quanto nascosta.
Dal grafico non si notava, ma quel che ci aspetta è un sentiero ripidissimo ed assolato dove facciamo lavorare i quadricipiti sfidando la gravità grazie all’attrito delle nostre scarpe sul brullo versante assolato tra rocce e sabbia, col sudore che scende ed i panorami che si aprono verso la val Trebbia. Abbandoniamo il tutto per entrare in un denso bosco ancora ingiallito che scende in un letto di foglie sino a Cernaglia, dove riprendiamo la via della civiltà lungo diversi noiosi ma rilassanti chilometri in asfalto che sfiorano paesini quasi disabitati come Dezza. Si sale ancora su una carrozzabile nel bosco, la fatica si fa sentire ma una volta svalicati c’è poco, giusto una discesa per rientrare a Feligara dopo 20km abbondanti e 1050d+

Particolari antichi di Feligaracascate_carlone 004

Colleri, ora si salecascate_carlone 006

Stagno di ghiaccio su cui fare gli stupidicascate_carlone 007

Vista su Bobbiocascate_carlone 012

Le famose Cascate del Carlonecascate_carlone 017

Sentiero di roccia molto caldocascate_carlone 026

Fontana a Dezzacascate_carlone 037

Chiesa di Dezzacascate_carlone 040
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12/01, Giarolo spaccagambe trail
Non contento dell’escursione di ieri, ci troviamo in quattro e così saliamo a Montacuto, paesino di bassa montagna alle pendici del monte Giarolo da cui parte un trail che ho studiato affinché fosse semplice ma appagante. E’ da tantissimo che non corro 20km su sterrato e spero che il piede non dia noie, le difficoltà non mancheranno ma nemmeno i tempi di recupero e gli stupendi panorami.
Inizio asfaltato per scaldarsi, poi i sentieri morbidi che ancora portano i segni del gelo evitano di sporcarci già da subito ancor prima di un noioso tratto asfaltato che ci porta a Giarolo paese. Ora si fa sul serio con la direttissima alla vetta, una pietraia che taglia la carrozzabile e supera definitivamente lo strato di foschia, un colpo d’occhio tra fatica ed immensa pianura che si spinge sino alle Alpi. Noi però abbandoniamo questa via addentrandoci nel fitto bosco sino ai piani di S.Lorenzo, da dove imbocchiamo l’altra direttissima che mesi addietro mi ha respinto, quella che sale pietrosa da Cantalupo. Il cartello segnaletico indica un’ora al monte, io provo a correre ove le pendenze lo permettono, il fondo alterna sassi e terra e verso la vetta si apre sul verde cucuzzolo su cui sorgono delle brutte antenne. 16 minuti circa il mio tempo e la rivincita è presa.
Tira vento e fa fresco, ma il panorama è stupendo e sono pochi i posti da cui ammirare contemporaneamente mare ed Alpi. Ora arriva il bello, una lunga picchiata piuttosto tecnica in cui calcolare bene gli appoggi, evitanto i rari tratti umidi e rocce sporgenti, un duro lavoro di assorbimento dei quadricipiti che si riempiono di acido lattico in questi 4,5km con ben 700m di dislivello, un signor allenamento per tutti.
Non è finita, troviamo finalmente del fango e purtroppo ancora asfalto che a questo punto è persino piacevole, ma poi ritorna un facile sterrato che ci riporta a quote ben più basse verso il traguardo. 20km, 1150disl per un signor allenamento. E poi compensiamo le fatiche con una mega pizza a S.Sebastiano e delle strameritate birrette

Abbandonata la coltre di fredda foschia20200112_100147

Si sale in maniera decisa20200112_100143

Il mare di umidità sotto le colline20200112_105655

Altra vista del Giarolo20200112_105724

Selfie di gruppo20200112_105841

E una birra non vogliamo concedercela20200112_124615

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Gli ultimi trail delle feste

il 26/01/2020 · Commenti disabilitati su Gli ultimi trail delle feste

4/01, Monleale acquitrini trail

Ieri ho riposato con solo 11km pianeggianti, quindi anche oggi vado! Dallo scorso autunno mi sono rimasti pronti alcuni percorsi sui 10km e di media difficoltà come quello odierno. Il compito è semplice, andare a sensazione, e per questo mi aiuto portandomi il pretesto per numerose soste: la fotocamera.
Inizio diretto in paese, poi tra qualche saliscendi mantenendo la visuale sulle abitazioni noto i danni delle piogge autunnali che hanno letteralmente scavato queste strade agricole e sono rimaste a lungo nascoste nei terreni tanto da trasudare ancora oggi, nonostante la siccità delle ultime settimane. Inutile dire che sto trovando tanto fango, più che nei giorni precedenti, e quando penso di essermela scampata devo saltare o attraversare pozzanghere profonde, marne mobili, terriccio molle e ruscelli anche dove l’inclinazione dovrebbe favorire lo scorrimento delle falde ed invece presenta degli stagni tra le zolle smosse.
Sul giro non ho molto da dire, ho faticato per una temperatura più calda del previsto ed ho scattato meno foto, ma anche questo è fatto e sto finendo gli obbiettivi pregressi.

Monleale alto visto da Monleale bassomonleale_acquitrini 002

Sempre Monleale alto che osserva l’inizio della pianuramonleale_acquitrini 003

I danni delle forti piogge di novembremonleale_acquitrini 007

Sguardo dove il Curone incontra la pianuramonleale_acquitrini 011

Questo è uno dei tanti tratti fangosimonleale_acquitrini 013

5/01, Casella Genova e rientro in trenino
Oggi è una giornata di semi-riposo, il menu prevede solo un’escursione! Escursione buona come pretesto per il viaggio sulla storica linea ferroviaria che collega Genova al suo entroterra a Casella, un viaggio di un’ora tra gli Appennini per soli 24km di tratta.
A Casella siamo io, Tiziana, Pietro ed Arianna di 9 anni, un po’ giovane per questa avventura che comunque è alla sua portata, dall’altra parte ci troviamo con Agnese, Ario ed altri due ciclisti scalpitanti con un’ottima gamba anche per camminare.
Partiamo su asfalto sfiorando le auto brinate per evitare un inutile tratto sterrato, alle 16:15 abbiamo un treno che ci attende e non possiamo perdere troppo tempo sebbene se le sette ore a disposizione dovrebbero essere più che sufficenti. Dalla crocetta d’Orero abbandoniamo l’asfalto e ci addentriamo nel bosco dell’Appennino che si presenta molto più asciutto delle nostre colline, ma anche più arcigno come pendenze e massi, con panorami che occasionalmente si aprono verso le urbanizzate colline del mare e con un crescente tepore che ci fa dimenticare il freddo dei primi chilometri.
A metà percorso troviamo la stazione di Trensasco dove Pietro ed Arianna ci salutano per rientrare pur sempre col famoso trenino, passiamo un bar che a quest’ora è estremamente invitante e ci imbricchiamo su una salita verticale sino al forte Diamante che ci mette a dura prova, sia per chi cerca lo sforzo massimale sia per chi è comunque obbligato a tirare per guadagnarsi la splendida visuale dalla fortificazione simbolo di Genova. Picchiata diretta e da qui in poi sarà quasi solo discesa sfiorando i forti di Puin, Sperone e Castellaccio, una divertente discesa verso la città nella quale ci rendiamo conto di essere tranquillamente nei tempi. E’ dura orientarsi tra i mille sentieri ricavati tra roccia ed opere umane, un po’ di asfalto è obbligatorio ma con un pizzico di improvvisazione, scale e tagli arriviamo in stazione dopo 22km scarsi, troppo presto per il nostro treno e troppo tardi per quello appena partito, per cui per ammazzare l’attesa ci concediamo la famosa birretta di aperitivo.

Il rientro vale il costo del biglietto, il lento intercedere sui binari ricavati con la forza nella complessa orografia, il tramonto verso il mare, le case illuminate di arancione ed una carrozza che continua a sballonzolare mentre noi ammiriamo tutto ciò sono la giusta ricompensa alla nostra fatica. Un’escursione da segnarsi nell’agenda
Si aprono i panorami delle montagne di Genovacasella-genova 015

Muro al forte Diamante, salita da fiatonecasella-genova 024

Il monte Fascecasella-genova 027

Sul crinale dei forti che proteggeva la zona urbanacasella-genova 034

Quella è proprio la ferroviacasella-genova 038

E questo il nostro diretto per il rientrocasella-genova 049

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6/01, S.Zaccaria in versione invernale

Lottando contro la sveglia e le palpebre pesanti cerco di capire il clima che mi attende fuori dalla porta, se sarà una giornata tiepida o gelida. Le varie centraline segnalano sui 2° ed avendo in giro dei pantaloni corti punto su quelli per un abbigliamento da inverno leggero. Viaggiando verso S.Zaccaria il termometro si abbassa, a Godiasco segna -1° e al campo di partenza -2,5°. Vorrei tornare indietro, nettamente sottozero con la coscie scoperte e solo dei guantini leggeri. Sono un idiota e la sfida si fa interessante, reggerò questo freddo che a sensazione non sembra essere insopportabile? In fondo il giro ha un bel vantaggio, è una specie di doppio anello e volendo posso accorciarlo a soli 6km.
Parto e dopo 300m noto che la traccia prevede l’attraverso del torrente Ardivestra… questo mentre una lastra di ghiaccio fa il suo dovere lanciandomi nell’acqua… guanto e pantaloni bagnati, ma la parte superiore è rimasta asciutta per cui non demordo e continuo coi lavori, guadando il suddetto in previsione di un’ora di ghiaccio coi piedi completamente bagnati.
La dura salita aiuta a rimanere in temperatura e la discesa tecnica mi impegna abbastanza, a fine del primo anello continuo verso Gomo su pendenze ancor più dure e quote in cui la nebbia avvolge tutto e si condensa sul vestiti e sulla troppa pelle esposta, ma almeno il terreno morbido indica che siamo sopra la soglia di congelamento ed io, calorifero umano, riesco nell’impossibile di sudare. Una bella picchiata mi riporta alla macchina dopo 11km e 630d+, un trail coi controcazzi.

Al pomeriggio vorrei uscire, ma la giornata brutta unita agli occhi già chiusi a tavola suggeriscono un’alternativa sotto le coperte.
E’ l’epifania, in queste ferie avrei voluto correre un giorno ogni due, ed invece ho saltato solo due occasioni dal 18 dicembre, tante doppiette e circa 2kg di grasso in meno. Vacanze forse meno entusiasmanti delle passate, ma ho completato tutti gli obbiettivi regressi e sono veramente soddisfatto. Ciao e grazie per aver letto, in attesa dei prossimi due raccontini

La temperatura alla partenzaorTWcyWLzeJTHn1AjbSJquGLdI75eSMidHzHXzY0sLg-2048x1152

Ricordati di santificare le feste

il 15/01/2020 · Commenti disabilitati su Ricordati di santificare le feste

Altri racconti di altre corsette, interessanti anche se meno dei precedenti. Dai non fate gli schizzinosi, vale la pena leggere anche questi

29/12, Prova del trail di Salice

Al pomeriggio mi aspetta un’altro trail, tranquillissimo con il pranzo che festeggia su e giù per lo stomaco e bollicine che risalgono accompagnate da rumori molesti uscenti da noi tre che stiamo studiando alternative per il trail di Salice Terme al fine di mettere una pezza al suo grosso difetto: gli ultimi chilometri erano piatti lungo lo Staffora, una noia per tanti ed un punto a sfavore di un percorso duro ed interessante. Partiamo e dopo 2km asfaltati cominciamo a vedere le alternative sia mie che di Willy, interessanti e fangose con un probabile attraversamento verticale di un bosco.
Uscita semplice alle ultime luci, ma altra strada sulle gambe

30/12, Ceresino trail degli auguri

Il gruppo Run 4 People tutti i giovedì sera organizza un allenamento collettivo a Casteggio verso il monte Ceresino, un trail in notturna stavolta proposto al mattino col nobile pretesto di bersi una birra assieme. Ed è così che una dozzina di impavidi si ritrova al solito bar per il classico giro in diurna, seppur semplificato con meno sterrato ed una nuova variante aperta da Bruno a natale, la già famosa variante “aperta da Bruno a natale” che presenta pendenze tutte da camminare che rimangono nelle gambe.
Ma siamo qui per brindare e dopo qualche faccia stupida e discesa tranquilla eseguiamo l’ordine del giorno, ci beviamo una bella birra!

Ora si parteceresino30

Il gruppo che si scalda lasciando la pianuraIMG-20191230-WA0003

Io che faccio lo scemoIMG-20191230-WA0000

 

31/12, Mondondone alternativo
Ormai sta diventando una droga, tra un piede che a fine giro da giusto qualche fastidio che scema in poche ore, un periodo dal clima esageratamente bello e la voglia di muovermi recuperando tutti gli obbiettivi fissati e falliti per l’autunno, anche stamattina ore 9:30 sono in pista.
Codevilla è la meta per un altro trail dalla forta inversione termica, con un inizio brinato tra le vigne ed una foschia che lascia visuali stupende sulle Alpi. Non un percorso che suggerirei, abbastanza complicato da seguire se non con una traccia preimpostata e pure duro, con tante variazioni di pendenza tra i celebri vigneti d’Oltrepò che però mi portano in angoli particolari come il bosco degli ulivi a 300m di quota, le viste sui monticelli di Mondondone ed un per me nuovo passaggio tra boschi e filari nascosti.
Ora si scende, si abbandona questo meraviglioso tepore rientrando in pianura dopo 12km e 650d+ per iniziare il giro di auguri.

Vigneti tra Retorbido e Codevillamondondone_alternativo 010

Mondondone e la foschia in pianuramondondone_alternativo 025

Il monte Rosa, invisibile dal bassomondondone_alternativo 027

Verso la pianuramondondone_alternativo 030

Codevilla, ormai sono arrivatomondondone_alternativo 035

 

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3° comandamento: ricordati di trailificare le feste

il 13/01/2020 · Commenti disabilitati su 3° comandamento: ricordati di trailificare le feste

25/12, il tradizionale trail di natale
Da un brindisi in cantina alla Parigi-Da bar il passo è breve, da una piccola a due medie seguite da altro seguite ancora da un’uscita veloce che termina alle 2 del mattino il passo è molto breve!
E potete immaginare come mi sentissi alle 7 del mattino quando la sveglia è suonata per avvisarmi del tradizionale appuntamento trail a Salice Terme… no, ero comunque felice, feste per me significano corse allegre, tranquille, in compagnia e su percorsi belli senza tirarsi il collo, se poi la giornata si preannuncia monumentale la gioia di svegliarmi è parecchia, se poi questa sarà la mia prima corsa sterrata da oltre tre mesi… ci siamo capiti, non vedo l’ora!
Siamo in 7 e in basso fa fresco, ma basta arrivare a Nazzano per gioire dell’inversione termica che ci dona questo bel tepore e panorami a dir poco magnifici sulla pianura e sulle Alpi in una limpidissima giornata dal sapore primaverile.
Federico da buon cinghiale ci propone alcune deviazioni in salita sul peggior pistino da mtb, le mani toccano un suolo insolitamente asciutto e ci aiutano a scalare pendenze impossibili da correre nelle quali rami e tronchi rappresentano un buon aiuto, poi deviamo su uno sporco sentiero e ci troviamo davanti un piccolo varco in cui ammirare Voghera e zone limitrofe, prima della discesa tecnica in cui noto tutte le lacune accumulate nei mesi, in cui le gambe sentono la fatica e dove tiro i freni. Siamo quasi arrivati, ma un water abbandonato ispira sentimenti fotografici che fanno schifo (però mai quanto la sorpresa lì contenuta) e l’essere tutti insieme felici all’arrivo ci ispira un bel brindisi di spumante, con la sciabolata del tappo svolta a fatica dall’improvvisato sommelier me medesimo…
Auguri di buon natale, ottimamente festeggiato!

Panorama su Nazzano, già qui abbiamo ottimi panoramiIMG-20191225-WA0006

Selfie di gruppoIMG-20191225-WA0011

Questo giro fa cagare!IMG-20191225-WA0009

Sciabolatavlcsnap-2019-12-25-20h15m47s046

26/12, Retorbido fangoso
Mi sarebbe piaciuto replicare una bella uscita di gruppo, ma mi ritrovo solo con la mia stessa compagnia in una fresca mattina che anche oggi preannuncia una buona inversione termica, seppur ridotta rispetto alla primavera di natale.
Sento di rischiare con un tibiale non ancora recuperato al 100%, ma voglio farlo e col senno del poi è stato un bene, giusto del fastidio passato in una giornata.
E’ uno dei tanti itinerari studiati per lo scorso autunno, non tanto bello ma così ricco di dislivello da accumularne 600m in 11km in un continuo saliscendi tra i vigneti, una corsa senza pretese con la fotocamera appresso ottima per delle soste rifiatatrici. L’inizio è buono, terreno morbido ma corribile senza quel temuto fango, un po’ di brina a ricordarmi che siamo a dicembre e buoni panorami tra le colline e le Alpi, ma la seconda parte cambia completamente: ora fa più caldo, il ghiaccietto si è sciolto e le scarpe affondano in pozzanghere argillose rendendo la marcia sporca e difficile. E non solo, nel punto più basso trovo un guado obbligato con il rile dal tipico aroma che nasce dalle fonti solforose e che ha creato uno strato grigiastro di fango in cui affondare, uno sporco divertimento in cui mettervi i piedi.
La parte finale è forse la peggiore, pozzanghere ovunque e fango molle che salta dalle suole ormai lisce sino in testa, mi sento un fiero maiale ma sto gioendo dei piaceri del fuoristrada, piaceri mai dimenticati da cuore, testa, gambe e piedi.

Anche oggi si vedono bene le Alpiretorbido_fangoso 011

Bei vigneti, soprattutto affrontati in verticaleretorbido_fangoso 014

Forse la foto simbolo di questo periodoretorbido_fangoso 019

Di lì dovevo passarciretorbido_fangoso 020

E per finire altro fangoretorbido_fangoso 024

28/12, Monleale luogo del cuore

Oltrepò e tortonese, due territori simili e confinanti che sembrano divisi da una sottile membrana per cui raramente ci sono scambi attravero la linea di confine, perdendosi sia da una sponda che dall’altra diverse zone affascinanti e nuovi panorami. E’ così che convinco Francesca a questa piccola trasferta nella mia collina del cuore, luogo che semmai dovesse succedermi qualcosa rimarremme nel mio testamento come sede di un “memorial Pedrazzani” trail.
Caffettino, un tratto di adeguato riscaldamento bitumato e poi via su pendenze ripide ancora brinate che induriscono un fango ancora molesto, lei che sale tranquilla con una costola dolorante ed io che finalmente ammiro appieno viste collinari sui paesi in quel pezzo di terra di confine tra uomo e natura, dove è nato il mito di Pellizza e del vino Timorasso in due paesi divisi dal Curone ed in perenne lotta tra loro.
Una decisa picchiata ci porta in una valletta scavata da un ruscello, il timore era di trovarlo trasformato in torrente ma ci è andata bene, i guadi saltando di roccia in roccia ci permettono di mantenerci asciutti già prima di imboccare il gelido versante opposto, quello tra bosco e pescheti brinati. Bene, bravi, bis, di nuovo giù nella valletta per scoprire che il ponticello in legno non è più contemplato, ma dove non può l’atletismo può il genio, basta un piccolo masso lanciato nell’acqua a creare il guado necessario.
Le temperature si stanno alzando, l’omnipresente inversione termica che regala bei panorami sta sciogliendo il terreno ed ora cominciamo ad infangarci le scarpe, soprattutto le mie alla loro ultima uscita con dei vistosi tagli nelle tele. Arriviamo a Monleale e Francesca accetta la mia proposta di pistino da mtb, ripido nella parte iniziale e scavato dalle piogge autunnali, ma veramente divertente e con degli attrezzi per esercizi ginnici posti nel suo corso, sicuramente utili ma dove nessuno passerebbe e dei quali siamo gli ultimi usufruitori di questo decenno. Bel giro, non tecnico né molto panoramico, ma appagante. Ed ovviamente le feste vanno santificate con del Bonarda locale, che qui è un’uva completamente diversa, e con dei pensieri sulla vita semplice dei piccoli paesi: per un aperitivo abbiamo speso quanto un bicchiere di Tavernello a Milano

Il freddo che ancora pervade le zone in ombraIMG-20191228-WA0001

Foto insieme…IMG-20191228-WA0002

Guado nel quale ho lanciato un sasso, così da non bagnarmiIMG-20191228-WA0005

Non capisco il senso di attrezzatura per esercizi in questa zonaIMG-20191228-WA0003

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Lo sport delle feste, parte 2

il 09/01/2020 · Commenti disabilitati su Lo sport delle feste, parte 2

Rieccoci coi raccontini ancora precedenti alle vere festività

21/12, Salomon demo tour
Un evento per cui avevo avuto la responsabilità già da ottobre, qualche disguido antecedente ma alla fine una convergenza che mi ha visto protagonista, un trail urbano per far provare le scarpe della marca partendo da “Cantieri sportivi” e cercando più difficoltà possibili nella zona collinare di Tortona, che nel suo piccolo presenta comunque scalinate, dislivelli, sentieri e resti romani risalenti a due millenni fa. Il giro in sè è breve, ma dopo un sottopasso ferroviario ed una vasca tra duomo e via Emilia incominciamo a salire su sentieri resi viscidi dall’acquazzone della notte, coi vestiti che si bagnano tra le foglie, i passi insicuri sulle umide scalinate e qualche allungo quando si risale, con 18 presenti (non tanti) ma con dei palmares per cui io, con 7 podi annuali in garette secondarie, sono quasi uno sfigato.
L’inizio è bello, ma la parte centrale sfoggia il meglio di Tortona con il tratto del Lavello, 300m scarsi in cui è difficile stare in piedi, in cui una mano allungata rappresenta la salvezza e nei quali ridiamo come bambini di fronte alle nostre ed altrui difficoltà. Proseguo facendo vedere i resti del castello, il convento, i piccoli panorami urbani sino alla Madonna della Guardia e provando le scarpe anche in brevi tratti tecnici, sino a ridiscendere per lo stesso Lavello infangato, con schizzi marroni che volano ovunque sporcando e facendo divertire i presenti.
Pochi i km, molto di più il ristoro finale con vino, salame, formaggi e tante leccornie di ogni tipo, una soddisfazione per me quella di aver fatto scoprire l’angolo divertente di Tortona e di aver avuto questa responsabilità.

Davanti al duomosalomon_demo 018

E in via Emilia (come a Voghera!)salomon_demo 019

Ma ora si va di sterratosalomon_demo 027

E qui sul Lavello si sale a fatica80779977_2921704494529273_3461114552421187584_n

Scalinata verso il conventosalomon_demo 049

Il gruppo intero79830078_2921704441195945_6084016273673420800_n

E la parte rosa del grupposalomon_demo 058

22/12, Camminando lungo lo Staffora
Gara della squadra, arrivo tardi alla partenza, non faccio quasi riscaldamento e nei primi chilometri tengo anche il gruppo di testa prima di cedere completamente in quei 500m resi un acquitrino dal nubifragio della notte passata. Vorrei camminare e se continuo correndo è solo per arrivare prima, ma la voglia unita alla fatica di ieri mi frenano enormemente. In fondo sono qui a far presenza, quindi va bene così.
Poi arrivano le brutte notizie che purtroppo ci si aspettano, un impegno improvviso che mi costringe ad allungare in bici nel pomeriggio e godere di ottime viste da Valverde verso le Alpi

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23/12, Viguzzolo immersion
I programmi scombussolati da un funerale nel pomeriggio mi portano al mattino a Viguzzolo a recuperare i ravioli ordinati per il pranzo natalizio, ma già che ci sono mi concedo un’altra ulteriore corsetta tranquilla, tutta su asfalto e di soli 7,5km tutta nel paese, senza mai incrociare le vie. Niente degno di nota, se non il percorso simpatico ed il fatto che è il sesto giorno di corsa consecutivo

Appunti02

24/12, Calvignatale
Impegno enologico/brassicolo con brindisi vari (la famosa Parigi-Da bar) nel pomeriggio, solo una pedalata al mattino e tante soste nei posti che più frequento. Ma tanto domani è natale e ci si rilassa… (nella prossima puntata)

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