Visioni suggestive dalle terrazze di confine
Non c’è che dire. Una grande e bella giornata di pedalate e di compagnia!
Al ritrovo, tra chi arriva direttamente in bdc e chi arriva in auto, i primi commenti riguardano il tempo che ci ha graziato. C’è il sole!. Nell’ora e mezza precedente il cielo si è aperto e un pallido ma confortante sole fa capolino tra le poche nubi rimaste. Il tempo di prepararsi ed ecco che partiamo..con solo 2 minuti di ritardo! Dopo i primi 5km tranquilli di riscaldamento, il percorso si fa subito nervoso: dopo una breve picchiata giù per la Valmorea e un paio di salitelle più lunghe delle altre, ottime per sciogliere i muscoli ancora addormentati, siamo pronti a salire a Serpiano dal versante di Viggiù. Lascio il “comando” del gruppo agli altri della zona (grazie a Bubby, Markus e Zack). Il primo tratto fino alla dogana di Arzo fa subito selezione, io, Case63 e Tangy gli lasciamo scatenare anche perché sappiamo che ci aspetteranno appena entrati in Svizzera. Ad Arzo, c’è una foratura, panico, noi della rete non c’è ne accorgiamo e svoltiamo a sinistra per la prima destinazione di giornata senza saperlo. Poco male, il resto del gruppo guidato da Tizlook ci raggiunge in prossimità dell’unico tratto un po’ più impegnativo (mezzo km all’8%). Siamo ormai tra due ali di alberi, le chiome sono di un verde sconcertante, meglio non fissarle e pensare agli ultimi chilometri di saliscendi fino alla terrazza della funicolare. Qualcuno (Pedra) rischia di finire addosso a una corriera in quanto non riconosce il classico clacson dei bus svizzeri, ma che ci volete fare? viene dall’Oltrepò .. (il milanese/pavese Case63 da vero musicista fa subito un parallelo desolante con il suono di quelli italiani, manco a dirlo vincono gli svizzeri..). Alcuni tratti della salitella sono ancora umidi per la pioggia del giorno prima e della mattina presto ma non spaventano nessuno, tant’è che finalmente arriviamo alla funivia di Serpiano con ristorante/bar annesso. Dalla terrazza ammiriamo il primo panorama di giornata sul lago.
Siamo nel bel bezzo del Lago di Lugano, davanti a noi Morcote e la salita di Carona, a dx vediamo il ponte di Melide che anticipa Lugano e le sue montagne di contorno, tra cui si distinguono bene il Monte Bré e la montagna obiettivo successivo..
Qualche foto e ripartiamo lungo la stessa strada fino ad Arzo, io mi fermo a fare alcuneistantanee e agli altri tocca aspettarmi (non sarà l’unica volta eh eh).
Scendiamo ancora e verso la fine della discesa svoltiamo a sx per entrare nel caratteristico centro di Rancate e dirigersi verso Riva San Vitale e Capolago, finalmente siamo a contatto diretto con il Lago! Nel frattempo si è unito a noi il mitico Emiliano, ma io da “ritardatario fotografo dilettante” non me ne accorgo neanche, meno male che chiedo a Pedra se abbia sue notizie.. .
Siamo a Maroggia, qui il gruppo degli scalatori parte a mille sulle prima rampe della salita che ci porterà al Monte Sighignola (m. 1320), balcone d’Italia, mentre io e Pedra ci chiediamo dove sia finito Emiliano..salvo poi constatare che anche Case63 e Tangy hanno tirato diritto e vanno verso il Ponte di Melide! Per fortuna tornano indietro (colpa mia e di un gruppo di ciclisti che ci hanno raggiunto e confusi) e saliamo tutti attraversando la paesaggistica Val Mara collegante la Svizzera all’italiana Valle d’Intelvi. In cima al Monte Generoso si può ancora notare diversa neve. La salita si fa subito dura, siamo al 10% ca. e ci aspettano ancora 16km.. Pedra ed Emiliano ci sorpassano a fuoco mentre pensiamo che i primi siano già ad Arogno, dove una volta arrivati riusciamo a rifiatare per qualche km. Manca poco alla deviazione per la Svizzera..quando Pedra buca!! Pare non sia la prima volta in questi ultimi tempi e la sera stessa si appurerà che il problema era proprio il copertone da cambiare. Poco male, mando un messaggio ai fuggitivi per dire loro di salire fino in vetta e non aspettarci a Lanzo d’Intelvi.
Ripartiamo e imbocchiamo una stretta rampetta presso una piccola cascata e ci portiamo verso le dogane (dopo essere passati da una rampa con pendenze di cui non oso neanche pensare la percentuale..). Dogana svizzera: se non sei allenato qui è quasi come essere sul fiume Stige, non l’oltrepassi.. Si parte, una serie di tornantoni e drittoni (che arrivano al 18%, qualcuno dice anche di più) ci portano alla dogana italiana. D’altra parte il dsl residuo tra le due valli non è poco. Sento qualche imprecazione.. ma che volete che sia quel km? Vabbè, le foto sono più veritiere
Il tratto duro è passato. Arrivati a Lanzo e passati per la graziosa piazzetta con fontana, saliamo al Monte Sighignola, la strada ha pendenze costanti tra il 6 e l’8%, quindi regolare e sgombra da auto (come tutte le tre salite). Siamo nel bel mezzo della natura incontrastata delle prealpi e se ne ha la riprova salendo. Questa è zona di escursioni, cinghiali e volo a vela.
Pian piano tutti arriviamo in cima (G.P.M. vinto da Zack, alla sera si appurerà che ha percorso in giornata 217km, fate voi.. ) ovviamente dovendo fare le foto mi tengo in ultima posizione (non che sarei stato molto davanti eh eh) e arrivo in cima per ammirare il panorama e divorarmi un panino con bresaola (che buono!). La vista su Lugano, Malcantone, Tresa (Ita), Valcolla, e parte del Mendrisiotto è sublime anche se il cielo non è limpidissimo e quindi niente Monte Rosa e cime di contorno che pur si intravvedono. Foto di gruppo gentilmente scattata dalla ristoratrice e meno male che ci chiede ma dov’è la macchina fotografica? Risate generali, ovviamente era a riposo nella mia tasca.
In alto da sx: Case63 (sergio), Markus, marco, Bubby (andrea), Tizlook (Tiziano), Gaetano, dinodoc89 (Guido), Pedra, Andrea, Gurzo82 (stefano)
In basso da sx: Zack, Tangy (Fabio), Spurs84 (Fabio)
Fino a Capolago è stato con noi anche: Andrea Ridley Lungo il Sighignola: il mitico Emiliano
Qualcuno si mette la mantella, altri vanno allo sbaraglio e ci tuffiamo giù per la Valle d’Intelvi. Il primo tratto di discesa non è dei più semplici dato il manto stradale rovinato dalle copiose nevicate invernali, ma nessuno subisce danni per fortuna. La seconda (lunga) parte di discesa dopo Lanzo d’Intelvi è invece bella e regolare con anche qualche tornante che colpisce positivamente i “forestieri” e un tratto piano. I discesisti si scatenano ma non ho idea di chi sia andato più veloce. Il tempo pare annuvolarsi ed effettivamente il sole svanisce fino a Cernobbio e Como, che raggiungiamo immettendoci sul lago ad Argegno (dall’altra parte del lago parte la nota salita della Colma di Sormano da Nesso) lungo la vecchia statale Regina con le sue ville a picco sul lago (peccato il sole sia momentaneamente sparito, altrimenti sarebbe parso di pedalare in riva al..mare ).
Gli ultimi km di lungolago sono problematici dato il traffico insistente per entrare a Como. Per noi del posto, anche data la morfologia lagunare, non è una novità e sgusciamo tra le macchine fino al ponte ferroviario dove inizia l’ultima ascesa di giornata, il San Fermo della Battaglia, salita storica del Lombardia. Dopo 300m di ascesa svoltiamo a sx e subito colpisce molti l’assoluta tranquillità della salita che si contrappone al chiasso e al disordine incessante della città sottostante. La salita, anch’essa immersa nel verde di alberi e prati, ha pendenze abbastanza dure e l’acido lattico nelle gambe si fa sentire. Per fortuna sono solo 2 km. La stanchezza crescente evita che il gruppo si frazioni troppo e ad uno ad uno ma non distanti arriviamo in cima. Da qui praticamente è una fotocopia del primo tratto di giornata, lunghi saliscendi percorrendo la “garibaldina” con l’intento di sbucare a Olgiate Comasco per percorrere gli ultimi tre km leggermente in ascesa. Ma qui la sorpresa; negli ultimi giorni hanno chiuso la strada per lavori, poco male, allunghiamo l’itinerario di qualche km verso Faloppio percorrendo le ultime salitelle (l’ultima finisce 200m del ritrovo) sino alle auto. Da qui quelli di casa hanno quasi tutti ancora diversi km da percorrere. E’ tempo di saluti e ringraziamenti reciproci. Gran bella giornata con un ottimo record di partecipanti. Che volere di più?
Grazie a tutti per la splendida giornata, a parte qualche piccolo inconveniente tecnico e di percorso per alcuni (me ne scuso ma tenete voi unite 15 persone che vanno a velocità diverse..). E scusate se la qualità delle mie foto non è eccelsa.
Grazie per i complimenti (da dividere con i meravigliosi posti e gli altri partecipanti), mi fanno enormemente piacere perché vengono da brave persone che si rispecchiano tutte in una passione che sa offrirci emozioni uniche da condividere collettivamente.
Grazie specialmente a Case63 e Tangy con cui ho avuto modo di percorrere molti tratti dell’itinerario, vere persone di classe e compagnia
Grazie a Pedra per l’impegno nel progetto di giriesalite. Senza di lui questa giornata non ci sarebbe mai stata.
Grazie a tutti, ora tutti nel piacentino il 9/5!
Un itinerario attraverso le zone pedemontane e collinari del Piacentino, lungo le salite che collegano le valli Tidone, Trebbia e Nure.
Ritrovo: Al Largo dal Verme (subito dopo il ponte) di Pianello Val Tidone, alle 9.30 per partire al massimo alle 10.
Per raggiungere Pianello: prendere A21 Torino-Piacenza-Brescia ,uscire a Castel San Giovanni e seguire per Castel San Giovanni e Borgonovo Val Tidone. Superare Castel San Giovanni, attraversare Borgonovo val Tidone seguendo per Pianello. Pianello dista 9km circa da Borgonovo. Rimane sulla sinistra rispetto alla strada, bisogna attraversare un ponte e sulla destra c’è la piazza con un ampio parceggio.
Consigli utili: è bene portarsi dietro qualche panino. Per il pranzo, il posto adatto sarebbe Perino, però si ripartirebbe subito in salita anche se non dura. Forse è meglio farla a Bettola anche se son già stati fatti 70km. Anticiparla a Bobbio mi sembra un po’ presto. Forse è meglio decidere strada facendo.
Meglio avere una mantellina per le discese dalla Crocetta e dal Cerro.
Percorso: http://tracks4bikers.com/tracks/show/22330
111km, 2100m di dislivello
Prenderà il via da Pianello val Tidone il primo giro della Coppa Piacentina.
Con questo itinerario cercheremo di scoprire i vari aspetti del territorio piacentino. Attraverseremo i boschi dell’ appennino , percorreremo lunghe valli e ci faremo trasportare dai dolci mangia e bevi delle colline, attraversando paesi e borghi caratteristici. A livello tecnico si può dividere il giro in due parti. La prima caratterizzata da salite lunghe ma pedalabili collegate tra loro da tratti di strada di fondovalle, mentre la seconda parte è più nervosa, con i continui saliscendi delle colline e con alcuni strappi che si faranno sentire. Quello di Bagnolo è uno di questi.
Purtroppo a causa delle numerose frane degli ultimi inverni, ho dovuto modificare all’ultimo il percorso togliendo a malincuore alcune stradine che avrebbero dato al giro un sapore di ciclismo di altri tempi.
Si lascia Pianello e si prende la strada della val Tidone, in direzione di Nibbiano, che raggiungeremo dopo circa 9 km. Qui volteremo a sinistra in direzione di Pecorara. Fino al paese sono circa 15km di falsopiano, ideali per scaldarsi. Superato Pecorara inizia la prima salita di giornata, il passo della Crocetta. Sono circa 9km, mai difficili, che ci porteranno a quota 873. Giunti in cima inizia la lunga e divertente discesa verso Bobbio, centro turistito e termale della val Trebbia. Superato il paese costeggeremo il fiume “azzurro” fino a Perino, dove affronteremo la secondi difficoltà di giornata: il passo del Cerro. Seppur lunga, ( 13.5km) la salita è facile e regolare. Solo quando mancano 3 km alla vetta si incattivisce un po’ con delle punte del 12% – 13%, ma ormai la fine è vicina. Dal passo ci aspetta una bella discesa fino a Bettola per percorrere poi la val Nure fino a Ponte dell’Olio dove ci aspetta una bella sorpresa. E’ qui che il giro potrebbe presentare il conto a chi si è lasciato prendere la mano nelle salite precendenti. Sono poco meno di 2 km, ma con pendenze quasi sempre sopra il 10% con punte anche al 13%. Questo è lo strappo di Bagnolo. Chi soffre qui,credo che soffrirà fino alla fine. D’ora in avanti il percorso è un susseguirsi di saliscendi e tratti vallonati. Da Bagnolo proseguiamo fino a Rivergaro , attraverseremo nuovamente il Trebbia fino a raggiungere Statto. Volendo da qui si potrebbe fare una deviazione per vedere l’imponente castello di Rivalta, altrimenti proseguiremo lungo la salita di Momeliano ed il suo belvedere dal quale si possono ammirare le colline e la pianura piacentina. Da qui, sempre su strade “nervose” attraverseremo Agazzano e poi Casaleggio per immetterci nella strada della val Tidone che dopo qualche km ci riporta a Pianello, il tutto per 120km conditi da 2100m di dislivello.
Questo giro è organizzato fa Fabio Faedi (Tangy), per qualsiasi domanda potete contattarlo qui: fabio.faedi[at]libero.it
Oggi non ho voglia di far fatica, sono pigro, perciò parto senza pensarci prima delle 14, l’ obbiettivo del giorno è passare nelle zone di S. Agata Fossili, dove non passo ormai da 4 anni. Alcuni nuvoloni fanno presagire al resto della famiglia un giro bagnato, ma io so che sono grandi, grosse e buone.
Partenza tranquilla col vento a favore verso Viguzzolo e la val Grue, quindi la odiosa Sarezzano, talmente facile da essere difficile. Comincio già ad aver caldo, ma nulla di intollerabile, vorrà dire che in discesa starò bene.
Sarezzano, Villaromagnano e Carbonara Scrivia scorrono via veloci, arrivo a Spineto Scrivia e rimango incuriosito dal cartello della “Milano-Tortona” che punta dritto in paese: lo seguo, quasi precipito lungo un muro ripidissimo che mi porta al campo sportivo nella parte bassa del paese. Bene, una salita extra al mio elenco! Ridiscendo dallo stesso versante toccando i 65kmh in pochi metri, per salire dall’ altro bivio verso Paderna, che visito in modo veloce. Si continua verso Carezzano superiore, dove passo accanto ad un gruppo di persone che mi incitano, “dai che sei primo” … “certo, su 1!“, con una bambina che crede veramente che sia primo della Milano-Tortona… beata ingenuità dell’ infanzia!
Trovo una bellissima strada che scende, in quasi 2km ha sono una chicane fantastica di quelle che se sai guidare il mezzo guadagni tantissimo sugli altri. Giunto in fondo, risalgo immerso nel verde della primavera. Al giro del Tortonese abbiamo svoltato a sinistra verso Castellania, ora tiro diritto verso S. Agata Fossili. A fondo discesa c’è il bivio, che non segna solo un cambiamento di pendenze, ma anche una netta svolta geologica-paesaggistica, se prima erano dolci colline a vigna, ora sono rocce sedimentarie nervose coperte di boschi.
La salita è facile, quasi in cima prendo una piccola deviazione sperando di scoprire una nuova salita, ma niente… Si scende attraverso un’ altra via, stretta ma bella immersa tra campi e boschi isolati, prima della successiva facilissima salita di Sardigliano. Giù veloci a Stazzano, ormai si sente di essere in una zona di scambio: a nord le colline, i “vèrde” e le campagne, a sud gli appennini incolti, i “belin” e le strette vallate della Liguria che tanto mi piaciono. Il paese risente della posizione strategica, infatti è sede di industrie ed industrie ed un castello poco elevato che raggiungo (e siamo già a 4 nuove ormai).
Riparto verso Albarasca, ha alcuni tratti duri all’ 11% ma nulla di particolare, con discreti panorami sulle colline Tortonesi. A Sorli il dubbio, che giro faccio? Ormai è tardi per poter pensare di tornare presto, per cui tanto vale buttarsi in val Borbera e passare in altri luoghi poco conosciuti, quelli del Giarolo. La val Borbera è sempre bella, ma la strada così a mezzacosta mi inganna sulle pendenze, mi trovo col 34 in un tratto “piano”. Pertuso e via, mi tolgo casco e guanti non tanto per le temperature (18° ad esagerare), ma ho finito l’ acqua e voglio sudare il meno possibile. 500m dopo trovo una fontana… meglio così. La salita è duretta, ma finisce presto, continuo in costa prendendo metri di quota tra strappetti ed altro sino a Giarolo, dove alle 18 mi fermo per la merenda. Credo che questo sia il paese più longevo d’Italia, l’ età media dei suoi abitanti supera gli 80 credo… Di sicuro tutti quelli con cui ho parlato!
Veloce picchiata a San Sebastiano, paese in cui sono passato decine di volte, ma che non conosco bene, e questa è la volta buona per colmare questa lacuna. Il centro storico è tutto in ciottolato, formato da viottoli strettissimi in cui 2 persone a piedi devono fare manovra, e per ultimo alcuni muri ripidissimi, uno di quelli mi disarciona dopo diversi tentativi di ribaltamento. Non che non ce la facessi fisicamente, ma stavo cadendo! Discesa alla MTB col sedere fuori dalla sella e ritorno al presente, per fotografare un muro che mi rifiuto di fare di nuovo, con 160m cementati al 22% medi. Ma non è finita, mi manca ancora una salita nuova da affrontare, dura con asfalto rovinato e che giustamente termina anche lei in un muro cementato che affronto con le mani sulle manopole del manubrio per non cadere all’ indietro. Per mia fortuna finisce in fretta, così da riaffrontarlo nel senso fisicamente più facile.
Ora è fatta, è tardissimo considerate le mie intenzioni iniziali di tornare entro le 18:30, ma mancano solo 20km a casa, 20km con una brezza contraria ma in leggera discesa lungo la val Curone.
In totale, un giro di una lunghezza rara per quelli che partono da casa mia, soddisfacente e che ha fissato tutti e oltre gli obbiettivi del giorno. 120km, 2150m di dislivello.
Sarezzano rappresenta l’ inizio delle salite, con le nubi grandi e buone che c’erano alla partenza
Un Tarassaco. C’è chi fotografa fiori bellissimi, io mi accontento di questi
Primo muretto di giornata a Spineto Scrivia
Le strette della val Borbera sono sempre belle
La piazza di San Sebastiano. Assomiglia vagamente a piazza delle Erbe di Verona
Muraccio cattivo a San Sebastiano, quello che in cima mi ha disarcionato
Non l’ho affrontato oggi, ma non manca al mio carniere
E con questo, ho chiuso! Si capisce che è quasi al 20%?
Mi sveglio alle 7:45 e guardo fuori: piove e fa freddo. Accendo il cellulare per vedere se ci sono novità. Non ce ne sono, dunque senza esitazione inizio a prepararmi. “Non sarà la prima volta che prendo l’acqua”, penso tra me e me.Sento un po’ che aria tira fuori, un’aria gelida appunto, per cui opto per l’abbigliamento invernale. Dopo un po’ però il cielo sembra aprirsi, per cui preparo anche la tenuta estiva, non si sa mai. Ancora 10 minuti ed il sole sembra prendere il sopravvento: mi cambio e alla fine decido per un abbigliamento primaverile.
Arriviamo io e Giulio a Noceto puntali e comincio a vedere macchine piene di bici: “Ma quanta gente è venuta al raduno??”, penso. Subito arrivano anche Pedra, Marco e Gianluigi (Vette), con i quali scopriamo che l’assembramento di atleti è dovuto ad una gara di duathlon: difficile adesso capire chi è lì per la gara o per la “tranquilla” scampagnata.
Temporeggiamo un po’ più del solito nel parcheggio, quindi decidiamo di partire.
Dopo i 150 km di sabato fatti insieme a Giulio, avevo in mente di fare niente più che una scampagnata; tuttavia dal livello dei partecipanti ho intuito che non sarebbe stato così: Pedra e Marco li conosciamo, Vette ha un fisico asciutto da scalatore, ma per fortuna risulterà meno battagliero degli altri due “cagnacci”!
Arrivati a Medesano affrontiamo la facilissima salita di Miano, la quale si esaurisce in un breve muretto, sufficiente per capire che non si andrà tanto piano. La giornata è ottima, la pioggia ha pulito l’aria ed il vento, seppur fastidioso, ha asciugato velocemente la strada: meglio così, non avevo voglia di lavare per l’ennesima volta la bici!
Anche nella salita successiva (Santa Lucia, un po’ più impegnativa) è Pedra che fa il ritmo, salvo poi fermarsi per qualche foto; rallentiamo tutti, visto che comincia a far caldo. In cima però tira un’arietta pungente e l’idea di svestirsi è presto abbandonata.
Scesi a Varano Marchesi svoltiamo a sinistra ed iniziamo subito la salita a Case Boscaini, “la più dura di giornata”, mi scappa detto: la frase purtroppo non sfugge a Pedra e a Marco, che iniziano un forcing che fa staccare Giulio (provato anche dalle fatiche del calcetto). Gli fa compagnia Vette, non certo perché non ne avesse più, visto come parlava tranquillamente su Santa Lucia!…
Pedra si ferma a Case Boscaini a far foto, io proseguo fino al bivio sulla provinciale, dove ci raggruppiamo di nuovo. Scendiamo velocemente a Pellegrino dove facciamo rifornimento d’acqua e scambiamo qualche battuta prima di salire al Valico di Sant’Antonio, cima Coppi di giornata. Come sempre è Pedra a dettare il ritmo, lo seguiamo io e Vette e poco distanti Marco e Giulio. Durante la scalata ci superano una dozzina di Ferrari (e una Maserati), non le uniche macchine incontrate durante il giro, ma poco ci manca…
Dal passo c’è un bel panorama sui monti della val Ceno e della val Baganza, evidentemente imbiancati ancora una volta durante la notte!
La discesa è molto divertente, strada larga con curvoni e tornanti, mai troppo veloce: la prendo davanti per godermela appieno e per fortuna il vento non mi infastidisce.
Abbiamo fatto circa 55 km, ci fermiamo ad una trattoria dove Marco, Giulio e Vette si rifocillano con un panino ed un caffè, Pedra con un caffè macchiato (anzi, latte macchiato da caffè!…).
Ormai il più è fatto, abbiamo affrontato le 4 salite con più dislivello, le rimanenti quattro sono più facili.
Su San Vittore Marco precede di poco tutti, con Giulio un po’ staccato (Vette saliva col 53…), Case Mezzadri viene fatta tutti insieme ai 1000 di VAM tondi tondi.
Arrivati a Varano Marchesi ci aspetta il muro di Scanzano, la salita più breve di giornata ma anche la più ripida circa 700 metri ad oltre il 13% di media. Qui perdo un attimo l’orientamento e non riesco a trovare l’imbocco della scalata, ma mi sembra che la cosa non dispiaccia più di tanto!
Tuttavia alla fine troviamo il bivio: Pedra la prende forte, anche troppo forse, ma alla fine arriva con me e Vette in cima, subito dietro Marco e Giulio.
Dopo 7 salite consecutive ci concediamo una tregua affrontando un tratto di 6-7 km in leggera discesa prima di affrontare l’ultima asperità, quella di Costamezzana – Gabbiano. Nel breve muretto prima del paese di Costamezzana Marco si avvantaggia, quindi si svolta a destra ed inizia l’ultima parte, “da rapporto”, durante la quale ci ricompattiamo. Giunti al muretto finale, vedendo Marco aumentare l’andatura, non resisto e mi avvantaggio col solito scattino…
Da qui c’è un bel panorama sulla pianura, ci starebbe bene la foto di rito ma non passa un’anima, quindi ricorriamo con successo all’autoscatto prima di buttarci in discesa verso Noceto: alla fine saranno 92 km e 1800 di dislivello. Visto come si era messa al mattino è andata bene: non una goccia d’acqua presa, strade pulite e al 90% ben asfaltate, pochissimo traffico e soprattutto ottima compagnia: insomma un giro come piace a me!
Ciao e alla prossima!
Salendo a Santa Lucia:
Panorama sulla pianura dal Valico di Sant’Antonio
La Pietranera dal Valico di Sant’Antonio
Le antenne del Monte Canate da Case Boscaini
Uno dei tanti tornanti affrontati (discesa da Case Mezzadri):
Panorama sulla pianura dalla strada del Gabbiano
Terzo evento 2010 organizzato dal gruppo di Giri e salite.
Giro del mendrisiotto e della valle d’Intelvi (CO-VA-TI)
Visioni suggestive dalle strade e terrazze di confine
Ritrovo:
Giorno: Sabato 24 aprile 2010 (in caso di maltempo si rinvia alle date successive: 25/04, 01/05, 02/05 ). Conferma del giro su questo forum entro la sera di giovedì 22 aprile
Luogo: Parcheggio del cimitero di Solbiate, all’altezza della provinciale Varese/Como (nonchè via Roma), alla rotonda entrate in via Monte Rosa, appena dentro sulla sx c’è il parcheggio del cimitero di Solbiate Comasco (CO) di fronte all’Esselunga
Ora: 09: 30
Ora di Partenza: appena pronti, ore 10 max
Percorso: http://tracks4bikers.com/tracks/show/17156
Descrizione dell’itinerario:
Si parte con i primi 5km molto tranquilli di riscaldamento, prima di scendere in valmorea e affrontare un breve strappo che porta al paese di Rodero. Il giro prosegue dirigendosi verso Viggiù-Saltrio, dove inizierà la prima salita di giornata, molto facile. Si parte poco prima della dogana di Arzo per poi svoltare per Serpiano, zona archeologica, che sarà raggiunta dopo 7 km con pendenze quasi costantemente soft. Qui, primo panorama sui laghi di giornata (Lugano), subito sotto di noi Morcote. Se la giornata è limpida è qualcosa di eccezionale.
Ora è tempo di ritornare indietro lungo la strada affrontata in “salita” per poi scendere a Mendrisio, sede del Mondiale 2009 vinto da Cadel Evans, e dirigersi verso il ponte di Melide e Lugano … senza arrivarci … Una volta a Maroggia, si salirà per la dura salita del Monte Sighignola passando per la Val Mara collegante la Svizzera con l’italiana valle d’Intelvi. Due tratti della salita sono davvero duri (il primo, e il terzo) ma se si sale con tranquillità si arriva su quasi senza problemi. Il tratto tra le due dogane è impegnativo e spettacolare dati i diversi tornanti (il cartello con le pendenze esagera ehe eh). Una volta arrivati a Lanzo d’Intelvi, si rifiata per un paio di km prima di affrontare l’ultima parte della salita (p. costante al 6-7%) un bel tratto, mai estenuante e quasi assolutamente sgombro da auto (come Serpiano). Una volta arrivati al Monte Sighignola, definito Il Balcone d’Italia, e collocato manco a dirlo sopra Campione d’Italia (ma l’enclave non si vede da lassù), si apre uno spettacolo sublime: sotto di noi si può ammirare per tutta la sua estensione il Lago di Lugano e la città omonima, nonché tutte le alpi occidentali. Qui è tempo di riposare e di rifocillarsi con panini portati da casa o con l’ottimo ristoro (panino+bibita, dai 4,5 ai 6,5 euro).
Si riparte affrontando l’intera valle in discesa fino ad Argegno, potendo ammirare negli ultimi km il Lago di Como dall’alto (merita!). Ormai in riva al lago, evitando per quanto possibile la trafficata provinciale, ci porteremo fino a Como passando dalla strada vecchia e dalle sue ville storiche sulla riva. Una volta nel capoluogo avrà inizio l’ultima “fatica” di giornata, il San Fermo, salita storica del “Lombardia”; l’asperità non è lunga e le pendenze sono abbastanza costanti.
Una volta arrivati al paese, si affrontano gli ultimi 15 km lungo la strada del San Fermo fino a Olgiate Comasco, da dove ritornati sulla Briantea saremo d ritorno al ritrovo auto.
Salite:
Serpiano (m. 640)
7km, dsl: 250m, p.m. 3,8%
http://www.salite.ch/CH/serpiano.gif (da quota 486 a 460, da aggiungere un km prima di questo tratto)
Monte Sighignola (m. 1302)
16km, dsl: 1025 m, p.m. 6,4%
http://www.salite.ch/CH/sighim.gif
San Fermo (m. 325)
2,2km, dsl: 180m, p.m. 8,2
http://www.salite.ch/I/san_fermob.gif (non è accurata)
Totale dsl del giro: 2200m
andatura: tranquilla, ci si aspetta in cima ad ogni salita. Lungo la salita che porta al Sighignola ci si aspetterà anche a Lanzo d’Intelvi
Discese:
Serpiano-Mendrisio: molto facile, larga e quasi senza buche
Monte Sighignola-Argegno: Attenzione al primo tratto dalla cima fino a Lanzo d’Intelvi, la strada è rovinata a causa delle nevicate e dalla mancata manutenzione. Non vi sono però grosse buche.
Dopo questo tratto la carreggiata diventa larga e i discesisti potranno scatenarsi (c’è solo un tratto pianeggiante verso Pellio d’Intelvi).
San Fermo: non c’è una vera e propria discesa. Tratto nervoso (visto anche il chilometraggio …)
Dall’ultima ricognizione non si segnalano lavori in corsi
Per chi viene da fuori: Indicazioni sommarie
Da sud: Uscita consigliata: A9 (Milano-Como), svincolo di Lomazzo. Sempre dritto fino ad Olgiate Comasco (passando per Veniano, Appiano Gentile). Alla rotonda di Olgiate, girate a sx in direzione Varese, dopo tre km superando l’abitato di Solbiate, trovate sulla sx l’Esselunga e sulla dx il parcheggio.
Da Piemonte: Gazzada, seguire i cartelli in direzione valichi svizzeri ma non prendete la tangenziale est, bensì seguite per Malnate-Vedano (i paesi da attraversare sono Gazzada-Lozza-Malnate-Vedano-Binago), alle tre rotonde seguite per Vedano Olona, salite al paese e poi seguite per Como. Passate per Binago (primo paese della provincia di Como), e siete arrivati a Solbiate (alla rotonda poco dopo il cartello del paese)
Da Est: Da Como, seguire la provinciale in direzione Varese e rimanervi sempre fino al ritrovo.
Chi arrivasse direttamente in bici dall’alto varesotto può aspettarci alla rotonda di Gaggiolo o a Saltrio (piazza paese), ma solo se si avvisa …
Chi volesse (per i tempi stretti o altro) può accorciare il giro ritornando dalla Svizzera
Per info, richieste, adesioni o numero di telefono, contattami qui sul forum oppure sul forum del blog di giriesalite.altervista.org
Vi aspettiamo!
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