Colline viticole dell’ Oltrepò

il 08/08/2010 · Commenti disabilitati su Colline viticole dell’ Oltrepò

Questo giro è da tanto che lo aspetto, finalmente io e Vette (Gianluigi) riusciamo ad accordarci per un itinerario sulle colline viticole dell’ Oltrepò e del Piacentino. Il mio scopo è scoprire nuove salite, per cui punto ad andare verso la provincia di Piacenza che conosco in maniera approsimativa.

Premessa: sto approfittando di qualche giorno di ferie infrasettimanale e pure ieri ho pedalato tutto il pomeriggio, per un totale di 111km e 1950m di dislivello.
Ci troviamo in 4 a Broni alle 13:00, le prime pedalate sono le più faticose a causa di un leggero accumulo di acido lattico, quindi ne approfitto per stare a ruota per i primi kilometri sino alla prima salita di Montù Beccaria. Da queste parti esistono 2 tipi di salite, entrambe con poco dislivello: quelle lunghe e pedalabili, ed i muri diretti. Montù è del primo tipo e capisco che oggi avrò da tirare abbastanza visto che Vette non fatica ad affiancarmi e gli altri si staccano di pochi secondi. Per recuperare dalla fatica facciamo subito la pausa caffè, prima di scendere da qualche parte (l’ho detto che sono zone che conosco appena) e risalire a Rovescala, dove Stefano attacca ed io alla fine cedo, buona scusa per qualche foto ai vigneti qui omnipresenti.
La prossima salita è invece del secondo tipo, talmente ripida che quando spiana al 7% è un sollievo. Ci colleghiamo alla strada che da Castel San Giovanni sale a Ziano Piacentino, che in paese ha altro muro e che successivamente scende a Trevozzo. L’ idea è di risalire subito verso Stadera, ma insisto per affrontare l’ altro versante che rappresenterebbe per me una novità. I 3 acconsentono e finalmente, dopo diversi km di fondovalle Tidone, riusciamo a salire ad un ritmo tranquillo a Cà Calatroni.

Scendiamo a Volpara e Santa Maria della Versa, dove c’è la pausa merenda con una bottiglia di thè freddo che mi rimarrà nello stomaco per i successivi km. Per frustare meglio la gamba saliamo a Canneto Pavese, salita al 6% dove senza motivo tiro dal primo all’ ultimo metro, e credo di essere andato bene visto che pure Vette ha dovuto sfruttare la mia scia. Quando arriviamo giù a Broni Stefano ci saluta, mentre io allungo accompagnando gli altri sino al ponte della Becca, che scavalca nello stesso tempo Po e Ticino al loro punto di confluenza.

Tornando indietro mi ricordo che c’è una salita da fare in zona Cigognola, perciò allungo in piano per Barbianello, attaccando le colline a Vicobarone. Prendo quella famosa deviazione e le pendenze si fanno ben ripide su strada dissestata, ma arrivo a Cigognola e scendo verso la valle Scuropasso, visto che non è ancora tardi voglio passare a trovare i parenti a Stradella, perciò aggiungo pure la salita di Martinasca, dove comincio a sentire la fatica. A Stradella mi rifocillo, mi sciacquo la faccia e ritorno alla macchina a Broni, per un totale di 118km e 1650m circa di dislivello.

Vitigni e vitigni. Siamo famosi per questo

La zona verso Canneto Pavese

Stagno prima di salire a Cigognola

Broni, grosso paese all’ imbocco della valle Scuropasso


Gavi

il 05/08/2010 · Commenti disabilitati su Gavi

Un territorio in cui devono ancora inventare la pianura

Il Gaviese è quella zona dell’ Alessandrino compresa tra la valle Scrivia e Orba, che va dalle Capanne di Marcarolo a Novi Ligure. E’ una zona di basse colline che però diventa improvvisamente montuosa nella parte meridionale. Nonostante le apparenze questi sono dei luoghi adatti a dei salitomani, qui la pianura è solo un modo di dire per identificare i fondovalle, numerose collinette si ammassano una di fianco all’ altra e come finisce la discesa inizia una nuova salitella con punte oltre il 10%, di lunghezza però contenuta. Le quote sono veramente basse, in collina è dura superare i 430m della Madonna della Guardia, solo verso il Monte Lanzone e la valle del Gorzente si sale in maniera più significativa.

Parto da Serravalle Scrivia che faccio giusto in tempo a mettere il 34 per salire a Monterotondo, salitella con vista Outlet che mi ha sempre incuriosito e che ha rispettato le mie attese di strada perfettamente anonima. A Gavi salgo verso l’ imponente “forte” su pendenze ripide, visitabile attraverso percorsi guidati a cadenza oraria. Altra salita verso Novi Ligure, ma prima di arrivarci giro in direzione Cà Piaggio, da cui salgo sul muro del santuario della Madonna della Guardia, forse il punto più alto del giorno.
Scendo e passo a Bosio, Mornese fino a tornare in “pianura” a Castelletto d’Orba, dove risalgo la valle pure col vento contro sino ad Ovada. Finita la pacchia c’è Tagliolo, poi arrivo a Mascatagliata e dopo un piccolo errore di strada arrivo ai laghi della Lavagnina, una diga che ha creato un bel laghetto frequentato dagli escursionisti e raggiunto da 1km di strada sterrata.
Torno indietro, passo di nuovo per Mornese per Parodi Ligure, dove incontro un biker a cui racconto il giro e a cui faccio pubblicità (spero legga questo breve racconto!), quindi di nuovo Cà Piaggio, Gavi con la piscina che non è più trabordante di gente come un paio di ore fa, Monterotondo, Serravalle Scrivia. Ormai è tardi e rinuncio all’ ultimo pezzettino di giro con la salita a Montespineto, ma col senno del poi è un bene visto che 2 giorni dopo ho affronterò entrambi i versanti con un signor giro.

Totale: 104km e circa 1850m di dislivello.

Km 1: L’ Outlet di Serravalle

Panorama su Gavi e sul suo Forte

Il paesello di Bosio, sul crinale come tanti altri nella zona

Il forte visto da vicino

Il giro su Google Earth: http://giriesalite.altervista.org/?attachment_id=531

Archivi