Giro del Tortonese, 2° parte

il 31/03/2011 · Commenti disabilitati su Giro del Tortonese, 2° parte

La sosta dura abbastanza, forse troppo, il ritorno all’ aria fresca dell’ esterno è sempre un colpo duro da digerire a stomaco pieno. Bisognerebbe, come dice Piero, ridurre la durata del pranzo, o portandosene tutti da casa oppure approfittando di un banchetto ristoro tipico delle manifestazioni ufficiali (che sarebbe l’ ideale, ma che è fattibile solo con numeri consistenti di partecipanti, non certo 10). Anche così però va bene, abbiamo tutto il tempo di parlare e rilassarci, Celestino prevede la pioggia per le 16:00, ma io so che non pioverà sino alle 18:00 nonostante le nuvole nere che sorvolano il cielo. Alla fine inizierà a piovigginare alle 17, ma la situazione si farà instabile solo dopo le 18, proprio come suggerivo :)
Fortuna che quest’ anno ho raccolto i suggerimenti di molti abolendo la dura salita di Montebore, cambiata con un buon falsopiano che si stacca dalla val Borbera e termina con lo strappetto della galleria di Garbagna, sul quale il gruppo passa compatto ad eccezione del sottoscritto, avvantaggiatosi per tentare senza successo degli scatti fotografici ravvicinati ai visi fintamente affaticati degli altri compagni di viaggio. In discesa rimango bloccato sino a Garbagna da un furgone con un simpatico barboncino impegnato a prendere aria fuori dal finestrino, poi favorito dal vento raggiungo gli altri e mi porto in testa al gruppo a velocità artificiosamente elevate sino al bivio della 3° salita, Avolasca. Di questa asperità proponevo due versanti, quello pedalabile e quello impegnativo con pendenze al 16%, ma vuoi per lo sforzo e vuoi per l’ asfalto che porta dallo scollinamento sino ad Avolasca, tutti deviamo su quei 12 tornanti con pendenze mai dure, che però nulla regalano alle nostre gambe.

Ad Avolasca ci fermiamo nella piazzetta, la giornata grigia regala comunque buoni panorami sulla val Grue, e là dietro alle colline si vedono anche le asperità delle valli Curone e Staffora, completate sullo sfondo dai monti Giarolo, Bogleio e Penice. Tutti si fermano a guardare mentre io e soprattutto Celestino spieghiamo la posizione dei vari paesi e monti, facendo notare Montemarzino (la prima salita), gli orridi di Guardamonte sopra San Sebastiano Curone e Castellaro, dove abbiamo mangiato al “giro della valle Staffora” 2010. Piero si avvantaggia in discesa, ma noi siamo ancora fermi aspettando un’ anima viva che ci scatti la foto di gruppo, rinunciando alla fine alla possibilità di esserci tutti ed accontentandoci di una foto incompleta.
Si scende, ma io vengo obbligato ad una sosta imprevista a causa della telecamera che si sta svitando dal supporto, che mi obbliga a toglierla del tutto ed infilarla nella tasca posteriore. Fatico non poco a recuperare gli altri, fortunatamente conoscono il bivio e si fermano. Celestino e Sergio C tornano indietro, loro vengono da Godiasco ed hanno ancora un bel po’ di km da fare, così come Sergio R che ci saluta assieme agli altri. Non si vede Piero, sarà andato avanti, infatti lo incrociamo poco dopo ad Alpicella, dopo che si era stancato di aspettarci al bivio successivo…
Ora scendiamo nella piccola valle Ossona, una zona molto tranquilla nella quale hanno costruito una bellissima pista ciclabile, che come sempre avviene in Italia resta trascurata e sporca. La discesa da Arpicella è l’ unico punto che non ho ricontrollato, per questo rimango sorpreso in senso negativo quando trovo ben brevi 3 tratti sterrati, ma la spavalderia di Giuseppe nell’ affrontarli mi spinge all’ imitazione e vedo che dietro nessuno ha problemi a rimanere in sella.

A causa dell’ intensificarsi delle nuvole e dell’ orario non anticipato decidiamo un cambio di percorso: niente più visita a Castellania, ma discesa verso Carezzano e Carbonara Scrivia. Saliamo seguendo la pista ciclabile sino al suo termine naturale a Costa Vescovato, poi ritorniamo sulla strada normale e saliamo ancora verso i 388m del “passo Coppi”, un colle più simbolico che reale, sebbene quel punto possa essere effettivamente definito come lo spartiacque con la valle Scrivia. Andiamo giù guardando la pianura tra Tortona e Novi Ligure, passando per Carezzano e Paderna, spaventandoci quando perdiamo di vista i 2 genovesi che sbagliano l’ unica strada presente in paese, ricompattandoci sulla collinetta su cui sorge Carbonara Scrivia ed attraversando infine l’ abitato di Villaromagnano, giusto un piccolo paese nonchè capoluogo della valle.
Ne manca una, Sarezzano via Fonti, e forse è la più facile delle 5. Mi porto in testa al mio ritmo normale, ma quando sento un cigolio alle mie spalle mi giro e trovo un’ ombra gialla che mi segue. Il cigolio della bici di Christian smette poco dopo, ma Massimo rimane alla mia ruota nonostante abbia accelerato il ritmo, e addirittura mi si affianca guardandomi con aria di sfida. Massimo non è Aresius, basta un attimo per trovarci al tratto più duro di Fonti, dove spavaldamente si porta al mio lato spendendo le sue ultime energie, raggiungendo un limite che non gli permette nemmeno di rimanermi a ruota nel discesino successivo che introduce ai metri di dislivello finali. Tenta solo timidamente di seguirmi, ma anch’io ho dovuto faticare non poco per staccarlo!

Pian piano arriviamo tutti e 7, stavolta seguiamo il cartello Tortona (gli altri portavano dall’ altra parte della città, ecco perchè siamo sempre andati dalla parte opposta!) con la picchiata di Sarezzano. Qualcuno comincia già a maledirmi quando vedono uno strappetto dopo la svolta a destra, ma sono 2m di dislivello prima del ripido rettilineo che ci riporta in pianura alle porte di Tortona, sulla stessa strada percorsa all’ andata. Ormai siamo arrivati, non abbiamo preso una goccia di pioggia e confrontando i dati siamo concordi sui 96km di giro e 1600m di dislivello. Piero ci offre una buona caramella, GNaldi propone un giro bergamasco, Massimo quello genovese mentre Elena prende accordi su un altro giro in riviera. Io invece saluto tutti, abito ad 11km che diventano 23 con la salita bis di Berzano, per 125km in tutto.
Grazie a tutti per essere venuti, alla prossima!

Gruppo quasi compatto allo strappo della galleria

Elena e Piero che fanno “Cheese”

Alcuni dei 12 tornanti di Avolasca, salita del giro d’Italia 2010

Non è una foto ai lati B, ma a voi che ammirate il paesaggio

Ezio, Sergio R, Celestino, Elena, Giuseppe, Christian, Sergio C, Massimo. Ed io dietro all’ obbiettivo

Fra non molto i filmati!

Giro del Tortonese, 1° parte

il 29/03/2011 · Commenti disabilitati su Giro del Tortonese, 1° parte

Nella mia dormiveglia sento la campana suonare nove volte… ma porca ***!, sono in ritardo, non ho proprio sentito la sveglia che però è attiva! Faccio colazione in fretta e mentre mangio mi arriva l’ SMS di Giuseppe “GNaldi” che è già al parcheggio, insieme a quelli di altre 2 persone che rinunciano all’ ultimo a causa di malanni fisici. Va sempre a finire così, 2 giorni prima siamo in 15 e alla fine partiamo in 10, la cosa mi irrita parecchio anche se non posso prendermela con nessuno nè per il tempo incerto e nemmeno per gli imprevisti che possono capitare.
Mi serve una crono per arrivare quantomeno in orario, metto i palmi delle mani sulla parte alta del manubrio e spingo i primi 10km abbondanti ai 34.9 di media sino al parcheggio, dove incontro tutti gli altri praticamente pronti a partire. Il commento è uno solo: “hai dimeticato di spostare l’ ora?”, ma in realtà non è suonata la sveglia, e ve lo dice uno che come prima azione conta quante volte suona.

Il cielo è coperto ma non minaccioso, ho promesso che non ci saremmo bagnati e alla fine così è stato. La temperatura è sui 13-14°, io sono ovviamente quello vestito leggero, ma nonostante questo sto grondando a seguito dello sforzo iniziale.
Siamo in 9, Sergio R ci raggiungerà a Brignano Frascata, partiamo con molta calma e tra tante parole cambiando spesso compagno di discorsi ci ritroviamo nella campagna dopo Viguzzolo, con le prime dolci pendenze che ci portano alla salita di Berzano/Montemarzino. La strada non è larga e la occupiamo tutta rallentando quella macchina che incrociamo, saliamo comunque piano ammirando la pianura che si allarga con le propaggini del Monferrato laggiù sullo sfondo. A Berzano inizia la 2° parte di salita, quella che presenta le pendenze peggiori del giro in prossimità di Valbona, ma nulla che possa preoccupare questo bel gruppo di scalatori. Una breve discesa ci porta al tratto finale per Montemarzino, paese arroccato in cima alla collina con una splendida balconata che nelle giornate limpide spinge lo sguardo sino ai grossi grattacieli di Milano. Non è oggi il caso, ma nonostante il cielo cupo l’ aria è abbastanza limpida e si riescono a vedere insieme le parti finali delle valli delle quali siamo sullo spartiacque.

Qualche anno fa la discesa verso la val Curone era una delle più divertenti della zona, ora quei 4km hanno buche fastidiose e ghiaia occasionale, che ci obbliga a rallentare nei diversi tornanti. Giunti in fondo, mentre aspettiamo la parte finale del gruppo noto che oggi c’è un traffico eccessivo rispetto agli standard di questa valle in cui vivono 3000 persone, aggiungendolo pure al vento teso da sud decido di deviare sulla strada secondaria, molto meno frequentata e più coperta dalle fastidiose raffiche opposte. Questo tratto è l’ ideale per parlare, meglio se dietro al metro e 90 di CaSe. A Momperone ci raggiunge Sergio R, continuiamo finalmente in 10 sulla stessa strada, fiancheggiando un campo da golf e superando con agilità le numerose buche che precedono Brignano Frascata. Ora dobbiamo immetterci sulla provinciale, ma in pochi minuti arriviamo alla piazzetta di San Sebastiano Curone, colorato paese alle pendici del monte Giarolo, che sorge al punto di confluenza del Curone e del suo affluente Arzola.
Dopo una piccola sosta ripartiamo alla spicciolata, CaSe e Celestino formano la testa del gruppo sui 4 larghi e pedalabili km che portano a Dernice, cima Coppi di giornata coi suoi miseri 591m, più indietro gli altri con Elena, Massimo e mi sembra Christian impegnati in una lunghissima discussione. Io faccio da elastico approfittandone per qualche foto, al GPM si mangiucchia tutti qualcosa e ci si lancia in discesa, disturbati da un forte vento contrario che in questo luogo è una costante e che ci obbliga a pedalare nei tratti meno ripidi. Ho un attimo di preoccupazione quando, dopo una sosta per fotografare le pareti della val Borbera, conto solo 8 persone, ma CaSe e Christian mi rassicurano confermando il mio sospetto di aver contato male.

Ci ricompattiamo in val Borbera sullo strappetto che ci porta dentro le sue famose strette, con pareti nude che si buttano nel torrente e con una bella strada tagliata a mezzacosta che supera occasionali ruscelli e che mostra il limpido corso d’ acqua autore nei millenni di questo canyon. E’ praticamente discesa, c’è chi si avvantaggia e chi invece ne approfitta per ammirare questo piccolo gioiello, ci ricompattiamo solo usciti dalla parte più bella, proprio davanti al bar in cui, dopo qualche minuto di incertezza, ci infileremo a mangiare.
Come prevede l’ etichetta del perfetto tirchio io entro con un mio panino e mi siedo al tavolo assieme agli altri, che meno dissacratori del sottoscritto ordinano coca e toast, oppure un panino con fette incosistenti di salame del quale Massimo, da buon genovese, si lamenterà per tutto il giro. Ma il ciambellone mi attira troppo e non resisto.

Il gruppo che sale a Berzano

Berzano visto dal basso

Le colorate case di San Sebastiano Curone

Vista della strada percorsa da Dernice

Sergio festeggia l’ arrivo a cima Coppi “Dernice”

La val Borbera e le sue strette

FINE PRIMA PARTE

Ultrapiattum in Lomellina

il 17/03/2011 · Commenti disabilitati su Ultrapiattum in Lomellina

C’è quest’ idea malsana che mi frulla in testa da un po’: il giro di TUTTA la Lomellina, 140-150km di pura pianura dove anche i cavalcavia sono gradita merce rara. Sarebbe da fare in gruppo, ma la vera sfida è in solitaria lungo infiniti drittoni tirando per ore lo stesso rapporto alla stessa velocità.
La giornata non è di quelle ideali, fa abbastanza fresco ed il cielo è coperto, credo che la massima abbia toccato i 7-8°, ma almeno l’ incubo nebbia è scongiurato. La partenza è da Pieve del Cairo, paesino a pochi passi dal Po, e bastano pochi km per rodare le gambe e fissarsi tra i 30 ed i 31 orari, quella che arditamente spero sia la media finale del giro.
I paesaggi della Lomellina sono grossomodo gli stessi, lunghe strade più o meno larghe che compiono dolci semicurve seguendo i confini di campi arati, risaie e pioppeti, con qualche occasionale torrente, fossi alti e con paesini che compaiono all’ improvviso e che scompaiono 1km dopo. Al contrario dell’ Oltrepò, non ho avuto modo di vedere tante occasionali cascine, la vita qui si concentra tutta nei piccoli o medi comuni, fuori c’è solo l’ agricoltura. Se fosse stata una giornata particolarmente limpida avrei avuto la compagnia delle Alpi all’ andata e dell’ Appennino al ritorno, circondato dalle ultime propaggini del Monferrato nei tratti finali, ma la visibilità era ridotta a pochi kilometri e l’ unica cosa bella che ho visto sono stati gli infiniti drittoni che mettono a dura prova la mente del ciclista solitario.

Passo Lomello (da cui arriva il nome della zona), continuo e a San Giorgio trovo il bivio per Ottobiano, ho il sentore che ci sia qualcosa di strano, solo in seguito scoprirò di aver allungato di alcuni kilometri. Supero Ottobiano e Tromello, sbucando sulla statale Mortara-Pavia, trafficata a livelli sopportabili ma con una leggera brezza da nord che quasi non da fastidio. Supero Garlasco, ormai è un’ ora che sto pedalando e comincio a soffrire di noia, ma tengo duro. Passo il lungo cavalcavia autostradale di Groppello Cairoli e proseguo in direzione Pavia, finchè non mi viene il dubbio di aver abbondantemente superato il bivio per Zerbolò, così controllo la cartina e capisco di essere andato ben oltre. Poco male, ho davanti a me una strada che mi riporta sui passi voluti, qualche km extra non può che far bene, dato che ho anche evitato la deviazione per Dorno.
A Villanova d’ Ardenghi c’è la prima sorpresa, un tratto di discesa in cui perdo 5m di quota raggiungendo la spasmodica velocità di 38 orari! Chiedendo consigli arrivo a Zerbolò, paese stuprato (direi che è una parola adeguata) dall’ autostrada che lo taglia in 2, ma mi sorprendo dell’ ottimo risultato dei lavori di insonorizzazione, anche standoci sotto non sentivo nulla.
Ora mi aspetta Bereguardo, ma prima c’è il famoso ponte di barche in legno, in grado di adattarsi ai vari livelli del Ticino e di garantire un attraversamento sicuro a tutti. Subito dopo c’è da risalire l’ argine, credo che siano almeno 10m di dislivello che affronto col 50. Attraversato il paese entro in provincia di Milano, ma il traffico è limitato anche a Motta Visconti e Besate. Grazie ad un locale intraprendo una deviazione ancor più sperduta, in cui ci sono più biciclette che macchine, e dopo questo giungo all’ abbazia di Morimondo, posta su un’ altura rispetto alla campagna circostante, quando per altura intendo quella rapportata alla Lomellina, cioè 5m.
Ritorno nel pavese riattraversando l’ argine del Ticino, toccando la velocità massima del giro (40.5kmh), supero la circonvallazione di Vigevano ed arrivo a Cassolnovo, estremo nord della provincia, incrociando anche in senso opposto 2 grupponi di 30 persone. Faccio un pensiero a quanto sia monotono pedalare qui e a quanto sia fortunato ad avere salite già nel mio paese…

Gravellona Lomellina, Cilavegna, Nicorvo, S.Angelo Lomellina, questi i paesi che attraverso. La stanchezza comincia a farsi sentire e la merenda è un toccasana per schiena e braccia sempre piegate. Si fa sentire anche la brezza da nord, dandomi quell’ aiutino che non guasta, spingendomi a tratti anche ai 35 orari. Viaggio in direzione sud-ovest e a Cozzo intravedo i colli di Casale Monferrato, ma non vedo l’ ora di finire questo giro e grazie al venticello arrivo presto a Breme, Sartirana Lomellina e Torre Beretti. Manca l’ ultima deviazione per Frascarolo, non voglio rinunciare al percorso originario sebbene i km si facciano sentire. Sono ai confini meridionali della Lomellina, le colline di Valenza si fanno notare nella foschia, ma ora i 30 orari sono il massimo che posso dare, il cartello “Pieve del Cairo 6” è una pugnalata al morale e quei 6km con vento contrario danno fuoco alle ultime energie residue. Arrivo a Pieve del Cairo, cerco di rilanciare il ritmo in paese, ma finalmente vedo la mia macchina: è finita, finalmente! 157km di pura pianura in totale solitudine, sono stato a ruota circa 300m prima di Morimondo e poi il resto è frutto delle mie gambe. Il vento mi ha aiutato a rientrare, in tutto ho mantenuto la buona media di 30.5 orari, meglio del previsto.

Alla fine ho girato pure la Lomellina, una terra che merita una visita (ma forse non più di una).

L’ autostrada a Zerbolò


Il ponte di barche di Bereguardo, sul Ticino


L’ abbazia di Morimondo


Un giro invernale in riviera

il 10/03/2011 · Commenti disabilitati su Un giro invernale in riviera

Più ci avviciniamo ad Ovada e più il paesaggio si fa bianco, come già accaduto spesso questo inverno l’ Oltrepò pavese è rimasto ai margini delle nevicate. Superato il Turchino troviamo ancora la neve, anche se qui l’ aria più calda del mar Ligure l’ha rapidamente liquefatta lasciandone solo qualche macchia nelle pieghe della montagna.
Ad Arenzano usciamo dal casello e troviamo parcheggio nella parte alta del paese, io e Marco siamo alla ricerca di temperature primaverili adatte per un giro lungo di inizio stagione. Marco osa addirittura i pantaloni estivi, io non voglio cambiare troppo presto e ripiego sull’ abbigliamento invernale leggero, pentendomene parzialmente a fine giro mentre strizzo la canutiera. Iniziamo in salita, ma la colletta di Arenzano arriva subito con la sua discesa a Cogoleto, dove abbandoniamo l’ Aurelia alla ricerca della prima parte collinare di giornata tra Lerca, Eremo del Deserto e Alpicella, trovando la salita solo grazie alle indicazioni di un passsante (ah se avessi un navigatore per bicicletta!).
Un altro ciclista è poco avanti a noi, forzo la gamba ancora in rodaggio per raggiungerlo e per farmi tirare più del dovuto, con una bella sudata iniziale, e dire che indosso solo una canutiera pesante e la giacca invernale, con guanti estivi e senza copriscarpe. La temperatura è di circa 14°, sembra primavera e il mare luccica grazie al sole alto a sud. Ci immergiamo su una strada larga 2m, sporca e a tratti sterrata, percorrendo una valletta laterale che nasconde il mare. Raggiungiamo un vero cicloturista che comincia a parlarmi di autovelox e simili, rimaniamo in sua compagnia superando tranqulli l’ Eremo del deserto senza vederlo e le sue pendenze arcigne senza faticare, passiamo il guado in cemento e solo ad Alpicella ci salutiamo. Il monte Beigua è sulla destra, ma il programma è più soft e lasciamo le cime parzialmente innevate al loro posto.
Controllo la cartina e grazie all’ “alta qualità” di Google Maps sbaglio strada, seguendo quella più importante che ci porta diversi km sotto a dove saremmo dovuti sbucare, regalandoci km e dislivello extra sino a San Martino, quando prendo ancora la strada sbagliata scendendo a Celle Ligure invece che Albissola. Poco male, ora siamo sull’ Aurelia e avremo un bel pezzo di piano sino a Finale Ligure, interrotto da diversi saliscendi e cavalcavia che superano numerosi torrenti alla fine della loro corsa. Mi metto davanti a tirare forte e quasi non voglio dare campi, egoisticamente voglio tenere per me tutto l’ allenamento. Savona è meno problematica di quello che può semprare, l’ Aurelia è trafficata nei limiti del tollerabile e Marco mi da qualche cambio solo dopo diversi km, per mia fortuna perchè continuando così sarei tornato ad Arenzano stravolto.

Finale Ligure arriva in fretta, ci aspettano le Manie ma non prima di una piccola pausa per mangiare ed ammirare la bella spiaggia sabbiosa sull’ azzurro del mare, con simpatici pensionati impegnati in un’ acerrima sfida a bocce. Saliamo dove gli atleti della Sanremo scendono, su una strada non larga che dopo un tratto iniziale in riviera si addentra nei boschi dell’ entroterra, in un altopiano composto da terra color rosso vivo. Aiuto un’ Apecar ad evitare un frontale con una Panda in un tornante, poi cedo lentamente anche a causa dei miei problemi al polpaccio.
Le Manie paesaggisticamente non dicono nulla, sono solo km di piano a 300m di quota. La discesa come temevo è umida, ho l’ impressione che la strada sia particolarmente viscida e non provo nemmeno a scoprire se ho ragione. Siamo a Spotorno, di nuovo in riva al mare, è già tardi e dobbiamo ancora mangiare. Attraversiamo il paese alla ricerca di un bar, ma non ne troviamo in riva al mare e perciò proseguiamo ancora un bel pezzo prima di arrenderci a Vado Ligure, dove insegno a Marco le differenze tra tirchieria (di cui sono un profondo conoscitore) e brama di denaro, con un panino fino esagerato per il suo prezzo, mangiato seduti accanto alle nostre 2 ruote in riva al mare.

Non ci manca molto al ritorno, il contakm segna già 89 e un’ ora dovrebbe essere sufficente a finire il giro, considerata la velocità che stiamo tenendo in pianura grazie a cambi regolari. Riattraversiamo Savona, Albissola, Celle Ligure, a Varazze veniamo rallentati dai passaggi pedonali, è difficile pedalare con continuità da queste parti… Piani di Invrea vede il mio ultimo scatto di orgoglio, Marco rimane a ruota sino alla fine, quindi i miei polmoni cedono definitivamente e mi lascio semplicemente trasportare dalla discesa verso Cogoleto. Scopro che la strada alternativa alla Colletta di Arenzano è esclusivamente ad uso dei residenti, con disappunto saliamo per l’ Aurelia a ritmo molto tranquillo, e in un attimo siamo al punto di partenza, ma dopo 120km tirati e per me 4 nuove salite!

Il passo del Faiallo ancora coperto dalla neve della domenica precedente.


Lerca, periferia collinare di Cogoleto


Il mare a Finale Ligure


Il sottoscritto con dietro il castello di Finale Ligure


Giro del Tortonese (27 Marzo)

il 04/03/2011 · Commenti disabilitati su Giro del Tortonese (27 Marzo)

GIRO DEL TORTONESE (AL)

27 Marzo 2011

… sulle colline di Fausto Coppi nelle valli Curone, Grue, Ossona e Borbera…

Ci sono ancora, anche se ultimamente sono stato abbastanza impegnato da non riuscire a scrivere nemmeno del giro rivierasco di inizio Febbraio.

Quest’ anno il percorso cambia rispetto agli anni passati, mantenendo però la stessa filosofia attraverso le colline delle valli Curone, Grue ed Ossona. La principale differenza è il senso di marcia invertito, passeremo prima da Montemarzino e Dernice, allungando per le strette della Borbera e reinserendoci sul solito percorso a Garbagna, passando da Avolasca, Castellania e Sarezzano per finire.
Come sempre rinnovo l’ invito a partecipare, è come fare un normale giro in compagnia, ma il percorso interessante ed impegnativo con importanti riferimenti storici e naturali lo rende molto interessante! Se sei interezzato o per qualsiasi domanda o dubbio contattami via mail (è scritta in fondo).

Il ritrovo è alle ore 10:00 presso l’ Iperama di Tortona, lungo la strada Tortona-Rivanazzano e Tortona-Garbagna (che in quel punto sono parallele), a 400 metri dal centro commerciale Iper.
Il ritrovo si trova esattamente in questo punto, 44° 54 25 Nord 8° 53 18 Est, nei pressi della “strada vicinale pelosa” di Tortona.
La partenza sarà alle ore 10:30.
In caso di maltempo annunciato sarà rinviato, non so ancora a quando. Darò notizia dell’ eventuale rinvio entro Venerdì 25 sera.
Consiglio di portarsi a presso qualcosa da mangiare, anche se ci fermeremo in qualche bar in val Borbera dove sarà possibile acquistare panini o simili.

ITINERARIO: http://tracks4bikers.com/tracks/show/16087

Quest’ anno il senso di marcia sarà invertito rispetto al 2010, Montemarzino sarà il primo colle, mentre Sarezzano rappresenta il ritorno alla partenza. I primi km pedecollinari verso Viguzzolo sono l’ ideale per scaldare la gamba, dopo il paese inizia uno stretto falsopiano che porta alla prima salita, Montemarzino via Berzano. Questa asperità è divisa in 3 parti: la prima sino a Berzano è l’ ideale per rompere il fiato, la seconda verso Cà del Borgo invece presenta un paio di brevi pezzi impegnativi, la terza inizia in discesina prima dei metri finali alla balconata di Montemarzino, un must se la giornata sarà limpida.
Scenderemo in val Curone verso San Sebastiano, paese dal quale parte la pedalabile salita ai 591m di Dernice, prima di scendere verso la val Borbera e le sue affascinanti strette, che attraverseremo velocemente ammirando il torrente in basso e le rocce che sfiorano la strada. A Persi mangeremo qualcosa, la ripartenza non sarà traumatica come quando proponevo Montebore, perchè avremo tutto il tempo di carburare in una vallata secondaria che si conclude col breve strappo della galleria, seguito da una discesa ben più lunga sino a Garbagna, “capitale” della val Grue.
Qualche ulteriore km tranquillo ci separa dalla 3° salita, Avolasca, della quale esistono 2 versanti. Chi vorrà gareggiare o semplicemente fare più fatica svolterà subito verso Oliva, una strada che nella seconda parte si nasconde in un bosco e sorprende con stretti tornanti e tratti al 18%, sbucando poi in discesa ad Avolasca paese, mentre chi vorrà prendersela più comoda continuerà per 2km scarsi girando al bivio successivo su una strada più pedalabile che presenta 12 tornanti. Ci ricongiungeremo ad Avolasca paese, sul lato che da sulla valle ci sono 2 piazzette delle quali una ha un’ ottima fontana. I tempi tra i 2 gruppi saranno simili, stimo che gli “agonisti” arriveranno 2-3 minuti dopo gli altri.
Una volta ricompattati scenderemo verso Cerreto Grue, ma tagliando da Arpicella ed immettendoci all’ inizio della salita di Castellania, approfittandone per visitare il monumento funebre ai fratelli Coppi e se vorrete anche la casa natale. Ritorneremo sui nostri passi in direzione Villaromagnano, dove parte l’ ultima salita per Sarezzano via Fonti, una bella strada tra vigneti con pendenze normali, eccezion fatta per lo strappo all’ ingresso di Fonti che potrà mandare qualcuno in crisi.
A questo punto avremo svalicato i 5 colli Tortonesi, decideremo se scendere a Tortona via Sorlino (un rapido drittone), oppure allungando di qualche kilometro in val Grue per dare possibilità di rivincita ai passistoni.

In totale 96km e 1550m di dislivello

Per chi non se la sente di completare tutto il percorso è possibile tornare a Tortona da Garbagna, tagliando la metà del dislivello, oppure scendendo a Sarezzano da Avolasca.

LE SALITE:

Ci sono 5 salite in questo giro:

Berzano: l’ ideale per iniziare. (GRAFICO)
Montemarzino: (solo il pezzo dopo Berzano). GRAFICO (da quota 267)
Dernice: 4km di strada larga e pedalabile. GRAFICO
Avolasca via tornanti: l’ alternativa pedalabile con molti tornanti. GRAFICO
Avolasca via Oliva: il versante per i duri GRAFICO
Castellania: complessivamente facile. GRAFICO
Sarezzano via Fonti: complessivamente facile, ma il muro in paese taglia le gambe. GRAFICO

LE DISCESE:

Le discese sono tutte in discreto o buono stato, occorre però mantenere un margine di sicurezza che permetta di affrontare con sicurezza le occasionali crepe, buchi o avvallamenti tipici di questa zona. Gli unici punti che necessitano cautela sono la discesa da Oliva ad Avolasca (solo per chi sale dal versante duro) e la ripida parte finale da Arpicella.

I PUNTI DI INTERESSE:

Castellania per i riferimenti storici
Le strette della val Borbera
Montemarzino per vedere la pianura
E tutto il giro in generale, che racchiude l’ essenza del Tortonese

CONTATTI:

Per domande o altro da discutere in maniera privata (esempio il n° di cellulare): [email protected]
Oppure: [email protected]

Il gruppo alla prima salita

Sarezzano nel 2010


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