Sto scrivendo poco

il 24/05/2012 · Commenti disabilitati su Sto scrivendo poco

Ultimamente sto scrivendo veramente poco su questo blog… Lo scorso anno avevo già pubblicato avventure dalle 5 terre, dall’ entroterra Ligure che sfiora le Alpi ed altre storie, invece ora sono fermo ad un paio di giri (molto divertenti) nel tortonese…

L’ anno è iniziato benissimo, dopo 2 ore di sonno ero bello pimpante e per la prima volta nella mia vita sono riuscito ad inaugurare la stagione con un bel giro comprendente la più dura salita dell’ Oltrepò collinare, Oramala, e pure senza particolare fatica. Al ritorno ho pure incrociato Marco e con lui ho allungato senza pagare dazio per la lunghissima nottata.
Dopo 2 giorni di nebbia c’è stata la prima mini-trasferta a Varzi, temperatura di 3° contro i -1° della pianura ed i circa 0° in cima al monte Penice, con l’ ultima neve ancora presente sulla strada ed io spavando a pedalarci sopra in discesa. In tutto 91km e 2100m di dislivello, troppi per il periodo.
Poi il buio: delle SFR troppo spinte su uno strappetto mi hanno causato una tendinite veramente odiosa credo alla bandelletta ileotibiale, uno di quei tendini sempre sotto stress anche nella vita di tutti i giorni. Poi furbescamente, credendo di essere praticamente guarito, sono andato a correre nella neve aggravvando la situazione. La prima uscita il 26 Febbraio, all’ inizio era tutto ok, ma dopo 60km il dolore era ritornato ed il giorno dopo a fatica ho fatto una sgambata di 10km in mountain bike, pure bucando… Settimana successiva già meglio, 2 giri tranquilli con dolore sempre sopportabile, infine il 10/11 marzo con mia grande sorpresa non ho avuto male, nemmeno dopo il giro esteso della val Borbera nel quale ho approfittato della festa di Sarezzano per sbaffarmi un piattone di polenta seguito da 2 bicchieri di rosso.
Il recupero è stato migliore del previsto, a Febbraio la mia rosea speranza era di riuscire ad andare tutti i giorni entro fine Marzo, non certo di ritrovarmi già con una gamba discreta! Altro giro memorabile il 1° Aprile, in cui essendo in anticipo sono passato alla fiera del paese a scroccare assaggi di vino, poi sono passato alla festa delle cantine Torrevilla a scroccare altro vino ed infine tornato a Rivanazzano ho goduto di altri assaggi, pedalando sino a casa con 2 bottiglie in tasca!
Il primo signor giro a Pasqua, 118km ed oltre 2000m di dislivello per un itinerario nelle colline viticole che ho successivamente rinominato Cruasé, come lo spumante DOCG d’Oltrepò bevuto prima di partire. Giornata epica alla simulazione del Fiandre in val Curone con vento fortissimo e muri interessanti, giornata faticosa e bella quella del Tortonese, insieme ad altri giri di poco inferiori ai 120km svolti in un pomeriggio, ovviamente senza farmi mancare un buon dislivello.

Quello che manca rispetto al 2011 sono le trasferte, ho sempre e solo pedalato nelle mie colline e questo per svariati motivi:
Il primo vero motivo è che ho meno voglia di studiarmi a lungo itinerari in zone per me sconosciute, prendere la macchina per i trasferimenti e trascorrere le giornate di fretta con la sveglia presto e con poco tempo per rilassarmi, preferisco alzarmi tardi ed accontentarmi di un bel pomeriggio su colline serie ma conosciute. Inoltre ho anche più tempo per dedicarmi a vizi quali vino e birre artigianali e semi-industriali.
Poi ho anche ideato un modo per pensare a bei tracciati, scrivendomi un elenco di 200 salite da finire entro l’ anno, devo dire che sono usciti dei bei percorsi da salitomane!

Al momento le missioni in programma sono una 2 giorni a Ceva (CN), uno dei 2 esplorando la Langa più meridionale, l’ altro con il Monregalese orientale, poi c’è una tripletta con Finestre, Barbara Lowrie + Pian del Re (dove nasce il Po) ed il giro monstre con Fauniera da Pradleves, Sampeyre e Montemale di Cuneo! Più spero una 3/4 giorni per scalare tutte le salite più famose della valle d’Aosta, il giro della Bonette saltato lo scorso anno e chissà …

Un saluto alla prossima avventura!

Bobbio e val Trebbia il 4 Gennaio dal monte Penice

Io felice di aver conquistato i 1460m del monte ad inizio anno

Panorama di Aprile delle prime colline di Casteggio

Mornico Losana

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Giro del tortonese, secondo racconto

il 06/05/2012 · Commenti disabilitati su Giro del tortonese, secondo racconto

Siamo sempre noi 8, davanti abbiamo quella che possiamo definire la più dura salita della giornata, dopo un leggero falsopiano ci sorprenderà con pendenze del 10% ed una lunghezza superiore alla media di queste colline. Ripartiamo alla spicciolata, rimango indietro ed ascolto Massimo e Marco parlare di progetti futuri sino all’ inizio del tratto ripido, dove inizio il tentativo di recupero sui fuggitivi. Il contachilometri mi sorride indicandomi velocità relativamente elevate, mi meraviglio a superare questo pezzo senza problemi considerato che ho ripreso a pedalare con costanza da fine Marzo. A Vargo la strada si rimette a salire con dolcezza alternata anche da tratti in discesa, continuando a guadagnare quota lungo lo spartiacque tra la val Borbera e quella ben più piccola del Rile Brutto. Mi entra pure un’ ape nel casco e riesce a pungermi marginalmente prima di riuscire a scacciarla, non è preoccupante ma pizzica e Luxi, in quel momento poco più avanti, mi sente cacciare un urlo di lamento.
Superato Albarasca la nostra salita finisce, non sono riuscito a riprendere né Christian né Mike che hanno proseguito consapevoli sino a Sorli, così da conquistare il vero valico, io aspetto gli altri al bivio della val Borbera e discuto con loro il da farsi. C’è la volontà di fermarsi ad un bar, ma l’ unico comodo è quello in cui lo scorso anno devono aver tagliato il salame col bisturi da tanto che era sottile, cosa che ha fatto arrabbiare il genovese Massimo.

Al termine della discesa ci ricompattiamo ed osserviamo preoccupati due persone, probabilmente dell’ est europa, uno dei quali scende da un furgoncino e raccoglie una city bike da un fosso. Di questi tempi si fa troppa fatica a fidarsi della gente, specie di certa gente…
Alla fine ci fermiamo allo stesso bar del 2011, io sono autosufficente dal punto di vista alimentare, ma c’è chi approfitta della sosta e stavolta Massimo è contento, “nel bene e nel male mi ricorderò di questo bar” sarà la sua affermazione. Paolo vorrebbe ritornare indietro per non rallentarci ulteriormente, controllando i ciclocomputer c’è chi gli fa notare che ormai siamo a metà giro, ma ai 2/3 delle difficoltà altimetriche, e lo convince a proseguire assieme a noi.

La val Borbera è stata scavata da un piccolo torrente ed è famosa per le sue strette attraverso le quali è stata creata una panoramica strada, non siamo al livello del Grand Canyon ma il passaggio è sempre affascinante anche per chi ormai le conosce a memoria. Paolo rimane attardato, Marco gli tiene compagnia mentre io riprendo quelli davanti giusto in tempo per indicargli il bivio di Dernice, dal quale proseguiranno da soli mentre attendo i due in coda.
Saliamo piano piano così da permettere a Paolo di salvare la gamba, questa facile salita che collega la val Borbera alle valli Curone e Grue dona interessanti visuali sulle strette e pendenze sempre contenute sino ai 595m della nostra cima Coppi. Mi giungerà voce che davanti hanno fatto a gara per conquistare la vetta, ma la contenuta ripidità non ha permesso la creazione di distacchi tra i primi 3.
I nuvoloni neri verso nord che oscuravano il cielo alla partenza sono ormai svaniti ed occasionalmente riusciamo a scorgere il monte Rosa e l’ arco alpino innevato sino a quote relativamente basse per il periodo, la temperatura si sta mantenendo gradevole ed il vento sembra diminuito, ma lo troveremo comunque contrario nei tratti finali.

La bella discesa con divertenti tornanti ci porta velocemente a San Sebastiano, dove in attesa di ricucire il gruppo ricordo che la prossima sarà la mia salita, Montemarzino, la collina in cui vado più volentieri, e questo stimola l’ agonismo negli altri che tentano l’ imboscata scattando e mettendosi a tirare a tutta in 4. Io scorto gli scalatori Christian e Luciano, ma davanti vanno veramente forte e da solo non riesco a ridurre il distacco. Li riagganciamo a Barca, dove si sono fermati ad aspettarci, salutiamo Paolo che rinuncia all’ ultima difficoltà per tornare da solo a Tortona (sono solo 12km e la strada è solo una) e ci apprestiamo alla battaglia finale, con una trafila di vigliaccate indegne per un gruppo di amici: alcuni partono prima, io controllo un attimo Massimo che ha problemi col contapedalate, ma poi abbandono lui e Christian e comincio il recupero. Supero con relativa facilità Davide e Luciano, raggiungo Mike che mi sta aspettando con l’ obiettivo di rimanere alla mia ruota sino alla fine, forzo l’ andatura ma l’ Irlandese del gruppo rimane attaccato per oltre un chilometro, sin quando non raggiungo anche Marco. Respiro un attimo ed allungo di nuovo, approfitto dei 400m piani per rifiatare e poi di nuovo su verso il mio primo GPM odierno, quello della “mia salita”. Seguono Michael, Marco, Luciano, Massimo, Davide e Christian che l’ha presa molto comoda.
Porto tutti alla famosa balconata, “è incredibile quanto si può vedere da 400m” è un commento che sento e che condivido pienamente! Si può osservare una buona fetta di pianura piemontese e lombarda, le Alpi, il monte Rosa, un pezzo di Monferrato e si intravede pure Milano, incredibile dato che siamo a 448m di altitudine.

La discesa verso Scrimignano e la val Grue è la peggiore della giornata, leggermente sporca e con alcune criticità, comunque pienamente accettabile. Ci ritroviamo in 7 con l’ idea di sfidare la brezza contraria andando a cannone per tutti i 12km finali come se fosse una gara, ma la mia intenzione era di formare un unico treno, non di ritrovarsi il gruppo spezzato in 3 tronconi dopo 200m! E qui comincia la rimonta, la fase più epica di tutta la giornata
Io sono in fondo con Christian, poco davanti Luciano e Massimo che stanno già accelerando per inseguire i 3 vili pavesi che sono già in formazione da cronosquadre. Con una secca accelerata raggiungo i 2 davanti abbandonando Christian al suo destino, dispiaciuto cedo all’ agonismo e il polpettone è ghiotto, davanti a noi ci sono i 3 più adatti alla pianura che viaggiano regolari, ma la loro velocità non è proibitiva e penso seriamente di riuscire a riprenderli. Dopo un attimo di respiro avanzo in testa ed aumento l’ andatura, il distacco attuale non è superiore ai 15 secondi e cerco di mantenere una velocità costantemente sopra i 40 orari sinché non ho la necessità di un cambio. Massimo mi aiuta e la velocità rimane costante, Luciano purtroppo è alla frutta e il suo contributo è minimo, ma là davanti sembra che si stiano addirittura avvicinando, e quindi continuiamo così, quando le gambe cominciano a far male ed i polmoni a stantuffare ci si sposta a lato e si riprende fiato stando a ruota.
8 chilometri dopo avviene il riaggancio, grossomodo 12 minuti per recuperare 12 secondi… Ma non finisce certo qui, ora siamo in 6 a tirare ed il ritmo aumenta alternandoci in turni più brevi in cui si da tutto ciò che rimane negli ultimi 4km, tanto che perdiamo un paio di elementi in prossimità di Tortona. Al bivio c’è chi riaccelera, ma gli ricordo che ormai è finita, l’ arrivo è tra 500m e si può andare tranquilli sino al parcheggio.
Paolo ci stava aspettando, Christian ci raggiunge dopo qualche minuto e fortunatamente non è rimasto offeso dal nostro comportamento che non è stato da menefreghisti, ma tipico di che si è fatto trasportare dagli eventi. Seguono i rituali saluti e le promesse di rivederci prima o poi.

Il percorso è piaciuto molto, ben calibrato come difficoltà, bellezza e punti, lo riproporrò molto simile il prossimo anno. E’ piaciuta anche la giornata così trascorsa, l’ agonismo non esasperato ci ha stancato lasciandoci però una bella giornata in compagnia, il fatto di essere stati in 8 poi ha reso il tragitto più semplice e veloce, con tutte le soste necessarie (acqua a S.Agata, panino, balconata di Montemarzino) senza però perdite di tempo come è spesso accaduto ai miei giri. Una giornata utile per me, ho definitivamente capito che l’ idea di base dei miei giri autogestiti (gruppo libero in cui ci si aspetta) è fallimentare se il gruppo è troppo disomogeneo, quindi in futuro dovrò o prevedere giornate per i semi-agonisti come oggi, o puramente turistiche.

In tutto 104km e 1740m di dislivello
Massimo e Marco prima di Albarasca. Nascosto da Massimo c’è anche Paolo

Luciano e Davide sono arrivati al bivio di Sorli

Paesaggio salendo verso Dernice

Vista sulla pianura dalla balconata di Montemarzino

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