Vi racconto qualcosola

il 04/07/2013 · Commenti disabilitati su Vi racconto qualcosola

Ultimamente su questo blog c’è una vera penuria di racconti, gli ultimi li ho scopiazzati (col permesso dell’ autore) da un forum perché io non ho proprio più niente di cui scrivere. Nel 2010/2011 sono andato tanto in giro ed ho scoperto molti posti nuovi, poi dal 2012 ed ancor più quest’ anno l’ attività è calata -per non dire crollata- e di avventure ne sto vivendo veramente poche, tutto per svariati motivi che si sommano tra loro:

  • Costo di benzina ed autostrade alle stelle che fanno desistere un tirchio come me, già una trasferta in val di Susa sono più di 40€ di viaggio e da solo mi sembrano una cifra eccessiva
  • Fatica nello studiare nuovi percorsi che mi soffisfino appieno, cioè impegnativi con tanto dislivello, ma anche belli e su strade principali su cui sia difficile perdersi
  • Lo stress di una giornata del genere, molto appagante ma che impegna dal mattino presto sino ad ora di cena, negandomi ore di relax e qualche ora di sonno
  • La voglia di uscire alla sera e fare un pochettino tardi, incompatibile con lunghe trasferte del giorno dopo e la necessità di recuperare le ore di sonno perse durante la settimana
  • Anche andare via per 2/3 giorni si sta rivelando complicato, sia per tutti i motivi sopracitati, sia perché in posti sconosciuti è difficile organizzarsi coi pasti e dopo 130km e 3000m di dislivello ho bisogno di mangiare ed è raro trovare dei ristoranti che soddisfino le mie necessità di abbondanti quantità di cibo, spesso i menù sono alla carta e per saziarmi dovrei prendere 2 primi, 2 secondi ed una tripla razione di dolci, spendendo un patrimonio. E’ raro trovare dei posti come a Biella in cui, dopo aver raccontato la mia giornata, mi preparano quasi 2 etti di spaghetti al pomodoro…

Non per questo non sto pedalando, anzi, lo scorso Giugno in qualche modo è stato il 3° mese di sempre per numero di chilometri dopo il mitico (a dir poco) agosto 2010 e quello 2012 in cui ho superato i 2000km, 1907km complessivi sono tanti considerando tutte le giornate lavorative! Il fatto è che vado con molta costanza senza picchi particolari e senza produrre nuove fotografie da mostrarvi, se non nel giro del 30 giugno che qui brevemente vi racconto.

—– Giro delle capanne di Cosola —–
E’ un classicissimo della mia zona che comprende la facile scalata a Dernice e l’ ascesa montana sino ai 1500m di Capanne di Cosola, ai piedi del monte Chiappo e sul confine di 3 province di tre regioni differenti, con pure la Liguria a pochi chilometri in linea d’ aria.

Dopo un sabato in cui sono tornato tardi ed ho infortunanto un timpano assistendo ad  un tributo a Ligabue, la risalita della val Curone sino a San Sebastiano fila liscia aiutata da una brezza favorevole, poi parte la dolce salita che con stretti tornanti scavalca la valle per gettarsi nella val Borbera, poco dopo le belle strette di Pertuso.

Le rugose colline della val Curone da Dernice
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La val Borbera dove iniziano le strette di Pertuso
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Il monte Giarolo che domina la val Curone
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Sceso in val Borbera inizio la risalita sino a Cabella Ligure, ridente (così si suol dire) paesello ai piedi dei “monti del mare” che portano sino a Genova. Riempio la borraccia e parto con la scalata di 1000m di dislivello, mantenendo sempre un ritmo tranquillo e togliendomi il casco principalmente per diminuire il segno dell’ abbronzatura sul collo. Sino a Cosola la salita segue il torrente Borbera ed è discretamente agevole, dopo comincia a rampare ed in 7km abbondanti tiene una media dell’ 8% con un panorama dominato da verdi monti boschivi, occasionali fontanelle di acqua fresca e qualche tafano che in qualche modo mi punge sulla mano senza farsi notare. Arrivo fresco al valico, la temperatura è perfetta e basta un leggero gilet per non sentire il freddo nei successivi tratti di discesa in cui il sole viene sbarrato dalla boscaglia.

Il monte Lesima da Capanne di Cosola, c’è giusto qualche nuvola innocua
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Supero il passo del Giovà e mi immetto sulla tortuossissima discesa che mi porta in valle Staffora, non si possono staccare le mani dai freni sia per dei sassi sempre presenti nelle curve, sia per la successione delle stesse che non danno un attimo di tregua sino a Pianostano, dove questa via formata da asfalto ruvido ma omogeneo comincia a costeggiare il torrente.
Improvvisamente, attorno ai 50 orari sento un forte sibilo indicatore di una foratura, ha ceduto il copertone posteriore e devo cambiare camera d’ aria sperando di non avere ulteriori problemi.

Cencerate, paesello dell’ alta valle Staffora visto dalla discesa del Giovà
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Si fermano in moto ed in auto per chiedermi se potessi avere bisogno di aiuto, ma ho tutto il necessario per ovviare ad una foratura (e ripeto: UNA), ho pure delle toppe adesive che uso per chiudere il buco del copertone e ripartire, tagliando il percorso che prevedeva anche una salita che non ho mai fatto e che ho scoperto tramite Google Street view. Seguo la statale sino a Rivanazzano, vengo superato da decine di turisti automuniti della domenica a cui restituisco il favore in ingresso di paese, dove tutti rimangono incolonnati mentre io ed i motociclisti riusciamo a sorpassarli transitando sull’ altra corsia.

Il copertone “Vittoria” (non Pirelli come qualcuno ha insinuato)
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Che dire, un giro che non è andato come avrei sperato, ma con questi 108 sono pur sempre 1907km, tantissimi per essere Giugno!

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