il 16/09/2013 · Commenti disabilitati su Presentazione del 6° giro d’Oltrepò (12 ottobre)
Finisce la vendemmia, arrivano le prime nebbie, le giornate si accorciano ed immancabilmente con la metà ottobre arriva anche il “giro dei vigneti d’Oltrepò“, quest’ anno giunto alla sua sesta edizione.
Rinnovato il percorso che prevede un corposo sconfinamento di 23km in territorio piacentino: quest’ anno ho voluto cambiare per far scoprire nuovi luoghi, panorami e salite. Resta invece confermata la merenda degustativa a fine giro, forse la parte migliore della passata edizione!
INFORMAZIONI:
– Sabato 12 Ottobre
– Ritrovo ore 9:30 all’ azienda Guerci di Casteggio in località Crotesi 20, si va verso Montalto pavese ma prima dell’ inizio della salita si svolta a destra, l’ azienda è 800m più avanti sulla sinistra, c’è un ampio parcheggio (più in basso ci sono 2 immagini esplicative).
– La partenza è alle ore 10:00, l’ arrivo previsto entro le 15:00/15:30. Non c’è bisogno di arrivare con molto anticipo, ma alle 10 si parte
La merenda con degustazione è facoltativa, io però consiglio assolutamente di esserci perché ci si siede ad un tavolo, si mangia e si bevono i vini più tipici dell’ Oltrepò in calici che valorizzano gli aspetti organolettici e la degustazione sarà accompagnata da spiegazioni su cosa stiamo assaggiando. Consigliata sia a chi già si intende di vino, sia a chi non ha ancora scoperto questo mondo!
– Il costo della merenda è di 5€, poi se vorrete acquistare qualche bottiglia, sono lì apposta!
– In caso di maltempo il giro sarà rinviato al sabato successivo.
– Per chiedere informazioni o se vuoi partecipare scrivimi a [email protected], conta che almeno due giorni prima devo indicare il numero di partecipanti alla merenda, quindi una prenotazione è notevolmente gradita
Su Facebook c’è l’ evento relativo: https://www.facebook.com/events/601167273257667/
PARTECIPAZIONE:
Il “giro dei vigneti d’Oltrepò” è un giro tra amici organizzato dal sottoscritto, non è necessario alcun tesserino agonistico e siamo indipendenti per tutto.
La partecipazione è aperta a tutti, però considera che si tratta comunque di un giro impegnativo di quasi 100km ed in tutto dovremmo metterci 5 ore o poco più soste comprese (per alimentarsi, ricompattare il gruppo ed eventualmente ci sta anche un caffé).
Non siamo fenomeni, però tutti siamo in grado di affrontare un percorso simile senza problemi, qualche minuto di differenza in salita è normale, ma quando bisogna stare fermi 10 minuti dopo 200m di dislivello il giro non è più divertente per nessuno.
Per intenderci grossomodo mi aspetto una 15ina di partecipanti
SECONDO PERCORSO TURISTICO (novità): Visto che c’è stata richiesta poiché qualcuno vuole partecipare, ma è un po’ timoroso riguardo ai chilometri o al gruppo, è nata l’ idea (realizzabile) di proporre un secondo itinerario più turistico ed un po’ più semplice, che ricalca le stesse strade del primo tagliando però il tratto piacentino, così da diventare 84km e 1550m.
Si parte e si affronta la prima salitella di riscaldamento assieme, poi in cima alla facile 2° (Mornico Losana, 1.7km al 6%) decidiamo come fare e chi si vuole scannare segue me sul percorso di 98km, gli altri seguono l’ altra guida lungo quello più semplice e ci si ritrova poi alla fine per la merenda.
Credo che così ci sia la possibilità per tutti di trovare un’ andatura più consona alle proprie capacità o volontà e saremmo di più, che non guasta.
PERCORSO:
98km, 1650m di dislivello, link: http://tracks4bikers.com/tracks/show/154407
Scendiamo di poco sino a Casteggio per la facile salita “di riscaldamento” sino a Mairano, dopo 1km di statale ci addentriamo nelle colline a Torricella Verzate salendo agevolmente a Mornico Losana. Una breve discesa ci porta subito all’ imbocco della scalata a Pietra de Giorgi/Cigognola, dove una strada immersa in una conca viticola ci riporta in pianura sino a Broni. Canneto pavese è la salita dei bronesi, poi scendiamo agevoli in val Versa per affrontare Montù Beccaria, ma dal versante nord, ed arriviamo con un’ altra dolce ascesa sino a Rovescala.
Da qui abbandoniamo completamente il percorso 2012 seguendo una mezzacosta che ci porta a Vicobarone (PC) e che poi arriva a Montalbo, paesello posto sui colli della val Tidone. Raggiungiamo il fondo a Trevozzo e se vogliamo ci possiamo fermare per un caffè prima di risalire la valle sino all’ imbocco di Ruino, salita pedalabile che presenta la bellezza di 19 tornanti in 2100m!
Ricompattati abbandoniamo quasi subito la strada del Carmine per scendere sul ruvido asfalto sino in valle Scuropasso, ora ci manca Montalto Pavese via Lirio che nella prima parte ci impegna abbastanza, per poi seguire il crinale sino a scendere al castello visibile da tutto l’ Oltrepò. Ci manca poco, è tutta discesa a parte lo strappetto di Calvigniano e quei 20m di dislivello per ritornare alla partenza.
SALITE, DISCESE, PANORAMI:
L’ Oltrepò viticolo è un territorio molto panoramico, vuoi per le visuali sulla pianura che improvvisa finisce, vuoi soprattutto per i campi coltivati a vite che lasciano libera la visuale. In una giornata bella si vede Milano sovrastrata dall’ arco Alpino, in una giornata di foschia si gode comunque del calore dato dai colori dei campi e dei vigneti
Il percorso si snoda tutto su strade tenute abbastanza bene, con salite sempre pedalabili e discese tranquille (fatta eccezione per la ruvida discesa dal Carmine verso la valle Scuropasso). Il punto più ripido si trova a Vicobarone ed è giusto uno strappetto al 12%, per il resto si tratta di salite continue ma non dure.
I VINI:
I vini dell’ Oltrepò pavese non hanno nulla da invidiare alle zone più rinomate, abbiamo una varietà notevole e la qualità media è buona.
Il più famoso è sicuramente la Bonarda, vino rosso mosso basato su uva Croatina con aggiunta di un 15% di Barbera, vitigno piemontese che anche qui da ottimi risultati grazie al suo carattere deciso e che a Casteggio ha trovato un luogo molto propizio. Altri vini importanti e prodotti solo nella zona antistante Broni sono il Sangue di Giuda, dolcissimo ed adatto agli aperitivi, o il più robusto Buttafuoco più adatto all’ invecchiamento, entrambi basati su un mix di Croatina, Barbera, Vespolina ed Uva Rara.
Tra i bianchi sono da ricordare il Riesling che a Montalto pavese è di casa, il Moscato dolce e poco alcolico che ben accompagna i dolci e lo Chardonnay, che anche qui da ottimi risultati.
Non dimentico certo il Pinot Nero, delicata uva rossa usata spesso per i bianchi ma che raggiunge punte di eccellenza se vinificata in rosso o se spumantizzata in rosa con rifermentazione in bottiglia per almeno 24 mesi, dando origine al Cruasé.
All’ azienda Flli Guerci ci sarà una degustazione guidata dei vini dell’ Oltrepò e se la cosa vi farà piacere sarà possibile acquistare delle bottiglie da gustarsi a casa.
CONTATTI:
Per qualsiasi richiesta c’è l’ evento su Facebook: https://www.facebook.com/events/601167273257667/
Altrimenti per qualsiasi domanda scrivimi pure via mail: [email protected]
COME ARRIVARE:
Al bivio per Montalto pavese si va a destra
Il ritrovo è 800m dopo, qui sulla sinistra
il 10/09/2013 · Commenti disabilitati su Val Tidone ed alta val Versa
17 agosto: Ieri 200km per il giro delle “4 regioni”, oggi mi aspetta un pomeriggio più tranquillo alla scoperta di nuove salite in val Tidone ed alta val Versa, giro che però presenta un discreto dislivello e chilometraggio attorno ai 110km, non male considerato lo sforzo nelle gambe.
Partenza tranquilla risalendo la valle Ardivestra da Godiasco, l’ unico fatto degno di nota è l’ arciere che riesce a prendere il bersaglio posto a 50m, ma d’ altronde Mauro Nespoli (mi pare fosse lui con l’ allenatore) è oro olimpico a squadre…
La prima salita arriva a Torre degli alberi con strappetti ed una carreggiata microscopica, poi salgo ancora un poco sino quasi al passo Carmine dove svolto per scendere in val Tidone. Poco dopo entro in territorio piacentino e la strada già non bella comincia a presentare diverse buche e rattoppi peggiori di ciò che dovrebbero sistemare, cioè il tipico asfalto di questo settore dell’ Emilia. Supero il lago di Trebecco, supero Nibbiano e controllo ogni incrocio per non perdere quella stradina che porterà a Genepreto in 1300m al 13% circa. Trovo l’ imbocco con facilità, come approccio le prime rampe un cane comincia ad inseguirmi e si piazza alla mia sinistra proprio mentre un auto giunge in senso contrario, per sua fortuna ha l’ intelligenza minima di desistere nei suoi intenti e di farsi da parte prima di essere investito.
Questa salita è un proprio muro, la strada stretta ha un fondo rovinato e devo zigzagare per evitare i rami a terra, per fortuna il 27 mi aiuta ed il giro di ieri non mi pesa. Dopo questa strappata ridiscendo in valle sino a Trevozzo imboccando la salita di Montalbo che, ora che ci penso, non ho ancora fatto. Bene, una extra non guasta! Salita molto facile tra vigne e campi d’ erba, tutta al 5/6% fino a Montalbo dove mi fermo -inutilmente- per prendere l’ acqua da una fontana che 5 giorni fa era aperta. Pazienza, ne troverò una più avanti a Vicobarone, che però ha un problemino: almeno una ventina di vespe sono intente a bere e in questo agosto “ste bestiacce” mi hanno già morso due volte… ma io me ne frego ed apro l’ acqua, non è per questo che mi vedono come una minaccia.
Ritorno in Oltrepò lungo una strada a mezzacosta attorniata di vigneti, e qui c’è la terza novità di giornata che mi porta a Torrazza con un paio di semplici strappetti. Scendo sino a Soriasco e trovo quasi per caso il bivio della salita successiva, un’ altra strada semi-dimenticata anche dalla manutenzione che mi porta verso Golferenzo attraverso Prosa, e con questa sono quattro le novità di oggi.
Mi mantengo in alta val Versa su strade che raramente ho percorso, decido di salire al Carmine attraverso Volpara-Canevino per poi reimmettermi sulla strada principale di Santa Maria, da qui in avanti ripercorro l’ andata in direzione contraria, ed anche al ritorno l’ unico fatto degno di nota accade al campo di tiro con l’ arco di Montesegale.
Ci sono diverse persone e so che probabilmente potrei incontrare Sergio “CaSe” e famiglia, rallento ed in effetti sono lì che mi salutano, così mi fermo a fare due chiacchiere e già che ci sono gli chiedo se posso togliermi uno sfizio che ho da tempo. Visto il mio forte ascendente sagittarino voglio una foto simbolica di me in bici mentre tendo l’ arco, ovviamente uno si immagina uno scatto artistico che riporta al mito dell’ uomo col corpo da cavallo, e poi il risultato finale ne è giusto una magra consolazione, ma improvvisando più di così non si può, e ringrazio Sergio per aver assecondato la mia strada richiesta!
Totale: 110km 1850m (e 200km, 3500m del giorno prima)
18 Agosto: oggi giro tranquillo in valle Ardivestra su alcune salitelle dimenticate, 43km, 650m perché ci vuole un po’ di riposo.
Prossimamente il racconto della seconda settimana, con soli 4 buoni giri di cui uno corredato da fotografie, ma prima di salutarvi con le foto vi ricordo che sabato 12 ottobre ci sarà l’ ormai 6° giro “dei vigneti d’Oltrepò”, a breve la presentazione ufficiale. STAY TUNED!
La stradina che unisce Molino Signora a Torre degli Alberi
Che dite, apro l’ acqua?
Vigne in alta val Versa
Sagittario, o almeno una sottospecie di esso
il 04/09/2013 · Commenti disabilitati su Giro delle 4 regioni (esteso)
Continua il racconto delle mie “vacanze” passate sempre a casa…
14/8: l’ idea è di recuperare dalle fatiche degli ultimi due giorni con un giretto nel tardo pomeriggio, ma le precipitazioni incipienti mi fanno desistere. 0km
15/8: grigliata di Ferragosto, senza esagerare né in alcol né in cibo, giusto qualche km con una leggerissima salita. 6km, 50m (perché se appena posso evito di prendere l’ auto)
16/8: giro delle 4 regioni (allungato).
Oggi ho voglia di stare da solo e di dedicare un’ intera giornata a me ed alla bicicletta percorrendo un classico itinerario che attraversa 4 differenti regioni: Piemonte, Liguria, Emilia e Lombardia, una trottata appenninica di circa 170km con due importanti salite (Giovà e Carrega) più una minore (solitamente Dernice). Lo scorso anno lo feci in senso inverso rispetto all’ idea 2013, che prevede l’ inizio risalendo la val Curone sino a San Sebastiano.
Parto alle 10 ed ho 9 ore di tempo, il clima è l’ ideale e la visibilità abbastanza buona da garantirmi discreti panorami. La prima regione è il Piemonte e sino a San Sebastiano pedalo senza alcuna fatica aiutato da una brezza settentrionale, poi ragiono su che strada fare ed è qui che mi parte l’ embolo… Dernice no perché troppo scontata, ma nemmeno il Giarolo mi aggrada, quindi noto che allungando un po’ posso arrivare a 200km ed allora opto per Costa Ferrai, 2km con tratti impegnativi seguiti da altra salita sino al Giarolo, su una strada che raramente ho fatto nel senso odierno. La discesa mi mette alla prova tra belle pendenze, qualche ondulazione di troppo e curve improvvise sino a Pallavicino, poi migliora sino ad arrivare in val Borbera.
Panoramica sull’ alta val Curone da Costa Ferrai
Val Borbera dal bivio per Dernice
Il tratto seguente si scompone tra pianori e strappetti fino ad arrivare ai 500m di Cabella Ligure, dove mi fermo per una sosta acqua memore della crisi dello scorso anno, e dove chiamo casa avvisando di essermi dimenticato una dozzina di stuzzicadenti nei pantaloni, erano caduti per terra alla grigliata e piuttosto che buttarli li ho riciclati per della manutenzione al velocipede.
Mi aspetta una bella salita di oltre 900m di dislivello sino a Casa del Romano, l’ inizio segue l’ Agnellesca (affluente del Borbera) tra strappetti e contropendenze sulle quali supero un automobilista genovese intento a cambiare una ruota, poi la strada la smette di scherzare e va decisa, con alcuni trattiin cui il 10% è di casa… La civiltà è tutta radunata a Carrega Ligure, il resto è solo boschi e prati sovrastati da un cielo azzurro terso sino alla cima ai 1409m di Casa del Romano, ormai territorio ligure.
Lo scorso anno scoprii che da qui si vede il mare, oggi ne ho ulteriore conferma distinguendo nettamente il blu dell’ acqua dall’ azzurro del cielo, mentre dietro di me il monte Lesima sovrasta le valli con il suo ripetitore, paeselli sperduti si aggrappano alle boscosi pendici del verde Appennino e molti turisti sono intenti a pranzare al bar. Do quattro pedalate e più avanti il mare è ancora più visibile, è la prima volta che nell’ anno domini 2013 riesco a scorgerlo!
Pranzo con un mio panino e con una brioche del bar, ricarico la borraccia e scarico la vescica, ed è già ora di scendere in val Trebbia! Ciao mare, ci rivedremo (forse, ma col senno del poi so che accadrà), ora affronto belle curve su una strada discreta per i due terzi, che poi si allarga a due corsie offrendo larghi e divertentissimi tornanti (ed anche una bottiglia di Vodka alla menta mezza piena sul ciglio della strada, chissà se appartiene a chi penso che ieri abbia fatto serata con una bottiglia uguale…).
Da Casa del Romano
Non si vede bene, ma c’è il mare!
Ora c’è in apparenza il tratto più facile, ma le mie speranze di brezza marina vengono deluse ed i lunghi chilometri attraverso Rovegno ed Ottone scorrono sì veloci, ma senza quell’ aiutino che mai guasta. Ho poco da raccontare sino a Traschio, dove inizia il vero moloch di giornata, che coi suoi 24.5km sale di ben 1100m sino a Cima Colletta. Guardo in alto e vengo assalito da un senso di impotenza, ben più in alto di me ci sono verdi cime, grossomodo alla quota sino a cui dovrò salire… E’ un po’ come quando esci dal bosco dello Stelvio e vedi il rifugio piccolo piccolo, solo che là i metri di dislivello sono la metà…
L’ unica è mettersi il cuore in pace e salire, questo versante non è mai duro e sino a Zerba continua regolare al 6/7%, poi diventa più nervoso alternando falsopiani a mezzacosta e brevi strappetti a doppia cifra. Ambiente selvaggio tipico dell’ Appennino, bosco a perdere interrotto da sporadici paeselli ed un torrentello (il Boreca) che nei millenni ha scavato questa valle quasi disabitata.
Supero Vesimo a 1000m e guadagno quota con difficoltà su pendenze sin troppo facili sino a Pei, da dove inizia il tratto più duro che nel 2009 ha messo in crisi diversi di noi. Stavolta però non capisco bene dove sia il problema, la velocità rimane costante ed conquisto il passo Giovà senza alcuna problema. C’è ancora il pezzo finale fino alla sbarra del Lesima dove mi fermo per una sosta merenda, guardo il durissimo imbocco e per oggi lo perdono, ma entro poco sarai mio!
Monte Lesima da Zerba
Voglio allungare sino ai 200 -dicevo-, perciò scendo a Cencerate in una strada larga forse meno di una ciclabile ed immersa in un bosco tanto fitto da far buio, poi risalgo al Brallo passando per Bocco, dove sul duro strappetto iniziale constato che la gamba è ancora in buono stato. Arrivo al Brallo e decido di allungare per la val Curone, scendo così a Varzi combattendo con un’ inquietante brezza contraria, e poi risalgo a Pareto attraverso affascinanti calanchi che sfiorano l’ asfalto.
A Fabbrica Curone vorrei fermarmi per una merenda, ma i bar sono più indietro ed allora non mi sforzo nemmeno di alimentarmi sino alla fine dei chilometri, rimandando a più tardi la scelta del tratto finale. La brezza da nord che stamattina mi ha fatto comodo ora mi fa pagare il conto, costringendomi a velocità da pianura quando la strada scende leggermente per 20km. Poco male, nonostante la stanchezza vado ancora bene e a Volpedo decido di allungare per le campagne, secondo i miei calcoli dovrebbero alla fine essere 200 precisi. Passo paesi e cascine a cui sono ben abituato e termino con la pianura sovrastata dal castello di Nazzano, ma c’è solo un problemino: il contachilometri segna 199.50, perciò allungo un pochetto e lo stacco quando segna 200.23.
Calanchi di Pareto
Quasi a casa
200.23km
Sono stanco, ma non stremato, è un giro molto lungo a ritmo blando fatto alimentandomi con un panino (al salame di Varzi) ed una brioche. Però ho fame, il celeberrimo piattone del Klimos che sfama una persona normale mi lascia con un certo languorino, vorrà dire che per oggi starò a dieta… che domani è un altro giorno (ed un altro giro di 110km in val Tidone e Versa che vi racconterò)
Totale: 200km, 3500m, 8h05′ pedalate, 9h effettive
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