Un weekend di grande nebbia

il 29/04/2015 · Commenti disabilitati su Un weekend di grande nebbia

20 dicembre

Capita che in inverno la nebbia avvolga il paesaggio, rendendo le giornate cupe e piatte… Forse un po’ meno alle pendici delle colline tra Oltrepò e Tortonese, dove i campi si innalzano leggermente rispetto alla pianura e dove flebili brezze scendono dalle valli, ma talvolta anche le prime alture sono avvolte da una densa coltre nuvolosa che affoga i paesi situati alle quote meno elevate.
Oggi è uno di quei giorni, quando del sole non si vedono nemmeno i riverberi ed una grigia umidità avvolge tutto. Voglio fare il giretto in bici, ma anche andare a Montale Celli ad acquistare qualche bottiglia da regalare a Natale, per cui rinuncio alla totalità dei chilometri e ad un po’ di comodità per completare almeno il 160% dei miei obbiettivi odierni.
Carico lo zaino in spalla e sono pronto a partire, sebbene il clima sia quello in foto, spero solo di trovare sole e buona visibilità a quote maggiori

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Purtroppo la nebbia si sta rivelando molto più alta del previsto, dal casco scendono gocce di condensa ed anche ai 400m di quota il sole non è pervenuto, oggi ci sarà da soffrire con questa scarsa visibilità a tratti inferiore ai 100m. Scendo in val Grue e salgo a Montale Celli per la prima sosta da Luigi Boveri, viticoltore che mi accoglie in un’ampia sala assaggi col fuoco acceso, ottimi biscotti ed un dolce bicchiere di Moscato.
Prendo 3 bottiglie e passo alla seconda sosta al birrificio Gedeone, mezzo infreddolito mi faccio però tentare da un bicchiere di birra scura prima di scappare a causa dell’orario ormai tardo

Sosta vino dovuta!
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Ed anche una birretta ci sta bene
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La partenza in discesa nella nebbia è doppiamente difficile, poi con le gambe ancora fredde devo affrontare lo strappo di Arpicella che, con le sue pendenze al 15%, mi mette in crisi con il sovrappeso di 7 bottiglie nello zaino. Ma in cima si intravede il sole, forse la nebbia si è abbassata e rimango speranzoso di uscire dal mare di umidità nel momento in cui le quote si faranno più elevate, cosa che effettivamente avviene verso Cadaborgo a 400m, con il sole basso ad ovest che forma incredibili contrasti sul filo della nebbia, con me ancora avvolto che ammiro le case finalmente illuminate pochi metri più in alto.
Le foto sono a dir poco obbligatorie, piccole frazioni sui colli sbucano formando isole nel mare, il caldo sole mi riscalda e davanti a me si aprono panorami emozionanti. Purtroppo devo scendere verso casa, abbandono cotanta bellezza per gli ultimi 10km nuovamente nel grigio di questo giorno di inizio inverno. 46km, 970m

Chiamiamoli “constrasti di una foto mossa”
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A respirare aria limpida
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Cadaborgo e Montemarzino svettano sopra il mare di nebbia
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21/12)
Oggi, se possibile, la giornata è ancora peggiore rispetto a ieri, dopo la falsa illusione del mattino il cielo si è fatto buio e difficilmente troverò scampo dai banchi nebbiosi se non alle quote più elevate. Ma in alto c’è l’inversione termica, per cui carico la bici in macchina in direzione Bagnaria da cui parto pedalando pedalando verso le montagne. La visibilità è discreta, ma è solo a Varzi che troverò il sole!
Salgo verso il Brallo passando da vie alternative e continuo verso il Penice attraverso lo Scaparina, osservando preoccupato il continuo aumentare di quota della maledetta nebbia, che ora ricopre completamente sia la valle Staffora che quella più importante del Trebbia, arrivando indicativamente a 700m! Mai vista una cosa del genere!
Scendo e dopo Menconico mi ritrovo nuovamente avvolto con una visibilità minima, talvolta di 50m, e questo fino all’umido rientro alla macchina. Quantomeno il tragitto a quattro ruote è più agevole del previsto, la coltre grigia si è alzata e si viaggia bene
57km, 1025m

Gioco di ombre al passo Scaparina
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Nebbia altissima, sino ai 700m slm. Sopra è il paradiso
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Under Avventure

Al lavoro in bici 2015

il 24/04/2015 · Commenti disabilitati su Al lavoro in bici 2015

Come qualche lettore già sa, Io ho la grande fortuna di poter andare in ufficio in bicicletta, avendo una mezz’ora abbondante all’andata e fino ad 1h20′ al ritorno, tempo in cui sbizzarrirmi nelle colline serie che sovrastano la pianura tra Oltrepò e tortonese. Purtroppo questo vale per i soli sette mesi con l’ora legale, negli altri il tramonto troppo precoce e le strade non illuminate rendono il tragitto troppo pericoloso per essere affrontato di notte. Certo che se ci fosse una ciclabile o più illuminazione…

Bando alle ciance, voglio mostrarvi alcuni dei migliori scatti fotografici fatti alle ultime luci del tramonto, oppure alle prime dell’ alba di quando le giornate sono talmente corte che per pedalare un numero adeguato di chilometri debbo forzatamente partire prima al mattino.

Sembrano le Langhe, invece questi vigneti appaiono salendo a Montemarzino, collina che separa le valli Grue e Curone.
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Vista sulla pianura da Monleale alto. Quando guardo la campagna da queste prime alture mi rendo conto di come sia una gran fortuna avere dei veri rilievi orografici proprio dietro casa.
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Un grosso temporale si sta formando sopra Tortona all’ ora del rientro. Scappo verso casa lasciandolo a distanza di sicurezza, tanto che…
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Acquisto quota nella collina sopra il mio paese per ammirare gli scrosci di pioggia e i fulmini che si abbattono al suolo!
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Ad ottobre una pesante alluvione ha colpito la val Grue, nel quale il torrentello si è trasformato in fiume con disastri tutt’ora visibili sul suo percorso.
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Al mattino pedalo verso la frazione collinare di Tortona: Vho
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Per la prima volta passo in bici nel parco di Tortona, col primo orizzontale sole del giorno ad illuminare le foglie ormai ingiallite dall’autunno
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All’ alba uomini piccoli fanno ombre lunghe… Oggi sarà l’ultimo giorno in cui andrò al lavoro in bici e mi godo questi ultimi nostalgici istantiOI-casa 096

(ndr: la settimana successiva sarò in val di Non con emozioni ancora migliori e pedalate mattutine al fresco dei monti e pedalate serali alla luce della torcia. Ma questa è una vecchia storia già scritta!)

Under Pensieri

Ultimo giorno in val di Non

il 15/04/2015 · Commenti disabilitati su Ultimo giorno in val di Non

8 novembre

Ed anche questo bellissimo periodo di due settimane sta per volgere al termine, dovevano essere 6/7 giorni con qualche giretto ed invece si sono trasformati nei migliori 14 dì del 2014, sia dal punto di vista lavorativo che da quello sportivo. Oggi ci sarà l’ultimo saluto pedalando in tutta la valle accompagnato da un “autoctono” d’eccezione: Daniele, che su Strava ha “solamente” il KOM sul Mortirolo, uno che in tutto il giro faticherà ad adeguare il suo ritmo al mio, che pur sempre è quello di un ciclista già abbastanza esperto.
Dopo l’abbondante colazione all’ hotel “La Quiete” (pubblicità dovuta all’ ottimo trattamento ricevuto) mi incontro con Daniele che mi sta aspettando a Romeno, dopo i dovuti complimenti alle sue eccezionali prestazioni sportive partiamo in discesa verso Dambel, con le strade ancora umide dal diluvio degli ultimi giorni e con temperature piuttosto gradevoli per essere novembre. L’autunno si sta facendo strada a forza, chiazze di mille colori si alternano negli infiniti boschi delle valli, la prima neve ha fatto comparsa sulle Dolomiti del Brenta e gli omnipresenti meleti Melinda si stanno preparando per il lungo inverno basso montano.

Voliamo in discesa superando Dambel nonostante i miei timori dovuti all’ asfalto bagnato, scendiamo in basso sino all’ eremo di S.Biagio ed affrontiamo la prima salita verso Revò, tra ripide pareti coltivate anche con occasionali vigneti di Groppello. Quella che abbiamo appena scalato è una salitella, la successiva inizia appena dopo con ripide pendenze che però ben presto si annullano, quando finalmente riesco a vedere il lago di Santa Giustina. Si prosegue su un lungo falsopiano boschivo fino al bivio di Rumo, dove con la stessa dolcezza perdiamo quota superando un paio di piccoli paeselli e, attraverso una discesa stavolta più decisa, arrivando alla statale che collega la Val di Non alla Val di Sole. C’è ancora un pezzo di discesa che ci porta verso il lago, seguito da una breve salita pedalabile verso il ponte che scavalca lo specchio d’acqua e da cui inizia una breve e dritta scalata verso Cles, capoluogo noneso coi suoi oltre 5000 abitanti.

Usciamo da Cles ed in falsopiano arriviamo a Tuenno rimanendo sull’ altopiano che osserva la parte destra del fiume Novella, con una breve discesa immersa tra gli infiniti meleti nella quale mi fermo per fotografare la cascatella che dai monti si butta verso la valle, immortalando il mio compare di viaggio che sta risalendo per raggiungermi durante la mia sosta e riuscendo in uno scatto significativo.
Proseguiamo senza pendenze significative ed a Cunevo decidiamo di modificare il mio itinerario allungando verso Campodenno e Sporminore per poi scendere beati sino al fondovalle circondati dalle alte pareti formate dal fiume, che da qui a pochi chilometri sfocierà nell’ Adige. Affrontiamo spediti un pezzo di trafficata stradona per poi deviare sulla vecchia e meno scorrevole statale, quella che successivamente si immette nuovamente sulla via più recente obbligandoci ad un’interessante deviazione forzata sulla ciclabile, larga due soli metri ma con bei e ripidi passaggi sotto alla ferrovia, udendo anche il suono del treno in arrivo che però non siamo riusciti ad incrociare.

A Mollaro abbandoniamo la ciclabile ed affrontiamo la prima vera salita del giorno, che in 10km abbondanti ci porterà sino al passo Predaia con quasi 800m di dislivello. La prima parte è abbastanza costante, io noto la relativa difficoltà ma Daniele mi anticipa che la seconda parte sarà ancora peggiore, parlandomi durante l’ascesa anche di quanto la Melinda sia una fonte di reddito per chi già possiede soltanto qualche ettaro coltivato a mele.
Superato Vervò la strada si impenna, ripidi tornanti anticipano solo quelli che saranno i successivi chilometri al 10%, che immersi nel bosco faranno faticare sia me sia l’altro che ogni tanto si dovrà voltare ed aspettarmi (eppure ho fatto i 1150mh di VAM, non proprio poco…). Arriviamo finalmente ai 1250m del valico, sebbene non capisca che valli separi sono soddisfatto e piuttosto sudato per essere novembre. La discesa è una vera picchiata da prendere a tutta velocità, ampie curve e qualche tratto di pavée a Sfuz ci riportano al fondovalle da cui posso ammirare nuovamente il lago. Il bello del giro è quasi fatto, ma a Sanzeno si riprende e salire e dopo i doverosi saluti alla mia guida odierna nonché mr. KOM Mortirolo riprendo la quota necessaria a ritornare davanti all’ albergo e per scattare le ultime tristi foto ai paeselli limitrofi.

Rientro ben accolto in albergo “La Quiete” che mi permette anche di farmi una doccia, addento qualcosa e faccio gli ultimi nostalgici saluti allo staff… Le gambe hanno veramente patito il primo lungo stop da Marzo ed il ritmo elevato tanto da rimaner inchiodato sulle scale, il cuore è triste e gli occhi lasciano scappare una lacrimuccia quando, nella mia auto, abbandono tornanti circondati da meleti, monti ormai sporcati di neve ed un territorio di cui ho assorbito l’essenza nelle due ultime settimane… Ancora oggi provo nostalgia per quella che è stata la mia casa temporanea vista a due ruote, a piedi e non solo… ed ancora penso che quell’azienda ora si è trasferita a Trento…

Totale: 105km, 2160m

Lago di S.Giustina circondato dai colori autunnali
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I mille colori di un autunno ormai tra noi
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Daniele ritorna indietro mentre io gli scatto delle fotografie
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Infiniti meleti della Melinda, fonte primaria di reddito della valle
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Panoramica verso la stretta bassa valle
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Panoramica del lago e della media valle
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Under Avventure

Lessinia dove non l’avevo mai vista

il 05/04/2015 · Commenti disabilitati su Lessinia dove non l’avevo mai vista

2 Novembre

Abbandono momentaneamente la val di Non per passare un weekend dalla zia a Verona, lasciando un piccolo paradiso in Trentino per due notti in luoghi diversi e conosciuti e per cambiare aria prima della ulteriore prossima settimana tra i monti.

E’ inizio novembre, ma la giornata è veramente mite e perfetta per una scalata verso le più alte vette della Lessinia. Parto dalla zona fiere diretto veloce verso il centro, nel quale non mi faccio mancare una vasca attorno all’ Arena prima di affrontare il traffico cittadino in uscita della città andando in direzione della Valpantena. Soffro lo sforzo di ieri (3000m di dislivello in 104km), ma la voglia è tanta e le pendenze contenute attraverso i paeselli della bassa valle sono solo il pretesto per scaldare meglio la gamba.
Ora i monti circostanti si fanno più alti e mi avvolgono coi loro profili rocciosi e ricoperti di boschi, superata Stallavena incomincio a salire e dal tornante del bivio per Fosse la strada va su con decisione, alcuni tornanti e curve decise che passano nella vegetazione e raggiungono dei piccoli paesi mi regalano numerosi metri di quota ed una visuale che si amplia sopra la foschia che avvolge la pianura, riflettendo quasi la luce solare diffusa in un intenso azzurro di metà autunno. Il dislivello è consistente, però ben distribuito e non fatico troppo ad arrivare ad Erbezzo, dove complici le temperature settembrine devo infilarmi in un bar per il rabbocco della borraccia. Sopra la pianeggiante umidità si respira aria pulita e, per la prima volta, avvisto alcune cime dell’ Appennino dalle prealpi!

Riparto su una salita che non ricordo di aver mai affrontato (anche se già appare nel mio elenco) su una carreggiata strettina che si snoda tortuosa tra malghe e pascoli, salgo sempre senza problemi in maniera costante superando auto parcheggiate ai lati e numerosi escursionisti che, come me, stanno approfittando di questa splendida giornata. La cima è attorno ai 1550m, ma quella sterrata compatta sulla destra e quelle panoramiche che si aprono sul monte Baldo e sulle Alpi trentine mi ispirano troppo, per cui mi avventuro tra ghiaia e terra battuta, sorpassando decine di persone e superando anche malga Lessinia sino a raggiungere un punto che accende la mia curiosità. Ci sono strane formazioni artificiali fatte di pietra e strettissimi sentieri, nel cartello di presentazione leggo “trincee del ridotto difensivo Pidocchio“, restaurazione di quelle presenti nella grande guerra e nelle quali mi infilo molto volentieri, incastrato tra vicoli larghi come me, passaggi formati da pietre lisce e ripide scalinate che portano in luoghi da cui si osserva il mondo attraverso una stretta fenditura. Le esploro tutte, sono una scoperta veramente entusiasmante ed inaspettata che fa da contorno a visuali ottime, che passano da alcuni lembi di Appennino emiliano sino a (mi pare) dei ghiacciai trentini, laddove le Alpi e le Dolomiti si fondono. E non dimentico il monte Baldo, le praterie, la profonda val d’Adige e le centinaia di persone che stanno godendo di temperature piuttosto gradevoli!

E’ ora di ripartire, sono a metà giro e le difficoltà non sono ancora finite. La prima è la stretta e divertente discesa sino al passo delle Fittanze, seguita dal tratto più largo e scorrevole che giunge a Malga Fittanze, da cui parte lo spauracchio quotidiano di passo Pealda, una salita scoperta lo scorso aprile quando la neve dell’inverno ancora bloccava i tratti più in ombra e di cui ricordo ripidissime pendenze nel versante che oggi affronterò in salita. Non ho tanta scelta, sulla misera carreggiata con micidiali drittoni non posso che forzare a tutta soffrendo solo per mantenere la dignità. Eppure, nonostante l’affaticamento del weekend ottengo il KOM su Strava! L’inizio della discesa è su sterrato battuto, con quel ghiaietto che obbliga alla prudenza nei tornanti, poi l’asfalto si riprende il suo spazio sino a Fosse, con occasionali visuali del sole che si sta abbassando arrivando a sfiorare la foschia e con i suoi raggi che si riflettono nelle acque del Garda, tutto davanti alla protezione del monte Corno d’Aquilio.

La salita è praticamente finita, mi manca solo l’avvallamento verso S.Anna di Alfaedo per poi lanciarmi in una picchiata a cui non sono abituato, che dai 970m arriva ai 200m scarsi di Negrar, passando (complice una mia volontaria deviazione) per Cerna e Prun. Una discesa più contenuta mi riporta in periferia di Verona, dove seguo il corso del fiume Adige fino alla diga, dalla quale tento di seguire le varie stradine per rientrare a Verona zona fiera evitando il traffico, riuscendo nel mio intento a costo però di superare un paio di incroci difficoltosi.

Rieccomi indietro nella città scaligera, contento di un giro che immaginavo carino e che invece è stato bellissimo, un ulteriore tassello a questo splendido fine di stagione! Purtroppo la settimana successiva pioverà al punto di far esondare l’Adige in Trentino, per me ci saranno solo due corse serali sino a sabato, quando avrò ancora un’altra sorpresa!
100km, 1950m

La famosissima Arena, immancabile un giro attorno ad essa
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Riflessi di foschia ed Appennino sullo sfondo
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Io in trincea
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Panoramica da malga Lessinia su Baldo ed Alpi trentine
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Trentino, è da 24 ore che non ti vedevo!
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Da Fosse il sole si specchia sul lago di Garda coperto dalla foschia
verona14 116

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