Gli ultimi della 10 colli e la merenda in cantina

il 09/05/2017 · Commenti disabilitati su Gli ultimi della 10 colli e la merenda in cantina

S. Maria della Versa, sabato 29 aprile

Siamo praticamente a S.Maria della Versa all’imbocco della settima salita odierna in quello che è un giro da scalatori che prevede ben dieci salite consecutive nella zona orientale dell’Oltrepò pavese, dieci colli facili ma che non danno tregua. La salita di Torrone presenta un iniziale tratto impegnativo su asfalto ruvido che aggiunge ulteriore difficoltà, ma poi spiana sino alla bassa cima. C’è la volontà di fermarsi ad un bar a Rovescala, mi faccio sorpassare da tutto il gruppo e li seguo in coda alla guida dell’ammiraglia perché, aimé, dopo l’incidente sono senza bici e comunque non in condizioni di pedalare. Li conto, 1 2 3… 11 12… Ma c’è uno in più? A Rovescala si fermano tutti e dodici compreso l’imbucato che lì conosco di persona: è Salvo, uno dei re dei segmenti su Strava, probabilmente qui per conquistare una di queste salite. La sosta caffé serve a tutti per recuperare energie, i loro volti cominciano a mostrare i segni della fatica ma nessuno appare particolarmente provato.

All’imbocco di S.Damiano Salvo scatta e farà il record, gli altri la prendono più comoda procedendo assieme sui saliscendi verso Montù Beccaria. Siamo nella parte bassa dell’Oltrepò, una serie di dolci colline interamente coltivate a vite che si lanciano verso la pianura del Po, non una zona da scalatori che però propone una serie di su-giù che non lasciano riposo. A Montù incrociamo un grosso gruppo, ma non ci mischiamo e scendiamo sino alla valle Versa dove ci aspetta la pianura per i prossimi 50m. Cinquanta metri prima di svoltare in direzione di Montescano, la nona sinfonia del Pedra! Salvo scatta ancora, ma stavolta non sarà record, mentre gli altri fanno gruppo su pendenze mai dure ed io avanzo per qualche fotografia alla zona e ai pedalatori. La discesa successiva ci riporta in val Versa su un asfalto inspiegabilmente appena rifatto, ora manca solo l’ultima e facilissima Canneto Pavese, lo sforzo finale di questa giornata ricca di dislivello che non da problemi a nessuno, sebbene al gpm in realtà non sia propriamene terminata, c’è ancora qualche facile strappetto prima di rientrare in discesa all’az. Colle del Bricco, cantina usata come punto di ritrovo.

Siamo arrivati, è andato praticamente tutto bene e siamo nei tempi previsti, ricevo anche gli applausi per la traccia originale e divertente, ben diversa dai soliti giri di pianura con la salita da prendere alla morte, un logorio lento e limitato di salita. Sono 92km e 2200m d+, comunque un bel concentrato per essere in una zona di bassa collina.

Ora ci aspetta la merenda dietro all’ottimo servizio del giovane Matteo, ci disponiamo in due tavoli ed il nostro è educatissimo, aspetta col lo sformato alle erbe ed il Riesling 2016 nel bicchiere mentre l’altra tavolata sta già sbranando i salumi incuranti degli abbinamenti. Dopo questo antipasto ci sono i formaggi abbinati al Riesling 2015, stesso vigneto e tecnica di lavorazione differente, per poi seguire coi salumi casalinghi assieme ad uno straordinario Barbera 2013 ed alla chicca della giornata, un risotto al Bonarda, un vinello a ben 15° alcolici. Un gran bere ed un ottimo mangiare, non si può pretendere di più. Complimenti Matteo per l’accoglienza e per la qualità!
Ma non è finita, una fettina di densa torta al cioccolato ci ridà le calorie spese in questa 10 colli e, già che siamo qui, assaggiamo pure un bianco 2013 ed una grappa fatta in casa. E’ ora di salutarci, ma non prima di fare scorta per casa. Abbiamo bevuto, mangiato, pedalato, divertiti, cosa volere di più? Strade decenti, ok…
Intanto il 20 maggio c’è il Giro d’Italia a Castellania ed il mio classico appuntamento tortonese, giunto alla 9° edizione, andrà a vederne la partenza:

Salendo sa S.Maria il panorama è monotematico
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Rovescala da S.Damiano al colle
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Salvo conquista il suo KOM quotidiano
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La valle Versa, panorama sempre monotematico
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Il gruppo sale quasi compatto
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Montebruciato da Canneto, siamo quasi arrivati
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Ci siamo, io in ammiraglia compreso
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Iniziamo bene la merenda
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Il vino abbonda, il cibo scompare
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I primi 6 della 10 colli viticoli

il 03/05/2017 · Commenti disabilitati su I primi 6 della 10 colli viticoli

Torre Sacchetti, Stradella, dì 29 aprile

La 10 colli viticoli è una di quelle idee un po’ pazze che tanto mi piaciono ma che stavolta ho voluto proporre anche ad altri, mettendoci una merenda in cantina così che la partecipazione fosse maggiore. In effetti, considerando che la partenza è in una frazione collinare di Stradella (all’az. Colle del Bricco) e che il giro prevede ben dieci salite consecutive senza alcuna sosta, essere in 12 è un ottimo risultato. Purtroppo di recente ho avuto un incidente e sono senza bici, ma anche con un muletto sarebbe stato da idioti pedalare per 92km e 2200m d+, per cui da organizzatore non posso che mettere attrezzature nel baule e seguire tutti in ammiraglia…

Giornata climaticamente quasi perfetta dopo diversi giorni di pioggia, deviamo subito dal percorso originario per evitare la statale affrontando un infido strappo a freddo per scendere a Broni tra le immancabili buche dell’asfalto oltrepadano. Abbandoniamo per sempre la pianura al laghetto di Cigognola, le prime facili rampe tra i panoramici vigneti che fanno da balcone ci portano fino a Pietra de Giorgi, salita numero uno di dieci. In discesa posso stare tranquillamente in coda al gruppo pronto a soccorrere chiunque abbia problemi con la disponibilità di due ruote di scorta, ma in salita devo fare la spola tra fondo e testa fermandomi ove trovo spazio ed approfittandone per un totale di oltre 140 fotografie.
La seconda è Martinasca, l’asfalto nuovo ed un pezzo in un bosco nascondono le pendenze che toccano il 16% in cui tutti, dai salitomani Christian ed Andrea sino agli ultimi ansimano. Il taglio di Quarti ci fa risparmiare qualche km sebbene un tratto molto ripido metta in difficoltà Luciano, ma all’imbocco del terzo GPM di Fitti+Montalto siamo compatti. Questa è duretta e come se non bastasse l’asfalto ruvido troviamo anche due ferocissimi chihuaua che inseguono tutti i poco intimoriti ciclisti. La costa verso Montalto è molto panoramica sui paesi di bassa collina si susseguono senza sosta tra filari che esplodono di primavera, ma il giro si addentra in Oltrepò scendendo nuovamente in valle Scuropasso.

Riprendo gli altri alla fine della discesa, sono tutti fermi e vedo uno intento a cambiare la ruota. Mi fermo anch’io, scendo dalla macchina ed esclamando “dov’è il problema?” gli cambio la ruota mettendo la sua nel baule, finché non mi fanno notare, attraverso una fragorosa risata, che quella persona non è con noi, ops… Gli restituisco la ruota, qualcuno lo invita a seguirci ma ha già avvisato la moglie per farsi venire a prendere a causa di una doppia foratura. Gli altri diecicollisti ripartono verso il quarto e facile colle, io aiuto Massimo e trovo un vetrino nel copertone, lui toppa una camera d’aria ma il risultato non è soddisfacente. Pazienza, sua moglie sta arrivando ed io cerco di riprendere gli altri che in auto è facile recuperare i minuti di distacco.

Scendendo verso S.Maria ricevo la telefonata di Christian (acrobazie ed urla per usare il vivavoce), sono in paese ed hanno perso la traccia corretta, avanzo quindi verso di loro ricongiungendomi ed indicando la retta via del quinto facile colle di Montecalvo Versiggia. A posteriori scoprirò l’errore, a Francia hanno svoltato a destra tagliando il percorso che, ad eccezione delle parti terminali, forma un anello completo. Poco male, si prosegue in questa pedalabilissima salita senza faticare, forse è la più facile del giorno. Arrivati scendiamo subito rientrando quasi a S.Maria, ora ci aspetta la parte più orientale dell’Oltrepò e davanti a noi c’è la “Cima Coppi” della giornata a Pizzofreddo via Golferenzo a ben 450m slm.

Inizio pedalabile tra abitazioni sparse e diversi tornanti, lungo la salita incrocio anche un pascolo alquanto inusuale a queste quote, poi il passaggio in paese crea qualche problema di direzione, la salita è “Golferenzo” ma in realtà continua ancora un po’ con un iniziale tratto di discesa, la qual cosa mette in crisi qualcuno. Però ci va bene e a Pizzofreddo arriviamo tutti undici e non solo, incrociamo quattro curiosi randonneurs con i bagagli che riconoscono Paola ed altri, uno è la mia vecchia conoscenza Fulvio che una volta ha anche partecipato a questi eventi per lui troppo corti. Stanno andando da Vigevano a Cervia, ma tutta pianura è un termine blasfmeo e per questo allungano leggermente sulle colline. E’ stato un incontro veramente fortuito, una coincidenza impossibile da studiare! Dopo i saluti ed un “refill” delle borracce scendiamo ancora verso S.Maria, stavolta ad est.
Siamo a sei e ne mancano quattro senza difficoltà, ma questo sarà un prossimo racconto, per oggi ho già scritto abbastanza…

Tutto pronto per dare supporto
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Il gruppo all’inizio delle salite verso Cigognola, balcone sulla pianura
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Il gruppo dei diecicollisti
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Martinasca, la fatica si fa sentire quando si sale al 15%
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La belva che ci ha inseguito a Fitti
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Vigneti e case agricole verso Montalto
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Vista da Montalto verso i paesi della prima collina
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Mucche al pascolo
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Noi visti dai randonneurs
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