Susa-Susa dal Galibier al rientro

di Pedra il 31/07/2011 · Commenti disabilitati su Susa-Susa dal Galibier al rientro

Siamo a Valloire davanti ad una fontana, le borracce serviranno piene sapendo cosa ci aspetta da qui a poco: il Galibier! 1200m di dislivello in 18km, dei quali i primi sono abbastanza facili e gli ultimi 12 molto continui, tutti senza uno spunto d’ ombra immersi in uno dei panorami più grandiosi delle Alpi francesi. Stiamo parlando di uno dei passi più famosi d’ Europa, salita regina del Tour, e (molto meno importante) la mia 1000° salita!
Io mi tolgo il casco per rimanere più fresco e commetto un’ imprudenza che mi causerà un’ intensa scottatura sulla mia testa ormai pelata, tanto che la settimana dopo avrò modo di divertirmi togliendomi la pelle morta come fossi un serpente durante la muta. Partiamo tutti assieme da Valloire e gli altri 4 sono iper-prudenti nel primo pezzettino tosto fuori dal paese, ma poi la strada spiana e ci ricompattiamo mentre tento acrobatiche foto al cartello “Galibier ouvert”. La vegetazione è ormai un ricordo ed imponenti blocchi di montagna si elevano da questa verde valletta facendoci sentire piccoli piccoli di fronte ai numerosi 3000m che sbucano solitari. Alla fine del tratto più facile avviso Andrea di non guardare a destra per non vedere l’ inizio del vero Galibier, una strada che si inerpica su una verde parete e sparisce chissà dove. E noi dovremo per forza salire lassù, sperando di reggere l’ impatto del mitico colle.

Ogni tornante meriterebbe una sosta, ma non posso passare più tempo fermo che sui pedali e rinuncio a malincuore a vari ricordi che rimarranno solo nella mia mente. Andrea mi manda a fan* invitandomi nemmeno troppo gentilmente (ma assolutamente senza cattiveria) a proseguire del mio passo, vorrà dire che il Galibier avrà una sfida diretta con me. Ricordo tanto sole in una giornata perfetta, monti pian piano più bassi ed io salire di quota senza mai vedere il passo, perso come sono tra praterie e roccioni alpini. Supero il monumento a Pantani e supero anche diverse persone che come me puntano verso i 2645m, rallentando con la scusa di parlare in francese ad un olandese che poveretto credo abbia pensato veramente che io fossi transalpino…
-6, si continua… -4, respiro un attimo (in fondo non si scende mai sotto l’ 8%), -2… manca poco e la gamba c’è ancora, ma il passo è lassù? E mancano solo 2km? Per me è meglio! Poco prima del bivio del tunnel c’è un fotografo che si è inventato un lavoro fotografando tutti i ciclisti di passaggio e inseguendoli di corsa per consegnargli il bigliettino del sito, io mi ricordo del traguardo imminente e senza mani indico le centinaia di scalate compiute negli ultimi 10 anni.
L’ ultimo kilometro dovrebbe avere pendenza superiore al 10%, ma questo dato è esagerato tanto che scollino al passo senza avere bisogno del 34×27. Sono arrivato… MILLE!!!!! Estraggo dalla tasca un foglio con scritto questo numero e mi faccio fotografare sotto il cartello, e quindi mangio. Ho vinto la sfida con Massimo arrivando a 115km e 3900m di dislivello con mezza focaccia senza essere in crisi, ma ora ho veramente fame e i ringo+nastrina svaniscono letteralmente per coprire quel buchino nello stomaco di una fogna quale sono io…

Quassù è stupendo, sono poco più in basso delle cime ma molto più in alto della valle che porta a Briançon e delle 2 strade che salgono. Tento anche di comporre delle panoramiche, ma il risultato è appena accettabile per potervi mostrare quanto sia bello questo valico. Con mia sorpresa il 2° ad arrivare è Massimo, è riuscito a recuperare Marco ed Andrea, la sua tecnica alimentare del “ristorante” ha dato i suoi frutti. Marco invece è abbastanza provato, la bomba dolciaria che lui e Fabio hanno degustato al Telegraphe è esplosa nei loro stomaci bloccandoli specie nella prima parte. Tira un venticello fresco e la mantellina ci serve anche per la foto di rito al cartello, ma per essere ad oltre 2600m direi che la temperatura è ottima, non potevamo trovare un giorno migliore!

Il grosso è fatto e nessuno è ancora in difficoltà, siamo ottimisti per i restanti 90km quasi tutti in discesa. L’ inizio mi incute timore, non c’è un minimo di protezione ed un errore mi porterebbe a rotolare verso valle per decine di metri, per fortuna la strada ha il monte sulla destra e così non rischio se non minimamente per qualche forte folata. Al passo Lautaret cambiamo strada e ci immettiamo in una via ad alto scorrimento con 2 larghe corsie ed un forte vento straordinariamente a favore che ci lancia verso valle. Ogni tanto c’è da toccare leggermente i freni, ma grossomodo si prosegue per molti minuti ad uovo senza mai scendere sotto i 60, e lo dico io che ho una mantellina “paracadute”. A Le Monetier les Bains è finito il Lautaret e ci ricompattiamo per andare svelti verso Briançon, recuperando molto tempo grazie al sostegno di Eolo, con la lamentela ironica di Marco relativa alla eccessivà curvosità del tracciato…

Dandoci cambi più regolari che in val d’Arc arriviamo presto al bivio per l’ Italia e il Monginevro, una salita che presa singolarmente ha la sua dignità (sono pur sempre 500m di dislivello), ma che rispetto alle precedenti è poco più che un colle anonimo. L’ inizio è praticamente piano, ma la mente di tutti è più sulla ricerca di una fontana rispetto al valico, tanto che tentiamo invano di entrare in una falegnameria che ad una prima vista sembrava un bar… Subito dopo c’è La Vachette e qui troviamo una fontanella nella quale Andrea e Tangy si tufferebbero e che tutti sfruttiamo in ogni modo possibile.
Il vero Monginevro inizia qui, io voglio vedere quanta gamba ho ancora dopo tutta questa strada e poco cibo e mi avvantaggio mentre gli altri rimangono insieme. Il traffico è elevato e se non fosse per una carreggiata larghissima sarebbe fastidioso, ma così i sorpassi avvengono senza problemi e salgo tutto sommato bene su pendenze mai impegnative, se non nell’ ultimissimo pezzo all’ ingresso di Monginevro paese. Quando ci riuniamo ci buttiamo ancora in una fontana, dopo 10 ore sotto il sole è quel che ci vuole, passiamo contromano nel centro del paese (ma c’è un altro modo oltre alla galleria vietata alle biciclette?) e andiamo a percorrere in discesa la strada verso Cesana Torinese.

Una lunga fila di auto ci sorprende alla fine, ma con l’ agilità di 9kg su due ruote superiamo facilmente la coda diretta al Sestriere. Scopriamo che l’ autostrada è chiusa ufficialmente perchè qualche manifestante No-Tav ci lanciava dentro oggetti, ma considerando che alle 8 la polizia era già schierata ai caselli e che è stata usata per controllare la situazione (ed da alcuni appartenenti alle forze dell’ ordine anche per lanciare sassi o lacrimogeni verso i manifestanti), credo proprio che questa sia solo un pretesto e forse nemmeno vero.
C’è tanto traffico nell’ altra corsia, noi invece viaggiamo bene in gruppo, per quanto il famigerato vento di risalita ci permetta di fare. Superiamo Oulx e prima di Exilles c’è l’ ultimo strappetto in cui Fabio ha un piccolo problema con la catena che risolviamo e sul quale io e Marco ci diamo battaglia, con la vittoria di quest’ultimo contro le mie gambe buone ma senza carburante. Da qui a Susa è discesa, ma troviamo una coda infinita di vacanzieri della domenica bloccati da loro stessi e rallentati comunque dalla tanta gente che ha partecipato alla manifestazione No-Tav che ordinatamente fa rientro nei paesi. La situazione mi rende nervoso e mi fa sentire superiore grazie ai miei pochi di carbonio e acciaio estremamente più agili delle tonnellate di lamiera incolonnate. E’ un peccato perchè il tratto tra Chiomonte e Susa è una bella discesona.

Arriviamo in qualche modo a Susa, noto troppo tardi il bivio giusto e imbocco il successivo, Massimo tira dritto ma ormai sono due giorni che bazzichiamo qui e riesce a riprenderci prima del meritato arrivo, quando ormai è ora di cena. A causa delle code e dell’ autostrada bloccata decidiamo di mangiare in pizzeria e torniamo a casa tutti molto tardi.
In tutto 206km (più qualcosa per me e Massimo), 4500m di dislivello, 4 mitici colli (Moncenisio, Telegraphe+Galibier e Monginevro), una giornata quasi perfetta ed un’ impresa riuscita senza troppe difficoltà. Un giro da fare almeno una volta nella vita!

CONSIGLI:
Ho poco da consigliare…
Per dormire io e Massimo ci siamo trovati bene al B&B Rocciameloce a Susa, 30€ colazione compresa.
Si potrebbe partire più a monte da Oulx o Chiomonte per riscaldarsi prima del Moncenisio, ma di mattino presto fa fresco
E’ un giro da fare assolutamente in gruppo sia per far fronte ad eventuali problemi, sia perchè c’è spesso un forte vento di risalita verso S. Michel de Maurienne e Susa, rimanere a ruota aiuta molto in questi lunghi tratti di trasferimento.

Guardando verso il Galibier all’ uscita di Valloire

I primi km di salita con noi piccolini di fronte alle immense montagne

Ora si inzia a far sul serio

Ciò che vedo salendo

Indico al fotografo il mio prossimo risultato

Guardando la strada su cui sono appena passato

Panoramica mal riuscita in direzione Lautaret


Marco, Andrea, Tangy, Massimo, Pedra


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