Alla scoperta di muri nel Tortonese

di Pedra il 20/04/2010 · 2 Comments

Oggi non ho voglia di far fatica, sono pigro, perciò parto senza pensarci prima delle 14, l’ obbiettivo del giorno è passare nelle zone di S. Agata Fossili, dove non passo ormai da 4 anni. Alcuni nuvoloni fanno presagire al resto della famiglia un giro bagnato, ma io so che sono grandi, grosse e buone.
Partenza tranquilla col vento a favore verso Viguzzolo e la val Grue, quindi la odiosa Sarezzano, talmente facile da essere difficile. Comincio già ad aver caldo, ma nulla di intollerabile, vorrà dire che in discesa starò bene.
Sarezzano, Villaromagnano e Carbonara Scrivia scorrono via veloci, arrivo a Spineto Scrivia e rimango incuriosito dal cartello della “Milano-Tortona” che punta dritto in paese: lo seguo, quasi precipito lungo un muro ripidissimo che mi porta al campo sportivo nella parte bassa del paese. Bene, una salita extra al mio elenco! Ridiscendo dallo stesso versante toccando i 65kmh in pochi metri, per salire dall’ altro bivio verso Paderna, che visito in modo veloce. Si continua verso Carezzano superiore, dove passo accanto ad un gruppo di persone che mi incitano, “dai che sei primo” … “certo, su 1!“, con una bambina che crede veramente che sia primo della Milano-Tortona… beata ingenuità dell’ infanzia!

Trovo una bellissima strada che scende, in quasi 2km ha sono una chicane fantastica di quelle che se sai guidare il mezzo guadagni tantissimo sugli altri. Giunto in fondo, risalgo immerso nel verde della primavera. Al giro del Tortonese abbiamo svoltato a sinistra verso Castellania, ora tiro diritto verso S. Agata Fossili. A fondo discesa c’è il bivio, che non segna solo un cambiamento di pendenze, ma anche una netta svolta geologica-paesaggistica, se prima erano dolci colline a vigna, ora sono rocce sedimentarie nervose coperte di boschi.
La salita è facile, quasi in cima prendo una piccola deviazione sperando di scoprire una nuova salita, ma niente… Si scende attraverso un’ altra via, stretta ma bella immersa tra campi e boschi isolati, prima della successiva facilissima salita di Sardigliano. Giù veloci a Stazzano, ormai si sente di essere in una zona di scambio: a nord le colline, i “vèrde” e le campagne, a sud gli appennini incolti, i “belin” e le strette vallate della Liguria che tanto mi piaciono. Il paese risente della posizione strategica, infatti è sede di industrie ed industrie ed un castello poco elevato che raggiungo (e siamo già a 4 nuove ormai).
Riparto verso Albarasca, ha alcuni tratti duri all’ 11% ma nulla di particolare, con discreti panorami sulle colline Tortonesi. A Sorli il dubbio, che giro faccio? Ormai è tardi per poter pensare di tornare presto, per cui tanto vale buttarsi in val Borbera e passare in altri luoghi poco conosciuti, quelli del Giarolo. La val Borbera è sempre bella, ma la strada così a mezzacosta mi inganna sulle pendenze, mi trovo col 34 in un tratto “piano”. Pertuso e via, mi tolgo casco e guanti non tanto per le temperature (18° ad esagerare), ma ho finito l’ acqua e voglio sudare il meno possibile. 500m dopo trovo una fontana… meglio così. La salita è duretta, ma finisce presto, continuo in costa prendendo metri di quota tra strappetti ed altro sino a Giarolo, dove alle 18 mi fermo per la merenda. Credo che questo sia il paese più longevo d’Italia, l’ età media dei suoi abitanti supera gli 80 credo… Di sicuro tutti quelli con cui ho parlato!
Veloce picchiata a San Sebastiano, paese in cui sono passato decine di volte, ma che non conosco bene, e questa è la volta buona per colmare questa lacuna. Il centro storico è tutto in ciottolato, formato da viottoli strettissimi in cui 2 persone a piedi devono fare manovra, e per ultimo alcuni muri ripidissimi, uno di quelli mi disarciona dopo diversi tentativi di ribaltamento. Non che non ce la facessi fisicamente, ma stavo cadendo! Discesa alla MTB col sedere fuori dalla sella e ritorno al presente, per fotografare un muro che mi rifiuto di fare di nuovo, con 160m cementati al 22% medi. Ma non è finita, mi manca ancora una salita nuova da affrontare, dura con asfalto rovinato e che giustamente termina anche lei in un muro cementato che affronto con le mani sulle manopole del manubrio per non cadere all’ indietro. Per mia fortuna finisce in fretta, così da riaffrontarlo nel senso fisicamente più facile.

Ora è fatta, è tardissimo considerate le mie intenzioni iniziali di tornare entro le 18:30, ma mancano solo 20km a casa, 20km con una brezza contraria ma in leggera discesa lungo la val Curone.
In totale, un giro di una lunghezza rara per quelli che partono da casa mia, soddisfacente e che ha fissato tutti e oltre gli obbiettivi del giorno. 120km, 2150m di dislivello.

Sarezzano rappresenta l’ inizio delle salite, con le nubi grandi e buone che c’erano alla partenza

Un Tarassaco. C’è chi fotografa fiori bellissimi, io mi accontento di questi

Primo muretto di giornata a Spineto Scrivia

Le strette della val Borbera sono sempre belle

La piazza di San Sebastiano. Assomiglia vagamente a piazza delle Erbe di Verona

Muraccio cattivo a San Sebastiano, quello che in cima mi ha disarcionato

Non l’ho affrontato oggi, ma non manca al mio carniere

E con questo, ho chiuso! Si capisce che è quasi al 20%?


2 Responses to “Alla scoperta di muri nel Tortonese”

  1. Aresius scrive:

    Belle stradine, da “Fiandre”!…

  2. Spurs84 scrive:

    ..o da muro di Huy :-)
    Anche qua in zona ci sono salite come quelle.. infatti..le provo solo una volta all’anno eh eh

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