Monferrato tra Asti ed Acqui

di Pedra il 01/09/2011 · Commenti disabilitati su Monferrato tra Asti ed Acqui

13 Agosto

Continua l’ inseguimento della mia filosofia de “tutti i posti vanno conosciuti“, che quest’ oggi mi porta nel Monferrato di Nizza lungo le colline comprese tra Asti ed Acqui Terme. Il giro è diviso in 2 parti, la prima tra Nizza ed Asti in solitaria, la seconda con la guida nonché suggeritore Francesco “ScalatoredelleLanghe“, lungo gli ultimi lembi di Langhe e sulle brevi collinette di Acqui.

E’ una giornata serena ed abbastanza calda, di quelle in cui si può pedalare ma non stare immobili al sole. Parto da Castelnuovo Belbo e dopo poco comincio ad assaggiare il territorio: si susseguono saliscendi su strade abbastanza belle e con un traffico tra lo scarso ed il nullo. Un’ondulazione più importante arriva con Cortiglione, che arroccato sulla collinetta mi offre una nuova salita dalla base sino alla parte alta del paese. La discesa è una picchiata che si immette sulla statale, dove con un po’ di attenzione si può bruciare lo stop, poi una rotonda mi fa cambiare direzione. Ora sto andando verso Alessandria tra campi di mais e rughe del terreno che si innalzano per 50m. Mi rendo conto di aver sbagliato strada quando ormai sono a Masio, sulle ultime propaggini 20m più elevate della pianura e del fiume Tanaro che scorre proprio lì sotto. E’ una zona stupenda per le scampagnate, con zero traffico e stradine mai monotone che tutti possono percorrere, anche chi odia le pendenze sopra al 3% o chi va in bicicletta giusto alla domenica. Mi scrive Francesco che salvo cataclismi sarà a Mombercelli alle 14 con un amico e che mi propone interessanti modifiche. Ottimo, se non mi perdo troppe volte sarò lì anch’io puntuale!
Come non detto, sbaglio strada subito dopo arrivando a Mombercelli per una via diversa da quella prevista. Ma questo è solo il primo passaggio, ora devo andare verso Asti, e non c’è 2 senza 3, seguo la statale invece che la provinciale che arriva a Montaldo Scarampi da dietro, puntando a questo paese da sud e aggiungendo comunque una nuova salita all’elenco millenario. Cerco anche un punto panoramico, ma il paese offre poco, in questo lembo di Monferrato non ci sono cime che svettino rispetto alle altre e le visuali ne vengono penalizzate.

E’ lunga la via per Rocca d’ Arazzo, mai un momento di relax e nessuno di vera discesa, mantengo i miei 150m oltre alla piana con scarti abbastanza contenuti. Però da qui si domina il Tanaro e la pianura, non male per delle collinette. Scendo, stavolta per davvero, e risalgo intensamente ad Azzano d’Asti, poi spaventato dal cartello “Asti” aggiungo km di troppo per Montemarzo (e quattro!). Un po’ di pianura nei dintorni di Asti mi prepara a Mongardino, salitella interessante con un dislivello discreto (molto meno di 200m, ma più di 100m). Come prima il cartello “Asti” mi disorienta e per questo vado dalla parte opposta, su tratti non segnati sulla mia cartina che mi riportano praticamente a Mongardino in 5km (e siamo a 5).
Con “se non sbaglio strada troppe volte…” sono già le 14 e sono ben distante da Mombercelli. Ritorno in pianura e mi metto in posizione da cronoman per tenere i 36 e tentare di limitare i danni, fortuna che Francesco mi telefona e mi scuso preventivamente per il ritardo. Ci incontriamo che mi stanno aspettando da oltre 20 minuti in cima alla collinetta nella quale sorge Mombercelli, ho studiato tutto per prendermi il primo pezzo di 55km con calma, ma il contakm ne segna 72… è ovvio che arrivi tardi :p

Lo ScalatoredelleLanghe usa un nickname veramente appropriato, il suo fisico asciutto e magrissimo è l’ ideale per sfidare le pendenze più impegnative, quando noto che tiene anche i 30 orari in pianura senza faticare capisco che per il resto del giro ci sarà da soffrire. Con lui c’è Fabio, un fortissimo passista che avrà modo di tirarci a 45 orari per qualche km in leggero falsopiano.
Il mio progetto iniziale è usato solo come spunto per un giro nettamente migliore, abbandoniamo le strade meno “non trafficate” (perché dire trafficate è un esagerazione) superando alcuni strappetti nel quale nessuno si stacca nonostante il ritmo più che turistico. L’ unico problema lo osserviamo su un dossetto verso Castelnuovo Calcea, quando alcuni motociclisti rischiano seriamente un frontale con un furgone. D’ accordo, eravamo affiancati, ma pretendere di sorpassare ai 100 in curva su un dosso senza nemmeno toccare il freno non è fatalità, è “selezione naturale”, e come in quel momento non mi faccio problemi ad affermarlo.

A Santo Stefano Belbo mi fanno assaggiare l’ acqua solforosa, a me piace e ne bevo uno sproposito data la sete che ho. Poi a Cossano Belbo inizia la Cima Coppi del giro verso Santa Libera, sopra a Vesime, 3.9km all’ 8,5% medio su asfalto ruvido. Fabio ci saluta da dietro, io tento di resistere a Francesco perdendo pochi metri alla volta, ma i polmoni cedono ed impiego molti tornanti per recuperare. Il sistema respiratorio è il mio punto debole, vorrei anch’io sentire le gambe mordere, ma capita più spesso che sia il diaframma ad andare in acido lattico ed è una brutta sensazione.
Segue un panoramico pezzo in cui F. & F. mi indirizzano tra discese e bivi, rimanendo sempre sul crinale tra Belbo e Bormida, con le alte Langhe da una parte e le più docili colline di Nizza dall’ altra. Tendenzialmente si scende, ma ogni tanto troviamo qualche strappo cattivo in cui Fabio cerca di rimanere con noi mentre i miei polmoni non fanno in tempo a soffrire.

Restando in gruppo l’aspetto più turistico del giro viene sopraffatto da quello agonistico, alcuni infidi strappetti verso Cassinasco ci mettono alla prova con i miei muscoli toracici che reggono l’ impatto. Siamo sempre sul crinale tra le valli, con sporadiche ampie viste su Canelli prima e Nizza Monferrato poi, ma il grosso è in discesa e possiamo rilassarci un po’ sino al bivio che da Rocchetta Palafea porta a Calamandrana Alta,  in cui Fabio ci saluta per far ritorno a casa. Sinceramente non ricordo bene questo pezzo, seguendo Francesco ho passato bivi e bivietti con tanti cambi di pendenza e strade variegate sino a Castel Rocchero.
(Il percorso da Cassinasco è stato: regione chiesa, rocchetta palafea, castelboglione, strada carnobbio, Castel Rocchero)
Scendiamo su una strada larga ed agevole, la “Baretta, in direzione Acqui“, poi un bivio a sinistra indica l’ inizio di una salitella che mi sorprende per l’ impegno richiesto, non certo eccessivo, ma più di quanto mi aspettassi. Superato Alice bel colle ci attendono alcuni strappetti ed un po’ di salita facile in cui saliamo veloci, almeno per il mio ritmo piuttosto buono per i quasi 130km nelle gambe. Ricaldone, Maranzana, 1km di pianura ed ecco l’ ultima difficoltà di Mombaruzzo, a quanto ho capito un classico della zona. Riperdiamo velocemente la quota guadagnata e percorriamo assieme gli ultimi km per Castelnuovo Belbo, dove finalmente è finito il giro e ci salutiamo addirittura in anticipo a quanto avevo previsto (grazie alle più belle deviazioni mi sono risparmiato una decina di km). Per ScalatoreDelleLanghe saranno 100km, per me 146km e 2200 divertenti metri di dislivello.
Grazie ancora per la compagnia, sperando di ricambiare il favore tra Oltrepò e Tortonese,  e grazie per le indicazioni che arricchiscono questo racconto!

CONSIGLI: In realtà ho poco da consigliare, le alternative sono tantissime e bisognerebbe passare una settimana in zona per poterle conoscere a sufficenza. La zona di Masio è adatta alle scampagnate, con colline minime, mentre verso Asti le quote aumentano leggermente e soprattutto le salite sono consecutive. C’è più distanza tra i paesi arroccati verso Nizza ed Acqui, ma la sostanza è la stessa. Sono luoghi adatti particolarmente al cicloturismo o per allenamenti brevi e scattanti, meno per i grimpeurs.

Montaldo Scarampi, una delle tante continue collinette

Vista sul Tanaro da Rocca d’ Arazzo. Le cime astigiane sono queste…

Francesco e Fabio che aspettano me mentre faccio delle fotografie

Colline viticole non lontano da Nizza



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