Racconto del giro “ciclo-enologico”

di Pedra il 07/08/2012 · Commenti disabilitati su Racconto del giro “ciclo-enologico”

Nonostante la pubblicità su forum, facebook, volantino in un negozio e nonostante l’ aiuto del Consorzio dei vini d’Oltrepò, questo giro è stato un mezzo fallimento. Certo che il caldo da piena estate non ha spronato eventuali indecisi (“vedrai che a Settembre ci saranno più persone” è ciò che tutti mi hanno detto e do loro ragione) e che il periodo per molti di vacanza ha impossibilitato eventuali interessati a venire, però essere in TRE è abbastanza triste sulla carta… nonostante il clima da entroterra algerino con massime di 37° ed umidità ridottissima però è stata una giornata particolare e molto divertente, e non da ubriaconi a 2 ruote come molti potrebbero erroneamente pensare.

Io e Andrea “La Fiura” arriviamo all’ az. Albani in bicicletta, nella notte ha piovuto e passando per la ciclabile abbiamo occasione di riempire le biciclette di fango. Sino a Casteggio pedaliamo tranquilli in pianura, poi c’è la salita che ci porta in quest’ angolo di Oltrepò in cui la Barbera da il meglio di se, con grossi vigneti interrotti da boschetti o campi con colture alternative alla vite. Alessandro è già lì, Riccardo Albani ci intrattiene spiegandoci i vantaggi del metodo biologico e l’ importanza della biodiversità, interloquendo soprattutto con Alessandro che da milanese con una casa nel Monferrato è un buon esperto di vino e cliente abituale di alcune aziende della zona. Andrea invece rimane meravigliato del luogo, non conosceva questa strada e già pensa a come organizzare delle escursioni a piedi coinvolgendo il proprietario.

L’ inizio è in discesa ma appena dopo inizia la salita di Montalto pavese, una delle più frequentate con un inizio di discreto impegno al 7% ed una seconda parte molto più abbordabile che intervalla tratti pedalabili a falsopiani, il tutto ovviamente in un paesaggio dominato da filiere di vigneti ed intervallato da boschetti e terreni coltivati a grano o erba medica che donano al paesaggio quella varietà che lo rende ancor più bello. Ale viaggia, nonostante sia un “ragazzotto dentro” devo faticare per rimanere con lui ed in un attimo giungiamo in cima, dove attendiamo Andrea osservando il cielo che all’ inizio sembrava quasi minacciare pioggia e che ora invece minaccia solleone. La Fiura arriva però ci spiega che la futura consorte lo ha chiamato al telefono e deve purtroppo ritornare indietro, così ci troviamo in due, ma con un altro ragazzo che ci raggiungerà più avanti per fare le soste con noi.
La discesa è strettina e a tratti con fondo stradale rifatto, nonostante ciò sento spesso Ale esprimere complimenti su queste dolci colline naturali con occasionali paesi arroccati o cascine isolate, è bello pensare alla meraviglia di un milanese che vede questo “terroir” che ciclisticamente non è comparabile ad Alpi o prealpi, ma che sa regalare percorsi rilassanti in un susseguirsi di salite e discese per tutti i gusti, un’ ottima alternativa nelle mezze stagioni!

A Mornico Losana raggiungiamo Marco “Tana” che pedala su una bici monomarcia faticando ben più di noi ad affrondare pendenze mai esagerate, ma ormai ci si può rilassare perché siamo in vista della prima sosta al “Feudo Nico”, un agriturismo con produzione propria di vino. Essendo in tre il programma è andato un po’ a farsi benedire, quando arriviamo c’è la proprietaria che ci stappa un Cruasé e ce lo fa assaggiare, questo spumante metodo classico rosato DOCG a base di Pinot Nero è la novità dell’ Oltrepò e si punta molto su un prodotto che vedo piacere molto anche a bevitori occasionali. Anche a noi piace e l’ abbinamento col Grana padano è perfetto!

Ripartiamo e Marco chiede lumi su come accorciare il percorso, con un 42×14 e senza allenamento non può certo seguirci ed allora l’ accordo è di trovarci a Montalto pavese fra un paio di ore. I chilometri percorsi sino a questo punto sono 17, ne mancano ancora 63 con una sosta ai -15, non ci resta che lanciarci nella discesa e poi salire a Pietra de Giorgi, altra capitale del vino con un famoso cantinone medievale che purtroppo ancora non ho visitato. La successiva discesa di Cigognola ci riporta in pianura attraverso una maestosa conca tutta coltivata a vitigni nel cui fondo si fa largo uno stagno.
Sino a Broni né saliamo né scendiamo, ma questo tratto sarà l’ unica eccezione della giornata, già dopo il pavée del centro riprendiamo l’ andazzo scalando Canneto Pavese, facile salita e tipica palestra dei pavesi che qui approcciano le colline. Anche le vigne qui hanno i loro nomi e da un tornante all’ altro sappiamo a chi andrà quell’ uva e che nettare di bacco ne uscirà… Una volta presa quota la strada si mantiene sul crinale con frequenti cambi di pendenza, noi continuiamo a seguirla sino a Montecalvo Versiggia dove ci ricongiungiamo alla più importante via che collega Stradella al passo Carmine (621m), via che seguiamo giusto il tempo necessario per una sosta acqua ad una fontana e per arrivare al prossimo bivio che ci riporterà in valle Scuropasso.

Propongo ad Alessandro una scelta, ci sono due versanti che salgono sino a Moltalto e quello classico previsto dall’ itinerario è più lungo, siccome siamo stretti coi tempi ed il compare lascia a me la scelta devio sulla stradina di Bosco Chiesa, avvisandolo per tempo della presenza di tratti duri e assolati anch’essi ovviamente immersi tra i vigneti. Superato il primo ricevo qualche lamentela sulla difficoltà, con un pizzico di sadismo rispondo di aspettare il successivo drittone fortunatamente riasfaltato lo scorso anno. C’è da soffrire, un tratto al 15% sotto un sole cocente ed una brezza favorevole che non permette la dispersione di calore è una dura prova da superare, ma non c’è solo questo pezzo ed infatti la salita continua e dobbiamo superare altro dislivello prima di svalicare appena più in alto di Montalto pavese.

Tana ci sta aspettando da oltre un’ ora in un bar, quando passiamo sta salendo in sella (che coincidenza!) e quindi nemmeno ci fermiamo scendendo veloci lungo la ripida discesa che porta alla seconda sosta di Finigeto a Cella di Montalto. L’ azienda è in cima ad un ripido tratto sterrato che riesco ad affrontare sempre in sella, al termine del quale c’è Aldo ad aspettarci, ragazzo di 26 anni che mi ha sorpreso per la qualità dei suoi vini e che sono contento di far conoscere agli altri, sebbene sia dispiaciuto di doverlo disturbare per sole 3 persone. All’ interno della cantina fa più fresco, iniziamo subito con una Bonarda ferma che recentemente è stata premiata al douja d’or e che tutti gradiamo parecchio, con un gusto deciso come piace a me, anche se forse è troppo deciso per essere una Bonarda, l’ apporto del Barbera è consistente rispetto a quello dell’ uva croatina. L’ ipotesi iniziale prevedeva il Moscato, ma essendo in tre tralasciamo il programma ed assaggiamo un Pinot nero vinificato in bianco già aperto e conservato in frigor, ottimo e sorprendente. A mio modesto parere Finigeto da il meglio di sé bianchi! La sosta si prolunga per un ora, da degustazione si trasforma in una proficua chiacchierata tra diversi tipi di appassionati. Acquistiamo anche 2 bottiglie che porterò sino alla fine in uno zainetto, ora c’è la discesa anche se accennando al fatto che risalendo a Montalto faremmo un tragitto più breve gli altri dei vaffa* bonari che ci stanno tutti considerate le pendenze recentemente percorse.

Non siamo ubriachi, sono stati degli assaggi ed anche se la presenza di modiche quantità di alcol è innegabile nessuno da segni di alterazione, nemmeno quando schiviamo alcune importanti buche. Sino a Casteggio è tutta valle scendendo a fianco del torrentello Ghiaia di Montalto, il vento a favore ci sorride e Tana riesce comunque a rimanere a ruota nonostante il suo solo rapporto a disposizione. Attraversiamo questo paese tra pianura e colline e ci addentriamo per risalire alla partenza, con i timori di Alessandro che all’ andata in macchina ha avuto impressioni ben peggiori della realtà. Marco ovviamente arriva dopo, ma per lui un “bravo” è d’obbligo.

Riccardo Albani ci riaccoglie ed insieme ad altri ospiti ci stappa un Barbera “delibes” del 2003. Essendo vino naturale non microfiltrato fa un po’ di fondo, ma l’olfatto con sentori di frutti di bosco e fragola unito ad un bel carattere tipico del Barbera è inebriante e al palato il gusto è molto più vivo rispetto ai vini tradizionali, specie quelli venduti a 2€ al supermercato che in confonto sono beveroni di uva. Alessandro mi parla a bassa voce facendo strane espressioni, penso che non gli piaccia ma la verità è che un vino a 16° in piena estate non è proprio adeguato… almeno per lui! Albani ci apre pure un Riesling, ma è meglio non esagerare, tra Barbera e salame abbiamo un limite e ne prendiamo giusto un assaggio.

Alessandro ha davanti a sè un’ ora di macchina prima di ritornare nel Monferrato e quindi ci saluta portandosi a casa due casse ed il Bonarda Finigeto, io comunque ho il ritorno a casa in bicicletta e per me ci saranno una ventina di chilometri in un caldo e secco pomeriggio, perciò saluto tutti ringraziando il proprietario per la grandissima ospitalità e per l’ ottima qualità dei vini, non prima di prendere a mia volta un Barbera 2008 (premiato dall’ Espresso come uno dei 4 rossi lombardi) ed un Riesling sempre 2008, a detta di Albani l’ annata migliore.

Insomma, eravamo solo in 3 ma la giornata è stata divertentissima, spero di replicarla e non solo con già degli appassionati ed intenditori, ma anche con ciclisti che bevono solo occasionalmente e che in giri simili potranno apprezzare il VERO VINO

Scendendo da Oliva Gessi tra campi e vigne, nel terreno a sinistra ci hanno pure girato una pubblicità della SKY

Cigognola vista dal crinale di Canneto pavese e Montescano

L’ arroventato muro di Bosco Chiesa, prima di Montalto pavese

Panorama dall’ az. Albani. Questa foto spiega in uno scatto cos’è l’ Oltrepò viticolo

Prosit! A sinistra Alessandro Periti, io, Marco Tana


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