Top 2012, le posizioni 10-7

di Pedra il 30/01/2013 · Commenti disabilitati su Top 2012, le posizioni 10-7

4 Gennaio – Penice e Brallo invernali

Che senso ha vivere senza fare azioni degne di nota? E’ questa la molla che mi ha spinto a studiare questo giro in pieno inverno, itinerario che tocca anche i 1460m della cima del monte Penice. A Rivanazzano fuori dall’ abitacolo ci sono -3°, a Varzi parto in bici con 1° positivo e durante la salita verso il passo comincio ad avere caldo, stimo che ci siano almeno 6°. Dal passo al monte la strada è libera dalla neve e la scalata agevole, solo presso la sommità c’è qualche brevissimo tratto con ancora 1cm di neve compressa, nulla che possa preoccuparmi. Alla vetta mi faccio fare la foto di rito, cavolo è il 4 Gennaio e sono oltre i 1400m!
Discesa bagnata sino a Bobbio e risalgo la val Trebbia allungando per scoprire una salita mai fatta, verso Ponte Organasco esce finalmente il sole ad illuminare un ambiente troppo povero di neve. La salita è abbastanza agevole, ma comincio a soffrire il dislivello troppo elevato per il periodo e gli ultimi chilometri non scorrono via facili come in estate. Dai 950m del passo del Brallo mancano 17km di discesa, e poi la prima pedalata montana è finita!

Totale: 90km, 2100m

Bobbio dal monte Penice. Di neve giusto delle macchie alle quote più alte

Io un po’ affaticato, ma d’ altronde ho fatto 1050m consecutivi di dislivello

21 Giugno – giro del solstizio

Ormai è per me un classico, il 21 Giugno rimango in giro sino al tramonto che nel giorno più lungo dell’ anno cade alle 21:30. Partenza al mattino prestissimo (7:35) per scavalcare Montemarzino e scendere al birrificio Montegioco (giusto per intendersi, recentemente il birraio ha vinto il premio come “migliore d’Italia”) per acquistare qualche bottiglia che porto nello zaino sino in ufficio, ovviamente aggiungendoci la salita di Sarezzano.
Finito l’orario di lavoro ho sonno a causa della sveglia anticipata, per questo parto abbastanza frenato per un giro che prevede numerose salite. Quando le pendenze si fanno più dure sul muro di Vallescura le gambe cominciano a girare meglio, l’ orario tipico della cena è il momento ottimale per il mio bioritmo e spiano diverse salite consecutive, guardando perplesso una cella temporalesca sul Piemonte che invia le sue propaggini sino all’ Oltrepò. Alle 20:50 attuo il cambio occhiali mettendo quelli trasparenti, sono in anticipo e riesco pure ad allungare per un’ ulteriore salita, giungendo a casa alle ultimissime luci con strisce di pioggia verso ovest e qualche goccia che comincia a cadere quando sono davanti al cancello di casa.
Totale: 95km, 2290m, 10 colli
LINK: http://giriesalite.altervista.org/?p=1711
Bran e Tentatripel, che buone!

Comincia a far buio, ma mi manca ancora l’ ultima salitella!

 

14 Luglio – Milano / Genova

Il giro di oggi prevede di accompagnare 3 milanesi dalla loro città sino alla riviera, tendenzialmente ad Arenzano, per poi rientrare in treno. Io li aspetto (a lungo) a Rivanazzano, uno di loro ha bucato e complice il vento contrario hanno già accumulato mezz’ora di ritardo. Risaliamo la val Curone combattendo contro un vento teso, svalichiamo a Dernice ed attraversiamo le strette della val Borbera, dove gli altri si sentono persi e non hanno bene idea della posizione. Ad Arquata Scrivia ci fermiamo in un negozio per prendere una camera d’aria di scorta, come usciamo metto il 50 e trac … si rompe il filo! A 200m dal negozio però! Dopo la riparazione ci rimettiamo in viaggio verso Gavi, dove prendiamo la dolce salita collinare che ci porta all’ imbocco del monte Lanzone, alcuni chilometri impegnativi. La discesa è forse peggio, ci sono fortissime raffiche laterali che rendono l’ equilibrio precario. Risaliamo quindi a Capanne di Marcarolo, dove gli altri cominciano a patire i 60/70km in più rispetto a me.
Decidiamo di puntare a Genova e continuiamo sempre all’ insù sino ai Piani di Praglia, dove veniamo accolti da un cielo grigio, asfalto bagnato e nebbia che a tratti nasconde le curve della successiva discesa. Scesi a Campomorone veniamo sfidati da 3 brevissimi scrosci di pioggia di qualche minuto ciascuno, questo però non mi scoraggia e considerati gli orari dei treni ed il vento favorevole capisco che farei prima a tornare in bici… Saluto gli altri e riprendo a salire sul facile ma lungo passo dei Giovi.
Il vento è favorevole, ma meno forte del previsto e compensa giusto la stanchezza. Arrivo ad Arquata ed il cielo si fa nero, con forti tuoni e grosse gocce che a Serravalle si trasformano in un acquazzone dal quale mi riparo sotto una tettoia. Dura giusto una ventina di minuti, poi mi rimetto in marcia sempre aiutato da una brezza sino a Tortona, dove cedo alle lusinghe della fame e mi fermo per una merenda prima di tornare definitivamente a casa, sicuramente non più tardi di quando sarei tornato se avessi preso il treno…

Totale: 185km, 2500m
LINK: (In realtà non ne ho mai scritto…)

Val Borbera da Dernice, passeremo in quelle strette

DILUVIO!

 

30/06 – Cottura al Lesima
La giornata è calda e per questo la trascorrerò sui monti pavesi, dove la temperatura sarà l’ ideale per sfidare le alte vette Appenniniche. Per migliorare la dispersione di calore indosso una vecchia maglia bianca tagliata a canutiera, quindi parto in direzione Varzi salendo poi sin al Pian dell’ Armà, 1480m con una strada che nel secondo tratto è troppo rovinata pure in salita. Scendo al Giovà ed incontro due compagni di squadra coi quali faccio un fresco ristoro prima di scendere verso Pianostano, dove li saluto dovendo salire sino al monte Lesima via Cencerate, una salita che le altre volte mi ha sempre creato problemi.
Stavolta arrivo a Cima Colletta senza patimenti e posso avventurarmi tranquillo sulle ripide rampe che mi portano ai 1724m della vetta, una salita molto dura che ho affrontato solo due volte con oggi… Scendo al Brallo e ritorno quasi a Varzi, il caldo comincia ad essere fastidioso ma mi manca ancora la scalata del Penice via Menconico, una strada secondaria con pendenze di tutto rispetto ed un bosco che non riesce ad ombreggiare il sole alto di metà giornata.
Al Penice decido di allungare verso Romagnese, una sosta refrigerante alla fontana di Casa Matti è obbligatoria prima di percorrere la val Tidone sino al bivio di Valverde, ultimo infido strappo prima della lunga ridiscesa in val di Nizza prima e Staffora dopo.
La scelta della canutiera si rivelerà disastrosa per quella porzione di pelle non ancora abbronzata, dapprima una forte scottatura mi obbligherà a spalmare continuamente delle pomate, poi si formeranno delle bolle prima che la pelle morta lasci spazio a quella nuova. Ancora oggi che scrivo porto i segni di quella giornata con il segno dell’ abbronzatura non più a metà braccio, ma a metà spalla…

Totale: 153km, 3400m
LINK: http://giriesalite.altervista.org/?p=1724

Muro finale del Lesima, arriva fortunatamente dopo del piano

Il ripetitore aereo sulla vetta dell’ Oltrepò


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