La 16 colli

di Pedra il 16/01/2014 · Commenti disabilitati su La 16 colli

28/09/2013

La genesi di questo percorso parte da una sfida rivolta a me stesso che consiste nel tracciare il percorso col maggior dislivello possibile rispettando una sola regola: non è possibile passare due volte per la stessa strada. Possono far eccezione poche centinaia di metri, ma sono proibite inversioni ad U. Il primo risultato è stato un giro con 2700m di dislivello in 92km, un risultato più apprezzabile l’ho realizzato a fine settembre con questo percorso di 133km e 3900m con ben 16 salite intervallate al più da due chilometri di falsopiano.

La partenza è da casa a Rivanazzano, uscito da questo paese di 5000 anime inizia lieve la prima salita di Pozzol Groppo, salita conosciuta a memoria con alcuni punti ripidi intervallati da pianori in cui rifiatare. Con le ruote all’ insù cominciano i pensieri, la giornata coperta, l’ assenza di novità e la consapevolezza che questa è la prima salita e ne mancano ancora 15 … mi porta in uno stato di semi-trance agonistica, attendo a non superare i limiti mantenendo comunque un ritmo che mi permetta di centrare un altro obbiettivo odierno: i 20kmh di media.
Ai due/terzi del dislivello imbocco la discesa che da Alta Collina mi porta a Godiasco, seguendo la via verso la seconda salita di San Lorenzo, che con un tratto duro a doppia cifra mi riporta sul crinale di Pozzol Groppo. Svalico ai 435m verso Zebedassi scendendo in val Curone, ho giusto il tempo di prendere la borraccia prima della terza mia amata Montemarzino, 3km pedalabili con ampi tornanti. E’ poco dopo che c’è il brevissimo sovrapponimento del tracciato, scendo a Monleale via Ville e risalgo via Monleale alto, ma per 200m pedalo sulla stessa carreggiata ammirando queste semplici colline che si tuffano nel mare infinito della pianura padana. Mi capita spesso di pensare a quanto sia fortunato ad abitare in zone in cui comunque la salita non manca, seppur non si tratti di alture eclatanti.
1-4
Scendo a Montegioco, tocco la provinciale della val Grue e sono nuovamente col naso all’ insù verso Montebello, togliendo lo sguardo dal 5° gpm solo per ammirare una macchina vendemmiatrice. Ritorno in val Grue e risalgo nuovamente a Montemarzino dal versante di Scrimignano, superando il paese e scendendo poco più avanti per imboccare i numerosi tornanti che uniscono la valle allo stesso crinale ad Avolasca, da cui la strada continua stretta e ruvida in un fitto bosco sino alla bocchetta di Oliva, proseguendo ancora ripida sino a valle. Saluto la val Grue da Polverola, via secondaria che mi fa soffrire con le sue micidiali rampe centrali e che prosegue in costa sino a Guardia di Brignano Frascata. Siccome lo scopo è di aumentare al massimo il rapporto tra dislivello e km, devio per Vallescura e scopro con piacere che è stato appena riasfaltato il muro in discesa che mi porta verso San Sebastiano Curone
5-8

Guardamonte coi suoi 680m è la cima Coppi da cui si ammira il Giarolo in tutta la sua maestosità, e questo punto rappresenta anche il definitivo passaggio in territorio lombardo, il quale mi riserva ancora 7 salite, seppur mediamente più brevi della parte passata. Segue Vignola, un allungo verso Pizzocorno che passa sotto le pareti di arenaria che fanno un po’ assomigliare questo tratto a dei più blasonati passi dolomitici. Da Ponte Nizza inizia Piumesana, con doppie cifre centrali ed un asfalto ormai rovinato verso la fine. La ripida discesa ha un fondo migliore, ma devo fare attenzione sia ai muri che alle strette curve cieche. Davanti a me c’è Sanguignano, salita assolutamente normale con tornanti, pezzi in discesa e nessuna difficoltà da segnalare.
La stanchezza sta cominciando a farsi sentire, sono in sella da diverse ore e nonostante il cielo sia rimasto sempre coperto la temperatura non è propriamente fresca e l’umidità ostacola l’evaporazione del sudore. Ma il grosso è fatto, mancano 4 gpm e solo uno di essi è preoccupante.

9-B

Questa salita di Languzzano mi piace, presenta strappi fetenti seguiti da piano, tutta su manto stradale liscio e con un dislivello complessivo di poco superiore ai 100m, particolarità gradita a questo punto. Altra discesa ripidissima verso Cencerate prima dell’ ultimo spauracchio di Rocca Susella, 350m verticali in 4km e da affrontare con la borraccia ormai vuota. Sino alla metà la salita non è problematica, è dopo Gaminara che devo pescare dal fondo delle mie energie per superare l’ accoppiata malefica di ripidità e fondo ruvidissimo, unita ad un inizio di disidratazione che cerco di colmare alla fresca fontana nel bosco a 1500m dal valico. La discesa… stavolta non è ripida, ma l’ultimo tratto è veramente da denuncia e sono obbligato a scendere coi freni tirati per non sollecitare in maniera esagerata il telaio ed il corpo che comincia ad essere provato.
Ne mancano 2 che insieme valgono come una, Murisasco è la prima che in due chilometri sale di 130m, poi ritorno in picchiata sino quasi alla pianura di Retorbido, da cui allungo volontariamente per aggiungere gli ultimi 100m verticali dele Fonti di Retorbido, una salitina fin troppo abituale che mi riporta a Rivanazzano, e cioè alla meritata fine dei giochi con l’ ultimo, obbligato chilometro di pianura per attraversare il paese.

C-0

Confesso a voi lettori che questo itinerario è molto più duro se percorso nel senso inverso, ho affrontato solo 3 delle 16 salite dal versante più difficile. Però questo non toglie merito a questa giornata, alla fine il contachilometri ne segna 133, il dislivello è di 3900m, 4 i litri di acqua bevuta e soprattutto la media oraria è di tutto rispetto: 21.8kmh, cioè poco più di 6 ore pedalate e meno di 7 complessive considerate le fotografie ad ogni valico ed i diversi pit-stop idrici.
Questa la traccia della 16 colli. C’è una piccola sovrapposizione verso Cà del Borgo (Monleale/Montemarzino, sebbene le traiettorie non si incrocino): http://tracks4bikers.com/beta_tracks/show/159718
E se non fosse abbastanza, ecco la 20 colli: http://tracks4bikers.com/beta_tracks/show/157945


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