Valpolicella e Non (pt. 1)

di admin il 15/04/2014 · Commenti disabilitati su Valpolicella e Non (pt. 1)

Chi segue il blog sa che sono un po’ intrippato col vino, perciò il Vinitaly per me è uno di quegli appuntamenti a cui non mancare e siccome ho disponibilità di alloggio “parentale” ad 1km dall’ ingresso non posso più assolutamente perdermelo. Ma Verona è anche Lessinia e zone che ho già frequentato in passato, per cui il bagagliaio dell’ auto serve anche per trasportare il mio mezzo a due ruote in previsione di due giri belli tosti (per il periodo).

VILLA FAVORITA 5/4

Ma il primo giorno è dedicato al vino e ad una fiera del vino “naturale” a “Villa Favorita” a Monticello di Fara tra Verona e Vicenza (la coincidenza di date è voluta per dare la possibilità agli acquirenti internazionali di visitare più eventi), in cui i produttori si impegnano a fare il vino in modo radicale, abolendo totalmente l’ utilizzo di chimica sia in vigna che in cantina e limitando al massimo l’ uso della tecnologia, coltivando l’ uva in maniera naturale (sono ammessi solo trattamenti con zolfo e rame, più qualche solfito in cantina) e non ritoccando il mosto in alcun modo, per cui in caso di annata negativa avranno un prodotto meno buono. Il modo giusto per iniziare queste vacanze!

VALPOLICELLA CLASSICO SUPERIORE (6/4)

Domenica mattina parto senza postumi alla riscoperta della Valpolicella, salutando un pubblico incamminato verso l’ingresso della più grande fiera enologica italiana. Si inizia col passaggio in piazza Brà davanti all’ Arena, poi lanciato percorro il Lungadige verso Parona letteralmente preso d’ assalto da ciclisti, podisti ed anche numerosi pattinatori, sport qui abbastanza praticato, che approfittano della temporanea chiusura al traffico. Prendo la via della Valpolicella e da Negrar inizia la prima salita che percorsi in zona nel 2005, quella verso Fane su una strada larga a due corsie che parte decisa e continua con alcuni falsopiani, diminuendo la pendenza con l’ aumentare della quota. La Valpolicella è così, parte decisa dalla pianura e poi si fa più facile, arrivando però diretta attorno a quota 1000 e proseguendo anche sino ai 1400/1600m, con salite che complessivamente presentano fino a 1500m di dislivello!

Nel 2005 la Negrar-Fosse mi fece soffrire parecchio, oggi molto meno, ma prima di S.Anna di Alfaedo devio e scendo verso Marano di Valp. con tratti ripidi intervallati da falsopiani. La differenza con le colline di Oltrepò e Tortonese è impressionante, a partire dal manto stradale generalmente buono alle pendenze mediamente più ripide, qui è un attimo superare i 60 orari e trovarsi a dover mulinellare il rapportone e a dover pennellare lunghi tornanti.
Tra Marano e Fumane entro nella zona tipica dei vigneti, notando con un po’ di disappunto che molti di essi hanno l’ erba rossa, indice di un uso intensivo di diserbante. A Fumane inizia l’ altro versante di Fosse, con alcuni bei tornanti che fanno prendere quota ed una strada non dura che sale con occasionali spianate. Ridendo e scherzando sono 800m di dislivello, valori a cui non sono assolutamente abituato.
Da Fosse si vede il monte Baldo ancora completamente innevato, sintomo delle grandi nevicate che quest’ inverno hanno riempito di dama-bianca le quote medio-alte. Proseguo verso Erbezzo, da alcune nuvole scure vedo scendere delle precipitazioni e la cosa mi fa preoccupare a buon ragione, visto che nel tratto di salita successivo comincio a sentire delle goccioline e a vedere i pantaloni con il tipico segno della pioggia. Ma mi va bene, sino ad Erbezzo (1118m) praticamente non mi bagno.

Inizia la lunga discesa e trovo la strada umida, il rovescio è passato lasciandosi la traccia lungo l’ asfalto sino al raggiungimento della Valpantena, a quota  250 (così come le salite, anche le discese sono lunghissime rispetto ai miei standard!). A Grezzana cerco a lungo l’ imbocco dell’ ultimo GPM di Montecchio, ma il cartello stradale latita e devo far fondo ai miei ricordi per infilarmi in quella via a senso unico che si presenta con un onesto cartello di “14%”. Adoro queste asperità, costantemente dure senza eccessi, nel bosco e con sede molto stretta e ben asfaltata che mi fanno guadagnare quota in fretta e senza sentire la fatica degli altri due scalpi già affrontate. Arrivo a Montecchio ed i ricordi affiorano veloci, con la strada che scende ad Avesa e propone ripidi e stretti tornanti tra le ultime abitazioni di questa frazione della città scaligera.

Trovo (con un po’ di fatica) la via per piazza Brà e quindi per la zona fiere dove risiedo, ma prima di staccare il piede dal pedale allungo passando davanti al Vinitaly nella speranza di incrociare qualche celeberrimo ubriacone in stato pietoso, ma alle 16:30 quel tipo di visitatore è ancora dentro a bere …

Si sale da subito, peccato per la foschia
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Lassù ce n’è ancora tanta di neve!
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Vigneti a pergola
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Il monte Baldo ancora innevato
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A seguire … Vinitaly (anche se fuori tema) ed alta Lessinia!

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