Valpolicella e Non (pt. 2)

di Pedra il 21/04/2014 · Commenti disabilitati su Valpolicella e Non (pt. 2)

VINITALY (7/4)

Vado un po’ fuori tema di questo blog, ma voglio dedicare due righe a questo importante evento visto dal mio punto di vista. (più avanti c’è il racconto del Branchetto 1590m)
Camminando verso l’ ingresso incrocio di tutto, pseudo-manager in giacca e cravatta nonostante i 20° delle ore 10, ragazzi vestiti molto casual qui solo per bere e signorine con tacchi 12 che già traballano ancor prima di prendere in mano il bicchiere. E’ lunedì, il giorno di intermezzo tra chi viene per lavoro e chi per interesse/bere e può prendersi un giorno di ferie.

Entro con biglietto omaggio ed il primo padiglione è quello del Piemonte, e qui noto subito la differenza con le altre fiere: il Vinitaly è molto classista, si vede subito chi può permettersi per un mega-stand personalizzato con posti a sedere riservati ai compratori e chi invece si deve accontentare di un bancone condiviso dando assaggi a tutti. Giro a lungo per orientarmi, la scelta è veramente sconfinata ma molti sembrano già impegnati a servire buyer o presunti tali seduti ai tavoli. Parto dall’ azienda “La Montagnola” di Viguzzolo (AL) i cui proprietari mi riconoscono (!) ed assieme ad un importatore svedese mi offrono una verticale di Timorasso, poi mi fermo da un’ altra azienda di Torino (Balbiano). Passo al padiglione Lombardia, austero e meno luminoso, con la Franciacorta completamente imballata, l’ Oltrepò che nemmeno mi degna di uno sguardo (a parte il saluto di un conoscente allo stand del consorzio già impegnato con degli altri), la zona Lariana e quella di San Colombano poco occupate e disponibili, la Valtellina ampia e relativamente vuota.
Mi sto deprimendo, non è la fiera che fa per me e non sono il tipo che va a pretendere gli assaggi e nemmeno disturbare chi già affaccendato, per fortuna nel padiglione Emilia-Romagna tiro su il morale con diversi assaggi di piccoli produttori (anche bio) e di uno stand relativo ad una competizione di Lambruschi, con persone molto più disponibili rispetto alle altre incontrate sin’ ora.

Dopo un paninetto attraverso senza fermarmi il Veneto e la Toscana ed entro in Puglia, dove c’è anche lo spazio dedicato ai vini biologici certificati. Qui è tutt’ altra musica, è facile trovare uno stand libero e tutti i produttori sono gentilissimi e mi invitano a sedermi, cosa che a questo punto quasi mi imbarazza. A molti specifico di essere un semplice appassionato, ma questo non crea problemi ed anzi cercano di venirmi incontro. Anche la qualità si alza, non trovo vini negativi e tutti si bevono che è un piacere (tanto devo tornare a casa a piedi). Ho un ricordo positivo di tutti, in particolare “la Fontanina” (Grezzana, VR) con un olio strepitoso e che mi regalano una barbatella, “Vignato” (VI), “Gulfi” (RA), “Amastuola” (TA), “Tenuta Vitereta” (AR).
Per finire la giornata vado nel settore ViViT di piccoli produttori molto legati al territorio, gli stand sono tavolini quasi attaccati e per comodità all’ ingresso mi viene consegnato un bicchiere con cui assaggiare, mentre tutti gli altri settori hanno i propri prontamente lavati dallo staff. Ormai sono a fine giornata ma riesco ancora a fare assaggi interessanti, arrivando assieme agli altri all’ orario di chiusura con la tipica lotta per l’ ultima degustazione dagli ultimi eroici produttori ancora disponibili ad offrirci da bere, col fine di sfruttare il Vinitaly sino all’ ultimo!

Una bella manifestazione che però richiede almeno 2 giorni per essere visitata tutta e che mostra tutte le contraddizioni di ciò che è relativo al vino. Non mi lamento però essendo entrato gratis!

VALICO DEL BRACHETTO (8/4)
(Giro Soave, ma Durello!)

Confesso di avere un pochino sofferto il Vinitaly, ma non avendo il problema di guidare né quello correlato di rimanere bloccato nel traffico mi sono concesso qualche assaggio in più… Principalmente ho sonno ed è per questo che taglierò il percorso.

Passo ancora davanti all’ Arena di Verona, crocevia per le montagne, svoltando stavolta verso destra in direzione di Montorio, paese alle pendici della Lessinia che raggiungo dopo aver sbagliato strada ed aver inutilmente allungato su statali e pianura. Praticamente il giro di oggi ha una sola salita, ma che dai 100m attuali arriverà sino ai 1590m del valico del Branchetto!
Inizia su strada larga e pedalabile, con poco traffico e larghi tornanti che attraversano grandi coltivazioni di olivi fautori di un olio pregiato nonostante la posizione apparentemente non idonea. E’ una salita che definirei monotona, abbastanza costante e tutta al sole sino a San Rocco, poi c’è un tratto di discesa utile per cambiare ritmo ed infine, in vista della montagna, riprende ad arrampicarsi in modo molto più deciso con interessanti viste sugli alti Lessini ancora innevati.

A Roveré Veronese un fragrante aroma di biscotti invade l’ aria, a pensarci questo è il posto ideale in cui aprire un’ industria dolciaria con la sua aria ed acqua buonissime! Poi continuo ed arrivo sino a Velo veronese, dove la temperatura comincia a farsi freschina e da cui parte il tratto finale verso S.Giorgio, pezzo che non mi piace e su cui pedalo quasi controvoglia. La carreggiata rimane molto larga e completamente libera dal traffico, con l’ aumentare della quota comincio a trovare anche l’ ultima residua neve sui bordi, la quale pian piano conquista la totalità del panorama.
Sono a quota 1400m e sembra ancora inverno, con la dama bianca che spadroneggia mostrando curiose macchie rossiccie in ricordo della nevicata che ha portato con se il pulviscolo dal deserto del Sahara. C’è un pezzo di discesa e ne approfitto per mettermi l’impermeabile, se giù in pianura il clima era ottimo, qui siamo attorno ai 10°.
Supero San Giorgio ed i suoi impianti da sci ormai deserti e salgo sperando nella veloce risoluzione di questo GPM “hors categorie”. La foto al cartello è d’obbligo, incastro la bicicletta nella neve e scatto un panorama più tipico del mese di Febbraio. In discesa ritorno al verde dei prati verso Bosco Chiesanuova e continuo sul lungo saliscendi che taglia in due l’ alta Lessinia e che congiunge questo paese ad Erbezzo, da cui ero passato già due giorni fa. C’è ancora discesa sin quasi a Fosse, poi devo affrontare un valico non ufficiale di almeno 150m verticali per immettermi nella lunga discesa da S.Anna a Negrar.

Le strade in zona sono generalmente tenute bene, larghe e molto veloci, divertenti da fare su due ruote e con dislivelli considerevoli. Supero Negrar, arrivo in Lungadige Parona e passo nuovamente da piazza Brà quando ricevo la telefonata del capo che mi conferma che giovedì e venerdì dovrò andare in trasferta dal cliente. Mini-ferie quasi finite, ma in già mi aspettavo questo impegno e… in fondo lo speravo!

119km, 2350m

Domani mattina mi aspetta un’ altra “impresa” e nel pomeriggio il giro della “Valpolicella classica”

Si sale, giornata parzialmente coperta
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Alle alte quote è nevicato tanto questo inverno
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Neve bi-color salendo a San Giorgio
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Otto Aprile, a quota neanche tanto elevata
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Un tocco d’arte circondato dalla neve
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Vacche curiose e pascolatrici in semi-libertà

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