Brez, Castrin e Palade

di Pedra il 13/05/2014 · Commenti disabilitati su Brez, Castrin e Palade

Prima del racconto del primo giro Alpino del 2014 vi ricordo che sabato 24 ci sarà il 6° giro del Tortonese, un appuntamento che organizzo annualmente alla scoperta delle colline di Tortona (AL). 110km in un gruppo di una decina di persone


Il cielo dell’ alta val di Non è coperto, la temperatura discreta e pian piano sembra stia aprendosi. L’ abbondante colazione (“i ciclisti sono clienti complicati, mangiano un casino a colazione!“) mi fornisce le calorie necessarie per questo itinerario corto, ma veramente irto di difficoltà. L’ idea iniziale è di partire con la Mendola+monte Penegal, ma il pensiero di dover approcciare il lungo Palade con già 2500m di dislivello nelle gambe lo derubrica a possibilità extra finale a seconda della condizione. E’ un po’ da vigliacchi, ma devo anche tenere a mente che ho ripreso da 5 settimane e che sto per affrontare un giro extra-strong ad Aprile.

Temperatura freschina, spero nel sole perché coi vestiti sono stato molto sul leggero (e se scrivo così si può capire come andrà a finire…)
Partenza in falsopiano verso Fondo, poi la veloce discesa della val di Non occidentale mi porta al bivio di Castelfondo e della sua Forcella di Brez, ripida salita che inizia proprio sopra le gole del torrente Novella. L’ inizio è abbastanza semplice, superato il paese la strada si incattivisce e si fa permalosa nei confronti di chi l’ affronta a viso aperto, con sinuose linee nel bosco separate da due ripidi tornanti scavati nella roccia. Sapevo che fosse tosta, ma non a questo livello, è solo quando vedo la neve a bordo strada che intuisco l’ avvicinarsi del valico a 1398m, raggiunto dalla bellezza di 6,5km al 9%. Mai durissimo, questo GPM è piuttosto costante e se contate che sino a Castelfondo è ancora agevole… potete capire cosa siano i restanti chilometri!

Discesa altrettanto ripida verso il territorio altoatesino in valle Pescara, con la vista delle Alpi ancora abbondantemente innevate e con un innesto velocissimo verso la successiva salita, di cui i primi 100m volano per inerzia ed il resto va guadagnato. Il passo Castrin è una di quelle quasi sconosciute, ma con numeri di tutto rispetto, seguendo il torrente guadagna velocemente quota in un ambiente boschivo, su strada larga e quasi rettilinea, raggiungendo il valico posto in una lunga galleria in soli 7.5km al 9.3% MEDIO! Salgo in realtà senza troppi problemi, l’ entusiasmo di essere sulle Alpi a metà Aprile fa dimenticare ogni sofferenza e la massima non è mai troppo superiore alla media. Gli unici segni di vita sono in prossimità di Proveis, paesino posto alla metà del tragitto.
Non c’è cartello che indichi la fine, è solo la neve sempre più abbondante che forma anche curiosi archi sopra le rigogliose acque del ruscello a segnalarmi indicativamente la quota. Ai 1750m (???) c’è la famosa galleria ed anche la cima Coppi di oggi. Vestito come sono ho freddo, la galleria è lunga 1.8km e ripida, sento i segni del gelo sulla fronte e le mani perdono un po’ di sensibilità, ma in maniera poco preoccupante. E’ più inquetante la discesa: bella e larga, ma in un panorama da alta montagna con una ripida vallata a lato ed un’ altrettanto ripida carreggiata sino all’ innesto in val d’Ultimo. Seguo il torrente passando per San Pancrazio (nome italiano), una curva continua che riprende anche quota prima di tuffarsi in picchiata in alta val d’Adige in un panorama di meleti e qualche vigneto che rubano spazio all’ irta montagna che circonda Merano ed il paese ai suoi margini in cui si finisce di scendere (Lana)

Sosta veloce per ricaricare la borraccia e riparto, mi sento abbastanza bene ma davanti a me c’è il passo Palade, altra difficoltà di cui non conosco i dati ma che so essere lunga (poi scoprirò che sono 1200m di dislivello al 6,9% in 17.4km!). Il cielo rimane coperto e la temperatura tiepida, ma confido di non avere freddo in cima. (E se scrivo così…)
L’ inizio è abbastanza morbido e relativamente trafficato, passo in una galleria in pavée e proseguo costeggiando l’ Adige mentre prendo quota con facilità. Dal lato opposto scendono molti ciclisti, segno della sua popolarità. Superato il bivio per Prissiano si cambia aria, il panorama diventa montuoso con alte nebbie e pendenze un po’ più impegnative che succhiano le mie energie chilometro dopo chilometro. I cartelli mi aggiornano ogni 100m sulla distanza percorsa, ma è tutto un lentissimo decadere delle prestazioni ed un lento diminuire delle temperature, tanto che dopo Caprile di Tesimo comincio ad avere la pelle d’oca e sentire qualche sporadica goccia toccarmi le cosce. Metto i manicotti in salita (!) ed il cielo mi illude lasciandomi altri due chilometri senza precipitazioni, ma quando la fine sembra ormai prossima l’ asfalto cambia colore e quelle che sembravano due gocce si moltiplicano… Piove! In maniera leggera, ma sufficente a bagnarmi una volta raggiunto il colle.

Vorrei scattare almeno una foto della bicicletta sotto il cartello dei 1518m del valico, ma avendo già freddo in salita è meglio scendere e velocemente! Per fortuna ci sono due fattori favorevoli insieme che mi aiutano, cioé le precipitazioni leggere ed una strada poco ripida e semplice, perché ho già i tremori, gli occhiali sporchi e le mani in principio di congelamento a rendermi difficile questo falsopiano ripido.
Fondo 6km” … 5km … 4km … ma quando arriva, brrr… Mi fermi in galleria per scaldarmi un attimo e fare pipì, anche se devo confessarvi che ho fatto fatica a trovarLo e a tenerlo in mano per svuotarmi. Mi faccio coraggio in quanto ho anche passato di peggio, in pochi minuti arrivo a Fondo in cui trovo le strade quasi asciutte e da cui non prendo più pioggia. Ci aggiungo un pezzetto di salita sino a Malosco principalmente per scaldarmi, ma la vista di un mio compare poco più avanti accende gli istinti corsaioli e noto che la gamba è ancora buona. Questi 120m verticali sortiscono un po’ di effetto, ma in direzione della Mendola vedo solo nuvole nere e decido che per oggi è abbastanza, per cui ritorno in albergo a Romeno

Totale: soli 89km, ben 2820m ed un rapporto salita/km tra i più alti di sempre.

PS L’ hotel “La Quiete” merita molta pubblicità in quanto mi hanno trattato benissimo, sempre disponibili alle mie richieste e con una pensione completa ad un ristorante associato che mi ha riempito alla grande ad ogni pasto. Fortemente consigliato!
Poche le foto, la giornata opaca ha offuscato i panorami

L’ inizio della forcella di Brez via Castelfondo, sul torrente Novella
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Lana, tra Palade e val d’Ultimo
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Brrr, meglio scendere subito!
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Penso che avrei scalato il Mendola senza problemi, ma questo cielo me l’ha sconsigliato
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