Giro dei vigneti, 2° racconto

di admin il 13/11/2014 · Commenti disabilitati su Giro dei vigneti, 2° racconto

Noi del percorso lungo siamo sulle prime propaggini collinari di S.Maria della Versa, al bivio che scende da Soriasco a circa 30m di quota sopra il paese. Siamo in 11 ed abbiamo già affrontato le due salite principali, ma ce ne mancano quattro e mezzo che ci faranno assaporare la vera essenza della zona viticola dell’ Oltrepò, quella formata da dolci colline a monocultura con salite pedalabili e versanti alternativi diretti e molto più ripidi. Davanti a noi c’è la scalata di Torrone di Rovescala, con un inizio duro al 10% su asfalto ruvido seguito da un piano su cui i panorami si cominciano ad allargare sino al facile scollinamento dopo un paio di chilometri. Qui non scatta l’agonismo, ma la selezione è naturale ed io mi sfilo anche per scattare delle fotografie ad un panorama più rosso e marrone del solito a causa del clima piovoso di tutta l’estate, poco salubre per le tante viti attaccate da malattie funginee che hanno alterato i colori delle loro foglie.
Sulla difficoltà altimetrica non c’è altro da dire, d’ora in avanti si tratterà di collinette, ma al valico qualcuno decide di bere un meritato caffè mentre altri affrontano degli imprevisti. Mi riferisco a Giulio, il quale lamenta di non riuscire più a cambiare bene e che teme che la leva del suo cambio si stia rompendo. Mike non esita a mostrare ulteriormente le sue doti da meccanico e studia la situazione, notando che il filo si sta rompendo (problema tipico del cambio Shimano) e suggerendo di usarlo il meno possibile, poiché senza tensione la catena si fissa sul pignone più duro (come successe a me a metà della salita del Penice…). Per sua fortuna la catena è sul 19, un rapporto che rappresenta un buon compromesso tra discesa e salita d’ora in avanti mai oltre al 10%.
Ma pure io lamento qualche problema, fatico enormemente ad incastrare la tacchetta nel pedale col piede che balla. La discesa verso Rovescala presenta iniziali contropendenze e poi divertenti tornanti che tra infiniti vigneti al confine piacentino degradano sino all’ infinita terra piatta padana, io precedo gli altri ed attuo una sosta imprevista per sistemare il mio problema, notando che la tacchetta è da cambiare (ma per davvero stavolta!) e staccarne un pezzo recuperando l’agibilità e la comodità, sebbene rimanga in sede in maniera precaria.

Un paio di chilometri più in basso, praticamente dove l’orografia diventa piana, c’è il bivio per la salitella successiva di Costa Montefedele, con inizio normale ed una spianata centrale su strada bellina, ma con qualche grossa buca di troppo che evitiamo senza problema. Il ricompattamento è a fine strada, si cominciano a vedere su alcuni volti i primi segni di stanchezza a causa di un itinerario senza relax, ma c’è ancora un bel pezzo da fare e quindi proseguiamo.
Si sale ancora leggermente sino a Montù beccaria, meno di una salita sino a questo balcone della prima collina che svolge lo sguardo verso Stradella, nel quale comincia a farsi avanti il bisogno di riempire le borracce in questa calda beffarda giornata di metà ottobre (ricordo che siamo partiti 20 minuti dopo a causa della pioggia circostanziata sopra le cantine Guerci, punto di ritrovo), ma qui non ci sono fontane e quella presente all’ inizio di Montescano dicono non essere potabile. Qualcuno si ferma al bar, altri tengono duro in previsione di una breve deviazione a Castana, tutti però scendiamo dovendo rimanere dietro ad un autobus con relativi fumi di scarico sino alla val Versa, dove 50m di falsopiano portano all’imbocco della salita successiva di Montescano, che passa in mezzo al paese mantenendo pendenze costanti.
Il copione è già scritto, io Christian Andrea rimaniamo a ruota del giovanissimo Matteo, ma stavolta verso la fine sono Christian ed Andrea a staccarsi e solo io ad arrivare assieme alla giovane promessa di Pavia, e come mi riferiranno alla fine sarò l’unico ad aver tenuto la sua ruota per una salita intera!

Bisognosi di acqua avanziamo verso Castana, dove tutti troviamo una fontanella da cui rifornirci prima di imboccare la stretta e ripida strada di Martinasca, scelta quasi obbligata alternativa al passaggio dentro Broni. Per fortuna la strada è asciutta e non ci sono problemi. In valle Scuropasso facciamo gruppo sino a sfiorare Broni e raggiungere lo stagno che segna l’ inizio di Cigognola, paese dominato dal suo castello e che forma un ricco anfiteatro a vigneti con sbocco a nord ed una dolce salita che ne taglia in due le pendici. Christian parte in 4° per conquistare il KOM su Strava (non ci riuscirà per 3 secondi) seguito da Matteo, io invece batto completamente la fiacca per fotografare gli altri che salgono (fattore più importante per l’organizzatore), con anche qualche discreto scatto. A Cigognola indirizzo gli altri verso Pietra de Giorgi, alcuni passano ancora pimpanti mentre altri come Igor ed Andrea stanno soffrendo questo continuo susseguirsi di salite. Da dietro sbucano anche Christian e Matteo che avevano visitato il castello, con il secondo pedalo lungo l’ultimo pezzo e ci raccontiamo particolari sulla filosofia di rispetto ambientale ed animale, nella quale lui è un vero “estremista” tanto da essere ormai vegano convinto.

Un’ ulteriore tratto sterrato anticipa la discesa di Pietra de Giorgi, che tutto sommato è bella fatta eccezione per qualche zolla lasciata dai trattori intenti nella vendemmia, davanti a noi c’è la mezz’ultima salita di Mornico Losana, poco più che uno strappo che però fa urlare le mie fibre muscolari fino alle natiche! In paese rammentiamo che le salite sono finite e che considerando il ritardo ed il fatto che alcuni di noi sono piuttosto stanchi eviteremo di passare per Mairano, 50m verticali in meno con tratti ripidi in cambio di 2km di statale in più. La discesa a Torricella Verzate è bella e ripida, quindi ritorniamo in pianura non prima che io, davanti al gruppo, improvvisi un balletto indicando le buche a destra e manca…

Sulla statale svolgo il mio compito di guida, ma il passistone irlandese Mike parte a tutta e gli altri pianuroli Matteo ed Andrea C. lo seguono, dandoci subito un bel distacco. Io invece continuo a rimanere con gli altri mantenendo comunque un bel passo sinché non veniamo bloccati da un trattore nel centro di Casteggio. I 3 sono ben lontani e li rivedremo solo al traguardo, a noi mancano ancora uno strappetto in paese e gli 800m di salitella per arrivare all’ az.Guerci, su cui sparo le ultime mie cartucce seguite dal parmense Giulio, che con i suoi 2 rapporti disponibili mi rimane a ruota.

Eccoci arrivati: Elia, Ettore, Paolo T. ed un altro sono già partiti, Paolo DV. e Stefano invece ci stanno aspettando da un pezzo tanto che nell’ attesa sono saliti sino a S.Biagio, frazione di Casteggio. Scoprirò poco dopo che il percorso per loro è stato completamente differente dal nostro, ma che comunque hanno gradito.
Matteo ed Andrea ritorneranno a casa, noi altri 11 invece sistemiamo le biciclette, ci cambiamo ed approfittiamo della disponibilità della sig.ra Milena per formare una lunga fila davanti al bagno, questo prima del terzo tempo (e racconto) di questa divertente ed impegnativa giornata.

In totale 99km e 1730m verticali: http://www.strava.com/activities/208831210

Salendo da S.Maria verso Torrone
vigneti_2014 024
Vigneti di prima collina verso Costa Montefedele
vigneti_2014 033
La conca di Cigognola che guarda verso Broni
vigneti_2014 037
Mike sale verso Cigognola
vigneti_2014 040
Giulio a sinistra col monorapporto e Fulvio il Fachiro sulla destra. Per lui 99km sono pochissimi
vigneti_2014 043
Paola tra Pietra de Giorgi e Mornico Losana, prima dell’ultimo strappo
vigneti_2014 045


Comments are closed.

Archivi