Ultimo giorno in val di Non

di admin il 15/04/2015 · Commenti disabilitati su Ultimo giorno in val di Non

8 novembre

Ed anche questo bellissimo periodo di due settimane sta per volgere al termine, dovevano essere 6/7 giorni con qualche giretto ed invece si sono trasformati nei migliori 14 dì del 2014, sia dal punto di vista lavorativo che da quello sportivo. Oggi ci sarà l’ultimo saluto pedalando in tutta la valle accompagnato da un “autoctono” d’eccezione: Daniele, che su Strava ha “solamente” il KOM sul Mortirolo, uno che in tutto il giro faticherà ad adeguare il suo ritmo al mio, che pur sempre è quello di un ciclista già abbastanza esperto.
Dopo l’abbondante colazione all’ hotel “La Quiete” (pubblicità dovuta all’ ottimo trattamento ricevuto) mi incontro con Daniele che mi sta aspettando a Romeno, dopo i dovuti complimenti alle sue eccezionali prestazioni sportive partiamo in discesa verso Dambel, con le strade ancora umide dal diluvio degli ultimi giorni e con temperature piuttosto gradevoli per essere novembre. L’autunno si sta facendo strada a forza, chiazze di mille colori si alternano negli infiniti boschi delle valli, la prima neve ha fatto comparsa sulle Dolomiti del Brenta e gli omnipresenti meleti Melinda si stanno preparando per il lungo inverno basso montano.

Voliamo in discesa superando Dambel nonostante i miei timori dovuti all’ asfalto bagnato, scendiamo in basso sino all’ eremo di S.Biagio ed affrontiamo la prima salita verso Revò, tra ripide pareti coltivate anche con occasionali vigneti di Groppello. Quella che abbiamo appena scalato è una salitella, la successiva inizia appena dopo con ripide pendenze che però ben presto si annullano, quando finalmente riesco a vedere il lago di Santa Giustina. Si prosegue su un lungo falsopiano boschivo fino al bivio di Rumo, dove con la stessa dolcezza perdiamo quota superando un paio di piccoli paeselli e, attraverso una discesa stavolta più decisa, arrivando alla statale che collega la Val di Non alla Val di Sole. C’è ancora un pezzo di discesa che ci porta verso il lago, seguito da una breve salita pedalabile verso il ponte che scavalca lo specchio d’acqua e da cui inizia una breve e dritta scalata verso Cles, capoluogo noneso coi suoi oltre 5000 abitanti.

Usciamo da Cles ed in falsopiano arriviamo a Tuenno rimanendo sull’ altopiano che osserva la parte destra del fiume Novella, con una breve discesa immersa tra gli infiniti meleti nella quale mi fermo per fotografare la cascatella che dai monti si butta verso la valle, immortalando il mio compare di viaggio che sta risalendo per raggiungermi durante la mia sosta e riuscendo in uno scatto significativo.
Proseguiamo senza pendenze significative ed a Cunevo decidiamo di modificare il mio itinerario allungando verso Campodenno e Sporminore per poi scendere beati sino al fondovalle circondati dalle alte pareti formate dal fiume, che da qui a pochi chilometri sfocierà nell’ Adige. Affrontiamo spediti un pezzo di trafficata stradona per poi deviare sulla vecchia e meno scorrevole statale, quella che successivamente si immette nuovamente sulla via più recente obbligandoci ad un’interessante deviazione forzata sulla ciclabile, larga due soli metri ma con bei e ripidi passaggi sotto alla ferrovia, udendo anche il suono del treno in arrivo che però non siamo riusciti ad incrociare.

A Mollaro abbandoniamo la ciclabile ed affrontiamo la prima vera salita del giorno, che in 10km abbondanti ci porterà sino al passo Predaia con quasi 800m di dislivello. La prima parte è abbastanza costante, io noto la relativa difficoltà ma Daniele mi anticipa che la seconda parte sarà ancora peggiore, parlandomi durante l’ascesa anche di quanto la Melinda sia una fonte di reddito per chi già possiede soltanto qualche ettaro coltivato a mele.
Superato Vervò la strada si impenna, ripidi tornanti anticipano solo quelli che saranno i successivi chilometri al 10%, che immersi nel bosco faranno faticare sia me sia l’altro che ogni tanto si dovrà voltare ed aspettarmi (eppure ho fatto i 1150mh di VAM, non proprio poco…). Arriviamo finalmente ai 1250m del valico, sebbene non capisca che valli separi sono soddisfatto e piuttosto sudato per essere novembre. La discesa è una vera picchiata da prendere a tutta velocità, ampie curve e qualche tratto di pavée a Sfuz ci riportano al fondovalle da cui posso ammirare nuovamente il lago. Il bello del giro è quasi fatto, ma a Sanzeno si riprende e salire e dopo i doverosi saluti alla mia guida odierna nonché mr. KOM Mortirolo riprendo la quota necessaria a ritornare davanti all’ albergo e per scattare le ultime tristi foto ai paeselli limitrofi.

Rientro ben accolto in albergo “La Quiete” che mi permette anche di farmi una doccia, addento qualcosa e faccio gli ultimi nostalgici saluti allo staff… Le gambe hanno veramente patito il primo lungo stop da Marzo ed il ritmo elevato tanto da rimaner inchiodato sulle scale, il cuore è triste e gli occhi lasciano scappare una lacrimuccia quando, nella mia auto, abbandono tornanti circondati da meleti, monti ormai sporcati di neve ed un territorio di cui ho assorbito l’essenza nelle due ultime settimane… Ancora oggi provo nostalgia per quella che è stata la mia casa temporanea vista a due ruote, a piedi e non solo… ed ancora penso che quell’azienda ora si è trasferita a Trento…

Totale: 105km, 2160m

Lago di S.Giustina circondato dai colori autunnali
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I mille colori di un autunno ormai tra noi
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Daniele ritorna indietro mentre io gli scatto delle fotografie
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Infiniti meleti della Melinda, fonte primaria di reddito della valle
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Panoramica verso la stretta bassa valle
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Panoramica del lago e della media valle
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