Tortonese, 2° racconto

di admin il 24/06/2015 · Commenti disabilitati su Tortonese, 2° racconto

Siamo in 15, siamo (a) Persi in val Borbera intenti in una breve pausa caffè prima di ripartire per la seconda parte del giro. Il clima rimane piacevole, parzialmente nuvoloso e con temperature perfette per pedalare. Ripartiamo da freddi verso le strette di Pertuso, una particolare zona del tortonese in cui il torrente ha scavato la dura montagna formando dei piccoli canyon lunghi due chilometri, con la strada avvinghiata alla roccia ed il rigoglioso scorrere delle acque 50m più in basso. Il gruppo si fraziona in due tronconi dietro all’impulso di chi è abituato a spingere anche nel falsopiani, ma si ricompatta subito dopo il bivio di Giarolo dal quale inizia la 5° e più dura salita di giornata verso Pallavicino.

Sorvoliamo compatti la deviazione per Dernice e sino allo smistamento di Borgo Adorno procediamo a ranghi serrati, quest’anno però propongo il versante più classico, quello con la strada più larga e costante e pure meno duro della sua alternativa. Ma si tratta pur sempre di 460m verticali complessivi, di cui 300 in 3,8km, una salita da scalatori puri sulla quale Christian scatta deciso ed Andrea gli rimane a ruota, sparendo velocemente dalla vista mia e di Davide col quale procedo sino al borgo di Pallavicino, dove ritroviamo i due già in fase di pit-stop alla fontanella. Gli altri arrivano alla spicciolata, c’è chi comincia a patire il percorso che, nonostante abbia visto il taglio di una salita, è rimasto comunque duro, ma senza nessuna crisi evidente. Per arrivare a Giarolo mancano ancora diversi strappi, io mi avvantaggio per delle foto sulle valli Curone e Grue da quota 800m, ma ben presto vengo sorpassato dagli altri.

La discesa verso San Sebastiano è molto divertente, la prima parte mette alla prova le nostre capacità di guida con curve e tornanti decisi su pendenze mai banali, la seconda invece è un lungo rettilineo in cui pedalare abbondantemente e senza fatica oltre i 40 sino a ritrovarci tutti in paese in previsione di 10km abbondanti di falsopiano in cui sfruttare il vantaggio numerico per combattere la brezza contraria.
Si forma subito un bel treno in cui i più potenti danno un bel contributo, i cambi sono abbastanza regolari e ben fatti e, come sta accadendo in tutta la giornata, vengo assistito dalla sorte ritrovandomi in testa poco prima dell’ultima salita potendo fermare il gruppone all’ingresso di Monleale. “Davanti a noi c’è l’ultima salita, una collinare seria di 3km con un arduo bivio che poi si ricongiunge e del quale anticipo la scelta a tutti: a destra è più corta ma c’è un muro, a sinistra è più regolare”. Scegliete voi dove andare (andranno poi tutti a destra, forse per seguire i primi).

Per qualcuno comincia a farsi tardi, in due salteranno l’ultima asperità per recarsi direttamente a Tortona risparmiando 10km, noi altri partiamo per l’ultimo scalpo mantenendo grossomodo le stesse gerarchie di capacità, coi soliti due a tenere il ritmo, io che arranco alle loro ruote ma che riesco a riprenderli grazie all’ indecisione al famoso bivio (“capite perché suggerivo l’altra strada?”) per poi sfilarmi per altre fotografie. Siamo sulle prime colline e la vista della vasta pianura mi ricorda sempre quanto sia fortunato ad avere comunque orografie serie già dietro casa. A Cà del Borgo ci ricompattiamo, il dislivello restante lo misuriamo in unità e dopo una stretta discesa nel bosco con due infidi tornanti e qualche buca ben visibile arriviamo a Montegioco in val Grue, teatro delle più cruente battaglie di pianura dei passati giri del Tortonese.

Stavolta ripartiamo tranquilli senza colpi gobbi, siamo io ed i miei “12 apostoli” e ci scambiamo regolarmente i turni tra i più freschi o prestanti mantenendo la velocità molto elevata, con punte di 50 orari… Arriva il mio turno, faccio il possibile e quando sta per arrivare il momento di lasciare la testa della vagonata arriva il mio “Giuda” irlandese Mike che, con una fortissima sparata, cerca di staccare gli altri. Non riesco ad accelerare, ma sono altri a condurre l’ inseguimento lasciandomi lì con il lattico nelle gambe ed i denti stretti attorno al filo formato dagli ultimi scampoli di scia di un gruppo unito all’ inseguimento, lottando per non rimanere abbandonato a Viguzzolo… Mike viene raggiunto, il gruppo rallenta e nonostante l’affanno riesco a reinserirmi in coda sino al rientro a Tortona, dove nella pratica il giro è finito. Mancano 1500m, ma io stacco pedalando in agilità assieme ad Alessandro sino a ritrovare gli altri al punto di partenza.

Il giro è finito, per tutti sono 112km e 1800m dislivello, un percorso che è piacuto nella sua varietà ed alternanza scalatori/passistoni e, cosa per me più importante, il fatto che per molti dei 15 partecipanti è la prima volta che fanno parte del “mio” gruppo.
Un saluto ed un dovuto ringraziamento a tutti i partecipanti, senza di voi sarei giusto io a farmi bei giri, ma senza il piacere di far scoprire questi territori poco conosciuti ma ciclisticamente (e non solo) molto validi. Ciao!

Si mangia e si beve a Pallavicino, ma la salita di Giarolo non è ancora finita
tortonese_2015 025
Panorama nuvoloso da Giarolo verso le pianure sino alle Alpi
tortonese_2015 033
Da Ca del Borgo verso Monleale, l’infinita campagna
tortonese_2015 037
Montemarzino in primo piano, il monte Giarolo sullo sfondo
tortonese_2015 043


Comments are closed.

Archivi