Bici e skyrun al monte Ebro

di admin il 19/01/2016 · Commenti disabilitati su Bici e skyrun al monte Ebro

domenica 15 novembre

Questo novembre mi ha già regalato splendidi giri insperati, ed il clima nebbioso in pianura e fantastico in montagna non accenna a calare, per cui dopo il classicissimo ligure di ieri provo a raggiungere l’ultimo desiderio della stagione, quella salita dura che da Salogni sale sino a Bocca di Crenna con quasi 2km sterrati e pendenze degne dell’alta montagna. Ma stavolta non voglio limitarmi, per cui arrivato in auto a San Sebastiano in occasione della sua fiera del tartufo vi scarico la bici e mi infilo una borsina in spalla contenente le scarpe da trail-running.

La fitta nebbia della pianura qui arriva giusto a lambire spezzettata il cielo, la temperatura si è alzata e la giornata si prospetta molto calda, l’inizio difficoltoso spingendo la bici a mano attraverso i banchetti mi permette di individuare qualche produttore da cui acquistare qualcosa al rientro, ma adesso non ho tempo da perdere in quanto i minuti sono veramente contati, sono già le 14 e fra tre ore sarà tramonto, per cui devo sbrigarmi ed anche spingere sulla salita iniziale di Costa Ferrai, sulla quale già patisco abbastanza il caldo nonostante un abbigliamento relativamente leggero (giacca invernale, ma con canottiera leggera e pantaloni corti). Mi immetto sulla strada per Caldirola e guadagno quota sino al bivio per Salogni, paese fuori dalle rotte tradizionali e raggiunto in un lungo alternarsi di strappetti e lunghi falsopiani, con pendenze più dure solo dentro il suo abitato che supero in direzione Stalle di Salogni, l’unico bivio presente poco più avanti.

La musica cambia, la salita si fa subito cattiva ed il fondo stradale molto ruvido e spesso rovinato non aiuta affatto sulle pendenze ben oltre il 10%! Fatico, talvolta faccio tornare utile il 34×28 per salire sempre in agilità e dopo queste ripide rampe giungo alle Stalle, da cui l’asfalto abdica in favore di uno sterrato che ricordavo più compatto e che invece alterna ghiaia a tratti con pietre a vista, un largo sentiero in cui ci vuole un po’ di equilibrismo per non poggiare il piede, equilibrismo che mi manca in un paio di occasioni…
La seconda parte è più agevole, più compatta e talvolta con una striscia laterale in terra battuta che aiuta la scalata, con due camminatori che mi guardano male ed io che finalmente arrivo a questo passo incastonato tra i monti Chiappo ed Ebro.

Lego la bici alla staccionata e cambio le scarpe, ora inizia la seconda parte del giro di corsa sino ai 1700m del monte Ebro, con una salita sul crinale dai tratti ripidissimi (anche 30%) nella quale è impossibile correre ed un panorama già grandioso che dalla cima diventa epico: a nord le Alpi in semitrasparenza, sotto un oceano di nebbia che ricopre tutto sino ai 300m di quota, ai lati i vari monti, dal Giarolo più in basso al Chiappo alla stessa quota, col Lesima più in là e sullo sfondo l’Alfeo ed il Maggiorasca, quasi al confine con la provincia di Parma. E a sud un altro mare, anche se purtroppo non liquido ma ancora di nebbia, quest’oggi presente pure sul Tirreno. Vorrei non scendere più, ma il sole si sta abbassando e le luci sulla bici mi garantiscono appena una sicurezza di emergenza.

La discesa a piedi è divertente quanto la salita, cerco di non lasciarmi troppo andare a causa di problemi fisici dovuti all’attività podistica, ma le pietre ed i prati minati di cacche mi esaltano ed anche la discesa a forza di gravità mi costringe a salti, cambi di traiettoria, scivolate e sistemate della salopette ciclistica, non certo l’indumento ideale per correre. A Bocca di Crenna però non resisto, continuo verso il Chiappo almeno sino al monte Prenardo, altra ripida salita stavolta più erbosa con degli scavi anche profondi. Il panorama è simile, col muro dell’ Ebro davanti ed il Lesima più vicino. La discesa mi costringe a salti anche duri, ma è troppo bello correre così, è troppo bella la sensazione di libertà che si prova e, mi dispiace scriverlo in un blog di ciclismo, la bicicletta non porta emozioni di questo tipo (ne porta altre però!).

Ora però è tardissimo, slego la bici e noto che mi manca qualcosa: gli occhiali !!! Li ho lasciati al monte Ebro, e sono quelli della macchina in quanto quelli ciclistici li ho dimenticati a casa… Ma fra 40 minuti sarà tramonto, per cui riprendo la via del ritorno. Dopo pochi metri accade un piccolo miracolo, i due escursionisti trovati sul monte mi chiamano a gran voce ed hanno gli occhiali con loro, per cui riesco a raggiungerli e ringraziandoli recupero il mio oggetto, rompendo poi la borsa porta-scarpe nella discesa e riuscendola a tenere legata “in qualche modo”.

Lo sterrato in discesa non aiuta, ma è meno peggio di quanto me lo aspettassi dopo la salita, con la dovuta cautela lo supero senza problemi e supero anche la ripida discesa verso Salogni con un sole ormai nascosto dietro queste pendici. Non posso fare altro che spingere nei piani e disegnare bene le curve di Caldirola al calar del sole, con un arancione crepuscolare che illumina la val Curone sulla quale pedalo dovendo togliermi gli occhiali per poterci vedere meglio, e nella quale accendo comunque le luci. E’ tardissimo e all’ingresso di S.Sebastiano trovo un nebbione che copre tutto e mi butta in piena notte. Per fortuna mancano 2km, e tra illuminazione mia, pubblica e delle numerose auto incolonnate in uscita dalla fiera giungo agevolmente e senza pericolo al parcheggio per la fine di questo giro e la fine (almeno è ciò che penso) dei bei giri montani fuori stagione, che festeggierò con una visita alla fiera con qualche assaggio e vin brulée.

48km, 1330m (in bici)
4km, 265m (a piedi)

Il crinale verso il monte Giarolo, 1473m
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Crinale verso il Chiappo, col Lesima sullo sfondo
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Dovrei vedere il mare, ma questa foto è libertà!
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Giarolo sulla sinistra, nebbia ovunque
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Alle ultime luci di questo fantastico autunno
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Muro del monte Ebro
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