Vivione a tramonto inoltrato

di admin il 05/09/2016 · Commenti disabilitati su Vivione a tramonto inoltrato

26 agosto, alta val Camonica

Il weekend ciclistico in valle Camonica è stato rimandato, e col senno del poi posso dire “fortunatamente”: riusciamo ad essere in 4 e pure a partire, sebbene in ritardo, montando tutti su uno spazioso furgone limitando ad uno solo il numero dei mezzi a motore. Ci fermiamo per un pranzo veloce in un bar fin troppo fighetto a Pisogne, nella parte alta del lago d’Iseo, e poi arriviamo in albergo a Forno d’Allione, bel ristorante con qualche stanza proprio all’imbocco dell’obbiettivo odierno, il passo del Vivione.

E’ già tardi ed il percorso, pur accorciato e semplificato, prevede 100km e 2000m abbondanti di salita, con una lunga partenza scendendo la valle con un fastidioso vento contrario per cui essere in 4 è di aiuto. Arriviamo sino a Malegno, dove ci immettiamo finalmente in salita, una statale larga e pedalabile ma troppo trafficata, che però abbandoniamo dopo poco per un allungo molto più interessante. Il percorso l’ho inizialmente tracciato a caso, poi con i potenti mezzi tecnologici sul web ho scoperto che quella strada era molto bella, risaliva una valle secondaria con due importanti montagne (Concarena e Pizzo Camino) a dominarla, per cui tra il traffico e la tranquilla ombra che troviamo qui direi di aver fatto la scelta migliore!

Ad un bivio la traccia prende la strada meno importante, mi fermo ad aspettare gli altri poco dietro mentre dei bambini poco più avanti mi osservano e lanciano gavettoni anche ad una macchina di passaggio. Arrivano Pino e Carlo e quest’ultimo con un’incredibile faccia tosta li avvicina e gli fa “quando arriva il nostro amico tiragli un gavettone, ti pago” mostrandogli la banconota.Passa anche Claudio stranamente staccato, e si… i piccoli sono titubanti ma alla fine la doccia arriva!
Lo riprendiamo e osserviamo che però qualcosa non va, dallo stomaco gli salgono continui ruttini e la gamba è molle, capiamo subito il colpevole: il salmone del pranzo! In effetti anche la mia piadina è stata pesante da digerire, ma lui è in crisi e sta andando con la prima inserita. A Villa, frazione nella valle del torrente Lanico, ci fermiamo con la speranza che Cola e limone possano aiutarlo, ma l’effetto è minimo.

Fortunatamente davanti a noi c’è un pezzo di discesa che ci riporta sulla trafficata salita iniziale che culmina dopo Borno al passo di Croce di Salven che separa la val Camonica alla valle di Scalve. Siamo fermi per decidere il da farsi, Claudio vorrebbe tornare indietro e risalire 25km di valle col vento a favore, gli altri insistono affinché venga con noi, io mi preoccupo seriamente perché è tardi e siamo a malapena a metà delle difficoltà, da qui in poi se la situazione peggiorerà sarà difficile rientrare in tempo rispetto al tramonto che ormai arriva poco dopo le 20. Claudio viene convinto e partiamo scendendo a Dezzo di Scalve, da dove inizia la lunga salita sino ai 1827m del passo Vivione. L’inizio è agevole e pure trafficato, non tarda però ad indurirsi mentre il sole cala dietro ai monti, il ruscello scorre a lato ed i distacchi si fanno pesanti.

Occasionalmente ci ricuciamo, con una breve sosta all’ultimo paese di Schilpario, da lì la strada si stringe ed entra in un denso bosco, io e Carlo rimaniamo davanti facendoci da elastico per delle obbligatorie fotografie ai monti sulla destra illuminati da un caldo sole di fine giornata (lo stesso Pizzo Camino della salita precedente assieme a Moren e Bagozza), dietro invece Claudio arranca ma prosegue grazie al supporto di Pino. Il Vivione è una salita meno difficile di quanto la immaginassi, mai ripida e spesso pedalabile, divertente con la sua stradina nel bosco che talvolta sfiora un grosso pascolo di pecore e che termina a mezzacosta su vette che sembrano volerci negare il passaggio. Ma il culmine è proprio dietro ad un crinale ed arriva improvviso.

1827m, siamo abbastanza in alto e l’umidità esagerata che trasuda dai pascoli formando anche delle inquietanti nebbie ci nasconde benissimo una temperatura autunnale, 15° o meno, tanto che vedo il vapore condensarsi fuori dalla bocca e che mi preoccupo per il freddo che patirò in discesa. E’ tardissimo, siamo alle ultime luci del giorno e mancano 20km, sebbene tutti verso il basso. Pino e Claudio ci raggiungono poco dopo, e purtroppo dobbiamo perdere altro tempo per l’obbligatoria foto di gruppo. Via però, mi lancio giù ma ogni tanto mi devo fermare ad aspettare gli altri che stanno scendendo piano per sentire meno i brividi. Io preferisco togliermi il pensiero subito, consapevole che la luminosità sta calando vertiginosamente tanto che poco dopo sono obbligato a togliermi gli occhiali da sole per riuscire a distinguere le buche di questo budello largo due metri. Ci fermiamo davanti ad un’osteria a parlare per raggrupparci, ma cavolo dobbiamo andare, sono le 20:20 e si fatica a vedere la strada, i paesi sono illuminati artificialmente e quelle due auto incrociate hanno rischiato di stirarci! Io comincio ad avere paura e mi lancio nei chilometri restanti, più aperti sulla valle e con una sede stradale migliore, arrivando a Forno Allione con l’albergatore che stava già pensando di chiamare i soccorsi… Gli altri arrivano poco dopo, ma per me non è divertente pedalare al buio, è un’avventura di cui avrei fatto a meno, e poi domani avremo una trasferta piuttosto impegnativa. Ma questa sarà un’altra storia!

PS. Ringrazio Davide Sanzogni per le segnalazioni del nome dei monti e di un grave errore nel nome del lago. Iseo, non Idro!

Percorso: Forno Allione – Breno – Sommaprada – Borno – val di Scalve – Vivione, 101km, 2350m disl

Si sale a Lozio nella tranquillità
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Sullo sfondo Ville
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Mi sa che siamo arrivati troppo tardi, la gnocca era già andata via
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Beeeehhhh
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Il tramonto sui monti
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Si però adesso scendiamo
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