Stelviobike da Bormio

di admin il 13/09/2016 · Commenti disabilitati su Stelviobike da Bormio

Viaggiando verso l’albergo salta fuori che oggi, sabato 27 agosto, ci sarebbe stata la Stelviobike, manifestazione libera in cui tutti e tre i versanti del passo più alto d’Italia vengono chiusi al traffico motorizzato.
Siamo tutti e quattro a colazione, io vorrei mantenere il programma pedalando verso Maniva e Crocedomini, ma Bormio non è lontanissimo ed il moribondo Claudio si sente un pochino meglio e mangiucchia qualcosa assieme a noi, sudare verso la Cima Coppi di tutte le strade del belpaese potrà aiutarlo ad espellere le tossine del salmone avariato del giorno precedente.

Arriviamo in periferia a Bormio ed abbiamo giusto il tempo di riscaldarci facendo lo slalom tra auto e moto incolonnate a cui non è permesso salire al passo, poi la salita inizia decisa e la strada viene finalmente chiusa a chiunque abbia un motore a scoppio. “Viva la finanza” urla Carlo alla forestale… “viva la forestale, e la polizia!” cercando di salvarsi in corner, che poi “viva la finanza” da parte di un imprenditore suona sempre strano…

Lo Stelvio da Bormio non ha la stessa fama del suo versante trentino, quello coi 48 bellissimi tornanti, ma è una salita di tutto rispetto con ben 1500m di dislivello e pendenze spesso impegnative che sfiorano il 10%. Partiamo tutti molto tranquilli, Claudio pedala decentemente ed io faccio da elastico fermandomi per delle foto all’intaglio nella rocca che costeggia una piccola vallata alpina, alle belle gallerie grezze e ai tornanti che pure qui hanno il loro fascino, specialmente quando risalgono un pezzo ripido sfiorando un nervoso ruscello che si lancia verso il basso. I miei tre soci stanno salendo con molta tranquillità in previsione di domani (Gavia e Mortirolo), io incrocio una varia moltitudine di ciclisti di ogni genere, pedalando per un tratto con un olandese fortunato a vivere nell’unica parte del suo paese con alture, raggiungo un ragazzo che pedala bene con la bici a scatto fisso, sorpasso anziani, persone sovrappeso, ciclisti normali e chi sta mulinellando un rapportino alla minima velocità, c’è chi ha la bici elettrica e chi 10 anni, squadre esperte e chi si improvvisa pedalatore. Qui, oggi, è la festa del cicloturismo!

A qualche chilometro dalla vetta mi faccio prendere dall’ epicità del luogo ed abbandono i soci pedalando al mio ritmo congeniale onorando senza affanni questo mito del ciclismo. Però mi incazzo parecchio, in troppi non riescono a capire la differenza tra “strada chiusa al traffico motorizzato” e “strada completamente chiusa“: se sono da soli stanno al centro della corsia di destra, se sono in due viaggiano affiancati tenendo tutto lo spazio, ogni tanto sono affiancati in tre invadendo anche l’altro lato della carreggiata, e si stima che quasi 3000 persone siano transitate da questo lato, per cui continuiamo ad incrociare altri che scendono anche piuttosto spedite, ed io per sorpassare spesso sono costretto ad infilarli a destra o a sperare di evitare incroci pericolosi. Non pretendo l’impossibile, ma almeno di sforzarsi a stare sul proprio lato, e non sono solo gli italiani a farlo, la scarsa considerazione del fatto che la via sia aperta è piuttosto comune in tutta Europa!

Supero il giogo di S.Maria e nonostante la quota riesco a pedalare bene anche sulle ultime erte al 10%, onorando questo passo conosciuto nel 2010. Pedalo sin dove possibile, ma in cima la ressa è incredibile e sono costretto a spingere la bici a mano. Ricordo che alla prima edizione gli esercenti si sono fortemente lamentati, salvo finire i viveri a mezzogiorno, credo che oggi siano ben preparati ad accogliere migliaia e migliaia di telai e ruote. La ressa è tale che si fa fatica ad avanzare e a riconoscere gli altri quando arrivano al passo, mi fermo all’inizio del piazzale e vengo raggiunto da Pino, Carlo e pure Claudio che sembra essersi ripreso e che ora ha veramente fame… Ci fermiamo ad un ristorante, ma io sinceramente non ce la farei a mangiare, sono ancora pieno da colazione e stasera mi aspetta una mega-cena.

Ma questa sarà un’altra storia nella seconda parte del racconto

Galleria scavata nella roccia. Siamo ancora all’inizio
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Questa serie è la parte più bella, perché di qua i tornanti sono pur sempre 38
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Bello anche qui, vero?
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Metal Pedra

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Poca gente…
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Foto di gruppo
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