9° giro dei vigneti, 2° racconto

di admin il 17/10/2016 · Commenti disabilitati su 9° giro dei vigneti, 2° racconto

S.Maria della Versa, 8 ottobre

Siamo tutti insieme davanti alle cantine La Versa (a proposito, sono in vendita ad un prezzo di favore) e stiamo per dividerci nei due percorsi: il corto salirà diretto verso il passo Carmine assieme ad Elia e sarà formato credo da 8 di noi, il medio di 92km, attualmente a metà delle fatiche, invece proseguirà verso Soriasco sino a svalicare in val Tidone.
Mi rilasso un po’, siamo meno e con meno possibilità di problemi, la salita comincia a fare scrematura e chi tenta di forzare il ritmo poi paga qualcosa rispetto a chi è davanti e sale ad un passo tranquillo per le proprie capacità. A me e Christian oggi va bene, senza Andrea influenzato e Davide infortunato stiliamo un implicito patto di non belligeranza per non scannarci come gli altri anni, quando su queste pendenze pedalabili ci siamo rovinati le gambe come se fosse una vera gara. Siamo nella più pura zona viticola al confine dell’ Emilia, a nord spiana la valle del Po, a sud intravediamo i monti che superano i 1000m di quota, ma dopo Soriasco abbandoniamo questa zona dei vigneti e ci addentriamo nelle più alte e boschive colline a Pizzofreddo, una specie di passo verso la val Tidone.

All’ombra fa ancora fresco, alcuni preferiscono stare fermi al sole ad assorbire quei timidi raggi che filtrano tra le nuvole frastagliate di questa tipica giornata d’autunno, poi avanzo singolarmente verso il difficile bivio di Tassara indicando a tutti la direzione corretta che ci dona altra salita, approfittando dello stop per dei primi piani fotografici a tutti, auto di servizio compresa. La discesa verso Nibbiano è dolce e gradevole, poco trafficata e con curve mai secche, la parte di valle prosegue con il gruppo compatto che si riposa in vista dell’ultimo gpm, con un piccolo antipasto che porta alla diga oggi visitabile e al bar lì affianco e con Luciano che ci viene incontro, rientrando nel gruppo dopo averlo perso a Montalto pavese. “Volete vedere la diga?” urlo al plotone, ottenendo zero risposte, “sosta al bar?” con qualche mugugno tendente al “si” che ci ferma per una sosta brioche o caffé, un toccasana per qualcuno. Ed ecco un altro problema, un ragazzo ha avuto degli inaspettati crampi ed è salito in macchina, nulla di grave ma fatica a proseguire ed approfitta della possibilità di trasporto automatico.

Svolta a destra, l’ultima è abbastanza pedalabile ma Luciano si sfoga sfoderando una sparata che mi porta al limite, con Christian che prende l’occasione al balzo e forza l’andatura, mollando poco dopo, e con Elia che mi telefona chiedendomi la posizione in quanto Fabio, non pago del problema al cambio, ha pure forato. Ma noi siamo troppo distanti, dovete vedervela tra di voi (ci mancava la 3° foratura eh…)
Al bivio Carmine la fatica cominca a farsi sentire, il gruppo si sta slegando ma non manca tanto, assieme raggiungiamo Costa Cavalieri fermandoci alla fontana ed aspettando altri due leggermente attardati. Il nostro percorso prevede la discesa lungo il muro di Fortunago, 1,2km al 13% con punte del 19%, considerati i suoi timori sulle pendenze più ripide consiglio a Luciano di scendere dal versante più agevole di Borgoratto Mormorolo avvantaggiandosi ed aspettandoci al bivio, ma alcuni lo vedono e la cosa crea molti dubbi. Io rispondo che è tutto ok ed arriviamo a Fortunago dove sul pavée sento un rumore sinistro e con la coda dell’occhio vedo Davide rischiare una caduta a causa del portaborraccia da cui si è sganciata la borraccia, ma alla fine non succede nulla di grave e possiamo scendere.
Ma, come dicevo, il fatto che qualcuno è sceso dall’altra parte ha creato dei malintesi, ed infatti manca qualcuno tra cui Mike che da metà giro mi sta aiutando come chiudigruppo e pure l’ammiraglia, stavolta cosa è successo? Provo a chiamarli ma trovo solo la segreteria telefonica, dopo due minuti di attesa scendo e sono fortunatamente tutti là, qualcuno attardato ha preso la discesa normale, meno ripida ma dall’asfalto peggiore. Altri due problemi, come se non ne avessimo già avuti abbastanza.

Da qui a Casteggio è tutto falsopiano in discesa, Mike si mette davanti e l’andatura aumenta, coadiuvato da un forte passista ci troviamo ad attraversare Borgo Priolo ai 50 orari quando intuisco che il gruppo si è spezzato. Ci penserà lui a portare gli scalmanati all’ arrivo, io rallento e mi faccio riassorbire dal secondo gruppo che provvederò a condurre personalmente e col vento contrario sino alla fine delle colline, laddove pianura ed alture si toccano. Manca poco, ma c’è l’ultimo strappo verso Casteggio alto e qui scatta la competizione, con Teo che mi sfotte “vai che il Pedra si è piantato!”. Inaspettatamente recuperiamo i fuggitivi che non hanno tagliato come noi e, finalmente, saliamo le ultimissime rampe che ci riportano al ritrovo presso l’ azienda Guerci.

Quelli del corto sono già lavati e cambiati d’abito, i nostri arrivano alla spicciolata coi più stanchi che hanno faticato a restare con me anche alla fine ed accusano un lieve ritardo. Ora posso rilassarmi, il giro è ufficialmente terminato e ci siamo tutti! Cambio rotto, tre forature, uno perso e poi ritrovato, portaborracce rotto, crampi ed inevitabili affaticamenti, ma nulla di grave in fondo. Edizione piuttosto turbolenta questa 2016, ma è andata…

Ma non vi crederete mica che i racconti finiscano qui, vero? C’è anche il terzo delizioso tempo!

Panorama verso Pizzofreddo, tra Oltrepò e piacentino
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A Tassara reinizia la salita20161008_125427
L’ultima vera salita
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Scendendo dal Carmine
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Sempre in discesa dal Carmine
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Si è sempre abbastanza Giovanni per dei selfie (autore di alcune foto)
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