Gavia, ed ora Mortirolo da Grosotto

di admin il 07/11/2016 · Commenti disabilitati su Gavia, ed ora Mortirolo da Grosotto

Bormio e Valtellina, 28 agosto

Siamo a Bormio e stiamo gustandoci un gelato dopo aver scalato il Gavia e prima del Mortirolo preceduto dalla discesa della valle col forte vento contrario. Pino e Carlo giustamente stanno puntando ad una di quelle salite che hanno fatto la storia del ciclismo, il Mortirolo da Mazzo (non serve che ve lo descriva, vero?), mentre Claudio ha intenzione di seguirmi sul versante da Grosio, in quanto io già conosco la via classica e voglio almeno onorare quella che per me è la Salita con la Esse maiuscola scalandola da un lato ancora ignoto.

Viste le mie intenzioni arrendevoli mi metto in testa e complice il vento contrario fatico a stare sui 30 nonostante il lieve falsopiano, viaggiamo sulla larga e deserta strada che affianca la nuova statale in galleria e sfioramo la gigantesca frana che nell’87 è costata la vita a 35 persone. Fino a Sondalo è una sofferenza svolgere il mio ruolo di mulo, poi inizia la discesa che ci porta a Grosio ed almeno procediamo spediti, forse fin troppo… Vedo di sfuggita un cartello recante “passo Mortirolo”, ma riesco a fermare gli altri solo 1km più avanti in paese. Ops, mi sa che ci tocca tornare indietro… ma Claudio non vuole, si unisce agli altri consapevole di ciò che lo attende. Io però desisto e rimango fermo ragionando sulla cartografia salvata sul cellulare: indietro non mi va, ma nemmeno il passo classico, ancor meno il super-Mortirolo da S.Agata di Tovo, dopo molti ripensamenti punto alla scalata meno nota, quella di Grosotto, una lingua di asfalto nel bosco di cui non conosco nulla.

Arrivo a Grosotto, mi svuoto la vescica ed affronto l’ignoto. E’ pur sempre un Mortirolo, ovviamente duro e con la catena che salta velocemente sul 34×28, mi alzo sui pedali quando le rampe diventano così dure da far impazzire il Garmin che segna 0% di pendenza, mi riposo quando spiana con addirittura 100m realmente piatti, e poi continuo con lo stesso andazzo che alterna 20% e tratti molto più facili. Ho solo dei dubbi a due bivi, è realmente una stradina sperduta che porta giusto a quattro case ancora vive con persone che mi fanno i complimenti per la mia scelta coraggiosa (“che coraggio, bravo!”). E’ dura, ma è normale, per quanto posso non vado fuorigiri e già calcolo se, tra ritardo accumulato e minor dislivello, chi tra noi sarà a dover aspettare.
Ad un certo punto la carreggiata sfocia in una sua sorella più larga, è quella che sale da Grosio che però si chiama comunque “Mortirolo” e mi impegna abbastanza con 1000m al 10% ed altri successivi alla media del sette, di cui i primi 500m sono al 13 ed i restanti quasi piatti. Facile è un termine relativo rispetto al resto, anche questa è una Salita vera. Arrivo ad un ulteriore bivio, mi mancano quasi 3km che, nonostante siano i più facili, sono comunque duri e che mi portano al Passo, quello per cui ho una sorta di ammirazione. Per darvi un’idea, ho realizzato un software ciclistico e la barra di caricamento è la sua altimetria…

Vittoria! Sono al passo e gli altri non ci sono ancora. Non è come la prima volta (che non si scorda mai), ma è sempre un’emozione. Parlo con un motociclista e guardo incuriosito il “lurido” col camioncino che vende panini e birre, un posto particolare in cui lavorare ma che nei weekend ha la sua efficacia.
Nell’attesa pubblico su Facebook una tripletta di foto raccontando le ultime 24 ore, tra Gavia Mortirolo e la cena di ieri con la boccetta di Genepy in mano, e quindi controllo i dati della salita rimanendoci di merda: complessivamente anche questo versante ha pendenza media del 10,4% su 11km, difficoltà fin superiore a Mazzo e, nel pezzo iniziale, 4,5km al 12,8% (DODICI virgola otto) con 1km al 16,2% (SEDICI!!!). A saperlo avrei rinunciato da subito, ed invece ho nuovamente onorato il Mortirolo con un lato più duro di quello ufficiale.

Arrivano anche gli altri, hanno faticato ma l’hanno conquistato dopo una sosta al monumento dedicato a Pantani, per gratificarsi si regalano una birretta al camioncino mentre alcune ragazze si fanno prestare la mia bici per delle foto di rito sotto il passo. E’ fatta, ci rimane solo la bella discesa verso Monno ed Incudine che ci riporta al furgone, è tardi ma la gioia è per tutti, sia per Claudio Carlo e Pino che hanno finito uno dei 10 anelli assolutamente da vivere almeno una volta, sia per me col nuovo Mortirolo.

Questa piccola vacanza è andata, graziati dal clima ed in difficoltà iniziale a causa del salmone avvelenato abbiamo cambiato gli obbiettivi strada facendo, ma avremo altre occasioni per Crocedomini e Maniva.

Praticamente sali di qui a tuo rischio e pericolo
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Si brinda al passo Mortirolo
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Foto immancabile ed obbligatoria secondo il codice ciclistico
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Carlo trova un modo per appendere la bici
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