Giro dei vigneti, secondo racconto (la pedalata)

di admin il 20/10/2017 · Commenti disabilitati su Giro dei vigneti, secondo racconto (la pedalata)

Rieccoci al racconto, noi siamo fermi a Montalto pavese e ci stiamo dividendo in tre gruppi: davanti c’è quello di Davide che terrà il ritmo più brillante, qui ci siamo noi per quello un po’ più tranquillo che piloterò con l’aiuto di Elia, Mike ed Alberto. Intimo agli altri di non proseguire e quando Elia mi dice che dietro c’è molto distacco partiamo alla volta del vero primo gpm seguito da una ripida ma liscia discesa in un panorama di gialli e rossi vigneti che circondano la valle Scuropasso.
Dietro Mike chiude il gruppo, io aiutato dalle pendenze risalgo e recupero la testa che si è leggermente avvantaggiata sulle rugose rampe del Carmine via Rocca de Giorgi. Si parla, c’è chi vuole stare coi compagni e chi domani avrà un’uscita molto impegnativa e quindi si sta trattenendo (per ora).
Dopo un ricompattamento arriviamo praticamente assieme a Carmine, qualcuno vorrebbe scendere a Ruino seguendo le frecce bianche della GF di Casteggio (come farà il primo gruppo), ma la nostra direzione è diritta verso il passo nonché cima Coppi di giornata coi suoi miseri 609m. Si tratta pur sempre del giro dei vigneti ed oltre certe quote la coltivazione della vite è sconveniente! La discesa scorre tranquilla, a parte qualche crepa di troppo ed una persona che perde entrambi i manicotti, ma non essendo una gara e soprattutto essendo l’organizzatore non posso che fermarmi e raccoglierli sperando di rintracciarne il proprietario.

Al bivio di Le Moline, in val Tidone, il gruppo è molto allungato e fatico non poco a riprendere la testa con tirate su un muletto che sto inaugurando oggi e che ben fa il suo dovere, raggiunti i primi ritrovo il proprietario dei manicotti e mi metto in testa per abbassare il ritmo in una lunga fase di falsopiano discendente che dapprima costeggia il lago di Trebecco ormai vuoto e che prosegue tra i bassi vigneti del piacentino. E’ mezzogiorno ed il traffico non è un problema, tutto sta filando liscio a parte la nostra ammiraglia che ha dovuto soccorrere inizialmente una persona con due forature consecutive e che, restando appresso il gruppo più tranquillo, ci ha persi e ci sta aspettando a S.Maria della Versa.

Salendo al Carmine
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Qualche foratura di troppo per il gruppo di testa
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La salita di Montalbo è piuttosto facile, ma qualcuno la rende difficile con un ritmo che mi impegna per tenere la testa sino al paesino, siamo ben fuori dal territorio pavese ma i panorami sono simili e lo spirito di questa giornata si sta mantenendo appieno. Dirigiamo bene il gruppo attraverso due bivi poco chiari e ci ritroviamo a Vicobarone tutti insieme a riempire le borracce aspettando che una sfortunata vittima di foratura sistemi la sua ruota. Qualcuno si avvantaggia, qualcuna mi affianca raccontando di quanto le piacciano questo tipo di avventure senza lo stress della competizione e dai costi nettamente inferiori, ormai l’iscrizione ad una GF costa come un pernottamento per cui tanto vale stare via due giorni per conto proprio o godersi giornate del genere che offrono comunque difficoltà e panorami splendidi come in questo punto tra piacentino e pavese, incastrato in una specie di conca con viste sulla pianura ed alcune delle sue brutture.

Vitigni piacentini e la chiesa di s.Cristoforo a Montalbo

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Si sale a Montalbo
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Scendiamo sino a S.Maria della Versa, qualcuno prende la “scorciatoia” mentre altri si avvantaggiano al punto di perdere il bivio della salita successiva, purtroppo le mie frecce semi-abusive non sono molto visibili e se non si conosce la strada è meglio aspettare gli altri, ma capisco anche che qualcuno si sia trovato in una situazione di limbo che li ha tratti in inganno. Verso S.Nazzaro si ripete il solito copione con salita pedalata a forte ritmo in un ambiente soleggiato e circondato da vigneti in decadenza, con i più lenti già avvantaggiati ed Alberto che sta riportando indietro i fuggiaschi.
Scendiamo nuovamente in valle Scuropasso per imboccare la salita più dura della giornata, quella che prevede le pendenze maggiori con punte del 14% ed 1km all’11%. Pietra de Giorgi è il penultimo gpm ufficiale nonché il più difficile, infatti sulle sue infami rampe si vede la difficoltà di tutti ed i distacchi si ampliano, ma al paese ci arriviamo bene e nemmeno provati, approfittiamo della contemporanea presenza di fontana, bar e boschetto per ogni tipo di bisogno e nel frattempo arriva anche Alberto con gli altri. Qualcuno riparte, avendo la traccia preferiscono proseguire per limare cinque minuti, noi altri decidiamo di suddividerci ulteriormente con Elia che porterà i più stanchi direttamente a Casteggio evitando l’ultima salita mentre noi altri proseguiremo evitando Mornico Losana e con la salita di Oliva Gessi, percorrendo la parte di bassa collina che senza quote mastodontiche ci nega anche un singolo tratto di pianura.

Il gruppo e lo staff delle ammiragline a Vicobarone durante la sosta fontana
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Pietra de Giorgi e le pendenze peggiori del giorno
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Per oggi basta, mancano 15km e la famosa merenda che sarano nel 3° racconto


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