La via del sale: Varzi – Capanne di Cosola

di admin il 03/10/2018 · Commenti disabilitati su La via del sale: Varzi – Capanne di Cosola

La via del sale è sicuramente l’itinerario escursionistico più famoso della zona, quello che collega Varzi al mare, itinerario che si snoda sulle alte creste dell’ Appennino ed arriva sino a Portofino, ma anche in altri paesi a seconda delle varianti scelte. Sono oltre tre anni che voglio percorrere questo piccolo viaggio, ma mentre gli escursionisti normali impiegano almeno tre giorni, io ed i miei compagni podisti abbiamo intenzione di arrivare a Sori per il pranzo di domenica, quindi stando in giro un giorno e mezzo per poi goderci un pomeriggio di relax in spiaggia e rientrare con calma.

Il ritrovo è sull’autobus che collega Voghera e Varzi, dove alle 8 del mattino il termometro segna 7° e fa effettivamente fresco, si sta bene con felpe, giacchette e pantaloni lunghi. Si parte, fin tardi rispetto al solito, ma siamo in tre con già diversi chilometri per giungere alla partenza ed abbiamo davanti a noi una sfida con una distanza poco consona ed una lotta contro un sole che ormai tramonta presto verso le 19. L’ arrivo di tappa è a Torriglia, paese situato nelle alte valli liguri ad oltre 45km di cammino con oltre 2300d+ da percorrere in 11 ore, anche se abbiamo l’alternativa di emergenza che prevede di pernottare al rifugio Antola nel caso rischiassimo di arrivare col buio. Non nego i timori per una escursione ben oltre ai limiti canonici, da ciocche ai piedi a dolori vari, crisi o contrattempi in una giornata con poco margine, ma siamo allenati e capaci di reggere sforzi del genere, l’accordo è di camminare lasciandosi però andare in discesa in quanto meno faticoso di una continua frenata.

Km 0,1 su 45, Marco ed Eddy sbagliano strada andando diritti al bivio: “ragazzi, ma se già dopo 100m ci perdiamo iniziamo male!”. Poco male, giusto un sorriso per reimmettersi sul percorso giusto ed ottimamente segnato che in questa prima fase segue il corso dello Staffora, salvo velocemente inerpicarsi verso il fosso di Monteforte, un sentiero che funge anche da canale per le acque piovane con rocce alte e smosse, un impegno muscolare dopo un facile riscaldamento. A Monteforte siamo fuori dal tempo con abitazioni in pietra, cavalli, vecchie fontane ed una temperatura già più elevata che ci suggerisce un alleggerimento degli abiti, proseguiamo poi sull’asfalto verso Castellaro parlando allegramente di ogni argomento ed assaporando le ultime more selvatiche dell’anno.
Ora viene il bello, come superiamo l’ultima casa il sentiero diventa ripido e la via ufficiale è ancora più diretta, la salita è dura e stretta, si ansima e solo grazie al buon allenamento riusciamo a non soffrire le arcigne pendenze che raggiungono il 30%. Siamo in un fitto bosco e ben presto superiamo quota 1000m, ma al pensiero che al Bogleio ne mancano quasi 500 mi viene un attimo di sgomento, ma su dai che dopo il grosso è fatto!

Il fosso di Monteforte20180929_081926

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Sempre a Monteforte20180929_084506
Le segnalazioni sono ottimeIMG_5099
Superato il Bogleio siamo sul crinale tra le valli Staffora e Curone, alti sul confine tra Lombardia e Piemonte sopra la cappa di umidità e smog che sta coprendo la pianura e sferzati da una brezza fresca normale in questa stagione. Io mi conosco e so quanto le mani siano importanti per la mia termoregolazione, invece della felpa mi accontento dei guantini rimanendo con lo strano outfit di maglietta e guanti, proseguendo sicuri sfioriamo qualche cacciatore poco minaccioso, cavalli in libertà, vette prative e sentieri ombreggiati con pozze di fango che evitiamo a fatica, tutto sino ai piedi del monte Chiappo, la vetta più alta di tutto l’itinerario coi suoi 1700m. Gli ultimi 300m sono nuovamente duri, si ansima ma la vista della cima, la tabella di marcia rispettata appieno e la fame per il pranzo ci danno l’energia per toccare la statua di S.Giuseppe posta sul confine di tre regioni. 21km di viaggio su 75, ma grossomodo la metà del dislivello è fatta, bene così!

Dal monte Bogleio
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Che bella avventura che stiamo facendo!
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Scendiamo agevoli a Capanne di Cosola ed entriamo nell’albergo ristorante per il pranzo già soddisfatti per questa prima tappa, purtroppo ci facciamo prendere la mano e ci sediamo a tavola con tanto di servizio, vino e dolce, perdendo una mezz’ora di troppo che mi creerà un po’ di ansia nel resto del viaggio. Inoltre il Suunto gps non ha registrato bene il percorso bloccandosi prima del Chiappo e al momento del caffè tra sonno, quota e troppi caffé regressi mi viene uno svarione che mi costringe a sedermi con un orecchio che fischia, probabilmente un crollo di pressione che si risolve in pochi minuti.

Questa la prima tappa, ma oggi pomeriggio ne abbiamo un’altra altrettanto impegnativa!

Salita al monte Chiappo
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I crinali verso il monte Ebro. Luoghi fantastici, ma anche la fine della zona che conosco
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