Fine anno al mare

di admin il 28/01/2019 · Commenti disabilitati su Fine anno al mare

Riprendo coi racconti di queste belle ferie natalizie, per finire bene un 2018 iniziato male, continuato con belle escursioni liguri e terminato con due occasioni nella mia regione preferita, due uscite con sveglia presto ed autostrada sino a vedere il blu del mare.

29 dicembre
La sveglia suona ad un orario per me improbo, alle 8:00 siamo al casello per una classica escursione della Liguria, quella a Punta Martin, cima sopra Voltri non particolarmente alta coi suoi soli 1001m, ma estremamente panoramica ed anche ardua da raggiungere. Dopo un caffé a Masone e i tornanti del Turchino parcheggiamo noi quattro ad Acquasanta ed iniziamo tranquilli su uno scivoloso lastricato che ci porta alle ultime abitazioni di questa frazione di Mele, primo entroterra. I monti davanti a noi sono brulli e minacciosi, scalarli non sarà una passeggiata.
L’inizio è ancora semplice, dopo il guado però cominciamo ad arrampicarci su pendenze mai dome sinché non raggiungiamo il vero crinale. Il panorama si amplia in fretta, la visuale sul Tirreno è parzialmente ostruita da nubi floattanti in questa giornata simil-primaverile e la fatica si fa viva, un sentierino stretto si spinge verso la parte sommitale ed ogni tanto viene comodo appoggiare le mani sulle rocce per assicurarsi contro lo scivolamento delle scarpe sull’umidità trasudata dalla pietra. Sapevo che si tratta di una salita semi-alpinistica, ma mentre credo che il peggio sia già passato gli altri mi fanno sapere che questa è ancora la parte facile… Non soffro di vertigini, però la paura di scivolare e magari cadere per vari metri nei burroni che ci affiancano mi rende iper-prudente, ancor di più quando i passi si fanno faticosi tra un masso e l’altro, quando certi passaggi sono proprio esposti e quando veramente io, almeno io, posso parlare di linea di confine tra escursionismo ed alpinismo. Nulla che non si possa fare, ma bisogna già avere una buona attitudine alla montagna.
A furia di scalare come un impedito Messner arrivo in cima assieme agli altri, le nubi lasciano spazio alle visuali a 360° che si godono dalla croce posta in vetta. Ora il peggio è passato, una sella ben più agevole ci porta al rifugio Bellani, due casette con posti letto, griglia, un presepe e pure del vino disponibile ai numerosi viandanti che oggi approfittano di questa splendida giornata.

La discesa inizia semplice, da trail normale e corribile, ma poi pian piano peggiora: sassi sempre più grossi si presentano sotto i nostri piedi, le pareti si verticalizzano e già camminare diventa faticoso con le mani perennemente alla ricerca di un appoggio sicuro per scendere. Fortuna che doveva essere semplice… Entriamo in un boschetto, si va meglio ma si rimane su pendenze superiori al 20% con sassi o brecciolino, sebbene ogni tanto ci si possa rilassare quando il sentiero largo mezzo metro spiana, qui invidio quegli stambecchi che ammiriamo aggrappati sui costioni sopra di noi.
Ma tutto finisce, rientriamo sul facile tracciato percorso all’andata e poi ritroviamo l’asfalto, il giro è finito! 13km, 1000disl, un’escursione ai limiti del piacere per un timoroso come me ed un ovvio aperitivo a Masone per festeggiare la giornata e l’anno che sta finendo

Il guado del rio Baiardetto
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E questa è la parte semplice
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L’ho detto che per me è alpinismo
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Passaggi alpini
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31 dicembre
L’idea è troppo ignorante per dire di no: una mezza maratona al mare di Arenzano, seguendo inizialmente il percorso ufficiale della mezza lungo la nuova ciclabile del lungomare e poi deviando verso la collina per non fare solo un breve percorso a bastone. Siamo io, Paolo e Davide, il ritmo sarà tranquillo ma stasera si festeggia, non possiamo tirarci il collo già oggi!
Ad Arenzano fa caldo, partiamo in maniche corte e a contatto con la spiaggia cominciamo a sudare, qualche galleria taglia l’antipatica orografia ligure pur di non abbandonare il suono delle onde e noi incrociamo felici altri runner da riviera. La mareggiata di questo autunno ha distrutto alcuni tratti e non possiamo proseguire oltre Cogoleto, per cui torniamo sui nostri passi ed imbocchiamo il mio itinerario studiato alla buona la sera precedente che sale verso Sciarborasca su una strada asfaltata ma non tanto trafficata, un giusto compromesso tra semplicità e bellezza. Arrivati in cima abbandoniamo l’agio per un tratto che io credevo sterrato, ma che si rivela essere un vero trail per pendenze e fondo sconnesso, immersi nell’odore della macchia mediterranea con viste non eccelse sulle spiagge e sul blu dell’acqua. Il pezzo in discesa è fin peggiore, quasi impossibile correre su tali sconnessioni, tanto che la corsa si trasforma in camminata veloce sino al rientro bitumato a Lerca, sopra Arenzano.
Ho trovato dei buoni tagli, passiamo dentro la frazione evitando la galleria, tramite una scalinata evitiamo il traffico e senza volerlo ci troviamo nella zona industriale, brutta e collinare, ma almeno senza tanti veicoli a farci respirare lo smog. Poi ritorniamo in paese e grazie ad un passaggio nel parco del municipio scendiamo sino al mare e alla macchina. 21,4km, una mezza maratona ma molto variegata, ottima come ultima corsa del 2019! Abbiamo fame di focaccia e sete di birra che ben presto smorziamo con qualche giro in centro, ma è ora di andare, il capodanno ci aspetta…

I tre del trio Arenzano
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Il pezzo trail, più tecnico del previsto

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Però ora reinizia la discesa asfaltata
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Panorama su Lerca
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