Winter trail del vino Timorasso

di admin il 27/02/2019 · Commenti disabilitati su Winter trail del vino Timorasso

Ora che i ricordi prendono il posto delle emozioni, ora che l’adrenalina e le endorfine lasciano il posto ai postumi fisici, ora che è passato qualche giorno dal 2° Winter trail del Timorasso (un vino bianco tipico del tortonese) posso mettermi a mente più fredda e scrivere su carta virtuale il racconto di una giornata quasi perfetta, di quelle che capitano poche volte in un anno contando tutti gli ambiti del nostro viaggio qui sulla Terra.

Il clima è ottimo, soleggiato e fresco con una penuria di precipitazioni che ha asciugato per bene dei fondi che altrimenti sarebbero un letto di fango e malta incompatibili con le mie scarpe dalle tacchette minimaliste, per me sarà una sfida interessante su 30km di percorso, una distanza non estrema ma che non si può certo improvvisare. Sono fiducioso, ma negli ultimi giorni l’incipiente primavera precoce ha portato il suo carico di starnuti e problemi affini, le mie speranze di una buona gara sono già disperse tra un fazzoletto e l’altro, ma l’importante sarà gestirla bene e divertirsi al terzo tempo a base di polenta, vino ed amicizia tipici dei trail più lunghi.

Piccola delegazione della Scalo Voghera

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L’organizzazione dell’Azalai è ottima al punto da odiarli, tra il parcheggio affianco al centro sportivo nel punto più basso del paese ed il ritiro del pettorale nella panoramica torre sulla cima c’è un concentrato di scale e dislivello che da solo vale quasi come riscaldamento, poi tra tanti saluti e quell’allegro caos musicale cominciamo a raggrupparci e a prepararci allo start. Saranno due le gare, quella corta di 12km e la più lunga di 30, per cui dovrò avere la testa di partire tranquillo che tanto non mancherà il tempo per recuperare. I primi si allontanano veloci mentre io comincio a carburare solo verso l’uscita del paese nel primo strappetto sterrato superando atleti già in affanno e recuperando velocemente posizioni. Alcuni pezzi di discesa corribile sono l’ideale per la mia capacità di scorrimento ed infatti ne sorpasso più a scendere che a salire, poi le colline del primo tortonese mostrano il loro vero aspetto con paesini che si ergono dalla pianura sulle dolci alture che mai fanno male e che mai ci permettono di avere un ritmo costante. Recupero alcuni atleti che come me stanno affrontando il lungo, li riconosco dallo zaino con borracce e cibo, supero addirittura la prima delle donne del corto e dopo 6km praticamente mi ritrovo con quello che arriverà decimo sul corto. Sto forse esagerando? In realtà non mi pare…

Sono già assieme alla seconda del corto

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Tortona
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Il grosso della gente devia, a sinistra, davanti a me sono rimasti in pochi ed infatti mi indicano di essere sesto a poco dal podio, ma conoscendo gli altri non ho queste ambizioni, troppo netta la differenza sulla carta. C’è però uno davanti con uno zaino traballante che sembra avere il mio ritmo e che anzi in discesa perde, vedo il distacco diminuire e dopo qualche tratto seghettato lo raggiungo giocando poi d’astuzia. Non lo conosco, ma so che grazie al ciclismo ho sviluppato un’ottima resistenza e che a sentire il fiato sta faticando più di me, inoltre la seconda parte sarà in discesa e quindi vantaggiosa per me, motivo per cui rimango assieme a lui sino al commemorativo ristoro nel cortile della casa che ha visto nascere e crescere il Campionissimo “Fausto Coppi”, nato qui un secolo fa. Siamo a Castellania, tappa imperdibile di queste zone.

Arrivo a Castellania
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Con ancora la focaccia in mano
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Rubo un pezzo di focaccia e riparto, per arrivare alle torri di S.Alosio affrontiamo i tratti più ripidi del giorno che ci costringono a qualche metro camminato, ma la fatica viene ripagata quando ci rendiamo conto di quanto stia diventando selvaggio questo ambiente di alta collina. Una breve picchiata comincia a fare il vuoto tra me e Paolo, qualche saliscendi che sfiora i calanchi mi porta ad il bivio con il ristoro, c’è la birra ma a fare il cretino ci penserò fra una quindicina di chilometri, per ora mi accontento dell’acqua e di non forzare nell’unico tratto veramente tecnico di oggi.

Calanchi di S.Alosio
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Si riprende a correre di scorrimento in una discesa leggera e sassosa, passo Sarizzola e sfioro nuovamente dei bianchi calanchi con un passaggio non troppo chiaro in un campo, è incredibile ma trovo addirittura la neve solidificata e vedo poco davanti i due in lotta per il podio che probabilmente non hanno visto il bivio (comunque ben segnato), c’è un pezzo ripido su terreno molle e poi riprendiamo a salire su asfalto sino a Montale Celli e Costa Vescovato con il passaggio dentro l’agriturismo Valli unite. Ora è quasi tutta discesa corribile, o almeno così ricordo, ma dietro sento dei minacciosi passi e noto Aziz che ha nuovamente sbagliato allungando di quei 100m che hanno permesso una mia temporanea quarta posizione.

Spettatori inconsapevoli
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C’è una leggera brezza da nord che ostacola l’andatura sulla “Rampina”, provo a stare in scia al mio avversario che però in pianura ha tutt’altro ritmo ed infatti mi stacca, io devo difendere la quinta piazza negli inattesi strappetti sul crinale della valle Ossona e pare che nessuno da dietro la stia minacciando. Manca poco ed ormai sono tranquillo di portare a casa la gara ed una buona prestazione, non ho problemi a seguire le tracce tra le vigne preparate con cura da un’ottima organizzazione e nonostante la verticalità di qualche tratto non smetto di correre. Però Aziz che fine ha fatto, avrà mica sbagliato nuovamente strada? Manca poco, la torre di Carbonara sbuca dietro la collina anticipando il paese, si cominciano a sentire le musiche di festa ed affiancare i tanti camminatori che stanno riempiendo questi luoghi mi da l’allegria per cominciare a festeggiare.
Ormai ci siamo, solo la scalinata verso il centro storico mi separa dall’arco del traguardo e quando la mia testa pelata fa capolino da dietro i gradini sento un motto di meraviglia: è il quarto, ma è il Pedra! Già, Aziz si è perso nuovamente… ed in effetti ho fatto una bella gara di cui essere contento, i primi tre sono di un altro livello e di più non potevo chiedere per una distanza a cui non sono abituato!

Si arriva sotto la torre, manca mezzo chilometro
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Ci sono rimasti tutti sorpresi nel vedermi così presto
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Sono eccitato, riempito di complimenti comincio ad essere irrequieto e a passare da un saluto all’altro sino quasi a finire volontariamente al controllo antidoping a cui sono sottoposti i primi tre, parlo con l’addetto e gli chiedo informazioni sulla procedura nel caso un giorno dovessi incapparvi pure io, continuo a scaricare la tensione della gara e mi addento su focaccia, brioche e soprattutto inizio una degustazione di Cortese, Timorasso e Barbera al ristoro... ora per me inizia la festa tra musica ed allegria sinché il tutto non viene interrotto bruscamente: c’è un uomo steso a terra senza maglia, i medici gli stanno praticando il massaggio cardiaco e la situazione sembra critica. Momenti di panico per una situazione che nessuno si augura, ma poi il tutto si risolve con un “semplice” collasso e relativi accertamenti, niente di grave.

Doccia e quindi terzo tempo con polenta e Barbera, una bella festicciola prima della premiazione. Ecco, a podio assoluto era impensabile ma 4° su 165 è un ottimo risultato, terzo effettivo di categoria ci può stare, ma poi facciamo la classifica degli Stefano e … sono quarto pure lì, uffa! Mai una gioia!

Una giornata di cui avevo timore e che invece è stata perfetta, dai bambini sul percorso a farmi i complimenti (bravo sei velocissimo, sei tra i più forti) a tutti gli altri anche via messaggio, dalla media di 4:38/km (13 orari) su 29km e 950d+ al dopo corsa. Spero di aver condiviso una parte di questa esperienza tramite il racconto e spero di essere in grado di non vanificare gli sforzi con infortuni o periodi di abbandono

Premiato come primo di categoria
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