Garbagna trail Montebore, primo anello

di admin il 12/11/2019 · Commenti disabilitati su Garbagna trail Montebore, primo anello

Una gara significativa merita di essere inserita nell’album dei ricordi, per poi poterla rivivere in futuro nei suoi aspetti negativi e positivi. OK, ho scritto il racconto del trail di Garbagna e già che ci sono lo pubblico anche qui, per chi volesse leggerlo 😉

Il preludio al Garbagna trail Montebore parte una settimana prima a Ponte Crenna, affranto per una gara sottotono e con tre birre che festeggiano in corpo ho una malsana idea: se voglio vincere il trofeo Malaspina devo finire il percorso lungo, quindi mi tocca spostare l’iscrizione da quello per me abituale di 20km a quello di 40km. Non ho mai fatto questa distanza, ma in tal caso l’importante è finirla senza farsi del male e senza doversi fermare.
So che si tratta di una cattiva idea, certe distanze non vanno improvvisate e necessitano di un allenamento specifico ed attenzioni ai dettagli e nell’evitare tendiniti e ciocche ai piedi, ma da parte mia so che dopo lustri in bicicletta ho la capacità di sapermi gestire e mantenere sforzi prolungati. Mi sento un idiota, ma felice di dover correre con calma per più di quattro ore e con la vocina interiore che mi spinge al massimo verso questa stupida decisione.

Ed eccoci alle 7:30 in piazza a Garbagna, sono concentrato e consapevole di cosa mi aspetta e del livello degli altri atleti, sulla carta almeno 8 hanno una marcia in più di me e la cosa mi tranquillizza, l’impossibilità di andare a premi mi permetterà di gestire il mio ritmo al meglio per arrivare sano alla fine di quella che sarà nettamente la corsa più lunga della mia carriera.
Facciamo un giro veloce della piazza per prenderci tutti gli applausi del pubblico già numeroso e siamo subito nella dura salita che esce dal paese, sono in una pessima posizione rischiando di fare da arrosticino infilzato dai bastoncini di Katia e Vincenzo che mi sono davanti e che supero con cattiveria, ma solo per non rischiare. Poi la gara entra nel vivo ed io prendo il passo giusto alternando corsetta e camminata dove la salita è più ripida, tirando i freni in discesa e rimanendo costante col fiato. Raggiungo Marco col quale ho battagliato in una gara e che non è affatto uno sprovveduto, poi riprendo anche Davide che seppur acciaccato e fuori forma rimane il vincitore di due edizioni, con un dubbio che mi assale: sto forse esagerando? Eppure non mi pare di forzare, vedremo…

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Ogni tanto mi sento dispiaciuto di non poter scattare fotografie agli splendidi panorami calanchivi che dal bosco si aprono su Garbagna e la val Grue, già ora comincio a maledire lo zainetto idrico che sfrega sulle clavicole poco coperte dalla canotta, scelta obbligata per raffreddare al massimo il corpo in una normalmente calda giornata di giugno, maledico la scelta delle scarpe con poco grip che però mi danno la speranza di calzare bene per 40km, rischio qualche storta e rischio seriamente di scivolare giù da uno stretto sentiero che guarda Montebore e la val Borbera, luogo tanto affascinante quanto impervio da raggiungere e che mi impaurisce, perdo almeno 30 secondi in 200m. Perché è vero che sono qui per finirla, ma come si fa a non guardare la classifica e a non voler arrivare quantomeno nei primi 10?

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Si continua col crinale di Parogna e l’ultimo pezzettino critico, poi il resto è corribile o mai difficile nonostante gli appoggi poco stabili sul brecciolino. Si svalica il monte Barillaro che domina le strette di Pertuso ed arrivo al ristoro, dove volano altre imprecazioni non riuscendo, in 30 secondi, ad aprire le mie borracce. Qui non usano i bicchieri di plastica che poi vengono magari abbandonati, garantiscono acqua e qualcosa da mangiare e nulla di più in vera osservanza dello “spirito trail” che vuole un vero contatto ed amore per la natura.
Correndo riesco in qualche modo ad allentarne i beccucci così da riuscire successivamente ad aprirle, la spalla si sta irritando a causa dello sfregamento dello zaino e strappo delle foglie da usare come strato protettivo, con scarso successo, come se stesse andando tutto a meraviglia noto anche che ho perso la barretta dalla tasca, ma almeno ho la magra ma ambientalista consolazione di avere ancora il suo involucro…

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Ora si scende in tratti anche pietrosi ma mai scivolosi in cui riesco a tenere un ritmo giusto, supero Alberto in giornata NO che infatti si ritirerà e comincio ad avere la consapevolezza di poter entrare nei 10 se non avrò problemi. Dopo due ore sono nuovamente a Garbagna in piazza, concentrato nel ristoro ignoro il pubblico festante e considero solo le fonti caloriche disponibili ed il carico d’acqua, sentendo in sottofondo un “sei sesto/settimo” a Davide che mi ha raggiunto assieme a Marco ed un altro, in pratica siamo in lotta per il sesto posto. Chissà … nei 5 sarà dura ma forse non più impossibile, in questa gara ho sempre un culo assurdo e sto ancora abbastanza bene, forse ho spinto meno degli altri ma rispetto a loro per me il secondo anello sarà un salto nel vuoto, ed un altro racconto

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