3° comandamento: ricordati di trailificare le feste

di admin il 13/01/2020 · Commenti disabilitati su 3° comandamento: ricordati di trailificare le feste

25/12, il tradizionale trail di natale
Da un brindisi in cantina alla Parigi-Da bar il passo è breve, da una piccola a due medie seguite da altro seguite ancora da un’uscita veloce che termina alle 2 del mattino il passo è molto breve!
E potete immaginare come mi sentissi alle 7 del mattino quando la sveglia è suonata per avvisarmi del tradizionale appuntamento trail a Salice Terme… no, ero comunque felice, feste per me significano corse allegre, tranquille, in compagnia e su percorsi belli senza tirarsi il collo, se poi la giornata si preannuncia monumentale la gioia di svegliarmi è parecchia, se poi questa sarà la mia prima corsa sterrata da oltre tre mesi… ci siamo capiti, non vedo l’ora!
Siamo in 7 e in basso fa fresco, ma basta arrivare a Nazzano per gioire dell’inversione termica che ci dona questo bel tepore e panorami a dir poco magnifici sulla pianura e sulle Alpi in una limpidissima giornata dal sapore primaverile.
Federico da buon cinghiale ci propone alcune deviazioni in salita sul peggior pistino da mtb, le mani toccano un suolo insolitamente asciutto e ci aiutano a scalare pendenze impossibili da correre nelle quali rami e tronchi rappresentano un buon aiuto, poi deviamo su uno sporco sentiero e ci troviamo davanti un piccolo varco in cui ammirare Voghera e zone limitrofe, prima della discesa tecnica in cui noto tutte le lacune accumulate nei mesi, in cui le gambe sentono la fatica e dove tiro i freni. Siamo quasi arrivati, ma un water abbandonato ispira sentimenti fotografici che fanno schifo (però mai quanto la sorpresa lì contenuta) e l’essere tutti insieme felici all’arrivo ci ispira un bel brindisi di spumante, con la sciabolata del tappo svolta a fatica dall’improvvisato sommelier me medesimo…
Auguri di buon natale, ottimamente festeggiato!

Panorama su Nazzano, già qui abbiamo ottimi panoramiIMG-20191225-WA0006

Selfie di gruppoIMG-20191225-WA0011

Questo giro fa cagare!IMG-20191225-WA0009

Sciabolatavlcsnap-2019-12-25-20h15m47s046

26/12, Retorbido fangoso
Mi sarebbe piaciuto replicare una bella uscita di gruppo, ma mi ritrovo solo con la mia stessa compagnia in una fresca mattina che anche oggi preannuncia una buona inversione termica, seppur ridotta rispetto alla primavera di natale.
Sento di rischiare con un tibiale non ancora recuperato al 100%, ma voglio farlo e col senno del poi è stato un bene, giusto del fastidio passato in una giornata.
E’ uno dei tanti itinerari studiati per lo scorso autunno, non tanto bello ma così ricco di dislivello da accumularne 600m in 11km in un continuo saliscendi tra i vigneti, una corsa senza pretese con la fotocamera appresso ottima per delle soste rifiatatrici. L’inizio è buono, terreno morbido ma corribile senza quel temuto fango, un po’ di brina a ricordarmi che siamo a dicembre e buoni panorami tra le colline e le Alpi, ma la seconda parte cambia completamente: ora fa più caldo, il ghiaccietto si è sciolto e le scarpe affondano in pozzanghere argillose rendendo la marcia sporca e difficile. E non solo, nel punto più basso trovo un guado obbligato con il rile dal tipico aroma che nasce dalle fonti solforose e che ha creato uno strato grigiastro di fango in cui affondare, uno sporco divertimento in cui mettervi i piedi.
La parte finale è forse la peggiore, pozzanghere ovunque e fango molle che salta dalle suole ormai lisce sino in testa, mi sento un fiero maiale ma sto gioendo dei piaceri del fuoristrada, piaceri mai dimenticati da cuore, testa, gambe e piedi.

Anche oggi si vedono bene le Alpiretorbido_fangoso 011

Bei vigneti, soprattutto affrontati in verticaleretorbido_fangoso 014

Forse la foto simbolo di questo periodoretorbido_fangoso 019

Di lì dovevo passarciretorbido_fangoso 020

E per finire altro fangoretorbido_fangoso 024

28/12, Monleale luogo del cuore

Oltrepò e tortonese, due territori simili e confinanti che sembrano divisi da una sottile membrana per cui raramente ci sono scambi attravero la linea di confine, perdendosi sia da una sponda che dall’altra diverse zone affascinanti e nuovi panorami. E’ così che convinco Francesca a questa piccola trasferta nella mia collina del cuore, luogo che semmai dovesse succedermi qualcosa rimarremme nel mio testamento come sede di un “memorial Pedrazzani” trail.
Caffettino, un tratto di adeguato riscaldamento bitumato e poi via su pendenze ripide ancora brinate che induriscono un fango ancora molesto, lei che sale tranquilla con una costola dolorante ed io che finalmente ammiro appieno viste collinari sui paesi in quel pezzo di terra di confine tra uomo e natura, dove è nato il mito di Pellizza e del vino Timorasso in due paesi divisi dal Curone ed in perenne lotta tra loro.
Una decisa picchiata ci porta in una valletta scavata da un ruscello, il timore era di trovarlo trasformato in torrente ma ci è andata bene, i guadi saltando di roccia in roccia ci permettono di mantenerci asciutti già prima di imboccare il gelido versante opposto, quello tra bosco e pescheti brinati. Bene, bravi, bis, di nuovo giù nella valletta per scoprire che il ponticello in legno non è più contemplato, ma dove non può l’atletismo può il genio, basta un piccolo masso lanciato nell’acqua a creare il guado necessario.
Le temperature si stanno alzando, l’omnipresente inversione termica che regala bei panorami sta sciogliendo il terreno ed ora cominciamo ad infangarci le scarpe, soprattutto le mie alla loro ultima uscita con dei vistosi tagli nelle tele. Arriviamo a Monleale e Francesca accetta la mia proposta di pistino da mtb, ripido nella parte iniziale e scavato dalle piogge autunnali, ma veramente divertente e con degli attrezzi per esercizi ginnici posti nel suo corso, sicuramente utili ma dove nessuno passerebbe e dei quali siamo gli ultimi usufruitori di questo decenno. Bel giro, non tecnico né molto panoramico, ma appagante. Ed ovviamente le feste vanno santificate con del Bonarda locale, che qui è un’uva completamente diversa, e con dei pensieri sulla vita semplice dei piccoli paesi: per un aperitivo abbiamo speso quanto un bicchiere di Tavernello a Milano

Il freddo che ancora pervade le zone in ombraIMG-20191228-WA0001

Foto insieme…IMG-20191228-WA0002

Guado nel quale ho lanciato un sasso, così da non bagnarmiIMG-20191228-WA0005

Non capisco il senso di attrezzatura per esercizi in questa zonaIMG-20191228-WA0003

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