Resoconto del Giro tra l’Alpe di Neggia e i Monti Motti (VA-Ticino)

di admin il 14/06/2010 · 3 Comments

Giro tra Alpe di Neggia e Monti Motti (il resoconto)

Bella scampagnata quella di sabato 12 giugno! Nonostante le previsioni non incoraggianti, alla fine è stata una bella giornata di pedalate e compagnia.

Il ritrovo è fissato a Germignaga, a poca distanza dal paese turistico lacustre di Luino, sulla sponda orientale del Lago Maggiore. Al ritrovo siamo in 6, le gare udace, le GF il meteo comportano qualche rinuncia di troppo, ma pur non raggiungendo il record di presenze del mendrisiotto, il gruppo sembra subito affiatato. Io sfoggio il “muletto” ovvero una bianchi d’annata senza pedalini da bdc! Argh! Un incidente meccanico della sera precedente mi obbliga alla sofferta scelta del cambio. Parto già con l’idea di farmi solo il Neggia visto che il mezzo non mi permette un’altra salita al 7.2 di pendenza media (la seconda), di cui i primi 9km sfiorano il 9% medio!.

Il tempo è a dir poco uggioso, qualche goccia iniziale, poi smette e continuiamo a pedalare a buona velocità attraversando Luino ed inoltrandoci verso nord lungo il lago fino all’abitato di Maccagno. Dopo qualche scambio di parere io, Tizlook, Warsaw, Debù, Pedra e Andrea iniziamo a salire verso il valico di Indemini e l’Alpe di Neggia che ci porteranno in Svizzera lungo la Val Veddasca.

Il primo pezzo è duretto, poi la salita si farà più dolce ma irregolare fino ai 5km dall’arrivo. Subito inizia una pioggia non troppo forte e che non crea quasi nessun problema sebbene i tre primi fuggitivi, Tizlook, Andrea e Pedra scelgano di ripararsi qualche minuto sotto a un cornicione. I tre ritardatari arrivano e dopo averli pesantemente scherniti al grido di SCHIAPPE! proseguono il loro lento ma inesorabile cammino verso il gpm (22km di salita). Nel tratto intermedio (tra le due deviazioni per il Lago Delio e la Forcora) la pioggia dapprima cala e poi progressivamente smette e come da previsioni non si ripresenterà più per tutto il giro. Spurs, Warsaw e Debù (quest’ultimo andrà in fuga solitaria, stoppata solo dal forcing di Spurs e Warsaw e dalla sua paura di aver sbagliato strada) chiacchierano proficuamente lungo la salita mettendo in secondo piano la constatazione riguardante le nuvole troppo basse che ci ostacolano la visuale sulle bellezze della Val Veddasca. Ogni tanto il paesaggio s’intravve in qualche raro sprazzo visivo.

I tre “ritardatari” ci riprendono poco prima di entrare in Svizzera e vanno in fuga nei km finali della salita, i più duri, dove io fatico più del previsto a causa del muletto. In cima il paesaggio è da girone dantesco, le nubi ci inghiottono quasi completamente!. Siamo ai 1395m dell’Alpe di Neggia; qui Tizlook, Warsaw e Debù decidono di ridiscendere verso Luino a causa degli impegni e del lavoro che li occuperanno nel pomeriggio.

I tre “baldi giovani” rimasti si avventurano giù per la difficile e tecnica discesa verso Vira e il Gambarogno. Dopo 200m di discesa una lieta sorpresa! Il cielo si apre! Possiamo ammirare la bellezza del lago e vediamo Ascona, Locarno, la piana e la diga di Vobarno. Piccola sosta per una foratura e si riparte in discesa.

A Vira preferiamo fermarci prima della seconda”fatica” di giornata e procediamo a metterci nello stomaco un succulento panino, ripartendo subito dopo. Altri 10km piani costeggiando persino l’aeroporto di Locarno e ci spingiamo sulla strada cantonale per Bellinzona. A Cugnasco, parte la salita ai Monti Motti, veramente “duretta” anche a parere dei due scalatori che mi fanno ancora compagnia. Io, come previsto, per riportare la pellaccia a casa, gli saluto dopo averli “catechizzati” per bene e mi spingo fino a Bellinzona e Giubiasco prima di salire a Pianderastelli (2km ca al 6-7% medio) e poi ridiscendere e aspettare i due grimpeurs che intanto arrivano in cima. Ma qui passo la tastiera a Pedra.

<PEZZO DI PEDRA>

Innanzitutto ci vogliono delle precisazioni: quando dico che chi viene con me non si bagna, non intendo dire che non piove, solo che si bagna appena appena 😀 Infatti ai primi accenni di precipitazioni consistenti sono scattato con a ruota Tiziano ed Andrea fino alla tettoia, dove ci siamo fermati a parlare con un triatleta che come noi si riparava dalle pioggie. Ormai rassegnati al diluvio gli altri si mettono la mantellina, permettendo così la fine dello scroscio. Pur sempre tranquilli raggiungiamo i 3 in testa, che invece si sono beccati tutta l’ acqua, e rimaniamo in gruppo sino al confine, dove la strada si impenna improvvisamente al 10% sino alla cima. Mi fermo per una foto, forzo per raggiungere il gruppo il prima possibile, ma appena sente il mio fiatone Warsaw scatta cercando di staccarmi, per poi implorare di rallentare un km dopo. Esaudisco il suo desiderio, ma non ancora soddisfatto rallento ancora un pelo fino ad un’ andatura sostenibile pure dal sottoscritto :)

Nebbione e fresco in cima, la discesa è impressionante ed in tornante io ed Andrea aspettiamo Fabio, che ci raggiunge con una ruota a terra.

Dopo il pranzetto Svizzero arriviamo ai piedi dei Monti Motti, salita regolare tra il 9 e l’ 11%. Il primo tratto al sole ci asfissia, un’ umidità penetrante obbliga me e Andrea a toglierci casco e guanti (e per Andrea pure la maglietta), ma dopo un paio di km si entra in un fitto bosco con le strade ancora bagnate e cosparse di sassi, pozzanghere e addirittura un tronco caduto. Da un lato vediamo il burrone boscoso, dall’ altro nude rocce che sfiorano la stretta sede stradale. Ai -2km finalmente si smette di salire, arriviamo ai monti Motti con un discreto (ma potenzialmente fantastico) panorama sulla parte Svizzera del lago Maggiore. Fatichiamo a cercare la famosa panoramica, trovata ci facciamo fotografare da degli inglesi, prima della picchiata difficile sulla stessa strada, dove Andrea arriva 10″ prima, ma dove noto con piacere che gli automobilisti Svizzeri usano gli specchietti e non si credono i padroni della strada.

Tornante nel bosco dei Motti

Frazione in pietra

</PEZZO DI PEDRA>

Per chi volesse tornare sui Monti in un giorno limpido…questo è il panorama dopo essersi innoltrati di solo poche decine di metri oltre le case dei Motti, fate voi… :

Finalmente Pedra e Andrea sono di ritorno a Cugnasco, pare Andrea abbia preso lezioni di discesa da Savoldelli, visto che quasi semina Pedra. L’acido lattico nei muscoli sale ma non ci demoralizziamo e siamo pronti per spararci gli ultimi 35km lungo il saliscendi del Gambarogno e del Luinese, sempre costeggiando il Verbano. Tra un saluto e l’altro ai ciclisti e alle cicliste che incrociamo, nei pressi delle dogane di Dirinella/Zenna ci raggiunge Paolo, vecchia conoscenza degli amici di giriesalite e di alcuni del forum. Nel frattempo lui era salito al Lago Delio prima di aspettarci. Vista la sua maglia di campione del mondo di Tom Boonen, io mi piazzo alla sua ruota e lo ringrazio per il traino eheh. Gli ultimi km passano così tra una risata e l’altra a velocità meno sostenuta dei primi km di ritorno sul lago.

Al parcheggio, rinfiliamo le bdc in macchina e torniamo verso il sud della provincia di Varese. Lungo la Valganna, viene giù il diluvio universale, e scherniamo un ciclista solitario che tenta di dirigersi verso le tettoie dell’abitato di Ganna, per fortuna noi eravamo al chiuso dell’auto… :-)

Alla sera pizzata di successo, tra un pavese (ma “genovese d’adozione”) e un canturino, uno più taccagno dell’altro, mi sembrava di essere un milanese! Gran bella pizzata con “capatina” dal gelataio, prima di salutarci e dirigersi verso 3 direzioni, una opposta all’altra!

Grazia a tutti per il giro, a luglio (18 o 19 probabilmente) il clou stagionale, il giro dei 3 passi. Per info scrivete sul blog e vi risponderemo.


3 Responses to “Resoconto del Giro tra l’Alpe di Neggia e i Monti Motti (VA-Ticino)”

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  2. scientologist scrive:

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