Lago di Naret (Ticino-CH)

di admin il 05/10/2010 · 2 Comments

Sabato 31 luglio 2010

Che giornata!

Sono di nuovo qui a raccontarvi un’altra delle mie avventure estive.  Questa volta sono in compagnia di Paolo. E’ ormai più di un anno che puntavamo a mettere a referto questa salita che prometteva “fuoco e fiamme” sia per quanto riguarda i panorami sia per la lunghezza ed il fascino della salita d’alta montagna svizzera.

Nessuno ci mette fretta, per cui decidiamo di svegliarci con calma e di partire in direzione di Bignasco, piccolo paese situato lungo la Vallemaggia, una delle valli che si snodano su per le montagne sopra a Locarno. Dopo meno di due ore, tra severi limiti di velocità da rispettare (almeno in Ticino..), due chiacchiere, un po’ di sana e buona musica hard-rock e… la colazione in macchina di Paolo … arriviamo nel luogo di partenza. La valle, vista dall’automobile, si rivela fin dai primi momenti davvero affascinante e promette bene per la giornata e future nuove gite in zona (individuiamo con piacere alcuni bivi che portano ad altre salite che prima o poi faremo).

Parcheggiamo sotto una parete di roccia poco prima del paese, scarichiamo le bici e ci prepariamo. L’adrenalina è già alle stelle, è da troppo tempo che sogniamo questa salita ed ora è arrivato il tanto desiderato momento per “matarla”. Partiamo! Dopo i primi 300m, passiamo sopra il ponte nel centro di Bignasco, qui inizia ufficialmente la salita del Lago di Naret (per quanto alcuni risalgono la valle da Locarno! 66km in totale!)

Questo è il grafico della salita:

http://www.salite.ch/CH/naret.png

L’inizio è soft. I primi 10 km dei 32 abbondanti di salita sono abbastanza tranquilli e pur partendo dall’auto in salita le nostre gambe sembrano rispondere bene. Già questo è un buon segno per la scalata. Il panorama è il classico di media montagna, tanto verde e boschi la fanno da padroni mentre la lunga e larga striscia d’asfalto si inerpica per di essa, ogni tanto tra un drittone e tratti di interessanti tornanti e tornantelli guardiamo sulla nostra destra e scorgiamo il fiume Maggia e i suoi pittoreschi massi grigio-baincastri.

Siamo a Peccia, paese del marmo e della scultura. Qui dopo aver superato il bivio che porta tramite una facile salita di 10km ai Piani di Peccia, proseguiamo verso l’estremo Nord della valle e il paesaggio si fa sempre più selvaggio e affascinante. La giornata non può essere migliore, limpidissima, neanche una nuvoletta di passaggio. Qui le pendenze iniziano a farsi interessanti, in diversi tratti si supera il 10% di pendenza. Due tornanti ravvicinati ci permettono di addentrarci nel sopra-valle. Superato questo tratto non certo facilissimo arriviamo a Mogno, caratterizzata dalle sue particolari malghe, dopodiché un tratto pianeggiante ci permette di tirare un po’ il fiato.

Ecco Fusio, altro bellissimo borgo arroccato sulla sinistra della salita con i suoi interessanti “magazzini” in legno.

Un tratto di vera salita e un paio di gallerie scavate nella roccia ci permettono di arrivare all’intermedio della salita, ovvero la Diga del Sambuco. Impressionante l’altezza della diga.

Cerchiamo di non spingere troppo in questi 3km abbondanti di piano ma del resto è il paesaggio che ci obbliga a goderci tutti lo scorci di questi luoghi. Proseguendo sulla strada a destra della diga notiamo diverse piccole cascatine che danno il loro contributo alla diga.

Ora è tempo di fare sul serio, non che i primi 23km fossero una passeggiata ma pensiamo di essere preparati a quello che ci aspetta. Ma forse non abbastanza eh eh. Appena lasciataci la diga alle spalle  (ogni tanto un’occhiata indietro è sempre benvenuta) le pendenze passano subito all’8-11% medio per più di 1km prima del terribile muro.

Ci aspettavamo pendenze quasi proibitive, ma in quel tratto ci sembra di essere sulle rampe più dure del Mortirolo! Ed in effetti non ci aspettavamo un drittone, contavamo su qualche tornante dove rifiatare ed invece … per quasi 500m la pendenza media è del 16% ma ci sono tratti al 19-20% che tagliano le gambe. Con fatica (e soddisfazione) superiamo il Muro. Riesco a rimanere davanti a Paolo nonostante le pendenze proibitive e questa è una seconda impresa! Pascoli, malghe, mucche, capre, crinali e il cielo limpido la fanno da padroni. Siamo sempre più affascinati e ci verrebbe voglia di fermarci e gustarci il tutto più lentamente. Ma non c’è tempo, la decisione era quella di fare tutta la salita senza fermarci e quindi rinviamo alla discesa il tour naturalistico. E comunque, davanti a noi in mezzo alla montagna spicca una stretta ma ben visibile lingua d’asfalto che porta al Naret. Rimaniamo un attimo sconcertati da quello che ancora ci aspetta ma proseguiamo senza remora. Un paio di tornanti impegnativi portano ad una brevissima discesa e a un tratto in falsopiano nei pressi della località Grasso di Dentro.

Superata la fattoria e portatici (per la prima volta) sul fianco sinistro della valle ci aspetta il pezzo più duro e temuto. Gli ultimi 5km sono davvero impegnativi, quasi proibitivi se dopo quasi 30km non hai più resistenza per le lunghe salite. Fortunatamente quest’anno gli allenamenti sono andati bene e quindi ci apprestiamo all’impresa. Mancano 500m di dsl circa al lago del Naret in 5,5km…

Affrontiamo dei drittoni impressionanti e delle curve, semicurve e tornantoni che arrivano al 17% (a me sembra di più) . Nel primo tratto il paesaggio non è ancora “lunare”, alcune centinaia di alberi sparsi per i crinali ci fanno compagnia. La salita non dà tregua, non ci sono spazi dove si può respirare. Maledico il fatto di avere a disposizione come rapporto più agile solo il 28 ma stringo i denti e proseguo. Dopo averlo staccato di qualche centinaio di metri, Paolo con la sua progressione mi riprende e scatta in fuga solitaria. Io arranco ma gli scenari paradisiaci di questo angolo di Svizzera mi fanno letteralmente dimenticare la salita. Lungo questo tratto di ascesa passiamo tra diversi laghetti morenici protetti, nonostante sia ormai agosto, ancora da qualche rimasuglio di neve. Sopra i 1950-2000m non c’è più un albero. Dominano il verde e l’azzurro incontrastato e rassicurante del cielo.

Tra un laghetto e l’altro sono ormai convinto che la salita è quasi finita ma così non è, la salita sempre dura si inerpica su per la montagna mentre alla nostra sinistra sfrecciano alcuni ciclisti in discesa (le macchine sono davvero rade per tutta la salita, fortuna c’è anche una piccola discesina che precede gli ultimi 500m. In qualche modo riesco a superare gli ultimi km e sono finalmente davanti alla diga. Penso ormai che la salita sia finita. Macché… Bisogna oltrepassare la diga e quindi ancora salita dura fino alla diga. Ma pian piano, dopo quasi 3h di ascesa supero gli ultimi 2 tornanti e gli ultimi 50m come al solito caratterizzati da pendenze oltre al 10%.

FINALMENTE IL LAGO! C’è un piccolo dosso appena arrivati alla diga, decido che è lì la fine della salita e scatto alla sua conquista. Ora è davvero conclusa la salita.

Paolo si sta già crogiolando al sole seduto sul parapetto della diga. Rimaniamo letteralmente incantati da quello che ci offre la natura incontrastata di questi posti. Siamo davvero esaltati e soddisfatti. Scatto non so quante foto e dopo diversi minuti di beata contemplazione esploriamo tutta la diga. Ci dirigiamo prima verso Est, dove l’altro lato della diga ci presenta una tipica valle di montagna e dove diversi pescatori sembrano davvero soddisfatti.

Il lato ovest della diga presenta una strada sterrata che ci porta oltre il Lago di Naret per poterlo ammirare da un’altra visuale (Nord) e per permetterci di scorgere altri due piccoli e suggestivi laghetti. I cartelli indicano i sentieri che portano alle cime sopra il lago. Per chi volesse salire al passo sono altri 30minuti a piedi. Non c’è la sentiamo di salire con la bici da corsa. Del resto siamo già soddisfatti. Qualche altra foto (sono davvero tanto ma non potevo postarle tutte) e si è fatto tempo di tornare indietro, non prima di una foto a Paolo in mezzo ai rimasugli di neve dell’inverno trascorso. Durante l’inverno spaccerà la foto come appena scattata :-)

La lunga discesa diventa davvero un piacere con il passare dei km. I primi sono tecnici ma Paolo va giù spedito mentre io scendo tranquillamente godendomi il paesaggio e scattando le fotografie. Ad un certo punto penso addirittura di essermi attardato decine e decine di minuti. Ma così non è. Poco sotto la Diga del Sambuco trovo Paolo sdraiato nell’erba accanto all’unico chiosco esistente in tutta la salita. Sosta pranzo obbligatoria mentre un brutto tafano si accanisce sul piede del mio compagno di pedalata …

L’escursione avrebbe previsto l’esplorazione di altre due piccole valli laterali che ci avrebbero portato ai Piani di Peccia (da Peccia) e più tardi alla Valle Bavona (dalla stessa Bignasco) ma il piede gonfio di Paolo ci suggerisce che forse è meglio tornare al nostro paese anche perché poi si farebbe troppo tardi; inoltre è da constatare il fatto che siamo abbastanza stanchi, fateli voi 32km di quasi continua salita con punte al 20%!

Gli ultimi km di discesa sono una pura formalità e tocchiamo anche punte di 70-80km/h. Alcuni paesini che ci lasciamo alle spalle meritano davvero di essere visitati …

Alla macchina e per tutto il viaggio di ritorno la soddisfazione è palpabile. D’altronde questa salita era un obiettivo di antica data e rappresenta per il sottoscritto (ma anche per Paolo) la più avvincente avventura del 2010 e forse il Naret rappresenta la salita più bella che abbiamo mai scalato in assoluto. Nivolet e Gavia non sono troppo lontani …

Col sorriso stampato in faccia torniamo verso casa mentre Paolo, come sempre eheh, si addormenta. Io intanto mi ascolto Rolling Stones, Whitesnake, Audio slave e 3 doors down tra una curva e l’altra distogliendo gli occhi quando possibile per ammirare il sempre eterno e paradisiaco panorama fornitoci gratuitamente da quel gigante piatto che corrisponde al nome di Lago Maggiore.

Alla prossima avventura

Fabio (Spurs84)

p.s. La scelta delle foto da selezionare è stata davvero ardua!

p.s.s. Consiglio a chi voglia intraprendere questa salita di andarci in una giornata limpida possibilmente senza nuvole. Vedrete che ne varrà la pena.


2 Responses to “Lago di Naret (Ticino-CH)”

  1. Aresius scrive:

    è una delle salite che mi ispira di più: prima o poi dovrò farla! Peccato la lontananza…

    Complimenti per l’impresa e le foto!

    • Spurs84 scrive:

      Grazie mille! (anche se la qualità delle foto non è granché). Prima o poi tu e Giulio dovrete farla questa salita, a me personalmente ha dato sensazioni indescrivibili. Ora sotto con altre salite..ma bisogna aspettare l’anno prossimo :-(

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