Cronaca di un raduno un po’ “corsaiolo”

di admin il 12/10/2010 · 5 Comments

Partenza ritardata a causa del ritardo di Pedra, per la verità la colpa è anche mia che ignoravo il mercato domenicale di Collecchio.
Anche io e Giulio siamo un po’ in ritardo, ma quando arriviamo non c’è nessuno: Alessandro, del team Sprintbike di Parma, è arrivato puntuale ma non trovando nessuno ha giustamente optato per un po’ di riscaldamento.
Una volta che ci siamo riuniti partiamo alla volta di un giro rivoluzionato per consentire a Pedra di raggiungere il traguardo delle 900 salite.
Lungo la val Baganza raggiungiamo in breve San Vitale, da cui attacchiamo l’ostica salita a Neviano Rossi: una delle più dure come pendenze della fascia collinare. Pedra e Giulio salgono insieme e precedono Alessandro ed il sottoscritto (non mi sembra carino lasciar solo chi ci ha aspettato!…), e così anche nella successiva salita, quella pedalabile di Lesignano Palmia, scollinata la quale ritorniamo dalla val Sporzana alla val Baganza.
Scesi a Calestano, meta classica dei cicloamatori parmensi, Alessandro ci saluta per essere a Parma ad una certa ora mentre i rimanenti, dopo una sosta alla fontana, partono alla volta del Valico di Fragno, la salita più dura di giornata. Penso di aver iniziato l’erta con un ritmo serrato, ma Pedra mi passa ed inizia a scandire un ritmo insalubre: lo seguo non senza difficoltà (maledette soste!!), poi quando la strada spiana Pedra rallenta di colpo, butto giù due denti e lo passo. Mi rinfranco credendo di rivivere un copione già visto in Giugno, ma Pedra si rifà sotto e, quando la strada riprende a salire in maniera più decisa, forza ancora più di prima. A quel punto capisco che staccarlo è impossibile, è già tanto stargli dietro fino al valico e passarlo allo sprint (non so come, ero già a tutta!…)
I dati della scalata, paragonati a quelli di altri giri recenti, mi offrono interessanti spunti di riflessione che tuttavia vi risparmio (da “buon” ingegnere, mi piace analizzare i dati!!).
Scendiamo velocemente in val Parma attraverso i ripidi tornanti del “tirabusò”, quindi a Capoponte iniziamo la lunga ma dolce ascesa che ci porterà in val d’Enza. Procediamo lungo l’amatissima val Toccana arrivando a Ca’ Bonaparte, crocevia posto sul crinale tra le valli del Termina e caratterizzato dalla Fontana della Mamma, dedicata a tutte le donne e aperta anche d’inverno. I ritmi adesso sono meno bellicosi, anche perché le pendenze sono quello che sono, e rimangono abbastanza soft fino a Scurano, dove scolliniamo insieme.
L’aria è freschina (12°, e oggi ho il raffreddore!), ma ci scaldiamo nel bar mentre mangiamo un panino.
Terminata la sosta proseguiamo in ripida discesa attraverso il paese: mi piace sempre passare da Scurano, è un paese ben tenuto, situato tra le colline e le vere montagne. Peccato che l’intensa foschia impedisca di ammirare le più alte cime reggiane.
La discesa termina in prossimità del ponte di Vetto: qui svoltiamo a sinistra ed iniziamo a “salire” verso la Sella di Lodrignano: un valico dolcissimo che, su strada tranquilla, ci introduce nella val Termina di Castione e nell’ultima fase del giro, la più nervosa, con 3 salite affrontate in successione (per fortuna quasi senza soste…).
La prima è il Torrione, uno strappo di 1 km al 9% che collega le due valli del Termina, molto caratteristico per la successione di 7 tornanti in una bella pineta: salita presa di petto da tutti e tre, anche se non da record vista anche la stanchezza che affiora. Scollino per primo e Giulio riesce a precedere Pedra, ma per sua stessa ammissione mette anche una X sulle sue gambe.
Segue Faviano, presa a tutta da Pedra ma tengo botta (tempo notevole), infine Strognano. Quest’ultima salita presenta un primo tratto ostico seguito da uno facilissimo, seppur in lieve ascesa: la tentazione di andare regolare staccandomi nella prima parte per poi recuperare sul falsopiano a me favorevole mi sfiora, ma la accantono e salgo con Pedra (anche quest’ascesa mi regalerà a questo proposito interessanti spunti di riflessione). Nel finale di salita addirittura mi sento più brillante, deve essermi entrato qualcosa in circolo: faccio un paio di scatti ed il fatto che Pedra non ceda un metro anche in questo fondamentale testimonia in suo livello di allenamento! E’ la sua 900esima salita, ed immortaliamo il momento con una foto. Scendiamo verso Barbiano affrontando diversi mangia e bevi nei quali mi sembra di riprendere vigore, anzi, lo riprendo proprio!
Ritornati ai Boschi scendiamo verso la macchina senza affrontare ulteriori strappetti, Pedra decide di allungare il giro accompagnandoci fino a Parma. Alle porte della città ci salutiamo e ci diamo appuntamento per l’Oltrepo’. Finalmente si può tirare il fiato! :-)

Bici in attesa ai Boschi di Carrega:

al Valico di Fragno:

a Ca’ Bonaparte:

lago di Scurano:

Pedra a Strognano: la sua 900esima salita! (o la 901esima?…o la 902esima? :-)):

l’altimetria:


5 Responses to “Cronaca di un raduno un po’ “corsaiolo””

  1. Pedra scrive:

    Bellissimo racconto!!!
    Mi sto piegando dalle risate a rileggerlo!!

    E’ stata proprio una bella giornata che attendevo da tempo, peccato non sia riuscito nel mio scopo di staccarti, ma l’ aver superato i 9000km e le 900 salite e l’ aver tirato a buon ritmo tutte le salite mi ha proprio soddisfatto, mi capita di rado (ultimamente quasi mai) di avere il mal di gambe.
    E sono belle pure le foto, bravo!
    Però le considerazioni ingegneristiche mi incuriosiscono parecchio!

  2. Aresius scrive:

    Le considerazioni “ingegneristiche” riguardano le mie prestazioni:

    Ho confrontato la scalata di Fragno con quella del Prandone (salita vicina e simile ma un po’ più dura e discontinua) fatta ad inizio Settembre al “Bike day”: domenica Fragno l’ho fatta a 174 battiti medi, il Prandone a 176 ma faticando molto meno, tanto che se la salita fosse stata 13 km penso che non avrei avuto problemi. Domenica invece i 174 battiti medi li ho tenuti ma faticando parecchio, quindi forse un po’ di stanchezza dalla gara di sabato c’era. (presupponendo che i valori di frequenza cardiaca di soglia non siano cambiati in così breve tempo, ovvero da Settembre ad adesso). Cadenza identica su entrambe le salite, 87 rpm medi (non pensavo su Fragno di essere andato così agile). Difficile comunque dire su quale delle due sono andato più forte.

    Per quanto riguarda Strognano, l’ho affrontato anche al Bike day in 10′ 31″ contro gli 11’11” di domenica (ma ero molto più fresco, il giro meno duro); la cosa interessante è che i 40″ in meno sono distribuiti in 10″ nella prima parte, quella più dura, ben 30″ nella parte più facile. (in termini temporali le due parti sono più o meno uguali, dunque ci si dovrebbe aspettare un 20″ circa per parte)

  3. Pedra scrive:

    Nella seconda parte, quella ben più pedalabile, ci siamo pure messi affiancati per parlare, così come a Fragno ho rallentato sensibilmente per rifiatare quando le pendenze sono scese sotto al 4%.

    Una gara su circuito si fa certo sentire, ma a mia “discolpa” posso dire di aver comunque fatto 85km al sabato, di essermi alzato presto e di aver spinto al limite Giulio. Se esistesse una corsa a tappe amatoriale faremmo spettacolo, anche se preferirei averti in squadra e tirarti sugli strappetti, mentre vorrei averti come gregario sulle lunghe salite :)
    A proposito, quanto dislivello abbiamo fatto?

  4. Aresius scrive:

    Sì, per carità…sono comunque andato molto forte, peccato che abbia raggiunto questo livello solo a fine stagione, ma anche quest’anno ho imparato qualcosa.

    Mi segna 2290 metri

  5. Spurs84 scrive:

    Bravi!

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