giro del solstizio d’estate

il 11/07/2011 · Commenti disabilitati su giro del solstizio d’estate

Oggi è il giorno del solstizio d’ estate, quello che nell’ anno ha più minuti di luce ed un tramonto alle 21:20, come non festeggiare questo evento con un bel giro serale in bicicletta?
Esco dall’ ufficio alle 18:20 dopo un pomeriggio un po’ travagliato ed una corposa merenda a base di biscotti, dovrò pedalare in collina per circa 3 ore con 4 salite. Risalgo la val Grue come tante altre volte, supero Viguzzolo e Montegioco ed arrivo al bivio della prima erta di giornata che mi porterà ad Avolasca via Montebello. Dopo 2m di dislivello (si, proprio due metri) vengo bloccato da una telefonata di un’ azienda sul cellulare dell’ ufficio che mi sono furbescamente portato appresso in attesa di questo contatto. Riparto qualche minuto dopo per questa salita collinare che non ha nulla di particolare, sebbene la media non raggiunga per poco l’ 8% nei suoi 2km scarsi. In cima mi interseco con la strada del crinale che porta ad Avolasca, ricordo con piacere quando nel 2007 in gara salivo alla stessa velocità di adesso stando a ruota degli altri, mentre ora spingo mantenendo un margine di sicurezza.

Allungo di qualche metro per arrivare ad una bella balconata, il sole alle spalle migliora la luminosità dei piccoli paesini che le sovrastano, poi curvo di 180° per 12 volte sino al ritorno nel fondovalle. Verso Garbagna comincio a sentire la bici tremare, oggi non è in programma la Roubaix, ma se mai la farò saprò di potermi allenare sulle crepe della strada della val Grue…
Per svalicare in val Curone ho scelto la salita più impegnativa, quella che porta a Dernice, i primi kilometri di falsopiano sono solo falsi amici che nascondono gli ultimi 2 con media del 10%. Nonostante sia praticamente ora di cena riesco a salire piuttosto bene, metto il piede a terra dispiaciuto solo per una fotografia al paesino a 600m di quota che fa da spartiacque per ben 3 valli.

La temperatura è accettabile, ma non posso dire sia fresca e la fontanella è una sosta obbligata prima della discesa verso San Sebastiano Curone. Qualche giorno prima ho forato a Guardamonte, perdendo l’ occasione di salirci dal versante di Gremiasco, occasione che mi voglio riprendere già oggi. Questa valle è molto più impegnativa della sua parallela e non manca qualche strappetto che manda la catena sul 34. Mi rendo anche conto che è da veramente tanto tempo che non passo da questa strada in questo senso, quasi un anno e mezzo, nonostante si tratti di una via di comunicazione importante.
Adesso è veramente ora di cena per tutti, ed il sole si sta finalmente abbassando creando giochi di luce particolari. La salita di Guardamonte inizia decisa con tratti al 9%, ritrovandomi ora completamente in ombra, ora col sole in piena faccia, con l’ elevarsi della quota aumentano anche le pendenze, sempre oltre il 10% nei tratti finali. In cima, tra 2 rivoli di sudore dati dal ritmo brillante di scalata, controllo l’ orologio e noto di essere in anticipo rispetto ai miei programmi, perciò invece di ridiscendere a San Sebastinano, svalico sui 680m di Cascina Guardamonte con i suoi 500m che superano il 10% seguiti dal crinale in cima che sale tra ampi prati usati dagli amanti del parapendio e da chi vuole godere della vista del monte Giarolo.

Gli occhiali da sole sono completamente sporchi di sudore, faccio un’ azione poco ortodossa raccogliendo da terra un fazzoletto (pulito) per recuperare la visibilità in discesa. Il primo tratto è ripidissimo e fatico a non andare diritto alla curva in fondo, il resto da Serra del Monte è invece largo e piacevole. Ormai il sole è dietro alle colline ed io pedalo nell’ ombra, ma c’è ancora molto tempo per tornare e solo un’ ultima salita da affrontare, Zebedassi, che porta dai 225m sino ai 435m del punto più alto sulle prime colline che si innalzano dalla pianura. Dopo un km torno a intravedere il sole, che svanisce definitivamente poco dopo dietro ad alte nubi presenti nel Piemonte alpino. Nonostante sia quasi sera ed abbia spinto tutto il tempo, gli strappetti che mi portano in cima non mi creano difficoltà.

Per Rivanazzano c’è solo una picchiata intervallata da un paio di strappetti lungo questa strada che segue la sommità del terreno, ma essendo nonostante tutto in leggero anticipo allungo scendendo a Godiasco, in valle Staffora, e passando per il nuovo pavèe di Salice Terme, prima di essere finalmente a casa alle 21:25, quando ormai la visibilità sta calando sensibilmente ed i lampioni vengono accesi.

In totale, considerata la trasferta del mattino, 89km e 1450m di dislivello.

Le colline della val Grue da Avolasca

Dernice da sotto, salendo da Garbagna

Giochi di luce al tramonto sulla salita per Zebedassi

L’ ultimo sole che illumina la pianura sotto Pozzol Groppo

Giro del Tortonese, 2° parte

il 31/03/2011 · Commenti disabilitati su Giro del Tortonese, 2° parte

La sosta dura abbastanza, forse troppo, il ritorno all’ aria fresca dell’ esterno è sempre un colpo duro da digerire a stomaco pieno. Bisognerebbe, come dice Piero, ridurre la durata del pranzo, o portandosene tutti da casa oppure approfittando di un banchetto ristoro tipico delle manifestazioni ufficiali (che sarebbe l’ ideale, ma che è fattibile solo con numeri consistenti di partecipanti, non certo 10). Anche così però va bene, abbiamo tutto il tempo di parlare e rilassarci, Celestino prevede la pioggia per le 16:00, ma io so che non pioverà sino alle 18:00 nonostante le nuvole nere che sorvolano il cielo. Alla fine inizierà a piovigginare alle 17, ma la situazione si farà instabile solo dopo le 18, proprio come suggerivo :)
Fortuna che quest’ anno ho raccolto i suggerimenti di molti abolendo la dura salita di Montebore, cambiata con un buon falsopiano che si stacca dalla val Borbera e termina con lo strappetto della galleria di Garbagna, sul quale il gruppo passa compatto ad eccezione del sottoscritto, avvantaggiatosi per tentare senza successo degli scatti fotografici ravvicinati ai visi fintamente affaticati degli altri compagni di viaggio. In discesa rimango bloccato sino a Garbagna da un furgone con un simpatico barboncino impegnato a prendere aria fuori dal finestrino, poi favorito dal vento raggiungo gli altri e mi porto in testa al gruppo a velocità artificiosamente elevate sino al bivio della 3° salita, Avolasca. Di questa asperità proponevo due versanti, quello pedalabile e quello impegnativo con pendenze al 16%, ma vuoi per lo sforzo e vuoi per l’ asfalto che porta dallo scollinamento sino ad Avolasca, tutti deviamo su quei 12 tornanti con pendenze mai dure, che però nulla regalano alle nostre gambe.

Ad Avolasca ci fermiamo nella piazzetta, la giornata grigia regala comunque buoni panorami sulla val Grue, e là dietro alle colline si vedono anche le asperità delle valli Curone e Staffora, completate sullo sfondo dai monti Giarolo, Bogleio e Penice. Tutti si fermano a guardare mentre io e soprattutto Celestino spieghiamo la posizione dei vari paesi e monti, facendo notare Montemarzino (la prima salita), gli orridi di Guardamonte sopra San Sebastiano Curone e Castellaro, dove abbiamo mangiato al “giro della valle Staffora” 2010. Piero si avvantaggia in discesa, ma noi siamo ancora fermi aspettando un’ anima viva che ci scatti la foto di gruppo, rinunciando alla fine alla possibilità di esserci tutti ed accontentandoci di una foto incompleta.
Si scende, ma io vengo obbligato ad una sosta imprevista a causa della telecamera che si sta svitando dal supporto, che mi obbliga a toglierla del tutto ed infilarla nella tasca posteriore. Fatico non poco a recuperare gli altri, fortunatamente conoscono il bivio e si fermano. Celestino e Sergio C tornano indietro, loro vengono da Godiasco ed hanno ancora un bel po’ di km da fare, così come Sergio R che ci saluta assieme agli altri. Non si vede Piero, sarà andato avanti, infatti lo incrociamo poco dopo ad Alpicella, dopo che si era stancato di aspettarci al bivio successivo…
Ora scendiamo nella piccola valle Ossona, una zona molto tranquilla nella quale hanno costruito una bellissima pista ciclabile, che come sempre avviene in Italia resta trascurata e sporca. La discesa da Arpicella è l’ unico punto che non ho ricontrollato, per questo rimango sorpreso in senso negativo quando trovo ben brevi 3 tratti sterrati, ma la spavalderia di Giuseppe nell’ affrontarli mi spinge all’ imitazione e vedo che dietro nessuno ha problemi a rimanere in sella.

A causa dell’ intensificarsi delle nuvole e dell’ orario non anticipato decidiamo un cambio di percorso: niente più visita a Castellania, ma discesa verso Carezzano e Carbonara Scrivia. Saliamo seguendo la pista ciclabile sino al suo termine naturale a Costa Vescovato, poi ritorniamo sulla strada normale e saliamo ancora verso i 388m del “passo Coppi”, un colle più simbolico che reale, sebbene quel punto possa essere effettivamente definito come lo spartiacque con la valle Scrivia. Andiamo giù guardando la pianura tra Tortona e Novi Ligure, passando per Carezzano e Paderna, spaventandoci quando perdiamo di vista i 2 genovesi che sbagliano l’ unica strada presente in paese, ricompattandoci sulla collinetta su cui sorge Carbonara Scrivia ed attraversando infine l’ abitato di Villaromagnano, giusto un piccolo paese nonchè capoluogo della valle.
Ne manca una, Sarezzano via Fonti, e forse è la più facile delle 5. Mi porto in testa al mio ritmo normale, ma quando sento un cigolio alle mie spalle mi giro e trovo un’ ombra gialla che mi segue. Il cigolio della bici di Christian smette poco dopo, ma Massimo rimane alla mia ruota nonostante abbia accelerato il ritmo, e addirittura mi si affianca guardandomi con aria di sfida. Massimo non è Aresius, basta un attimo per trovarci al tratto più duro di Fonti, dove spavaldamente si porta al mio lato spendendo le sue ultime energie, raggiungendo un limite che non gli permette nemmeno di rimanermi a ruota nel discesino successivo che introduce ai metri di dislivello finali. Tenta solo timidamente di seguirmi, ma anch’io ho dovuto faticare non poco per staccarlo!

Pian piano arriviamo tutti e 7, stavolta seguiamo il cartello Tortona (gli altri portavano dall’ altra parte della città, ecco perchè siamo sempre andati dalla parte opposta!) con la picchiata di Sarezzano. Qualcuno comincia già a maledirmi quando vedono uno strappetto dopo la svolta a destra, ma sono 2m di dislivello prima del ripido rettilineo che ci riporta in pianura alle porte di Tortona, sulla stessa strada percorsa all’ andata. Ormai siamo arrivati, non abbiamo preso una goccia di pioggia e confrontando i dati siamo concordi sui 96km di giro e 1600m di dislivello. Piero ci offre una buona caramella, GNaldi propone un giro bergamasco, Massimo quello genovese mentre Elena prende accordi su un altro giro in riviera. Io invece saluto tutti, abito ad 11km che diventano 23 con la salita bis di Berzano, per 125km in tutto.
Grazie a tutti per essere venuti, alla prossima!

Gruppo quasi compatto allo strappo della galleria

Elena e Piero che fanno “Cheese”

Alcuni dei 12 tornanti di Avolasca, salita del giro d’Italia 2010

Non è una foto ai lati B, ma a voi che ammirate il paesaggio

Ezio, Sergio R, Celestino, Elena, Giuseppe, Christian, Sergio C, Massimo. Ed io dietro all’ obbiettivo

Fra non molto i filmati!

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