Monti Imperiesi

il 18/10/2011 · Commenti disabilitati su Monti Imperiesi

10 Settembre

Il B&B dove pernotto è convenzionato con un bar per la prima colazione, un cornetto e cappuccino è veramente troppo poco per una giornata in bicicletta ed è per questo che mi sono portato diversi rinforzi da casa così da far diventare quella al bar la seconda colazione. E’ un po’ antipatica come cosa, però in compenso risparmio 10€ al giorno rispetto ai prezzi minimi della zona, credo che questo sia un compromesso accettabile.
Dolceacqua di giorno è forse anche meglio che di sera, ma è ora di partire alla volta dei monti praticamente qui dietro. In falsopiano lungo la valle Nervina supero Isolabona ed arrivo a Pigna, dove inizia la salita vera e propria alla colla Langan, 1127m di quota partendo da meno di 200. L’ ombra della vegetazione qui omnipresente mi fa sentire il fresco di un sole ormai non più al massimo della forza e le rocce simil-Trentino mi ricordano che è qui che le Alpi incontrano il mare. Dopo qualche chilometro le pendenze diventano facili, scoprirò solo dopo giorni di aver superato piuttosto agevolmente tratti al 9%, ora posso osservare tranquillamente queste pacifiche terre in cui il traffico è un ricordo lontano legato alla presenza delle spiagge in costa. Al Langan c’è ancora da salire, una deviazione che alterna tratti più impegnativi a falsopiani nei boschi mi porta sino al colle della Melosa a 1542m, sono dispiaciuto però a causa degli alberi che bloccano la visuale sul lago di Tenarda e sulle Alpi che qui cominciano a sfoggiare la propria potenza, scavalcate da diversi sentieri sterrati che ne seguono i crinali con vista mare (deve essere stupendo vedere il blu da oltre 2000m di quota!). Tento anche di salire sul sentiero che dal colle raggiunge un rifugio a 1800m incastonato tra le rocce, ma la ciclabilità è veramente al limite ed impiegherei più di un’ ora per andare e tornare, perciò rinuncio a rischiare forature su sassi taglienti e torno sui miei passi sgranocchiando qualche biscotto alla Melosa e ritornando nuovamente al Langan.

La discesa è terribile, qui sembra che la guerra sia appena finita con autentici crateri che si intravedono nei giochi di luci ed ombre del bosco, è un peccato perchè questa serie di curve mette entusiasmo al discesista che non c’è in me, ma quando vedo anche un cerchione di macchina in un fosso perdo la speranza. Intravedo la magica Triora arroccata dall’ altra parte, ma non trovo punti visivi liberi sino al termine della discesa a Molini di Triora. Una focaccia è ciò che mi serve adesso, i successivi chilometri in valle Argentina sono adatti ad una veloce digestione, il vento contrario che risale dal mare e che ieri mi ha aiutato però mi fa spendere un pochetto in più del previsto nel primo tratto, poi la valle aumenta la sua ripidità e diventa praticamente discesa sino a Badalucco, dove mi accorgo solo all’ ultimo del bivio per Bajardo che già ieri avevo battezzato.

Fa abbastanza caldo e patisco la salita tutta al sole, inoltre la brezza marina che si incastona tra le asperità del territorio soffia a mio favore, annullando il refrigerio dell’ aria. Questa è una salita sempre e costantemente facile con una striscia di asfalto nuovo sulla sinistra, che mi spinge a lunghi contromano nei rettilinei. Superato Vignai si cambia registro, ora ci vuole un po’ di impegno per andare avanti dentro ad un fittissimo bosco che oscura il giorno e fa assaporare il fresco dopo l’ umidità del mare. Allo scollinamento si vede addirittura la nebbia, ma dura poco, al bivio per Bajardo si riprende a star bene. Il percorso originario prevede di scendere, ma anche grazie ai consigli del gestore del B&B proseguo verso quel paese arroccato sulla collina a 900m d’ altezza, con stupende balconate raggiunte da vialetti in pietra dalle quali si può vedere il mare e le Alpi contemporaneamente. Non oggi però, le nuvole basse e la foschia limitano troppo la visuale.
La discesa era una delle tipiche prove del rally di Sanremo e capisco subito perchè, è tutto un susseguirsi di curve e controcurve fino ad Apricale, ennesimo paese arroccato formato da case l’ una addossata alle altre e percorse da vie strettissime.

Vedo Perinaldo in alto, devo arrivare lassù e le pendenze si rivelano veramente ostiche, spesso oltre al 10%. Dopo questa fatica inaspettata c’è una bella discesa sino al bivio per Suseneo, dove uno stradino secondario che si arrampica sui pendii a vista mare dovrebbe portarmi a Seborga, regno indipendente dall’ Italia che ha chiesto il riconoscimento ufficiale anche alle Nazioni Unite. Continuo sulla stessa strada e comincio ad avere dei dubbi, Perinaldo è sempre più vicino davanti a me mentre dovrei essere diretto verso il mare, alla fine capisco di aver sbagliato strada e sbuco nuovamente su quel crinale dove ero passato poco fa.
Potrei andare comunque verso Bordighera e pedalare sul lungomare, oppure scendere ad Apricale ed allungare verso Rocchetta Nervina. A malincuore scelgo la seconda, voglio evitare il traffico dell’ aurelia e perciò rifaccio la stessa ripida strada evitando per un soffio un incidente con un mercedes tedesco guidato da una persona abbastanza intelligente da fermarsi a lato su questa stretta strada.

Isolabona è un’ ulteriore borgo caratteristico, talmente tanto che c’è una galleria stradale che vi passa sotto, poi giro e vado verso Rocchetta Nervina, chiedendomi per tutto il tempo se questa sia o meno una salita. Leggendo i dati ci sono 4km al 4%, che a me sono sembrati al 2… Se i precedenti paesi erano particolari, Rocchetta è persa nel tempo, esploro i stretti viali perdendomi e dovendo percorrere scalinate con la bici in spalla… E’ quasi ora di tornare, ripasso a Dolceacqua e proseguo sino ad un ristorante fuori dal paese in cui fanno il menù del giorno a 15€, sono fortunato a trovare una cameriera nel dehors la quale mi spiega che ci sono 2 primi e 2 secondi… Wao, incredibile, dopo la doccia arrivo ed in effetti tutte le promesse vengono mantenute, peccato che come si esce dal seminato ti pelino con (ad esempio) 5.50€ per un dolce!

Altra camminata serale sui pendii di Dolceacqua, aiutato dalla luna piena mi imbosco letteralmente in sentieri sterrati che dal castello scendono in paese. Per oggi è abbastanza, peccato aver perso un pezzo di giro, ma tutto sommato 140km e 3350m di dislivello sono un bel bottino, considerato che domani ci sarà la Costa Azzurra ed il col de Turini!

CONSIGLI: E’ un bel giro, però è più gratificante da fare in senso antiorario, sia per godersi meglio la strada Isolabona-Apricale-Bajardo che per evitare le buche tra Molini di Triora e la colla Langan

Panoramica di Dolceacqua riuscita per caso

Salendo verso il Langan

Prealpi dal colle Langan

Sono quasi alla Melosa

Bajardo, paesino arroccato a 900m

Apricale dall’ alto di Perinaldo

Perinaldo da Suseneo

Panoramica di Rocchetta Nervina


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