Monregalese orientale

il 25/08/2012 · Commenti disabilitati su Monregalese orientale

Ho dormito bene al B&B Il riccio di Ceva (ci faccio pubblicità perché ne merita), la colazione è con prodotti preconfezionati e cerco di non finire la loro scorta, con la fame arretrata dal giorno prima dovrò fermarmi lungo il percorso a rifocillarmi. Fa già discretamente caldo e l’ umidità non aiuterà né a pedalare né ad ammirare la parte orientale del Monregalese su un percorso studiato da Massimo, da tipico genovese abituato a trascorre periodi di vacanza in queste montagnole che non sono Alpi ma che già regalano bei dislivelli.

L’ inizio in discesa verso Ceva paese è sempre godurioso, dopo ieri ormai mi oriento senza problemi e trovo subito la strada per Mombasiglio, salita abbastanza pedalabile immersa nel verde che evita la statale fino a San Michele Mondovì. Devio in val Corsaglia, sino a Torre Mondovì è falsopiano, poi inizio a salire in maniera decisa tra ampi tornanti e pendenze abbastanza costanti. Supero Montaldo di Mondovì con qualche occasionale “belin” dai passanti, supero la rotonda per la val Corsaglia e svalico a San Giacomo, dove mi accoglie una secca discesa che mi porta al bivio per Roburent e Pamparato.
Seguo le indicazioni per il primo paese, ma col senno del poi sarebbe stato meglio svoltare a destra. La valle è molto verde e per questo i panorami sono fortemente limitati, con soli alcuni sporadici tratti con vista al colle di Malanotte e a Prato nevoso raggiunto un anno fa in una giornata limpidissima. Ritorno a Torre Mondovì e dubbioso intraprendo il tratto successivo assicurandomi di non aver sbagliato strada, ora sto salendo verso Monasterolo Casotto e come prima la salita ha una pedabilità discreta e costante, mai troppo dura che richiede comunque un po’ di forza per non farsi respingere. Qui mi è stato suggerito il tratto verso la Madonna della Neve (nome appropriato per queste parti), trovo anche la segnaletica che mi indica la via lungo una strettissima carreggiata nel bosco, ma dopo un chilometrino c’è solo sterrato… Forse dovevo svoltare al bivio precedente e così, molto titubante, mi avventuro su quest’ altra stradina larga quanto una ciclabile, prima nel bosco e poi tra abbondanti campi per rifinire in un fitto bosco. Sicuramente affascinante, ma in zone che non conosco preferisco la sicurezza delle strade principali rispetto alla bellezza dei viottoli. I “legni” stradali mi aiutano nell’ orientamento e con diversi saliscendi esco dal bosco proprio dietro al santuario. Civiltà rieccomi! Mi reimmetto sul percorso più conosciuto a St.Grée, una bruttura d’alta quota con casermoni turistici in stile pseudo-montano, poi in un fitto bosco di conifere scendo sino a Pamparato.

Ma non c’è riposo per me, l’ unica pausa è ad una fontana e poi via a salire ancora verso il colle di Casotto. Al panorama do voto 4, tutto bosco con qualche raro momento in cui si vedono le cime più alte e si intuisce il percorso della strada, che pare ancora lunga prima del valico tutt’ ora nascosto. La salita sembra infinita, continuo ad aumentare la quota ed il passo non si vede mai, solo a pochi minuti dalla fine se ne intuisce la posizione là in una zona di confine tra Monregalese ed il tratto di alta val Tanaro. Dal colle si vede chiaramente il mar Ligure (foschia permettendo come oggi), Garessio abbastanza più in basso ed i monti che circondano l’ alta valle di questo fiume che bagna anche Ceva, Alba, Asti ed Alessandria, monti scavati nei millenni sino a formare una bella valle che diventa sempre più incredibile man mano che la si risale.
La discesa è un’ autentica goduria, a Garessio mi aspetta il classico vento marino che saltando il colle di San Bartolomeo mi spinge forte verso Bagnasco. La velocità varia dai 43 ai 32 nei tratti di leggera salita, questi 15km volano come niente nonostante la stanchezza ormai presente e nonostante il non aver mangiato quasi nulla. “Battifollo km 6″ mi mette un pelo di preoccupazione per una crisi che reputo comunque improbabile, mantenendo un passo costante e discreto e bevendo spesso supero bene questi 350m di dislivello fino a questo paese dominato dai resti di una vecchissima torre. Davanti a me 10km di discesa tutta curve, ritornando a valle il caldo si rifà sentire ma ormai è quasi fatta, supero il cavalcavia autostradale e sono nuovamente a Ceva, con soli altri 55m di dislivello da superare con calma.

Ritorno al B&B addirittura in anticipo rispetto ai miei piani (ho tenuto più dei 24 di media su 125km e 2750m di dislivello), mi do una sciaquata e riparto per casa via statale.
E’ stata una due giorni bella ed con giri soddisfacenti, posti fuori dal turismo ciclistico però meritevoli specialmente in primavera o autunno. Riguardo a questo itinerario io suggerisco nettamente 2 cambi: dopo San Giacomo si può scendere a Pamparato e quindi in valle Casotto, evitando di ripercorrere la stessa strada; invece della Madonna della Neve si va a Lisio e Viola, rimanendo su vie più conosciute. La salita di Battifollo è un extra evitabile prima di Ceva.

Piste da sci verso Prato nevoso

Garessio dal colle Casotto

Monti della val Tanaro da Battifollo

La torre di Battifollo

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