Autunno al monte Penice

il 28/12/2015 · Commenti disabilitati su Autunno al monte Penice

domenica 25 Ottobre

L’orario è cambiato, il tramonto anticipato di un’ora e al massimo alle 17 dovrò essere alla macchina pronto per il rientro. Anche oggi il clima è balordo, con temperature uguali in pianura come alla stazione meteo dei 1460m del monte Penice, unico luogo della mia zona in cui non sono ancora stato in questo 2015. Ho studiato diverse ipotesi, ma quando i miei vicini mi chiedono il programma di oggi ed io rispondo ‘Penice’ come loro, è lì che decido il percorso con un salto a Casa Matti per passare a trovarli.

La partenza è subito dopo pranzo, i chilometri saranno pochi ed il clima già gradevole a Ponte Crenna, pochi chilometri prima di Varzi utili per riscaldarsi in previsione della salita che con oltre 1000m verticali mi porterà sino alle antenne televisive della Rai che da lassù trasmettono il segnale in una fetta consistente di pianura padana.
La salita la conosco benissimo, è stata la mia prima vera avventura ciclistica nel 2001 ed è un tipico percorso di montagna che parte deciso e poi spiana sino a Collegio, per riprendere ancora deciso in un fitto bosco di conifere sino agli ultimi due facili chilometri verso il passo, tutto su strada a due corsie con occasionali tornanti e diverse curve che la rendono una delle mete dei motociclisti. Ma oggi non vado, già nei tratti iniziali all’8% non riesco a rimanere sui 15 orari (quella che per me è la velocità di riferimento) e fatico più del previsto a tenere ritmi che sarebbero normali se non stessi cercando di fare il mio tempo record. La scalata sino al passo è tutta così, provo a forzare nei falsopiani ma le sensazioni di ieri sul Lesima si stanno confermando… Non si può sempre andare forte, capitano i periodi NO.

Dal passo al monte la strada cambia, un nuovo strato di asfalto di recente posa ha spianato le diverse buche e le rugosità della carreggiata qui molto più stretta, la pendenza è più ripida e le sensazioni sono finalmente buone, acquisendo velocemente quota con panorami sempre più ampi sopra un mare di foschia che ricopre la pianura. Supero anche la quota di crescita della vegetazione a tronco  e con una ripida rampa finale arrivo in cima. Il tempo scoprirò essere il mio record per 8 secondi, ma l’altro tentativo risale alla scalata complessiva da Bobbio dopo aver toccato anche la cima del Lesima, in pratica mi sono dato 8″ ad una versione di me in semi-crisi…

La vista non è ai livelli del Lesima, ma anche da qui si può ammirare una bella porzione di arco Alpino, la val Trebbia, gli altri monti dell’Appennino e la valle Staffora. Girovago in cima per fare delle foto, la giornata di contrasti regala scatti ottimi e devo proprio approfittarne prima di scendere a valle in direzione Romagnese, discesa finalmente gradevole su un asfalto decisamente liscio. A Casa Matti incrocio la mia vicina con la figlia, il marito è in albergo a vedere la Juventus e come entro… gol… porto fortuna, o sfiga, a seconda dello schieramento!
Non mi soffermo però a lungo, la giornata sarà più breve e devo ancora scendere sino a Romagnese da cui mi immetto su una stradina sperduta su cui ho pedalato al massimo due volte, una leggera salita a scatti che attraversa piccoli agglomerati di poche abitazioni giungendo a Zavattarello senza passare dalla val Tidone. Mi manca ancora la pedalabile salita a Pietragavina nella quale incrocio alcuni cacciatori alle prese con un cane che non voleva rientrare, poi rientro ma passando dal versante atipico di Rosara, giungendo a Ponte Crenna in orario e contento di aver terminato i 200 obbiettivi stagionali, seppur con una prestazione atletica oggi scadente. Ad accogliermi trovo pure una banda di bulgari che suonano la fisarmonica per me, al modico costo di 1€ in offerta…

57km, 1575m, e per quest’anno le avventure sono finite… o forse no?

Bobbio dal Penice Vetta
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Foto mia un po’ mossa mentre guardo soddisfatto la val Trebbia
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Il monte Rosa sopra la foschia
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La strada che sale al Penice
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Cima Colletta e monte Lesima, dove ero ieri
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L’autunno sta arrivando sulle pendici dei monti

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Un saluto dal monte Penice

il 25/08/2013 · Commenti disabilitati su Un saluto dal monte Penice

Premessa: ieri ho approfittato delle “ferie” a casa per andare in perlustrazione di un pezzo del prossimo giro dei vigneti d’ Oltrepò (e Piacentino, per quest’ anno), 108km con 1850m tra alta val Versa e val Tidone in cui ho verificato che la discesa di Montalbo – Trevozzo è OK, ho scalato due nuove salite e soprattutto ho avuto l’ ispirazione per un nuovo giro che in teoria avrei programmato già per oggi, se non che la temperatura pienamente estiva mi ha fatto propendere per il piano P, quello del Penice.

13 agosto: Quest’ anno ho già tentato due volte la scalata sino alla vetta del Penice, ma in entrambe sono stato bloccato dalla neve. Mi sembra normale il 3 Gennaio, un po’ meno il 7 Aprile… Quindi so dove andare oggi, aggiungendoci poi la salita allo Scaparina da Bobbio che mi ha visto sulle sue strade una sola volta.
Seguo quasi tutta la statale sino a Varzi, dopo pranzo il traffico è contenuto ed una brezza favorevole mi aiuta a raggiungere i piedi del Penice, croce e delizia del mio inizio di carriera nel 2001 su cui sono convinto di avere un record di 43′, anche se questa misura mi lascia perplesso su come abbia fatto ad ottenerla anni fa. Approccio la prima decisa parte di salita con andatura media, poi però mi faccio prendere la gamba e fino al bivio Menconico spingo utilizzando anche il 50 per rimanere nei 3 quarti d’ora effettivi. La seconda parte riprende a salire (relativamente) decisa, l’ asfalto ogni anno più ruvido non aiuta di certo, ma sono confidente di potercela fare, finché non vedo il cartello di 5km all’ arrivo e mancano soli 18 minuti, ai -3km ho 10 minuti, ai -2km soli 6… ma poi spiana, e riesco nel mio intento con 45′ netti!

Qualche minuto di relax al passo, poi intraprendo la strada della vetta finalmente libera dalla neve (e vorrei vedere!) con estrema calma. La sommità del Penice arriva a 1460m, con un antico santuario abbastanza frequentato e soprattutto è isolata rispetto alle altre cime, permettendo una bella vista a 360° su val Trebbia, Staffora, Tidone e su tutte le colline e montagne dell’ Oltrepò, con lo sguardo che si spinge sino alla pianura parzialmente coperta da smog e foschia. Nonostante ci sia stato numerose volte, ripassare di qui è sempre un piacere.

Bobbio si trova 1200m più in basso
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Le campane del santuario
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La valle Staffora dalla vetta
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La val Tidone
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La discesa sino al passo è ruvida, il resto verso Bobbio è invece una goduria con curve facili ed una temperatura che aumenta a vista d’occhio. Svolta verso Ceci accolto da un ambiente prima calanchivo e poi boschivo, con una strada di media larghezza che dopo un inizio altalenante prende una bella costanza sino a Ceci, per terminare con pendenze più decise a 3km dal passo del Brallo.
Era da tanto che non salivo da qui, e me la ricordavo molto più impegnativa.

Scendo sino ai 950m del Brallo, scendo beato sino a Varzi pedalando tutto il tempo per contrastare la brezza opposta e poi torno a casa passando per la valle Staffora, una parte di giro abbastanza noiosa che non offre spunti da raccontare.

La zona calanchiva all’ inizio della salita dello Scaparina
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Da qui a Ceci solo ambiente selvaggio
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Top 15: posizioni 15 – 11

il 17/01/2012 · Commenti disabilitati su Top 15: posizioni 15 – 11

In questa classifica dei migliori giri del 2011 entrano tutti i giri di almeno 100km o con partenza lontano da casa, molti di questi li ho raccontati sul blog, alcuni invece sono stati interessanti per altri fattori… Principalmente l’ ordine è basato sulle mie sensazioni e sul ricordo che ancora ne porto, il percorso, la difficoltà, il mito delle strade non è importante come le mie emozioni, le sorprese, la soddisfazione che ne ho avuto. D’ altronde lo scorso anno è arrivato terzo il giro del lago Ritom, 36km (ma che sorpresa arrivarci in cima!).

15°:  13/08) Nicese
Un giro diviso in 2 parti alla scoperta delle collinette tra Asti, Nizza Monferrato ed Acqui Terme. La prima in solitaria tra le ultime propaggini alessandrine e quel bel continuo sali-scendi a sud di Asti, tutte salitelle ma molto continue. La seconda parte è assieme a “Scalatore delle Langhe” Francesco e Fabio dove corriamo veloci sino all’ inizio delle Langhe a S.Stefano Belbo, affrontiamo una salita impegnativa rispetto alle precedenti e poi ci ributtiamo sulle più semplici alture di Acqui Terme nelle quali cerco almeno di far faticare un minimo Francesco.
LINK: http://giriesalite.altervista.org/?p=1387

15° perché la giornata non era limpida, i panorami non eccezionali e perché mi sono perso troppe volte, ma la compagnia, il percorso e le tirate di collo nella 2° parte sono da ricordare

14°:  22/05) pentathlon Bobbiese
Bobbio non mi ha mai portato tanta fortuna, ma questa volta ne è uscito un giro piuttosto duro, ben più di quanto pensassi, ho scalato 5 salite lunghe ed impegnative tra cui il passo del Mercatello, Mte S.Franca, passo Cerro e passo S.Barbara da Pradovera, tutti veri valichi appenninici con centinaia di metri di dislivello e pendenze a volte dure.
LINK: http://giriesalite.altervista.org/?p=1238

14° perché i posti non sono eccezionali, ma il giro è ben studiato e soprattutto per aver battuto inaspettatamente il mio record di dislivello

13°:  16/08) Cavanese
La prima giornata delle 3 Biellesi è iniziata in questo lembo di Piemonte dove le Alpi incontrano la pianura, con tanta salita ed un clima caldo ed umido. Inizio salendo a Castelnuovo Nigra, poi S. Elisabetta con la vista panoramica su Torino dal santuario, una ripida discesa mi porta a Pont Canavese dal quale parte la risalita della val Soana sino ai 1560m di Pianprato, in pieno parco del Gran Paradiso. Per finire non mi faccio mancare Alpette da Sparone, un piccolo Mortirolo locale.
LINK: http://giriesalite.altervista.org/?p=1394

13° perché il clima umido e la foschia mi hanno negato i bei panorami di S. Elisabetta, ma la bella altimetria con salite e discese decise, l’ incontrare tanti francesi in val Soana e la buonissima torta ad 1€ rimangono degni di nota

12°:  5/04) Levante e Spezzino
E’ il terzo giorno della tripletta spezzina, quello più tranquillo dedicato all’ entroterra verso Varese Ligure e fino a Sestri Levante. La giornata è limpidissima, tanto da riuscire a scorgere la Corsica dal passo del Bracco, le strade sono buone e tranquillissime ed il territorio di pieno Appennino rende queste zone degne di una visita.
LINK: http://giriesalite.altervista.org/?p=1180

12° perché nonostante la catena che saltava, la ruota che vibrava ed il dolore al ginocchio sono riuscito a completare un giro impegnativo con calma ed in orario, supportato da un cielo veramente terso che spingeva il mio sguardo dalle Apuane alle alpi Francesi sino alla Corsica! Giro bellino in una giornata eccezionale

11°:  19/06) Langhe
Parto da S.Stefano Belbo per l’ esplorazione di questo territorio fortemente vocato alla viticoltura e famoso per i vini e spumanti coltivati su dolci colline. Le strade sono sempre tenute bene, larghe e frequentate anche da turisti in bicicletta, i panorami monotematici ma rilassanti ed i vari paesi attraversati si sono ristrutturati per darsi quell’ immagine di antico che tanto piace. E’ stato un giro bello e tranquillo in una giornata molto limpida.
LINK: http://giriesalite.altervista.org/?p=1259

11° perché mi ha soddisfatto, la bassa Langa è il territorio ideale per pedalate tranquille in giornate non calde, però si tratta comunque di collinette

Pentathlon Bobbiese

il 15/06/2011 · Commenti disabilitati su Pentathlon Bobbiese

Bobbio, una cittadina alla quale non lego bei ricordi ciclistici. Il mio primo giro partendo da questo antico centro della val Trebbia è terminato precocemente sotto il diluvio dopo aver sbagliato strada, il secondo invece (che era il rifacimento del primo) è stato accorciato dopo una lunga discesa completamente sterrata. Questa volta la disavventura capita a Varzi, quando passo lanciato davanti ad una macchina della polizia locale con autovelox incorporato: 170€ e 3 punti sulla patente, tutto sommato meritati sebbene fossi in uscita dal paese. Il resto del giro però è stato addirittura meglio del previsto.

I kilometri sulla carta sono poco più di 100, ma confido di trovare ualche bivio per aumentare il gruzzoletto.
E’ una giornata serena e calda, parto in tarda mattinata solcando subito l’ asfalto della val Trebbia, immersa nel verde delle sue gole con le sue acque blu scure già luogo di ritrovo di alcuni bagnanti. Il vento leggero da nord che qui si incunea tra i monti mi spinge velocemente a Corte Brugnatella, dove parte la prima salita verso il passo Mercatello, relativamente vicino a casa ma che mai prima d’ora ho percorso. Il traffico motociclistico della statale è un ricordo lungo questa strada pedalabile con sporadiche viste sul fiume e sul paese appena abbandonato. Con più i kilometri aumentano, più la pendenza cala, sino ad arrivare ad un falsopiano che tira un po’ e che mi porta velocemente all’ alto dei 1053m del valico.
Sosta pipì, foglio di giornale per essere scrupolosi e via in discesa, sperando di non mancare il bivio per la seconda salita, ben più temibile.
Noto in tempo il bivio per Solaro/Mareto, tolgo casco e guanti per limitare l’ abbronzatura ridicola e salgo arrivando in fretta al primo paesino. Ricordo bene il tratto successivo, una stradina sinuosa e stretta che sale improvvisa tra i campi, mettendo in sequenza 3 o 4 dolorose coltellate. Fortunatamente questo versante del monte Albareto è più breve di quanto pensassi, la discesa a Mareto e quindi verso Farini inizia dopo uno sforzo non eccessivo. Molte curve mi accompagnano verso la val Nure, ma dopo un bel pezzo mi rendo conto di essere ancora in discesa, ma quanto diamine è lunga? E’ vero… qui siamo in pieno Appennino, un paradiso per gli scalatori!

Che stupido! Mi ero studiato una deviazione, ma essa parte da Ferriere, e non è dove sono sceso… Pazienza, vedo il cartello per il passo Linguadà e decido che sarà questa la deviazione extra, al massimo potrò accorciare più avanti. Come per il Mercatello, questo colle è pedalabile e costante, almeno sino a quando raggiungo Groppallo ed il suo castello ben visibile dalla bassa valle. In paese chiedo lumi e scopro che la salita è praticamente finita, per il colle geografico mancano diversi kilometri di falsopiano e saliscendi, che per onor di ufficialità percorro. Ritorno sui miei passi e mi spiegano che la strada del monte Santa Franca scende poi a Bettola, c’è solo un pezzo in salita prima della vetta. Scoprirò a mie spese che codesto tratto è di 3km con pendenza media che stimo al 10%! Un bel muretto, non c’è che dire.
In discesa incontro una signora ciclista che mi fa da guida, indicandomi il bivio corretto verso la mia meta e tenendomi compagnia sino al ritorno in valle, dove ci accoglie un clima piuttosto caldo. Ci salutiamo ed entro nel bar a fianco per una brioche di scrupolo, dall’ abbondante colazione ho mangiato giusto un pacchetto di crackers al Linguadà.

La prima volta che ero passato sui 760m del passo del Cerro ero con Tangy e Marco in una giornata di pioggia, ora invece salgo dal versante inverso con un clima opposto, la borraccia riempita al bar impiega pochi minuti a svuotarsi nella mia bocca. Della salita ho poco da dire, inizia impegnativa e termina su una carreggiata più stretta e rugosa, riparata da un bosco che sostituisce i campi di grano delle quote più basse. La discesa non è brutta, ma il Piacentino fa a gara col Pavese su chi ha le strade peggiori, sono tante le buche che devo evitare!

Ora ho 2 alternative, o scendo a Perino e ritorno a Bobbio lungo la val Trebbia, oppure sfido Pradovera ed il suo bel dislivello. Arrivo al bivio della decisione un minuto prima della mia deadline delle 17 (che comunque non avrei rispettato), seguo la ruvida via lungo il rile sinchè un cartello di divieto d’ accesso non mi blocca. Ritorno indietro e scelgo la direzione giusta, quella che sale decisa con diversi tornanti. Sono assetato e senz’ acqua, quando trovo una fontana fresca mi ci butto e mi riempio talmente lo stomaco che il pezzo successivo, quello più facile che porta ad Aglio, è impegnativo a causa della massa extra nella pancia. Dopo una leggera discesa entro in un bosco ed inizio a faticare seriamente, qui si sale all’8/9% e la strada percorsa è già parecchia.
A Pradovera mi immetto sulla strada del Santa Barbara, dopo una discesina si reinizia a salire in modo deciso, attraversando in un punto un bosco talmente fitto da oscurare il sole e continuando dal passo Santa Barbara sino al monte Aserei, a 1260m.

Mi fermo 5 minuti in cima per bere (negli ultimi 30km ho ingerito almeno 1,5l d’ acqua) e per pulire gli occhiali sporchi di sudore usando lo scontrino della brioche, il sole si sta abbassando e davanti a me ci sono 1000m di dislivello in discesa, nella quale è vivamente consigliato vederci bene. Questi ultimi kilometri sono piacevoli, con la dovuta cautela evito qualche buca o tratto sabbioso ed arrivo a Bobbio, dove mi fermo ad una fontana per pulirmi la faccia e dove finalmente termino le fatiche odierne.

In totale 147km, 3600m di dislivello (record personale), con partenza alle 11:40 ed arrivo alle 19:00, mangiando in tutto 2 brioche ed un pacchetto di crackers.
Il giro non è paesaggisticamente eccezionale, però la qualità del percorso lo rende consigliabile agli amanti del dislivello.

Questa la traccia con Santa Franca e senza il passo Languadà:   http://tracks4bikers.com/tracks/show/51778
Consigli:
Il giro può essere proposto con diverse gradazioni di difficoltà, dalla versione “mezzofondo” con soli Mercatello e passo del Cerro (89km e 1600m), alla versione che propongo come traccia gps (133km e 3400m). Se si vuole aggiungere una terza salita, secondo me è la scelta migliore è Groppallo/Santa Franca, altrimenti Solaro/Mareto.

Il blu Trebbia appena usciti da Bobbio

Strappo cattivo verso il monte Albareto

Panorama su Bettola e val Nure

Aglio, verso Pradovera


Top 2010: posizioni 15-13

il 26/12/2010 · Commenti disabilitati su Top 2010: posizioni 15-13

15°
09/08) Giro della val Trebbia estesa

Questo è un giro di cui non ho mai scritto, con partenza da casa in un normale pomeriggio di Agosto, dopo una domenica fermo per … eccessi alimentari. Risalire tutta la valle Staffora è sempre la rottura necessaria prima di scalare il Penice, il mio primo 1000 nel 2001 ed ora teatro di una mia sfida a cronometro, che perderò anche a causa di un asfalto sempre più ruvido.
Arrivo in picchiata a Bobbio e salgo su una strada che costeggia la val Trebbia sino a Lago, ma rimanendo a mezzacosta tra boschi e paesini avvinghiati alla montagna, con occasionali viste sul blu Trebbia. A Lago prendo un’ ulteriore deviazione per aggiungere una nuova salita, poi dal Brallo scendo a Ceci per risalire sino al passo Scaparina, ulteriore nuova salita che mi chiede un certo impegno. Termino il giro come l’avevo iniziato, con la discesa dal Penice ed il ritorno lungo i 22km di valle Staffora.
In totale 129km e 2520m di dislivello.

Perchè 15°? Il giro della val Trebbia è sempre stato particolare per me e quest’ estensione è meritevole di essere ricordata, è stato un pomeriggio intenso di bici.

(Foto di Giacomo Turco)

14°
27/06) A Castel San Giovanni

L’ obbiettivo del giorno èdi andare sino a Casa Calatroni, uno dei pochi posti in Oltrepò in cui non sono mai passato, senza strafare dopo i 125km Liguri del giorno prima. Parto nel primo pomeriggio e a Ruino sbaglio strada nel tentativo di scendere al lago di Trebecco, spuntanto in un mondo per me nuovo verso Volpara e Golferenzo. Arrivo comunque a casa Calatroni ed incrocio uno ad una fontana, seguendolo sino a Castel San Giovanni. Non sapevo che ci fosse quella lunga e facile salita che parte direttamente dal paese ed arriva a Stadera passando per Vicobarone, fatta prima in discesa e poi in salita. Ritorno in val Tidone e a casa attraverso il Carmine e Costa Cavalieri, più pimpante nonostante l’ impegnativo giro del giorno precedente!
In totale 131km e 1950m di dislivello.

Perchè 14°? Non è tanto il giro in sè o la giornata calda ad essere significativa, ma la gamba che era addirittura migliore del giorno precedente, tirata dall’ inizio alla fine di quel lungo pomeriggio

13°
10/07) Cervinia

Massimo e Marco accettano l’ idea, si va a Cervinia seguendo il giro consigliato da Emiliano. La giornata è da bollino rosso, con temperature previste sui 35°, ma dovremmo salvarci date le elevate quote del percorso. La salita di Cervinia è un’ autostrada di montagna, molto dritta su strada larga con un traffico al limite del sopportabile, ma fortunatamente è anche pedalabile in tutti i suoi 1500m di dislivello e 27km. Noi continuiamo sino alla parte alta del paese, fa talmente caldo che a quota 2200 si può scendere in maglietta, non prima di una visita al lago Bleu.
Pranziamo alle macchine a Chatillon, poi affrontiamo il secondo pezzo che prevede il Col de Joux, 16km e 1000km di dislivello completamente al sole, così caldo che ci prosciuga e manda in crisi soprattutto Marco, mentre io arrivo completamente sudato al colle. Una fresca fontana all’ ombra è la scusa buona per una lunga pausa, dopo la seguente discesa verso Brusson ci aspetta il terribile Tzecore, i suoi 4km sopra al 10% sono quello che non ci vuole dopo i già 3000m di dislivello. La soddisfazione al passo è tanta, ci aspetta solo una bella discesa sulla stessa strada del Joux prima di finire il giro più caldo dell’ anno.
In totale 118km e 3400m di dislivello

Perchè (solo) 13°? Il giro è molto bello, il Cervino riflesso nel lago Bleu è stupendo, ma il traffico, il caldo ed un’ opprimente foschia lo hanno rovinato

Il Cervino da Cervinia

Noi 3 allo Tzecore, sfiaccati da questa giornata rovente

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