Giro dell’ Oltrepò, da Montù Beccaria a Casteggio

il 19/10/2012 · Commenti disabilitati su Giro dell’ Oltrepò, da Montù Beccaria a Casteggio

Qui siamo in val Versa, probabilmente la vera patria del vino, se a Casteggio la vite è frequente ma è alternata a campi e boschi, nell’ Oltrepò orientale è omnipresente“. “Ah val Versa? Un nome un programma!” risponde il solito dissacratore Massimo alla mia banale spiegazione sul territorio. L’ Oltrepò viticolo orientale è la parte più dolce, quella che presenta le colline più basse e le strade più pedalabili, ma anche numerosi piccoli paesi arroccati come Rovescala, Canneto o appunto Montù Beccaria, la prossima salita che approcciamo dopo 2km di valle condotti a ritmi turistici.
Lo scorso anno Giulio è scattato ed il chilometro finale lo abbiamo percorso ai 25 orari, so che dovrò tenerlo d’occhio anche quest’ anno, ma Andrea C e Christian giocano di anticipo con una timida accelerata che ci porta subito sopra i 20 e poco dopo oltre i 23, ma siccome non è abbastanza e rispetto allo scorso anno vanno quasi tutti più forte Marco scatta ed io faccio di tutto per rimanergli a ruota, volando gli ultimi metri prima del paese a velocità da falsopiano e riuscendo grazie al suo lavoro a dare qualche secondo alla coppia di scalmanati. Nel 2011 siamo andati leggermente più piano ed abbiamo fatto una bella selezione, adesso in 15 secondi arriviamo in 7 o 8, dietro di noi c’erano anche Giulio, Mike e Sergio e forse Andrea V.
Un attimo per respirare e poi ne approfittiamo per sgranocchiare qualcosa, a questo punto decido di prendermi un piccolo rischio ed uscire dal percorso originario per salire a Rovescala invece che a San Damiano al colle, su una strada che ricordo essere agevole ma che non percorro da almeno 4 anni.

Non è bello in qualità di organizzatore dire di non ricordarmi questa strada, ma è così ed il rischio viene già da subito compensato da un asfalto appena rifatto che ci porta con ampi tornanti sino al paese. Stavolta il ritmo è tranquillo e ne approfittiamo per parlare assieme di un po’ di tutto, con Andrea C meravigliato dallo scarso traffico, Andrea V fissato col Penice, io fissato con l’ avventura a tappe… La discesa inizia improvvisa e la scelta di cambiare percorso si rivela tanto azzeccata che sino a Santa Maria della Versa siamo sempre sulla strada principale, riunendoci solo alla fine e ritrovandoci nella parte meridionale del paese, senza nemmeno l’ attraversamento preventivato. Sergio ci saluta per ritornare a Casteggio, noi ne approfittiamo per una sosta caffè in cui Mike lo offre al Genovese Massimo, “se offri ad un genovese puoi chiedergli qualsiasi cosa” alla quale proposta tiro fuori una bella volgarità con “bene Massimo, allora piegati e togliti i pantaloni:)

Ci manca solo una salita, la “cima Coppi” della zona viticola che coi suoi 606m (c’è stata una diatriba tra me e Marco sulla quota esatta del valico) è il punto di incontro di tutto l’ Oltrepò collinare: il passo Carmine, una salita lunga con diverse contropendenze. I primi chilometri servono per riscaldarsi, poi… ricordo che solo lo scorso anno salire nel primo tratto sino alla fontana di Montecalvo Versiggia ai 18 bastava per fare una netta selezione, oggi invece i 20 bastano appena per perdere metà gruppo, alla suddetta fontana con piazzale che sarebbe panoramico senza foschia arriviamo in 5 in pochi secondi… DOPATI!
Ne approfittiamo per riempire le borracce e ripartiamo, dopo mie infinite raccomandazioni a Massimo che proprio qui ci ha rimesso un polso… Qualcuno parte in ritardo (tra cui Massimo), ma non mi preoccupo di questo, quello che invece mi spaventa è vedere Mike sistemarsi la maglia e pedalare senza mani esattamente nel punto in cui successe il patatrac, sudo freddo vedendo le sue mani sul colletto in questo leggero falsopiano…
E tanto per cambiare quando si riprende a salire la velocità rimane costante, questa volta è Christian a fare l’ andatura e noi altri 2 rimaniamo a ruota approfittandone sino a Pometo, dove Andrea perde il Garmin e dove -giustamente- ci fermiamo tutti ad aspettarlo, approfittandone per ricompattarci. Massimo arriva sano con un polso in più raccolto per strada, ripartiamo e dopo una discesina inizia il tratto finale verso il passo, forse il più duro di tutti con punte del 7%. Marco è di casa e scatta, solamente rimanendogli in scia supero assieme a lui le massime pendenze a 20 orari, velocità che reputavo quasi impossibili per me. Il valico arriva molto velocemente con questa andatura, alla fine anche lui soffre la sua sparata ma la Cima Coppi la merita appieno, tanto che gli altri 2 arrivano finalmente con un pochino di distacco, circa una quindicina di secondi, mentre tutto il gruppo giunge entro 2 minuti (oggi stiamo volando).

Siamo addirittura in leggero anticipo sulla tabella di marcia nonostante il ritardo iniziale, perciò decidiamo di affrontare lo strappo di Fortunago, 300m in pavée che portano nella parte alta del paese nei quali viene naturale farsi un’ aspra lotta per la vittoria. Ma prima c’è la discesa verso Torre degli Alberi ed una salitina che ho dimenticato di ricordare, nulla di preoccupante però, con una 50ina di metri extra di dislivello nei quali veniamo avvolti da una fitta e fredda nebbia che mi convince a rimettere i manicotti. Non fa freddissimo, ma 13/14° non sono poi tanti… La nebbia ci abbandona a Costa Cavalieri, una volta ricompattatici (e per questo ringrazio tantissimo Marco che mi ha aiutato parecchio a gestire il gruppo) io anticipo tutti e con una vera volata scavalco i 300m di Fortunago alta. Si arriva veloci dalla discesa precedente e l’ inizio in pavée vola via per inerzia, poi la strada si impenna al 13% e lì bisogna cambiare e spingere sino al tornante nel quale la velocità crolla, rendendo necessaria una feroce ripartenza per rilanciarsi sino ai metri finali.
Mi sistemo per delle fotografie ed un minutino dopo comincio ad udire sinistri rumori di catene e cambi che mi fanno temere incidenti meccanici, dal tornante spunta lo scattista Marco che batte tutti, poi Giulio ed Andrea C e poi tutti gli altri a seguire. Divertentissimo, però il fatto di conoscere questo strappetto e di approcciarlo davanti è fondamentale, lo spazio per i sorpassi è minimo e la strada troppo breve per attuare una vera selezione.

Decidiamo di scendere a valle passando per il muro di Fortunago, 1200m con pendenza media del 13% su strada larga e ben tenuta, l’ inizio è ripido, poi usciamo dal boschetto e ci troviamo davanti un autentico muro che ci fa sentire dei piccoli Felix Baumgartner in picchiata verso la parte bassa di Borgoratto Mormorolo.
La ripartenza in valle è un momento carico di tensione, d’ora in poi può accadere di tutto col gruppo che potrebbe scendere tranquillo o con continui attacchi per arrivare primi a Casteggio… Per fortuna nessuno scatta e riusciamo a rimanere tutti e 9 assieme in questo tratto di discesa, riusciamo (finalmente) a darci cambi regolari mantenendo una buona velocità senza mettere in difficoltà alcuno. Furbescamente il mio cambio lo do nel tratto di discesa prima di Borgo Priolo, così da riaccodarmi senza fatica, per il resto viaggiamo agevoli a circa i 42 orari evitando le numerose buche e crepe presenti nella parte destra della carreggiata e prendendo il giusto bivio per Casteggio col sottoscritto in testa che indirizza il gruppo nella strada che ci riporta in paese, quella che separa le colline dalla pianura.
Praticamente è finita, mancano giusto un paio di chilometri con la salita a Casteggio alta per evitare il centro ed il falsopiano finale sino all’ azienda “Flli Guerci” che ci sta aspettando per la merenda degustativa finale.
Arriviamo in perfetto orario, alle 15:30 esatte come preventivate dopo 96km e 1650km (esattamente come preventivato), ma con una media finale pedalata che mai mi sarei aspettato, diversi di noi segnalano i 25.1khm totali e pensare che i tratti in valle sono stati tutti tranquilli!

Il giro è finito, io sono contentissimo per come è andato ed ora ci manca solo il finale: la merenda con degustazioni. Essendo il “giro dei vigneti” ed essendo l’ Oltrepò pavese una delle zone a maggior vocazione viticola d’Italia mi fa molto piacere far conoscere una parte dei nostri vini tipici a tutti, specie a chi qua è solo di passaggio. Per questo ci sarà l’ altrettanta importante 3° parte, con anche i commenti di tutti i partecipanti :)

Panoramica strada del gruppo al bar di S.Maria della Versa: Massimo, Mike, Christian, Andrea V e Paolo

Salendo agevoli verso Rovescala nella foschia (foto di Andrea C)

Panorama da Montecalvo Versiggia

Marco vince lo strappo di Fortunago

Andrea V a Fortunago

Un “po’” di nebbia verso Costa Cavalieri (foto di Andrea C)

Giro dei vigneti d’Oltrepò, 2° tempo

il 28/10/2011 · Commenti disabilitati su Giro dei vigneti d’Oltrepò, 2° tempo

Siamo tutti a Santa Maria della Versa, davanti a noi c’è un pezzo abbondante di passo Carmine, il punto di snodo di tutte le vallate principali della zona collinare della provincia. L’ inizio è abbastanza dolce, poi abbandoniamo la vallata e ci arrampichiamo su una larga strada circondata dagli immancabili vigneti. Si formano 2 gruppetti, da quello dei fuggitivi arriva una voce che mi sprona ad andare tranquillo, in tutta risposta affermo di essere molto tranquillo con la conferma un po’ sprezzante di Massimo (“eh belin, sta dicendo sul serio” o qualcosa di simile). Superiamo Montecalvo Versiggia e poco dopo ci fermiamo al piazzale panoramico di recente costruzione per prendere l’ acqua. La giornata è sempre serena e soleggiata, seppur fresca e con un venticello laterale fastidioso.

Ripartiamo alla spicciolata, passiamo senza fermarci davanti alla famosa casa con il sasso in garage, abitazione nel cui cortile è caduta una roccia alta 5 metri, e proseguiamo sino quasi al bivio della val Tidone e dei famosi 19 tornanti in 2100m che la raggiungono. Squilla il telefono, è Luciano che mi dice di essere con un ragazzo caduto, non sanno se è il caso di portarlo in ospedale e comunque ha rotto completamente la forcella. Non capisco chi sia, ci arrivo per esclusione non vedendo Massimo nonostante una grossa parte del gruppo mi abbia raggiunto, anche se temo per Paolo o Fabio. Ho una reazione abbastanza fredda, però questo non ci voleva, l’ unica soluzione è tornare indietro e decidere il da farsi, sono l’ unico che conosce bene le zone e quello che eventualmente avrebbe meno problemi per degli imprevisti, quelli davanti sanno comunque come tornare a casa…

I chilometri di discesa sembrano non scorrere mai, non sono preoccupato perché se la situazione fosse grave non avrebbero avuto dubbi a chiamare il 118, però c’è qualcosa in più di graffi superficiali ed inoltre senza bicicletta bisogna andare a prenderlo, e qui mi sorgono altri dubbi su come comportarmi, da un lato importante c’è la sua salute, dall’ altro però ci sono persone che hanno fatto molti chilometri per venire in Oltrepò e c’è Elena che è in macchina con Massimo…
La caduta è avvenuta subito dopo la fontana in un tratto di leggera discesa, la dinamica non è molto chiara, dice di essersi distratto mentre si allacciava il gilet, ma credo proprio sia stata una folata improvvisa di vento laterale ad averlo sbilanciato. Con lui ci sono Luciano e Giulio, Maxi sembra aver riportato solo ferite superficiali, ma poi scopro che ha preso un forte colpo al polso che è visibilmente gonfio. Per fortuna una signora che abita lì lo ha soccorso e rimanendo in cortile siamo tutti molto più comodi, secondo noi è solo una forte botta, in realtà scopriremo trattarsi di una frattura scomposta del radio, una tragedia per un bravo chitarrista come lui… Che dire, auguri di totale e veloce recupero!
La sorte sorride a me in qualità di organizzatore, da Genova stanno venendo suo padre e suo fratello a prenderlo ed un gentilissimo signore che ha assistito alla caduta dalla macchina si offre di portarlo assieme alla bici sino a Casteggio, così da permettere a me di continuare il giro e a lui di tornare prima, visto che il ritrovo è abbastanza lontano da qui e per i parenti sarebbe difficile arrivare sino a qui.

Montata la bici in auto salutiamo e ripartiamo, gli altri ci stanno aspettando in un bar a Pometo e a noi 3 spettano alcuni chilometri di salita facile per raggiungerli. Dopo un chilometro rischio lo stesso medesimo incidente di Massimo, mentre mi slaccio il gilet sbando e la mia ruota sfiora quella di Giulio che mi guarda con aria preoccupata, solo una spanna mi separa dall’ assaggiare l’ asfalto…
L’ accordo era di trovarci al Carmine, ma sorpassiamo un gruppo sornione che sta lentamente rimettendosi in moto fuori dal bar, “su su dai forza!” è quel che simpaticamente dico in fase di sorpasso. La tabella di marcia è ormai sforata, l’ unico modo per rientrare nei tempi è tagliare la val Tidone ed è così che ci ritroviamo sulla “cima Coppi” dell’ Oltrepò viticolo, dall’ alto dei 610m del passo Carmine vediamo la pianura, il monte Penice, l’ immancabile Montalto pavese il cui castello si vede da ovunque e pure la cima del monte Rosa che spunta sopra la foschia.

Seguiamo il crinale verso Fortunago con l’ obbligatoria salitella che precede Costa Cavalieri, poi al bivio per Borgo Priolo decidiamo di scendere per la via standard, con una serie di divertenti curve parzialmente riasfaltate ci porta dolcemente a Borgoratto Mormorolo, dove veniamo rallentati dalla festa del paese che ha portato sulle nostre colline un numero insperato di persone. Aspettando gli altri faccio un giro della piazza per scroccare una fetta di torta, così adesso sono io ad essere aspettato, ma è questione di poco tempo e ripartiamo tutti mentre ancora sto masticando. A discesa ormai finita sento il telefono squillare, penso sia Massimo ed invece è Christian che, liberatosi dagli impegni, ci sta aspettando a Fortunago, dove purtroppo non siamo passati. Ci troverà al parcheggio, però intanto gli altri non mi hanno mica aspettato e per raggiungerli mi metto in posizione da cronoman con le braccia distese sulle manopole dei freni, la catena che scivola verso i rapportini e la velocità che si alza, ma da lontano osservo loro darsi cambi regolari ed è solo a Borgo Priolo che recupero qualche ritardatario, raggiungendo il gruppone solo grazie ad un provvidenziale semaforo rosso. “Se Pedra non ci ha raggiunti vuol dire che andavamo veramente forte” è il commento di Fabio :)

Siamo quasi a Casteggio, secondo la planimetria ci aspetterebbe la salitella di Castelfelice che qualcuno vorrebbe fare, ma alla fine prevale la volontà di terminare il giro e permettere ad Elena di tornare a casa con Massimo. Ora ho un’ altra preoccupazione, ci stanno aspettando per una merenda nella parte alta di Casteggio e già mi dispiace di aver detto 17 mentre saremo una decina, se poi proprio non andiamo faccio una figuraccia con gente che ha preso degli impegni per venirci incontro. Salgo sino a Casteggio alta per accertarmi che ci sia parcheggio nel cortile della Certosa e che sia tutto a posto, per fortuna il fatto di essere in meno non è un problema e così scendo per cambiarmi e salutare Mike e Andrea che decidono di tornare casa (la famiglia chiama), fatico un po’ per convincere gli altri a seguirmi, ma alla fine in macchina è un attimo arrivare al luogo. Ci raggiunge pure Christian giusto in tempo per seguirci.

I commenti all’ ingresso della corte settecentesca della Certosa Cantù sono un misto di ammirazione e vergogna, c’è chi si crede imbucato ad un matrimonio, chi si chiede se non sia il caso di portare giacca e cravatta… Ma quanti problemi, tutte le preoccupazioni svaniscono quando un bel e soprattutto ottimo salame di Varzi viene affettato su pezzi di delizioso pane accompagnato con sfiziosi focaccini e soprattutto, dato che il giro si chiama “vigneti d’ Oltrepò“, da superlativo Bonarda che viene letteralmente fatto sparire tra brindisi e doppie o triple porzioni. C’è anche un ottimo spumante, il Cruasé, ma per l’ occasione il rosso è più adeguato. Tutti rimanono soddisfatti della merenda, scopro pure che Piero, nonostante potrebbe quasi essere mio nonno, è un ottimo sfidante in un ipotetco “Ubriacatour” e finisce assieme a me le porzioni “della vergona” di salame e nettare rosso e paglierino. I miei complimentissimi Piero, super in bici e super a tavola! Rendo noto che ci si può portare a casa il ricordo di-vino dell’ Oltrepò, c’è chi si preoccupa del prezzo (il che indica l’ alta qualità del prodotto), c’è invece chi spavaldo se ne porta a casa 2 bottiglie (sempre Piero), mentre io e qualcun’ altro ci accontentiamo di una soltanto.
Peccato per il contrattempo e peccato che altri scopriranno cosa si sono persi solo grazie a questo racconto, questa merenda è stata la ciliegina di questa bella giornata di ciclismo, fatica, amicizia e scoperte.
In totale 87km e 1600m di dislivello, comunque un giro non banale.

Prima delle fotografie voglio ringraziare alcune persone:
Paolo Massone di Vini Bellaria, lo sponsor che ci ha offerto la merenda e produttore di un vero Bonarda d’ Oltrepò
Francesco Preti dell’ associazione albergatori Oltrepò per il supporto e per l’ offerta di sconti, chissà che in futuro non si organizzerà addirittura una 2 giorni oltrepadana?
Il gestore della Certosa Cantù per il servizio e per la merenda
Ultimo e non meno importante c’è Sergio Casellato, mi ha aiutato parecchio a gestire il gruppo
Ed ovviamente tutti i partecipanti! Alla prossima, ciao!

La frana nel cortile


Il monte Rosa a sinistra e Montalto Pavese al centro visto dal passo Carmine


Il Bonarda è già seccato :)

Da sinistra Paolo Negri, Piero, Giulio, Paolo DelVecchio, Luciano dietro a Fabio, Ezio che spunta dal bordo


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