3 giorni spezzina: la Lunigiana

il 23/04/2011 · Commenti disabilitati su 3 giorni spezzina: la Lunigiana

3 Aprile 2011

La mia 3 giorni spezzina inizia già col piede sbagliato: superato Sestri Levante in autostrada vengo sovrastato dalle classiche nebbie orografiche che si trovano quando vado a pedalare in Liguria. La situazione nei dintorni di La Spezia non è differente, una cappa di umidità sta oscurando il sole, non che minacci pioggia, ma alcuni potenziali panorami di questo lembo di terra ai confini toscani mi saranno parzialmente preclusi.
Come se non bastasse sono costretto modificare l’ itinerario ancor prima di scendere dalla macchina, una frana blocca la strada per Follo, il punto originario di partenza, perciò l’inizio rimane alle pendici di Vezzano Ligure, dove c’è un tipo intento a prendersi le ruote di una vecchia macchina in via di rottamazione.
Non tutto il male vien per nuocere è il motto del momento, noto infatti una piccola corsia ciclabile affiancata al lungo ponte autostradale che mi accorcierà notevolmente il giro, dandomi la possibilità di scavalcare il fiume Magra direttamente da Santo Stefano.

L’ inizio è subito in salita verso Vezzano Ligure, un variopinto paese situato sul crinale del colle, con un pittoresco centro storico in pavèe ripido che visito. Se non ci fosse foschia vedrei la verde parte finale della val di Magra, credo di poter già parlare di Lunigiana, l’ unica parte con un po’ di pianura di tutta la provincia, ma con questa visibilità è tutto una sfumatura di grigi tendenti al verde. Scendo verso La Spezia ed attraverso un piccolo settore di città, dopo aver chiesto indicazioni mi riallaccio al percorso ideale con la salita di Arcola, sentendo un colpettino ogni 2-3 pedalate. Al momento penso che si stiano ingrippando i cuscinetti del movimento centrale, ma poi capisco che in realtà è la catena che comincia ad essere consumata (col senno del poi scoprirò che in realtà quel colpetto era causato da una maglia che si stava sfilando, dopo fatto centinaia di km col rischio di rimanere letteralmente a piedi). Ad Arcola devio verso Pittelli, ma trovo la strada completamente chiusa da una frana, non per questo mi arrendo e seguo una alternativa secondaria che dopo buche e viste sul golfo dei poeti terminerà non in riviera, ma nel cortile di una cascina…

Altro cambiamento, faccio dietrofront ritornando nell’ entroterra per arrivare a Lerici lungo la trafficata strada di Romito Magra. Lerici è il classico borgo ligure, con una ampia piazza presa d’ assalto dai turisti che ne ammirano il porticciolo, le case con forti accenti cromatici l’ una attaccata alle altre e gli scogli dai quali si ammira un mare limpido che invita al primo tuffo di stagione. Ora c’è la Serra che mi aspetta, ad inizio salita incontro una ciclista dal chiaro accento non ligure, che scoprirò essere di Marina di Massa e che mi indirizza correttamente a Montemarcello, uno dei cento borghi più belli d’ Italia, titolo ormai deflazionato sebbene pienamente meritato da questo borgo di collina, seppur a due passi dal mare.
Ecco un’ altra frana, che mi manda in discesa sul versante ufficiale della salita, quello di Ameglia, da cui posso ammirare, nella foschia ormai diradata, sia le Alpi Apuane che un verde brillante con chiazze colorate di rosso e blu della Lunigiana. Non resisto a tanta bellezza e pedalo sino a Bocca di Magra, dove il fiume ed il suo affluente Vara diventano Tirreno, prima di intraprendere quei kilometri costieri che per me sono fortemente simbolici: è la prima volta che la mia bicicletta varcherà il confine “Padano”, e solo la seconda in cui sarò in una regione che non appartiene al nord Italia, dopo qualche ora di lavoro in alto Mugello. Questo non certo per motivazioni politiche o ideologiche, solamente non ne ho mai avuto l’ occasione. Le Alpi Apuane sono la che mi aspettano, mantenendo un buon ritmo ci arriverò presto.

Non c’è nemmeno un cartello ad accogliermi in terra Toscana, riesco solo a supporre il momento in cui avviene il passaggio lungo la strada in riviera, qua dove i monti non terminano più direttamente sulla spiaggia come da Vetimiglia sino a Lerici. Arrivo a Carrara prendendo leggermente quota, davanti a me si presentano minacciosi i monti da cui viene estratto il pregiato marmo bianco, ed io dovrò andare lassù… Trovo a fatica la strada per Campo Cecina, i primi kilometri sono la classica salita anonima che scala nel bosco, con viste sempre più ampie sulla città, ma arrivato al bivio la situazione cambia: la strada si restringe, sfiora alcune pareti rocciose e mi regala alcuni panorami che danno un senso al nome “Alpi Apuane”. L’ unica nota dolente è la condizione del manto stradale, con voragini veramente esagerate che costringono le numerose automobili a procedere anche a passo d’uomo.
Le ultime centinaia di metri sono le più belle, alla mia destra ci sono le bianche cave di marmo, sullo sfondo si intravede il mar Ligure (o è già Tirreno?), mentre davanti, dopo che l’ asfalto finisce, ci sono ancora gli ultimi rimasugli di neve. Siamo pur sempre a 1300m di quota, con 1200m verticali consecutivi in 20km questa salita perde ma con onore il confronto con i giganti alpini. Prima di scendere raccolgo dei pezzi di marmo come ricordo, poi già nei primi metri rischio di scomparire nella prima voragine, infine con prudenza mi reimmetto sulla strada più bella e arrivo sino al bivio per Castelnuovo Magra, dove intraprendo l’ ennesima modifica all’ itinerario, questa volta non per frane, ma a causa di un asfalto malefico.

Una lunga e divertende discesa mi porta sino a Sarzana passando per Fosdinovo, bel paese collinare che attraverso contromano nella sua via interna principale, scorrazzando inpunemente davanti alle sedi di carabinieri e polizia… L’ ultimo tratto è un cavatappi tra ulivi fino alla pianura alla periferia di Sarzana, vorrei attraversare anche il suo centro storico, ma la concentrazione di pedoni me lo sconsiglia. Mi manca ancora una salita, quella di Falcinello, su una strada secondaria con pendenze interessanti prima del paese, uno dei tanti e colorati borghi collinari che vivacizzano la zona. Trovo ancora un cartello di strada chiusa per frana, ma questa volta riesco comunque a passare e a raggiungere Ponzano superiore e San Stefano di Magra, dove inizia l’ ultima parte di avventura, la ricerca dell’ ingresso della ciclabile.
Seguo l’ autostrada, ma mi perdo. E’ solo grazie alle indicazioni e al mio girovagare a caso per strade misconosciute se trovo la rampa e in un kilometro supero il ponte sopra ai fiumi Vara e Magra, che proprio qui si uniscono.

Non è tardissimo, però nemmeno presto, voglio arrivare presto a Brugnato al Bed & Breakfast “La luna nel borgo” (e ci faccio pubblicità perchè mi sono trovato molto bene), per far prima uso l’ autostrada più cara al mondo, mi viene un colpo quando devo spendere 3.50€ per 20km a 2 corsie, così come mi si rizzano anche i capelli che ormai ho perso quando vedo i prezzi del ristorante in cui vado a mangiare, ma con un menù tutto compreso me la cavo e ne esco pieno, chi mi conosce sa cosa intendo :) Soprattutto la porzione di carne è veramente abbondante, con portate di alta qualità.

In totale 136km e 2880m di dislivello, tra frane, cambiamenti e ricerche della strada giusta.

Questa la traccia GPS consigliata: http://tracks4bikers.com/tracks/show/47728 Sebbene credo sia meglio percorrerla in senso inverso: si trova subito la ciclabile, si sale a Fosdinovo tra gli uliveti, non ci si perde a Carrara, Montemarcello è dal lato più appassionante ed eventualmente si può evitare Vezzano Ligure. In questa mappa manca il tratto finale a Campo Cecina, che non è presente in Google maps.

Domani sarà un’ altra avventura nelle 5 Terre, per oggi è ora di dormire…

Vezzano Ligure, la prima salita Spezzina


Il porto di Lerici


A chi non verrebbe voglia di tuffarsi qui?

Lerici visto dall’ alto

Purtroppo la visibilità è limitata a 2-3 km

Le cave di marmo di Carrara


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