Giro dei vigneti, la merenda

il 06/11/2013 · Commenti disabilitati su Giro dei vigneti, la merenda

Prima di proseguire col “terzo tempo” del giro dei vigneti d’Oltrepò, facciamo un piccolo riassunto dei dati: 98km, 1750m di dislivello e 5h20 complessive in giro tra soste e foratura, con una media pedalata per me di 26.6kmh, un bel giro non c’è che dire… 21 partenti, 15 arrivati e 13 partecipanti alla merenda degustativa presso l’ azienda flli Guerci, di cui 11 già seduti al tavolo e pronti a brindare, io fuori ad aspettare Andrea M che sta terminando di montare le bici sul portabici.
Stavolta ci sediamo all’ interno del magazzino circondati da scaffali pieni e cisterne, fuori fa freschino ed al chiuso si sta meglio; io ed Andrea siamo gli ultimi a sederci al tavolo, giusto in tempo per il brindisi iniziale con lo spumante metodo Charmat “924”. In qualità di organizzatore mi arrogo il diritto di sedermi a capotavola, facendo la scelta più scomoda che mi obbligherà a prestare attenzione a non urtare il tavolo ma che di contro mi darà l’ opportunità occasionale di aiutare Milena a servire gli ospiti. Lo scorso anno è stata una degustazione molto tranquilla, quest’ anno la differenza numerica si fa sentire e perdiamo un po’ dello spirito intimo del 2012 acquisendone uno più godereccio. La tavola è apparecchiata senza troppi proclami, ma ad ornarla ci sono pancetta, patatine, grana padano e dei bei calici serigrafati indispensabili per ben assaporare i vari vini che ci saranno proposti.

Dopo il brindisi inaugurale segue subito il Bonarda amabile, la bandiera d’Oltrepò abbinata con del salame locale, vino che però non piace quanto la versione ferma che, nonostante sia basata sullo stesso uvaggio, ha un sapore differente che piace a tutti, tanto da farci aprire una seconda bottiglia mentre ci viene spiegato l’ origine del nome “1892” e la passione che quest’ azienda ha per i numeri. Arriva anche il turno del Barbera “Vignole”, un 2008 (l’ anno) che in questa fetta d’Oltrepò ha originato grandiosi vini. La giuria si divide, chi preferiva il Bonarda, chi questo, ma tutti siamo ben contenti di rifocillarci ed assaporare tali delizie tanto da cominciare a patire gli effetti collaterali e ridere per motivi sempre più banali!
Il Pinot in rosso è un vino difficile, non adatto ai novizi della cantina, ed infatti col suo colore scarico ed il suo sapore complesso e speziato non viene tanto apprezzato se non da chi è avvezzo al calice (come il sottoscritto), è più da pasto che da merenda godereccia. Poi Milena chiede cosa vogliamo d’ altro, ma le ricordo che abbiamo completamente saltato i bianchi e non si può omettere il Riesling “Fiorfiore”, sebbene un bianco dopo i rossi ed abbinato ai resti di un altro giovane salame sia una bestemmia enologica, ne richiediamo l’ apertura e lo gustiamo soddisfatti, facendo decollare le discussioni e la complicità di un gruppo che anche in bici si combatte aspramente volendosi poi sempre bene. Le migliori risati deliranti le otteniamo grazie a Mike, fotografato con una buffissima espressione che faccio vedere a tutti e che per pudore non rendo pubblica.

E’ l’ ora dei vini dolci, il Dolcebacco è una specie di Sangue di Giuda che fa 9° ed ha un buon residuo zuccherino che lo rende perfetto da abbinare una stupenda crostata alla marmellata con disegnato un grappolo. Siamo quasi alla fine e qualcuno comincia ad aver fretta di ritornare a casa, ma prima di andare c’è il celeberrimo Moscato che lo scorso anno fece una strage di cuori, ma che stavolta si scontra con le nostre papille (si, le “papille” certo…) ormai fulminate non permettendoci di apprezzarlo al pieno.
La merenda è finita, il giusto epilogo ad un bel giro immersi nei vigneti d’Oltrepò e di un pezzo di piacentino è ormai terminato e ci avviamo a rimborsare il dovuto per esserci saziati a questo banco gioviale, acquistando anche qualche bottiglia come ricordo da stapparci più avanti. C’è chi prende qualche bottiglia, chi 2 cartoni, l’ importante è che tutti siano rimasti molto contenti della qualità ed anche dei prezzi, oltre a percorsi, panorami, strade, gruppo ed organizzazione!
Rispetto ad una Gran Fondo questo mio evento è una cosa piccolissima, ma posso assicurare a tutti che studiare bene un percorso che sia bello, semplice e stimolante non è semplice, come non lo è gestire un gruppo dovendo affrontare gli imprevisti ed i “previsti” di ciclisti che pedalano veramente forte. Sicuramente c’è qualche aspetto da migliorare, ma nel complesso sono contento di come ho organizzato e del percorso scelto che anche ai miei occhi si è rivelato molto interessante come territorio e come difficoltà con le sue 9 salite.

Ci vediamo nel 2014, tendenzialmente sabato 11 ottobre. Non ho ancora deciso l’ itinerario, ma al 90% sarà per la prima volta in senso antiorario.

Questi alcuni commenti che ho ricevuto, più in basso le foto

– Christian: Come sempre giro divertentissimo su un percorso veramente azzeccato, ottima compagnia prima di tutto ma anche dal punto di vista “atletico” non si e’ andati a spasso! Alla fine ero stanco, molto stanco, ma anche molto soddisfatto. Una delle uscite piu’ belle di quest’anno, il grazie va prima di tutto, ovviamente a Pedra che e’ l’organizzatore di queste giornate, e poi a tutti i partecipanti che questa volta hanno superato le venti unita’!
– Boris: grazie Pedra per il super giro. ottima organizzazione! super posti! non un metro di pianura, spettacolo! ottima l’idea del percorso medio (che poi è diventato corto). Bella anche la seconda parte (quello propriamente mangia e bevi!). E grazie anche a Mcolds per la compagnia! E anche ad Elia per la guida del percorso medio!
– Paolo: Grazie, Pedra del bel giro di oggi. Organizzazione impeccabile come sempre, compagnia ottima e buon vino! Mi fa sempre piacere rivedere vecchi amici e conoscerne di nuovi. Quest’anno, poi, sono anche riuscito a pedalare insieme a qualcuno e per me e’ stato già un successo!
– Andrea C: grazie e te e a tutti per la bella pedalata di sabato. Quest’anno il gruppo ha acquistato nuovi (simpatici) elementi e senz’altro il successo è stato il giusto riconoscimento per l’ottima organizzazione. Percorso come sempre suggestivo che ha permesso di guardare molto da vicino i –diversi- colori dell’oltrepò complice anche la variabilità metereologica della giornata. Qualche grado in più non ci avrebbe fatto male, ma è stata la prima vera uscita autunnale con temperature che si sono attestate quasi sempre sui 10 gradi a cui non ero ancora abituato e che ho un po’ patito. Interessante lo sconfinamento nel piacentino (a memoria) caratterizzato da uva a grappoli ancora in vite: l’esperto mi ha detto che sta lì per fare il passito (gli dobbiamo credere??).
– Valerio: rganizzazione: eccellente. Pedalare e simultaneamente compattare e coordinare i gruppi non è cosa da poco. Bravo! Percorso e paesaggio: magnifico. L’oltrepò non ha proprio nulla da invidiare alle più blasonate colline toscane. Compagnia: bellissima. Spero vivamente che ci riuniremo ancora tutti al più presto.  Merenda degustativa: superba. Un encomio alla gentilissima Signora che ci ha accolto. vini: rapporto qualità/prezzo, a mio avviso, ottimo. Unico dispiacere: avere perduto le prime 5 edizioni di questo meraviglioso giro nei Vigneti d’ Oltrepò.
– Elia: per me ottimo giro. bravo pedra. merenda ottimo. vino buono. compagnia divertente.

Mentre Milena spiega e a capotavola si è messo un proprietario dell’ azienda, io fotografo
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Visuale dalla parte opposta con io che faccio il brindisi

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Elia fai il bravo!
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L’ acqua serve solo a sciacquare i bicchieri!
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E’ ora della torta!

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Giro dei vigneti, primo racconto

il 21/10/2013 · Commenti disabilitati su Giro dei vigneti, primo racconto

Mi sveglio ed accendo il telefono, è un attimo che mi arrivano 3 messaggi consecutivi da 3 milanesi che mi chiedono lumi sulle condizioni atmosferiche, da loro sta piovendo a dirotto e sono titubanti a venire. Guardo fuori dalla porta e non vedo l’ ombra di una nuvola, quindi li richiamo per aggiornarli sul meteo e scoprire che due coppie sono già in viaggio, mentre un terzo gruppetto si è rigirato nel letto, vorrà dire che sarà per la prossima…

Stavolta arrivo in orario ma nel piazzale antistante l’ azienda flli Guerci ci sono già diverse auto parcheggiate con molte persone intente a scaricare biciclette e a prepararsi a questo bel giro, vuoi per un’ organizzazione migliore, vuoi per più pubblicità, ma alla fine faccio la conta e siamo 21, oltre le mie aspettative e sicuramente un bel risultato, augurandomi di riuscire a gestire un gruppo così numeroso. Due anni fa ci sono stati diversi problemi ed eravamo in 17, questa volta mi faccio aiutare da Elia che farà da chiudigruppo e spero fili tutto liscio.
Il nocciolo duro dei “miei giri” è presente quasi al completo, ma ci sono tante facce nuove da conoscere e a cui far conoscere questo territorio. Qualche nuvola rovina i piani e nasconde un caldo sole che ci da sollievo da queste temperature più tipiche di novembre, sarà così per tutto il giorno con massime -secondo me- mai superiori ai 13°.

I primi 800m di discesa sono sempre terribili, ma poi c’è subito la salitella di Mairano (“ma tu continui a considerarla salita?” mi rimprovera Marco) che ci permette quantomeno di scaldare la gamba e di cominciare a fare un minimo di selezione tra chi ha voglia di spingere (Andrea C, Christian, Davide, Celestino, Mike) e gli altri che invece sono più tranquilli. L’ arrivo di Elia certifica che il gruppo è ancora compatto e dopo meno di 5 minuti di salita ritorniamo alla pianura per un chilometro scarso di statale in cui Andrea scalda la gamba attorno ai 30 orari. Ricompattiamo il gruppo a Torricella e ci addentriamo finalmente nel vero Oltrepò viticolo, basse colline in cui la vite domina incontrastata coi suoi colori che stanno velocemente mutando verso quelli caldi dell’ autunno, colline quasi caotiche su cui si arrampicano stradine e si trovano solitari casolari e frequenti mini-frazioni.
Passiamo davanti ad un nuovo microbirrificio ed io faccio caso ad un mio “socio ciclista” in cortile, questo appena prima dell’ imbocco della facile 2° salita di giornata che con stretti tornanti passa sotto al castello e alle colorate abitazioni di Mornico Losana. Ufficialmente Andrea va come lo scorso anno, io scopro subito che sta peccando di modestia poiché mi piazzo alla sua ruota (assieme a Christian) e saliamo a velocità folli anche nel breve tratto sterrato, mi piacerebbe vedere i dati ma credo che la media sia stata sui 23 orari… E pensare che due anni fa dopo 500m alla stessa velocità mi sentivo forte…
Mi devo riscaldare, fa freddo” è stato il suo commento, il mio preso dall’ affanno invece chiede se sia il caso di dividersi già ora in due gruppi, ma arrivando tutti alla spicciolata con piccoli distacchi, con Elia a chiudere il gruppo assieme a Boris a cui era caduta la catena, decidiamo di non decidere.

Riprendiamo in discesa, per me è bellissimo il colpo d’occhio di tanti ciclisti scendere dal pallone del campo sportivo di Mornico sino al bivio, peccato non poter fermare il momento in un’ immagine. Siamo già al 3° colle in cui ci diamo meno battaglia, saliamo decisi ma senza eccessi e ci fermiamo in piazza a Pietra de Giorgi dove qualcuno ne approfitta per mangiucchiare ed altri per bere. Anche qui chiedo se sia il caso di dividerci tra gruppo del “lungo” e gruppo del “medio”, ma alla fine rimandiamo ulteriormente perché il gruppo è abbastanza omogeneo e le attese cominciano ad essere lunghe solo per noi 3 davanti che stiamo facendo un ritmo veramente alto.
C’è ancora un pezzo di salita, poi scopriamo un’ altra delle caratteristiche tipiche dell’ Oltrepò, e non è il castello di Cigognola che da sull’ infinita pianura padana con sguardi che superano i grattacieli di Milano arrivando sino al lago di Como, nemmeno quella fantastica conca viticola a ferro di cavallo che racchiude uno stagno appena sopra al livello della campagna, ma si tratta delle tipiche buche e strade rovinate che ci fanno vibrare nel primo tratto di discesa.
Si uniscono a noi altri due ciclisti pavesi, Alberto ed Isabella, che ci accompagneranno sino all’ imbocco di Montù, noi ci fermiamo al bivio per Broni e nell’ attesa qualcuno ne approfitta per alleggerirsi. Broni è un paese da 8000 abitanti circa ed il suo attraversamento nella via principale in pavée non ci causa problemi nonostante il numero non propriamente esiguo che forma il gruppo.

Davanti a noi c’è ancora salita, lo scorso anno la battaglia è partita da qui e Marco vuole replicare con un feroce scatto a cui solo io ed Andrea replichiamo, scatto a cui desiste lasciandoci soli col nostro ritmo fortunatamente sotto i 20 orari sino a Canneto, recuperando altri che nel frattempo si erano avvantaggiati. L’ Oltrepò viticolo è così, un susseguirsi di salite e discese pedalabili con dislivelli mai elevati, ma che prese in sequenza sanno fare molto male. Decidiamo di proseguire ancora tutti assieme, una larga ed agevole discesa ci riporta in val Versa dove Alberto ed Isabella ci salutano, ed in men che non si dica siamo già alla 5° scalata odierna di Montù Beccaria da nord, una strada che inizialmente sale mantenendosi parallela alla valle e che poi presenta alcuni ampi tornanti, con un trattore che prima rischia di tagliarci la strada e che poi non riesce a raggiungere il sottoscritto che sta tenendo senza troppa fatica le ruote di Christian ed Andrea, che a loro volta non sono al 100% (ma direi almeno al 95%), con Mike poco più indietro. Mi fermo alla rotonda e mando tutti a “quel paese” sulla destra, cioè Montù Beccaria, avvisandoli di fermarsi più avanti. Una volta che passa San Elia (che sta lottando col raffreddore e che sta scortando una ragazza in giornata “no” ed il suo compagno) mi avvicendo anch’io e ritrovo tutti davanti al bar poco avanti allo scollinamento. Quella coppia dotata di Garmin decide di proseguire per farsi poi riassorbire, noi ne approfittiamo per addentare un qualcosa (salamini esclusi, vedi foto in fondo!) e poi ripartiamo rimanendo sempre circondati dal solito panorama di basse colline coltivate a vite, frazioni ed improvvisi paeselli, ma d’altronde si chiama “giro dei vigneti” mica per caso!

Gli attimi di riposo si contano in centinaia di metri, quelli che separano la breve discesa da Montù a Braccio e l’ inizio della lunga -rispetto alla media odierna- scalata sino a Torrone di Rovescala, una strada che con larghi tornanti prende velocemente quota tra ripide collinette per poi continuare in maniera alternata a salire mantenendo la cresta della collina, con un passaggio per Rovescala ed altri strappetti su cui rimaniamo sempre davanti in 3 e con Mike che ci tiene per un pezzo per poi staccarsi leggermente. Mi arrivano delle chiamate di Elia, ma non sento nulla, provo a richiamarlo e ricevo l’ avviso di telefono non raggiungibile, spero non sia successo niente e che non si siano fatti ingannare dal cartello “Vicobarone” che in effetti accorcia il percorso proponendo un muro da cicloalpinismo. Pian piano arrivano tutti, e scopro che è tutto ok, tranne che Francesca non è proprio in giornata e decide assieme a Maurizio di accorciare. Siamo al bivio definitivo ed assieme discutiamo il da farsi: Davide, Celestino, Sergio ed Ettore devono tornare indietro e scelgono quindi di scendere a S.Maria della Versa, Boris, Paolo, Elia e l’ altra coppia deviano sul percorso medio, mentre Federico al suo primo anno di bici si sente bene e continua sul lungo con noi. Faccio la conta e siamo rimasti in 12 ad avviarci verso lo sconfinamento nel piacentino.
(CONTINUA…)

Il gruppo si appresta alla partenza

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Il primo panorama della giornata (rovinato da qualche byte corrotto)oltrepo_2013 003

Salendo verso Mornico Losana

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Boris ed Elia chiudono il gruppo

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Siamo a Montù Beccaria…

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…ma i salamini sono già finiti!

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Presentazione del 6° giro d’Oltrepò (12 ottobre)

il 16/09/2013 · Commenti disabilitati su Presentazione del 6° giro d’Oltrepò (12 ottobre)

Finisce la vendemmia, arrivano le prime nebbie, le giornate si accorciano ed immancabilmente con la metà ottobre arriva anche il “giro dei vigneti d’Oltrepò, quest’ anno giunto alla sua sesta edizione.
Rinnovato il percorso che prevede un corposo sconfinamento di 23km in territorio piacentino: quest’ anno ho voluto cambiare per far scoprire nuovi luoghi, panorami e salite. Resta invece confermata la merenda degustativa a fine giro, forse la parte migliore della passata edizione!

INFORMAZIONI:
– Sabato 12 Ottobre
– Ritrovo ore 9:30 all’ azienda Guerci di Casteggio in località Crotesi 20, si va verso Montalto pavese ma prima dell’ inizio della salita si svolta a destra, l’ azienda è 800m più avanti sulla sinistra, c’è un ampio parcheggio (più in basso ci sono 2 immagini esplicative).
– La partenza è alle ore 10:00, l’ arrivo previsto entro le 15:00/15:30. Non c’è bisogno di arrivare con molto anticipo, ma alle 10 si parte
La merenda con degustazione è facoltativa, io però consiglio assolutamente di esserci perché ci si siede ad un tavolo, si mangia e si bevono i vini più tipici dell’ Oltrepò in calici che valorizzano gli aspetti organolettici e la degustazione sarà accompagnata da spiegazioni su cosa stiamo assaggiando. Consigliata sia a chi già si intende di vino, sia a chi non ha ancora scoperto questo mondo!
– Il costo della merenda è di 5€, poi se vorrete acquistare qualche bottiglia, sono lì apposta!
– In caso di maltempo il giro sarà rinviato al sabato successivo.
Per chiedere informazioni o se vuoi partecipare scrivimi a [email protected], conta che almeno due giorni prima devo indicare il numero di partecipanti alla merenda, quindi una prenotazione è notevolmente gradita :)
Su Facebook c’è l’ evento relativo: https://www.facebook.com/events/601167273257667/

PARTECIPAZIONE:
Il “giro dei vigneti d’Oltrepò” è un giro tra amici organizzato dal sottoscritto, non è necessario alcun tesserino agonistico e siamo indipendenti per tutto.
La partecipazione è aperta a tutti, però considera che si tratta comunque di un giro impegnativo di quasi 100km ed in tutto dovremmo metterci 5 ore o poco più soste comprese (per alimentarsi, ricompattare il gruppo ed eventualmente ci sta anche un caffé).
Non siamo fenomeni, però tutti siamo in grado di affrontare un percorso simile senza problemi, qualche minuto di differenza in salita è normale, ma quando bisogna stare fermi 10 minuti dopo 200m di dislivello il giro non è più divertente per nessuno.
Per intenderci grossomodo mi aspetto una 15ina di partecipanti

SECONDO PERCORSO TURISTICO (novità): Visto che c’è stata richiesta poiché qualcuno vuole partecipare, ma è un po’ timoroso riguardo ai chilometri o al gruppo, è nata l’ idea (realizzabile) di proporre un secondo itinerario più turistico ed un po’ più semplice, che ricalca le stesse strade del primo tagliando però il tratto piacentino, così da diventare 84km e 1550m.
Si parte e si affronta la prima salitella di riscaldamento assieme, poi in cima alla facile 2° (Mornico Losana, 1.7km al 6%) decidiamo come fare e chi si vuole scannare segue me sul percorso di 98km, gli altri seguono l’ altra guida lungo quello più semplice e ci si ritrova poi alla fine per la merenda.
Credo che così ci sia la possibilità per tutti di trovare un’ andatura più consona alle proprie capacità o volontà e saremmo di più, che non guasta.

PERCORSO:
98km, 1650m di dislivello, link: http://tracks4bikers.com/tracks/show/154407
Scendiamo di poco sino a Casteggio per la facile salita “di riscaldamento” sino a Mairano, dopo 1km di statale ci addentriamo nelle colline a Torricella Verzate salendo agevolmente a Mornico Losana. Una breve discesa ci porta subito all’ imbocco della scalata a Pietra de Giorgi/Cigognola, dove una strada immersa in una conca viticola ci riporta in pianura sino a Broni. Canneto pavese è la salita dei bronesi, poi scendiamo agevoli in val Versa per affrontare Montù Beccaria, ma dal versante nord, ed arriviamo con un’ altra dolce ascesa sino a Rovescala.
Da qui abbandoniamo completamente il percorso 2012 seguendo una mezzacosta che ci porta a Vicobarone (PC) e che poi arriva a Montalbo, paesello posto sui colli della val Tidone. Raggiungiamo il fondo a Trevozzo e se vogliamo ci possiamo fermare per un caffè prima di risalire la valle sino all’ imbocco di Ruino, salita pedalabile che presenta la bellezza di 19 tornanti in 2100m!
Ricompattati abbandoniamo quasi subito la strada del Carmine per scendere sul ruvido asfalto sino in valle Scuropasso, ora ci manca Montalto Pavese via Lirio che nella prima parte ci impegna abbastanza, per poi seguire il crinale sino a scendere al castello visibile da tutto l’ Oltrepò. Ci manca poco, è tutta discesa a parte lo strappetto di Calvigniano e quei 20m di dislivello per ritornare alla partenza.

SALITE, DISCESE, PANORAMI:
L’ Oltrepò viticolo è un territorio molto panoramico, vuoi per le visuali sulla pianura che improvvisa finisce, vuoi soprattutto per i campi coltivati a vite che lasciano libera la visuale. In una giornata bella si vede Milano sovrastrata dall’ arco Alpino, in una giornata di foschia si gode comunque del calore dato dai colori dei campi e dei vigneti
Il percorso si snoda tutto su strade tenute abbastanza bene, con salite sempre pedalabili e discese tranquille (fatta eccezione per la ruvida discesa dal Carmine verso la valle Scuropasso). Il punto più ripido si trova a Vicobarone ed è giusto uno strappetto al 12%, per il resto si tratta di salite continue ma non dure.

I VINI:
I vini dell’ Oltrepò pavese non hanno nulla da invidiare alle zone più rinomate, abbiamo una varietà notevole e la qualità media è buona.
Il più famoso è sicuramente la Bonarda, vino rosso mosso basato su uva Croatina con aggiunta di un 15% di Barbera, vitigno piemontese che anche qui da ottimi risultati grazie al suo carattere deciso e che a Casteggio ha trovato un luogo molto propizio. Altri vini importanti e prodotti solo nella zona antistante Broni sono il Sangue di Giuda, dolcissimo ed adatto agli aperitivi, o il più robusto Buttafuoco più adatto all’ invecchiamento, entrambi basati su un mix di Croatina, Barbera, Vespolina ed Uva Rara.
Tra i bianchi sono da ricordare il Riesling che a Montalto pavese è di casa, il Moscato dolce e poco alcolico che ben accompagna i dolci e lo Chardonnay, che anche qui da ottimi risultati.
Non dimentico certo il Pinot Nero, delicata uva rossa usata spesso per i bianchi ma che raggiunge punte di eccellenza se vinificata in rosso o se spumantizzata in rosa con rifermentazione in bottiglia per almeno 24 mesi, dando origine al Cruasé.
All’ azienda Flli Guerci ci sarà una degustazione guidata dei vini dell’ Oltrepò e se la cosa vi farà piacere sarà possibile acquistare delle bottiglie da gustarsi a casa.

CONTATTI:
Per qualsiasi richiesta c’è l’ evento su Facebook: https://www.facebook.com/events/601167273257667/
Altrimenti per qualsiasi domanda scrivimi pure via mail: [email protected]

COME ARRIVARE:

Al bivio per Montalto pavese si va a destra

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Il ritrovo è  800m dopo, qui sulla sinistra

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Giro dell’ Oltrepò, da Montù Beccaria a Casteggio

il 19/10/2012 · Commenti disabilitati su Giro dell’ Oltrepò, da Montù Beccaria a Casteggio

Qui siamo in val Versa, probabilmente la vera patria del vino, se a Casteggio la vite è frequente ma è alternata a campi e boschi, nell’ Oltrepò orientale è omnipresente“. “Ah val Versa? Un nome un programma!” risponde il solito dissacratore Massimo alla mia banale spiegazione sul territorio. L’ Oltrepò viticolo orientale è la parte più dolce, quella che presenta le colline più basse e le strade più pedalabili, ma anche numerosi piccoli paesi arroccati come Rovescala, Canneto o appunto Montù Beccaria, la prossima salita che approcciamo dopo 2km di valle condotti a ritmi turistici.
Lo scorso anno Giulio è scattato ed il chilometro finale lo abbiamo percorso ai 25 orari, so che dovrò tenerlo d’occhio anche quest’ anno, ma Andrea C e Christian giocano di anticipo con una timida accelerata che ci porta subito sopra i 20 e poco dopo oltre i 23, ma siccome non è abbastanza e rispetto allo scorso anno vanno quasi tutti più forte Marco scatta ed io faccio di tutto per rimanergli a ruota, volando gli ultimi metri prima del paese a velocità da falsopiano e riuscendo grazie al suo lavoro a dare qualche secondo alla coppia di scalmanati. Nel 2011 siamo andati leggermente più piano ed abbiamo fatto una bella selezione, adesso in 15 secondi arriviamo in 7 o 8, dietro di noi c’erano anche Giulio, Mike e Sergio e forse Andrea V.
Un attimo per respirare e poi ne approfittiamo per sgranocchiare qualcosa, a questo punto decido di prendermi un piccolo rischio ed uscire dal percorso originario per salire a Rovescala invece che a San Damiano al colle, su una strada che ricordo essere agevole ma che non percorro da almeno 4 anni.

Non è bello in qualità di organizzatore dire di non ricordarmi questa strada, ma è così ed il rischio viene già da subito compensato da un asfalto appena rifatto che ci porta con ampi tornanti sino al paese. Stavolta il ritmo è tranquillo e ne approfittiamo per parlare assieme di un po’ di tutto, con Andrea C meravigliato dallo scarso traffico, Andrea V fissato col Penice, io fissato con l’ avventura a tappe… La discesa inizia improvvisa e la scelta di cambiare percorso si rivela tanto azzeccata che sino a Santa Maria della Versa siamo sempre sulla strada principale, riunendoci solo alla fine e ritrovandoci nella parte meridionale del paese, senza nemmeno l’ attraversamento preventivato. Sergio ci saluta per ritornare a Casteggio, noi ne approfittiamo per una sosta caffè in cui Mike lo offre al Genovese Massimo, “se offri ad un genovese puoi chiedergli qualsiasi cosa” alla quale proposta tiro fuori una bella volgarità con “bene Massimo, allora piegati e togliti i pantaloni:)

Ci manca solo una salita, la “cima Coppi” della zona viticola che coi suoi 606m (c’è stata una diatriba tra me e Marco sulla quota esatta del valico) è il punto di incontro di tutto l’ Oltrepò collinare: il passo Carmine, una salita lunga con diverse contropendenze. I primi chilometri servono per riscaldarsi, poi… ricordo che solo lo scorso anno salire nel primo tratto sino alla fontana di Montecalvo Versiggia ai 18 bastava per fare una netta selezione, oggi invece i 20 bastano appena per perdere metà gruppo, alla suddetta fontana con piazzale che sarebbe panoramico senza foschia arriviamo in 5 in pochi secondi… DOPATI!
Ne approfittiamo per riempire le borracce e ripartiamo, dopo mie infinite raccomandazioni a Massimo che proprio qui ci ha rimesso un polso… Qualcuno parte in ritardo (tra cui Massimo), ma non mi preoccupo di questo, quello che invece mi spaventa è vedere Mike sistemarsi la maglia e pedalare senza mani esattamente nel punto in cui successe il patatrac, sudo freddo vedendo le sue mani sul colletto in questo leggero falsopiano…
E tanto per cambiare quando si riprende a salire la velocità rimane costante, questa volta è Christian a fare l’ andatura e noi altri 2 rimaniamo a ruota approfittandone sino a Pometo, dove Andrea perde il Garmin e dove -giustamente- ci fermiamo tutti ad aspettarlo, approfittandone per ricompattarci. Massimo arriva sano con un polso in più raccolto per strada, ripartiamo e dopo una discesina inizia il tratto finale verso il passo, forse il più duro di tutti con punte del 7%. Marco è di casa e scatta, solamente rimanendogli in scia supero assieme a lui le massime pendenze a 20 orari, velocità che reputavo quasi impossibili per me. Il valico arriva molto velocemente con questa andatura, alla fine anche lui soffre la sua sparata ma la Cima Coppi la merita appieno, tanto che gli altri 2 arrivano finalmente con un pochino di distacco, circa una quindicina di secondi, mentre tutto il gruppo giunge entro 2 minuti (oggi stiamo volando).

Siamo addirittura in leggero anticipo sulla tabella di marcia nonostante il ritardo iniziale, perciò decidiamo di affrontare lo strappo di Fortunago, 300m in pavée che portano nella parte alta del paese nei quali viene naturale farsi un’ aspra lotta per la vittoria. Ma prima c’è la discesa verso Torre degli Alberi ed una salitina che ho dimenticato di ricordare, nulla di preoccupante però, con una 50ina di metri extra di dislivello nei quali veniamo avvolti da una fitta e fredda nebbia che mi convince a rimettere i manicotti. Non fa freddissimo, ma 13/14° non sono poi tanti… La nebbia ci abbandona a Costa Cavalieri, una volta ricompattatici (e per questo ringrazio tantissimo Marco che mi ha aiutato parecchio a gestire il gruppo) io anticipo tutti e con una vera volata scavalco i 300m di Fortunago alta. Si arriva veloci dalla discesa precedente e l’ inizio in pavée vola via per inerzia, poi la strada si impenna al 13% e lì bisogna cambiare e spingere sino al tornante nel quale la velocità crolla, rendendo necessaria una feroce ripartenza per rilanciarsi sino ai metri finali.
Mi sistemo per delle fotografie ed un minutino dopo comincio ad udire sinistri rumori di catene e cambi che mi fanno temere incidenti meccanici, dal tornante spunta lo scattista Marco che batte tutti, poi Giulio ed Andrea C e poi tutti gli altri a seguire. Divertentissimo, però il fatto di conoscere questo strappetto e di approcciarlo davanti è fondamentale, lo spazio per i sorpassi è minimo e la strada troppo breve per attuare una vera selezione.

Decidiamo di scendere a valle passando per il muro di Fortunago, 1200m con pendenza media del 13% su strada larga e ben tenuta, l’ inizio è ripido, poi usciamo dal boschetto e ci troviamo davanti un autentico muro che ci fa sentire dei piccoli Felix Baumgartner in picchiata verso la parte bassa di Borgoratto Mormorolo.
La ripartenza in valle è un momento carico di tensione, d’ora in poi può accadere di tutto col gruppo che potrebbe scendere tranquillo o con continui attacchi per arrivare primi a Casteggio… Per fortuna nessuno scatta e riusciamo a rimanere tutti e 9 assieme in questo tratto di discesa, riusciamo (finalmente) a darci cambi regolari mantenendo una buona velocità senza mettere in difficoltà alcuno. Furbescamente il mio cambio lo do nel tratto di discesa prima di Borgo Priolo, così da riaccodarmi senza fatica, per il resto viaggiamo agevoli a circa i 42 orari evitando le numerose buche e crepe presenti nella parte destra della carreggiata e prendendo il giusto bivio per Casteggio col sottoscritto in testa che indirizza il gruppo nella strada che ci riporta in paese, quella che separa le colline dalla pianura.
Praticamente è finita, mancano giusto un paio di chilometri con la salita a Casteggio alta per evitare il centro ed il falsopiano finale sino all’ azienda “Flli Guerci” che ci sta aspettando per la merenda degustativa finale.
Arriviamo in perfetto orario, alle 15:30 esatte come preventivate dopo 96km e 1650km (esattamente come preventivato), ma con una media finale pedalata che mai mi sarei aspettato, diversi di noi segnalano i 25.1khm totali e pensare che i tratti in valle sono stati tutti tranquilli!

Il giro è finito, io sono contentissimo per come è andato ed ora ci manca solo il finale: la merenda con degustazioni. Essendo il “giro dei vigneti” ed essendo l’ Oltrepò pavese una delle zone a maggior vocazione viticola d’Italia mi fa molto piacere far conoscere una parte dei nostri vini tipici a tutti, specie a chi qua è solo di passaggio. Per questo ci sarà l’ altrettanta importante 3° parte, con anche i commenti di tutti i partecipanti :)

Panoramica strada del gruppo al bar di S.Maria della Versa: Massimo, Mike, Christian, Andrea V e Paolo

Salendo agevoli verso Rovescala nella foschia (foto di Andrea C)

Panorama da Montecalvo Versiggia

Marco vince lo strappo di Fortunago

Andrea V a Fortunago

Un “po’” di nebbia verso Costa Cavalieri (foto di Andrea C)

Giro dell’ Oltrepò, parte 1 (Casteggio – Canneto)

il 16/10/2012 · Commenti disabilitati su Giro dell’ Oltrepò, parte 1 (Casteggio – Canneto)

Confidavo nel sole, invece nei primi colli dell’ Oltrepò pavese c’è una densa foschia che limita la visuale a poche centinaia di metri. Non fa freddo, ma nemmeno caldo e la mia speranza è che più tardi si dissolva, anche per questo opto per l’ abbigliamento più leggero che mi farà stare bene in seguito al freddo iniziale.

Siamo all’ azienda viticola Guerci, immersi tra i primi vigneti dell’ Oltrepò di Casteggio in posizione leggermente rialzata rispetto allo scorso anno, siamo in 12 provenienti da Pavia, Milano, zona Cantù, Genova, Parma… e anche dall’ altra parte del paese, partiamo in ritardo rispetto alla tabella di marcia lanciandoci in una discesina che ci porta sulla statale della via Emilia, giusto il necessario per soffrire il clima non certo gradevole. Due chilometri scarsi di piano scaldano la gamba prima di alcuni complicati bivi che ci immettono sulla prima salita, con le lamentele di qualcuno (“come già la prima salita?“) e la mia risposta ovvia “e cosa vuoi, abbiamo pure fatto della pianura“! Il gruppo si sfalda veloce sotto l’ impulso di Andrea C. che mostra le doti del suo fisico asciutto da scalatore, e si divide in 2 tronconi, il primo dei quali sale abbastanza agevole sulle pedalabili rampe di Cà Mazzolino, recentemente riasfaltate che attraversano immensi filari che danno un Pinot Nero spesso insignito dei 3 bicchieri Gambero Rosso. Al bivio di Corvino san Quirico lascio a Marco il compito di portare i fuggitivi sino a Montalto, intanto io aspetto gli altri che stanno salendo tranquilli interloquendo con Massimo, che ormai sappiamo essere un gran chiacchierone anche in salita! Sergio si offre di aspettare i ritardatari ed io mi riaccodo ai 3 “più foresti” del gruppo in un tratto dal tipico asfalto ruvidissimo che termina ad Oliva Gessi. Il panorama sulla pianura, sulla collina di Montalto e sui numerossissimi filari è stupendo, peccato che si riesca a malapena ad intuirlo e che il cielo non sembra aprirsi nemmeno ad un timido sole.
Sergio si riaccoda poco prima del termine e imprime una piccola accelerazione alla quale solo io do seguito, mentre gli altri continuano col loro ritmo da parlata. A Montalto pavese Sergio si ferma a chiacchierare con un conoscente mentre io spiego a Giulio, Andrea V e Massimo qualcosa su Pinot Nero e Riesling, tutti in attesa degli altri che arrivano poco dopo. Elia era con Roberto e mi riferisce che stava salendo piano piano, partito con una bici in acciaio da fine anni 80 avanza a fatica su pendenze mai dure. Dopo un po’ arriva anche lui e ripartiamo raggiungendo il resto del gruppo che ci stava aspettando nella piazza ammirando un timido sole che pare voler dare finalmente una svolta più calda alla giornata.
Qui apro una parentesi: i miei sono giri aperti a tutti, però non banali e bisogna avere comunque una gamba discreta per rimanere in gruppo. Non ci sono problemi ad aspettare chi è più lento, però le attese devono essere contenute entro ragionevoli intervalli e non possiamo impiegare un’ ora in più per una sola persona, quindi mi spiace ma credo che se ricapiteranno occasioni del genere dovrò essere stronzo ed invitare la gente a proseguire da sola. L’ ideale sarebbe di dividersi in 2 gruppi con percorsi di diversa difficoltà, ma bisogna essere in tanti ed anche in grado di gestire 2 gruppi, cosa che al momento non è possibile.

Roberto ci anticipa e svalica da Montalto poco prima di noi, così da riagguantarlo ad inizio discesa ed imboccare un bivio secondario che ci riporterà in pianura. Conto il gruppo e ne manca uno, aspetto ed arriva Giulio che si era fermato per fare acqua, inteso in un altro senso :)
Ripartiamo in discesa su un ripido tratto riasfaltato che corre sul crinale della valle Scuropasso sino a Pietra de Giorgi, mi lascio sfilare e controllo che Roberto non si sia staccato in una delle brevi contropendenze, ma non lo vedo e mi preoccupo fermandomi ad aspettarlo, approfittandone per alcune fotografie. Il tempo passa e non arriva, mi assale il dubbio di non averlo visto e scendo sino in paese contattando Marco che si trova più avanti, il quale mi rassicura del mio errore, così li raggiungo e ci ricompattiamo tutti ed undici, Roberto invece è già ripartito per non attardare il gruppo.
La discesa presenta dei tratti con numerose buche, da Cigognola in poi la strada migliora e costeggia una bella conca di filari nella quale sorge uno stagno, ma noi vi troviamo solo una nebbia fitta che sparisce nell’ arco di 2km, quando ormai siamo usciti dalla collina.

Per un po’ si può pedalare tranquilli su pendenze neutrali, il parziale attraversamento di Broni non causa alcun problema nonostante le rotondine, un semaforo ed il tratto centrale in pavée che ci fa ballare. Roberto ci aspetta al bivio di Canneto, per lui si è fatto tardi e ritorna indietro a Casteggio, noi altri intraprendiamo questa salita pedalabile tra abitazioni e vigne da cui ha origine il “Buttafuoco storico“, vino tipico che può essere prodotto solo in questa zona. Marco mi aveva avvisato, “non provare a staccare quello con la maglia della Garmin, o è un bravo attore o va veramente forte” (Andrea C ndr), non so nè come nè perché ma ci troviamo quasi subito a 20 orari su pendenze che superano il 6%. Spingiamo forte e facciamo selezione, sfrutto un po’ la scia ma la dignità mi impone di affiancarlo e senza mai calare arriviamo a Canneto, proprio quando Andrea sembrava cominciare a patire lo sforzo della tirata o forse a rinunciare alla battaglia, il suo viso denota molta tranquillità mentre io impiego qualche secondo di troppo a recuperare. Chi invece è bello rosso ma che –con mia sorpresa– è riuscito a rimanerci a ruota è Christian, sapevo che viaggia ma rispetto ad Aprile ha avuto un miglioramento notevole!
Gli altri arrivano quasi subito, Elia non si sente bene a causa dei sintomi influenzali e decide di tornare indietro, noi altri 10 dopo una breve sosta scendiamo verso la val Versa lungo una divertente discesa formata da ampi tornanti ed asfalto regolare, il tutto tra un’ infinità di vigneti immersi nella bruma d’ autunno.

Questo racconto sarà piuttosto lungo e diviso in 3 parti, i partecipanti (che ringrazio calorosamente) meritano il miglior ricordo scritto e visuale della giornata in tutti i suoi aspetti!

Che sia andata veramente così? Non si direbbe…

Verso Pietra de Giorgi nella bruma autunnale

Il gruppo a Canneto: da sinistra Christian, Sergio, Andrea C

Il gruppo a Canneto: da sinistra Mike, Marco, Andrea V, Massimo, Paolo, Giulio

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