I migliori 3 giri del 2011

il 01/02/2012 · Commenti disabilitati su I migliori 3 giri del 2011

Ecco finalmente i 3 migliori giri del 2011!

Negli ultimi giorni il sito è stato offline, ho a disposizione 300Mb di spazio e 10Gb di traffico disponibile, non credevo di toccare nuovamente questo limite. Su Altervista (e ve lo consiglio caldamente se volete farvi un sito/blog personale) posso ampliare le risorse sino teoricamente all’ infinito, o pagando o grazie alle visite alla pubblicità. Giusto per raccontarvelo …

3°:  4/04) 5 Terre
Il cielo nuvoloso e la leggera foschia purtroppo rovinano questi luoghi ancor più affascinanti di quanto immaginassi, i paesini aggrappati a speroni di roccia modellati a fatica per i tipici terrazzamenti non risaltavano senza il timido sole uscito nella seconda parte della giornata.
Parto da Brugnato dopo una colazione da re e per iniziare scalo il passo del Bracco, poi scendo sino Bonassola, vado a Levanto dove mi infilo in una galleria ciclabile che mi separa dalle onde sino a Monterosso, la prima delle Terre e dove la mia giornata cambia completamente volto: vengo colto da un forte dolore tendineo al ginocchio, l’ unico movimento che non mi da problemi è la pedalata tranquilla, ma già ripartire diventa uno spettacolo circense non potendo alzare la gamba… Salto Vernazza e scendo a Corniglia, un paese che mi commuove da tanto è bello, lassù aggrappato sulla roccia. Qui non esiste il concetto di pianura, è un luogo per autentici camosci liguri.
Tralascio Manarola e visito Riomaggiore, poi a La Spezia ritorno nella civiltà pedalando sino a Portovenere, un altro gioiello che visito solo parzialmente a causa dei problemi nella camminata. Sono in ritardissimo, mancano oltre 30km ed ho indicativamente 1h e 30 massima di luce per risalire sino a Brugnato, taglio per la lunga galleria (2km) in salita che oltrepassa La Spezia, la brezza della sera fortunatamente mi sospinge sulla tranquillissima val di Vara sino a Borghetto, dove praticamente arrivato scarico le energie nervose crollando fisicamente, con dolore, stanco, affamato ma veramente soddisfatto!

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perché raramente ho visto posti dalla bellezza comporabile alle 5 Terre, i paesi sono spettacolari e la tanta salita mi ha reso felice. Paradossalmente il problema al ginocchio e la tirata del ritorno mi hanno lasciato buoni ricordi.

Corniglia, il paese che mi ha lasciato a bocca aperta

 

 

La via dell’ amore che collega Manarola a Riomaggiore

Riomaggiore, il 5° paese delle 5 Terre

2°: 3/07) Susa-Susa
Io e Massimo abbiamo pernottato a Susa, per gli altri la partenza alle 7:30 ha significato una levataccia incredibile. Avremo bisogno di molto tempo per questo famosissimo giro alpino, ma almeno la giornata è veramente ottima e limpida. Il Moncenisio è una salita lunga ma regolare, il lago in cima ristora la vista dopo il primo colle, sino al secondo scalpo è tutta discesa e falsopiano, il vento contrario rende ancor più vantaggioso l’ essere in 5, sebbene i cambi siano da rivedere.
Dopo una sosta pipì ed acqua ci aspetta il Moloch di giornata, Telegraphe più Galibier per 2000m abbondanti di dislivello su uno dei valichi più famosi al mondo (come dire lo Stelvio per gli italiani). Ci ricompattiamo al Telegraphe, poi sulle costanti rampe del Galibier ognuno va per conto suo, chi salendo bene, chi soffrendo un po’, ma arrivare in cima è una soddisfazione per tutti, specialmente per me che arrivo alla 1000° salita nel mio elenco!
Fino a Briançon voliamo complice il vento a favore, poi ci aspetta il facile Monginevro, che a questo punto diventa faticoso per tutti, io voglio vedere quante energie mi rimangono e salgo in solitaria, gli altri fanno gruppetto. Dal valico il vento ritorna ad essere contrario, ma il vero problema è rappresentato dal traffico congestionato sulla statale poiché l’ autostrada è stata chiusa per controllare la manifestazione No-Tav, dobbiamo letteralmente fare lo slalom tra chilometri di coda prima di ritornare a Susa dopo 206km e 4.5km di dislivello con 3 signore Alpine!

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Perché la Susa-Susa è un giro mitico ed affrontarlo in una giornata quasi perfetta (solo troppo vento) è stato fantastico. Aggiungiamoci pure l’ essere in buona compagnia, la 2 giorni a Susa con Massimo e soprattutto l’ aver onorato la mia 1000° salita sul Galibier… Inoltre ho pure vinto la mia personale sfida contro le crisi di fame, da Susa al Galibier mangiando mezza focaccia mentre altri avevano un ristorante con sè! Peccato per il traffico finale che proprio non ci voleva.

Piccoli contro il gigante Galibier

Segnalo ad un fotografo la mia 1000° salita

Marco, Andrea, Fabio, Massimo, Pedra sul Galibier

1°: 8/05) Caprauna e val Tanaro
Descrivere questo giro è difficile, se dovessi pensare al percorso per me perfetto penserei proprio a questo!
Parto passando sul lungomare di Borghetto S.Spirito, dove trascorrevo le vacanze al mare, poi pedalo nel primo entroterra di Albenga con coltivazioni di ulivi ed orografia che mi ricordano fortemente il lago di Garda, mi addentro verso le montagne e la stretta val Neva mi ricorda il Trentino con i suoi tipici monti coperti da boschi.
La salita a Capraùna è come piace a me, regolare ed abbastanza ripida, supero anche una nutrita flotta di pensionati danesi coi quali scambo diverse chiacchiere in cima al passo, da dove ammiro le Alpi al confine francese parzialmente innevate e desidero io stesso poter toccare la dama bianca dopo aver toccato la sabbia delle spiagge. Dal colle di Nava sino a Le Salse non mi entusiasma, ma poi si ricomincia a salire decisi in un paesaggio quasi di montagna, superato il valico trovo pure la neve e letteralmente ci salto dentro, poche ore fa ero al mare!
La discesa tecnica nel bosco mi esalta, ma quando entro a tutti gli effetti tra le gole del Tanaro mi commuovo, sapevo che erano belle, ma non immaginavo quella strada scavata nella roccia con il torrente lontano e le vette ancor più distanti, un luogo dove la natura combatte contro se stessa con risultati incredibili. La vallata si allarga sino a Garessio, il vento che prima mi aiuta poi improvvisamente cambia spirando dal mare e scendendo dal colle S.Bernardo, dove giustamente hanno costruito un impianto eolico. Non è però ancora finita, mi manca la salita di Rocca Barbena con i suoi tornanti in muratura e la divertente picchiata verso il mare, giusto per rifarsi gli occhi dopo la scorpacciata montana.

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E’ il giro vincitore perché per me è quello ideale, sono passato dal mare alla vera montagna attraverso un gran numero di territori diversi, ho trovato la neve ed ho pedalato a due passi dalla Francia partendo dal Savonese, le salite mi sono piaciute tutte così come le discese, l’ incontro coi danesi mi ha portato allegria, ma soprattutto non ho mai trovato un posto come l’ alta val Tanaro che mi sapesse far rimanere così a bocca aperta… Credo sia il miglior giro di sempre, se le 24h con Stelvio-cena dalla Giovanna-Mortirolo sono l’ avventura ciclistica più intensa, questo è il giro più bello.

Il mare a Borghetto S.Spirito, in contrasto con la foto successiva

Dal mare sino a trovare la neve a Maggio!

Le fantastiche gole del Tanaro

Grazie della lettura,
Pedra


Le 5 terre, seconda parte

il 01/05/2011 · Commenti disabilitati su Le 5 terre, seconda parte

3 Aprile 2011
Ancora salita davanti alle mie ruote, sebbene sia al mare, parola che qualcuno potrebbe abbinare a pianura, vivere qui non è molto diverso che abitare in Valtellina, ogni spostamento prevede metri di dislivello, raggiungere gli altri paesi invece necessita di centinaia di metri di salita e discesa. Cambiano solo le quote ed ovviamente i panorami, per il resto è un posto da puri scalatori.

Il mare è sempre laggiù lontano, visibile nonostante le nuvole basse sopra alla mia testa e la fiorente vegetazione mediterranea che lo copre parzialmente per tutto il tempo. Supero senza accorgermene il passo Termine, le 5 terre si stanno mostrando con tutta la loro bellezza, sfoggiando interessanti terrazzamenti, paesini colorati in posizioni assurde e montagne solcate da strade che sembrano impossibili. Il massimo dello stupore lo raggiungo dopo il bivio per Vernazza, che evito, quando davanti a me compare Corniglia: c’è uno sperone di roccia quasi verticale, 100m più in basso il mare si infrange contro gli scogli, e sopra ci sorge un paese! Rimango affascinato, ma dove sono andati a vivere?
Una visita al centro è d’obbligo, la discesa è strettina e mi capita di incrociare auto con targhe olandesi o tedesche, ma non ho problemi nonostante in alcuni tratti debba tirare i freni. Pedalando nel centro del paese non mi rendo ben conto dove mi trovi, ma so che il mare dista da me più sul lato verticale che orizzontale! Vorrei salire una scalinata per affacciarmi al balcone panoramico, ma il ginocchio mi da seri problemi e l’ unica soluzione è trascinarmi a dietro la gamba malandata, affaticando l’ altra più del dovuto. Vedo bene il mare e assaporo i primi raggi di sole del giorno, ma desisto in ulteriori camminate rientrando a fatica sulla strada. Come se non fosse abbastanza, scendo in bicicletta sino alla stazione ferroviaria nella speranza di trovare un sentiero diretto per Manarola, ma anch’esso è chiuso per frana ed avrebbero pure il coraggio di farmi pagare il pedaggio… Non mi resta che sfidare le toste pendenze ed i tornanti per San Bernardino, per proseguire in leggera discesa evitando la 4° Terra, Manarola, molto simile a Corniglia.

La quota si è ridotta, il mare è più vicino a me, ed incassata in una piccola valle terrazzata c’è Riomaggiore, paese che mi ricorda molto Portofino, più che altro per il divieto di accesso ad autoveicoli forestieri. Anche qui vale lo stesso discorso di Corniglia, arrivo sin dove mi porta agevolmente la strada, poi giro la ruota e ritorno indietro. Finalmente il cielo si schiarisce regalando quei 2° gradi che non fanno mai male quando ci si lancia in picchiata alle porte del capoluogo di provincia, impattando col caos cittadino ad un orario che comincia ad essere di uscita dagli uffici.
L’ intuizione giusta mi fa notare la strada per Portovenere, l’ ultima chicca costiera prima del meritato rientro. Non ci dovrebbe più essere salita o quasi, ma la strada che segue il tortuoso andamento costiero è piuttosto irregolare, con un dosso prima della meta finale che rientra però nei miei parametri di “salita”. Pedalo e pedalo sino a raggiungere il fondo della costa davanti all’ isola Palmaria, fermandomi in una sosta troppo prolungata nel contemplare una partita di scacchi con pedine giganti alte un metro e degli improbabili arrocchi di regina, tutto mentre finisco la fetta di torta col suo concentrato di energie per il ritorno.

E’ tardi, è terribilmente tardi per i miei programmi, sono le 18 passate e Brugnato dista mezza provincia da dove mi trovo. Ad occhio e croce sono almeno 30km, fortuna che sino quasi alle 20 ci sia luce, però mi sarebbe piaciuto fare tutto con calma, invece che mettermi a spingere il padellone con un ginocchio si leggermente migliorato, ma pur sempre critico fuori dai pedali. Fortuna che il vento marino mi soccorre, fosse contrario sarebbe una piccola tragedia. A La Spezia cerco la via più breve, non mi importa di pedalare nel traffico caotico tipico dell’ orario, purchè mi sbrighi. So che ci sono almeno due strade, una con una salita ed un’ altra con 2km di galleria, io seguo le indicazioni per Genova sperando che quella strada e quel tunnel siano permessi ai velocipedi.
Supero lo svincolo ed è ok, si tratta solo di una normale stradona, e la galleria ottimamente illuminata non riporta divieti, quindi tiro cercando di uscirne il prima possibile da quella cappa di smog senza rendermi conto di essere in una lunga e leggera salita al 2%. Arriva finalmente l’ aria più pura, ed arriva, prendendo ancora quota, anche il paese di Riccò del Golfo, ma se sin’ ora ho elevato la mia posizione, quando si scende per risalire la valle? Erroneamente ero convinto di essere già in val di Vara, invece ci giungo solo dopo una breve discesa.
Il vento dal golfo è un preziosissimo alleato in questi lunghi e dolcemente desolati kilometri, riesco a tenere una buona velocità e ad arrivare a Borghetto di Vara prima del previsto. Al bivio per Brugnato crollo scaricando le ultime energie nervose, gli ultimi metri sono tipici di chi non ne può più e non vede l’ ora di rientrare a casa, con pedalate pesanti che portano avanti un fisico stanco ed affamato.

Risalire i 2 piani del B&BLa Luna nel borgo” (e ci rifaccio pubblicità perchè merita) trascinandomi dietro una gamba è un’ ulteriore fatica, ma nel farmi la doccia mi rendo conto che, come sospettavo, le fitte al ginocchio ci sono solo nei movimenti liberi, non piegandolo e nemmeno forzandolo. Dovrò stare attendo domani, ma il giro che è in programma è confermato. Finisco la serata con 2 primi ed un secondo alla “Locanda dell’ autista”, il tipico ristorante per camionisti, ma la fame è talmente tanta che mi fermo in un bar per un gelato, e finisco pure le scorte dolciarie che mi ero portato appresso da casa per essere sazio.

Domani il giro sulla carta meno interessante dei 3, per oggi 159km e 3200m di dislivello stimati in 9 ore di giro di cui 7 pedalate. Questa invece la traccia che suggerisco, i paesi delle 5 Terre meritano tutti una visita, mentre si può omettere Portovenere. Il dislivello è sopravvalutato a causa di alcune gallerie, ed in ogni caso è possibile accorciare il tragitto in numerose maniere: http://tracks4bikers.com/tracks/show/52839

Corniglia, spettacolare! Altro che Stelvio o passo Sella

Corniglia vista all’ ingresso
La spiaggia sotto a Corniglia

Terrazzamenti sempre a Corniglia

Mare e Sole, che splendido binomio

Sentieri assurdi scavati nella roccia (sempre nei dintorni di Corniglia, si capisce che mi è piaciuto il paese?)

Riomaggiore e la sua via dell’ amore.

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