Giri d’autunno: monte Lesima

il 21/12/2015 · Commenti disabilitati su Giri d’autunno: monte Lesima

I prossimi racconti riguarderanno questo particolare finale di stagione 2015, un periodo di tempo stabile con foschia o nebbia in pianura e giornate a dir poco incredibili in montagna, con alcuni splendidi quanto insperati giri in Appennino.
Nulla di eccezionale né come luoghi, né come difficoltà e spesso nemmeno come panorami, ma l’aria di gite rubate all’autunno ha reso queste normalità stupende.


Sabato 24 Ottobre, monte Lesima

Come lo scorso anno, anche in questo fine stagione 2015 ci sono stati alcuni dei più interessanti giri di tutti gli ultimi mesi. Un anno fa ero a girovagare in Trentino, quest’autunno invece sono rimasto a casa approfittando del pazzo clima anticiclonico che si è instaurato in Italia per diverse settimane, con una sempre più intensa cappa di umidità in pianura ed una primavera dalle foglie gialle in montagna.

Il primo giro della serie è nell’ultima giornata di ora legale, un percorso studiato per scalare le ultime tre salite mancanti nel 2015 del mio elenco che ne comprende 200 in zona, tre oltre i 1000m di quota nella zona montana in cui, in questo pomeriggio del 24 ottobre, c’è la stessa temperatura della pianura. La partenza è da Varzi, ho risparmiato 44km di statale per concentrarmi sulle alte quote verso Lesima e Penice. Già qui fa caldo, ma è quando recupero quota all’imbocco della parte stretta e montana della valle Staffora che comincio a sudare col mio abbigliamento ibrido estivo più giacca invernale, la foschia è ancora intensa ma sembra settembre, non certo ottobre.
La parte di valle sino a Pianostano è una noia assoluta, un asfalto ruvido scorre tra due alte fila di monti lussureggianti e senza pendenze particolari, ma da quelle quattro case elevate a frazione il discorso cambia e si fa molto più ripido, con quel nastro di asfalto avvinghiato alle pendici di Cima Colletta che risale verso Cencerate, frazione alquanto vitale nonostante la posizione, strada su cui però foro trovando un buco anche nel copertone che mi obbliga ad acrobazie con un pezzo di toppa per tentare di isolare la camera d’aria contenuta dallo sporco del terreno. La cosa sballa i miei programmi, sono ad inizio giro ed una seconda foratura sarebbe problematica, per cui ridimensiono gli obbiettivi alla cima delle cime, i 1724m del Lesima.

La stradina Cencerate – Cima Colletta è uno sputo asfaltato nel fitto bosco che si sta già colorando di autunno, uno spettacolo pirotecnico abbastanza impegnativo che rimane chiuso nel suo mondo sino alla cima, al bivio che in poco tempo mi porta alla maledetta sbarra che oggi, per la prima volta, trovo abbassata.
Sollevo la bici a mano e riparto al di là di essa, con giochi di equilibrismo al secondo tentativo riesco a prendere la velocità minima per avanzare sul tappeto di foglie rosse al 20% che mi porta al primo tornante, forse il pezzo più duro di tutti e due i chilometri all 11% di media (compresi dei tratti che spianano). Oggi fatico parecchio, non so come mai ma mi sembra di essere fuori allenamento nonostante sino all’ altro ieri avessi sensazioni opposte, ma in cima ci arrivo e la visuale è qualcosa di inimmaginabile.

Mi sembra strano, ma non può essere altrimenti, quella sagoma seghettata a sud è la CORSICA! E si vede bene sopra la foschia del mare, mentre girando lo sguardo per 360° c’è di tutto, dai monti Chiappo / Ebro / Giarolo sopra alla foschia sino a tutto l’arco alpino, dal Monviso al Cervino, dal Rosa ad addirittura il MONTE BALDO e la LESSINIA (Trentino e Veneto!). Praticamente mezzo arco alpino sotto il mio sguardo, il tutto mentre vedo anche la Francia… Non ci sono parole, solo commozione per la più incredibile vista che ho mai avuto! Le foto che vi pubblico rendono poco, avreste dovuto essere lì.

Un impegno serale improvviso mi convince ancor di più a ritornare subito a Varzi e a lasciare il Penice a domani, devo riscavalcare la sbarra e scendere sulla ruvida Cima Colletta sino al Brallo, con un’ omotermia che ha fatto sentire molto piacevoli i 13° del Lesima vetta, ma me li fa patire quando più a valle acquisiscono una bella umidità. Mi concedo uno strappo al rientro diretto, quello che dal ponte blu di Menconico sale a S.Pietro Casasco, 1km al 12% di media, per poi scendere attraverso la parte bassa del Penice sino alla macchina in piazza a Varzi.

Il ripido tornante iniziale in formato autunnale

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In secondo piano la Corsica sopra la foschia
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La parte finale della salita del Lesima, con la strada riasfaltata nei tratti più brutti
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La cappa copre la pianura, sopra di essa si vede il monte Baldo (TN/VR)
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Il monte Penice col suo santuario e le antenne televisive
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Le vette appenniniche bucano l’umidità dei bassi strati
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Per oggi è andata, 58km e 1575m, panorami da 10 e lode!
Ma domani ci sarà anche il monte Penice

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Entroterra Spezzino

il 12/05/2011 · Commenti disabilitati su Entroterra Spezzino

5 Aprile

Ritorno sul blog dopo un bel pezzo con il racconto della terza giornata di questa tripletta Spezzina. Oggi sulla carta c’è il giro meno bello e più facile, che si snoda lungo la val di Vara ed arriva in riviera sconfinando in provincia di Genova. Un giro ideale pensando al rientro a casa e all’ eccesso di kilometri accumulato nei 2 giorni precedenti. Ma …

La colazione al B&B “La luna nel borgo” è addirittura meglio del giorno precedente, con prelibatezze locali che si tuffano nel mio esofago e com le poche superstiti che vengono insacchettate per un “pranzo” da consumare con l’ avanzare dei kilometri. Il dolore al ginocchio si è affievolito rispetto al giorno precedente, dovrò stare attento a non muoverlo troppo fuori dai pedali e a non forzare troppo in salita, così da finire il giro senza problemi.
Non lo scriverò più, ma la catena mi darà un sacco di fastidi saltando in continuazione, specialmente quando si troverà sui rapporti più usati, sempre accompagnata da imprecazioni non riportabili… Col senno del poi avrei potuto sistemarla semplicemente agendo pesantemente sul regolatore del filo del cambio che si era allungato in modo anomalo (per poi rompersi 12 giorni dopo con 400m di dislivello davanti), una leggera prova in tal senso mi ha dato esito negativo e perciò non ho insistito nella via corretta.

Riconsegno la penna prestatami ieri al fruttivendolo e giro Brugnato con la fotocamera in mano per avere una memoria visiva di questo piccolo e grazioso borgo, a due passi dall’ autostrada sebbene immerso nella tranquillità e nella storia che lo contraddistinguono.
Parto, i primi panorami sono gli stessi del giorno precedente, ma stavolta continuo a seguire la val Vara in direzione Varese Ligure, percorrendo una bella statale deserta con un fastidioso vento contrario che non mi preoccupa. La giornata è veramente limpida, i boschi stanno timidamente rinascendo e gli Appennini più alti trattengono a fatica l’ ultima neve stagionale.
Dopo un bel riscaldamento arriva la prima salita, da San Pietro Vara alcuni tornanti mi innalzano per portarmi lungo un torrente verso Torza. Fin qui nulla di strano, a parte un sole caldo ed un’ aria abbastanza secca, ma sulla destra vedo un cartello che mi fa rabbrividire: 30%! Sono indeciso, non voglio allungare inutilmente, ma sono troppo curioso di scoprire quanto sia veritiero, perciò ecco che devio verso Doga, su una strada piuttosto ruvida che effettivamente tira abbastanza, ma non quanto il tratto cementato in paese, pezzo che supera il 20% (30 è proprio esagerato). In cima mi inserisco su una via quantomeno segnata sulle cartine, ma nell’ indecisione ritorno sui miei passi e tranquillamente arrivo all’ imbocco del tunnel per Sestri Levante, che evito salendo ulteriormente verso Tavarone, tra pini, ombra e pace dei sensi.
A Tavarone capisco che il muro appena scalato sbuca poco più in là, ma ho ancora tutto il tempo per procedere con calma, scattare foto e fare soste “alleggerimento liquido” nel tratto in discesa per Maiassana, un tratto boscoso e deserto come tutte le strade sino a qui. Ecco un’ altro strappo per Maiassana paese, supero il bivio per il passo del Bocco (un ononimo vicino a quello più tristemente famoso) e scendo su strade mediamente belle verso Varese Ligure, bandiera arancione per la qualità della vita nonchè uno dei più bei borghi d’Italia. Sinceramente mi aspettavo un paese medioevale stupendo, invece lo trovo più smorto e comune di Brugnato, dove al suo interno ho respirato la vita di paese d ‘un tempo e sono riuscito facilmente a legare con gli abitanti.

Un avviso di un anziano signore mi mette in guardia, ma come spesso accade alcuni tipi tendono ad esagerare i pericoli delle strade di montagna, infatti come immaginavo la salita al passo Biscia non è “brutta”, ma normale, con le sue buche, qualche tratto rovinato, con il suo falsopiano iniziale ed il suo tratto finale abbastanza agevole che segue a lungo la montagna, aggirandola con lievi pendenze sino allo scollinamento con vista mare. Solo il pezzo centrale sale in maniera costante tale da obbligarmi a faticare, ma senza per questo mai mettermi in difficoltà. Uso il gilet in discesa solo perchè in tasca è fastidioso, ma la temperatura gradevole lo rende superfluo già da subito, tra i secchi tornanti e la strada stretta che forma la serpentina da Sestri Levante sino (appunto) al passo Biscia.
Più vado in basso e più ritorno alla civiltà, ora ci sono due corsie ben distinte e devo pedalare per mantenermi veloce sino ad un bivio sulla sinistra che vedo in tempo, quello che porta a Monte Domenico. Non mi aspettavo un’ ulteriore salita, ancor meno 2km abbondanti tra il 9 ed il 10% sino al valico bruciato negli anni scorsi da uno dei tanti incendi, con il sole del primo pomeriggio riflesso dalle onde.

Pedalando in Liguria è impossibile non trovare il mare, infatti a Sestri Levante raggiungo quota 2/3m trovando, con l’ aiuto di un passante locale, la statale del passo Bracco, 610m di dislivello per un’ altezza finale di poco superiore. Uscito dal paese il traffico si riduce notevolmente, nonostante sia la via principale tra Genova e La Spezia non passano più di 2-3 auto al minuto. La salita è lunga e pedalabile, a tratti impegnativa e a tratti piana, prima sul lato sinistro della montagna e poi su quello destro. Al bivio per Moneglia mi si apre un orizzonte incredibile, che solo i migliori giri alpini sanno regalare: sullo sfondo ad ovest ci sono le Alpi Liguri ancora innevate, ben visibili ad est le Alpi Apuane, spingendo lo sguardo verso sud si può riconoscere bene la Corsica, mentre l’ Elba è proprio là sulla sinistra, non lontana dalle coste toscane! Incredibile, ecco come un giro apparentemente di ripiego può ripagare con panorami eccezionali! Peccato però, avrei volentieri barattato la giornata odierna con quella di sabato.

Il resto della salita scorre tranquillo, così come la discesa. A Carrodano voglio cambiare percorso, ma sbaglio strada e riesco a prendere involontariamente la via originaria, con l’ ulteriore salitella del Termine e l’ arrivo a Borghetto di Vara e Brugnato. E’ ancora presto, allungo un po’ con la sosta al punto turistico costruito all’ uscita del casello autostradale nel quale faccio incetta di cartine, poi mi fermo in piazza in paese per parlare di bicicletta, di giri e del resto con quelli che sono i pensionati del mio nuovo paese adottivo, scoprendo che proprio qui abita un giovane professionista che si allena su queste splendide strade. Non sono nemmeno stanco, le mie gambe sentono 60/70km, non gli effettivi 130km con circa 2750m di dislivello, mica male per essere il giro “facile”!
Questa la traccia:   http://tracks4bikers.com/tracks/show/43142 . Non ho suggerimenti particolari, ma la parte Tavarone/Maiassana può essere saltata per rendere il giro più corto.

Ho passato 3 giorni splendidi attraverso l’ 80% più significativo della provincia Spezzina, con paesaggi a tratti stupendi e zone quasi prive di traffico. E’ un’ ottima alternativa per passare delle vacanze ciclistiche, non mancano le opportunità ed i posti sanno farsi valere. In totale 425km e 8800m di dislivello, spendendo in tutto 170€ (che in due sarebbero stati 140). Peccato solo per diversi problemi meccanici e fisici che però non sono riusciti a rovinarmi questa tripletta quantificabile a quella Valtellinese!

Brugnato, oggi la giornata è proprio limpida


La curiosità ha vinto


Salendo al passo Biscia da Varese Ligure


Scendendo verso Sestri Levante, zona di estrazione dell’ ardesia


La foto si spiega da sola

Adoro la Liguria


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