Pentathlon Bobbiese

il 15/06/2011 · Commenti disabilitati su Pentathlon Bobbiese

Bobbio, una cittadina alla quale non lego bei ricordi ciclistici. Il mio primo giro partendo da questo antico centro della val Trebbia è terminato precocemente sotto il diluvio dopo aver sbagliato strada, il secondo invece (che era il rifacimento del primo) è stato accorciato dopo una lunga discesa completamente sterrata. Questa volta la disavventura capita a Varzi, quando passo lanciato davanti ad una macchina della polizia locale con autovelox incorporato: 170€ e 3 punti sulla patente, tutto sommato meritati sebbene fossi in uscita dal paese. Il resto del giro però è stato addirittura meglio del previsto.

I kilometri sulla carta sono poco più di 100, ma confido di trovare ualche bivio per aumentare il gruzzoletto.
E’ una giornata serena e calda, parto in tarda mattinata solcando subito l’ asfalto della val Trebbia, immersa nel verde delle sue gole con le sue acque blu scure già luogo di ritrovo di alcuni bagnanti. Il vento leggero da nord che qui si incunea tra i monti mi spinge velocemente a Corte Brugnatella, dove parte la prima salita verso il passo Mercatello, relativamente vicino a casa ma che mai prima d’ora ho percorso. Il traffico motociclistico della statale è un ricordo lungo questa strada pedalabile con sporadiche viste sul fiume e sul paese appena abbandonato. Con più i kilometri aumentano, più la pendenza cala, sino ad arrivare ad un falsopiano che tira un po’ e che mi porta velocemente all’ alto dei 1053m del valico.
Sosta pipì, foglio di giornale per essere scrupolosi e via in discesa, sperando di non mancare il bivio per la seconda salita, ben più temibile.
Noto in tempo il bivio per Solaro/Mareto, tolgo casco e guanti per limitare l’ abbronzatura ridicola e salgo arrivando in fretta al primo paesino. Ricordo bene il tratto successivo, una stradina sinuosa e stretta che sale improvvisa tra i campi, mettendo in sequenza 3 o 4 dolorose coltellate. Fortunatamente questo versante del monte Albareto è più breve di quanto pensassi, la discesa a Mareto e quindi verso Farini inizia dopo uno sforzo non eccessivo. Molte curve mi accompagnano verso la val Nure, ma dopo un bel pezzo mi rendo conto di essere ancora in discesa, ma quanto diamine è lunga? E’ vero… qui siamo in pieno Appennino, un paradiso per gli scalatori!

Che stupido! Mi ero studiato una deviazione, ma essa parte da Ferriere, e non è dove sono sceso… Pazienza, vedo il cartello per il passo Linguadà e decido che sarà questa la deviazione extra, al massimo potrò accorciare più avanti. Come per il Mercatello, questo colle è pedalabile e costante, almeno sino a quando raggiungo Groppallo ed il suo castello ben visibile dalla bassa valle. In paese chiedo lumi e scopro che la salita è praticamente finita, per il colle geografico mancano diversi kilometri di falsopiano e saliscendi, che per onor di ufficialità percorro. Ritorno sui miei passi e mi spiegano che la strada del monte Santa Franca scende poi a Bettola, c’è solo un pezzo in salita prima della vetta. Scoprirò a mie spese che codesto tratto è di 3km con pendenza media che stimo al 10%! Un bel muretto, non c’è che dire.
In discesa incontro una signora ciclista che mi fa da guida, indicandomi il bivio corretto verso la mia meta e tenendomi compagnia sino al ritorno in valle, dove ci accoglie un clima piuttosto caldo. Ci salutiamo ed entro nel bar a fianco per una brioche di scrupolo, dall’ abbondante colazione ho mangiato giusto un pacchetto di crackers al Linguadà.

La prima volta che ero passato sui 760m del passo del Cerro ero con Tangy e Marco in una giornata di pioggia, ora invece salgo dal versante inverso con un clima opposto, la borraccia riempita al bar impiega pochi minuti a svuotarsi nella mia bocca. Della salita ho poco da dire, inizia impegnativa e termina su una carreggiata più stretta e rugosa, riparata da un bosco che sostituisce i campi di grano delle quote più basse. La discesa non è brutta, ma il Piacentino fa a gara col Pavese su chi ha le strade peggiori, sono tante le buche che devo evitare!

Ora ho 2 alternative, o scendo a Perino e ritorno a Bobbio lungo la val Trebbia, oppure sfido Pradovera ed il suo bel dislivello. Arrivo al bivio della decisione un minuto prima della mia deadline delle 17 (che comunque non avrei rispettato), seguo la ruvida via lungo il rile sinchè un cartello di divieto d’ accesso non mi blocca. Ritorno indietro e scelgo la direzione giusta, quella che sale decisa con diversi tornanti. Sono assetato e senz’ acqua, quando trovo una fontana fresca mi ci butto e mi riempio talmente lo stomaco che il pezzo successivo, quello più facile che porta ad Aglio, è impegnativo a causa della massa extra nella pancia. Dopo una leggera discesa entro in un bosco ed inizio a faticare seriamente, qui si sale all’8/9% e la strada percorsa è già parecchia.
A Pradovera mi immetto sulla strada del Santa Barbara, dopo una discesina si reinizia a salire in modo deciso, attraversando in un punto un bosco talmente fitto da oscurare il sole e continuando dal passo Santa Barbara sino al monte Aserei, a 1260m.

Mi fermo 5 minuti in cima per bere (negli ultimi 30km ho ingerito almeno 1,5l d’ acqua) e per pulire gli occhiali sporchi di sudore usando lo scontrino della brioche, il sole si sta abbassando e davanti a me ci sono 1000m di dislivello in discesa, nella quale è vivamente consigliato vederci bene. Questi ultimi kilometri sono piacevoli, con la dovuta cautela evito qualche buca o tratto sabbioso ed arrivo a Bobbio, dove mi fermo ad una fontana per pulirmi la faccia e dove finalmente termino le fatiche odierne.

In totale 147km, 3600m di dislivello (record personale), con partenza alle 11:40 ed arrivo alle 19:00, mangiando in tutto 2 brioche ed un pacchetto di crackers.
Il giro non è paesaggisticamente eccezionale, però la qualità del percorso lo rende consigliabile agli amanti del dislivello.

Questa la traccia con Santa Franca e senza il passo Languadà:   http://tracks4bikers.com/tracks/show/51778
Consigli:
Il giro può essere proposto con diverse gradazioni di difficoltà, dalla versione “mezzofondo” con soli Mercatello e passo del Cerro (89km e 1600m), alla versione che propongo come traccia gps (133km e 3400m). Se si vuole aggiungere una terza salita, secondo me è la scelta migliore è Groppallo/Santa Franca, altrimenti Solaro/Mareto.

Il blu Trebbia appena usciti da Bobbio

Strappo cattivo verso il monte Albareto

Panorama su Bettola e val Nure

Aglio, verso Pradovera


Giro Bobbiese parte 2

il 27/08/2010 · 2 Comments

Ci risiamo. A Bobbio, 6 giorni dopo la sventurata trasferta in cui ho provato cosa significhi scendere sotto il diluvio. Dopo un’ ora circa di auto e qualche sorpasso tra i tornanti del Penice parto con la quasi certezza di una bella giornata, anche se ormai è già pomeriggio.

L’ inizio è lo stesso, sino a Coli l’ odioso asfalto ruvido scorre (piano) sotto le mie ruote, ma poi non sbaglio più il bivio per il passo S. Barbara, una salita molto discontinua su carreggiata rovinata, che alterna autentici strappetti a pianura, che sembra voler finire ad ogni curva, per poi fregarti con l’ ennesima rampa. La fine è affascinante, passa sotto a rocce nere tendenti al blu, un paradiso per gli appassionati di geologia quali non sono io.
Arrivo al Santa Barbara e capisco che l’ altra volta ero praticamente lì, il monte Aserei è poco lontano. La cartina è chiara, ma tra nomi inventati e strade mancanti mi fido più dell’ abbondante (e sbagliata) segnaletica piacentina, risalendo sino al monte e buttandomi su una strada bianca abbastanza bella, che mi era stato assicurato essere tutta in buono stato, cosa di cui mi convinco vedendo 2 macchine salire. L’ inizio è bello, ma poi degenera ai limiti della ciclabilità e sebbene la faccia praticamente tutta in sella, questa lunga discesa sino a Mareto mi ruba molto più tempo del previsto.
A Mareto tiro un sospiro di sollievo, e fortunatamente mi guardo indietro ad un bivio giusto in tempo per capire di stare ancora sbagliando strada. Il monte Albareto è pure peggio del Santa Barbara, quando sembra essere finito ricomincia con l’ ennesima rampa al 15%, dove torna utile il 27 appena montato in previsione del Mortirolo. La discesa verso Ferriere è un muro, specie all’ inizio, poi da Ferriere diventa un falsopiano discendente e lungo sino a Farini.
Qui c’è un altro bivio, per Pradovera sono 16km (saranno mica tutti in salita?), non ho scelta se non salire su pendenze finalmente regolari e non ripide. Faccio sosta acqua e un bel po’ prima del paesino scendo. No, non è tutta salita, ma il portaborracce che barcolla sulle diverse buche mi obbliga ad un’ altra sosta per sistemarlo. Fortuna che porto sempre con me 3 brugole.
Appena prima di Pradovera capisco da dove sarei dovuto passare, e trovo pure il bivio per Perino che Roberto “Aresius” e Piero mi hanno consigliato. Ormai è però tardi e a risalire la val Trebbia avrei avuto un forte vento contrario, inoltre mi si presenta l’ occasione di aggiungere una salita extra al mio abbondante elenco, perciò la decisione di risalire al monte Aserei è “obbligata”. Un fitto bosco mi accompagna per un tratto, riparandomi da un sole nemmeno caldo per il periodo, prima della prateria a quota 1250m della vetta.
Mi manca poco, in 1000m di dislivello in discesa arrivo a Bobbio, dove me ne infischio della zona pedonale e riesco a trovare in fretta la mia macchina.

In totale 88km e 2450m di dislivello, dopo i 124 e 2950m del giorno precedente, e 2 giorni prima di una “triplete” Valtellinese che vi racconterò a breve. Seguitemi sempre su questo blog :) E non snobbate i giri che organizziamo, si rivelano sempre giornate divertenti!

Il ponte del diavolo. Narra la leggenda che Satana l’ abbia costruito in una notte in cambio dell’ anima del primo a passarci, ma per sua sfortuna è stato un cane.


La val Trebbia, dove entra nelle strette a 2 km a sud di Bobbio.


No è, non piovere oggi!


Una strana roccia salendo al passo Santa Barbara.


L’ “asfalto” piacentino, ne ho affrontati in sella 6km di cui 4 in discesa


Ormai al ritorno, frazioni nei pressi di Coli


Archivi