Un giro invernale in riviera

il 10/03/2011 · Commenti disabilitati su Un giro invernale in riviera

Più ci avviciniamo ad Ovada e più il paesaggio si fa bianco, come già accaduto spesso questo inverno l’ Oltrepò pavese è rimasto ai margini delle nevicate. Superato il Turchino troviamo ancora la neve, anche se qui l’ aria più calda del mar Ligure l’ha rapidamente liquefatta lasciandone solo qualche macchia nelle pieghe della montagna.
Ad Arenzano usciamo dal casello e troviamo parcheggio nella parte alta del paese, io e Marco siamo alla ricerca di temperature primaverili adatte per un giro lungo di inizio stagione. Marco osa addirittura i pantaloni estivi, io non voglio cambiare troppo presto e ripiego sull’ abbigliamento invernale leggero, pentendomene parzialmente a fine giro mentre strizzo la canutiera. Iniziamo in salita, ma la colletta di Arenzano arriva subito con la sua discesa a Cogoleto, dove abbandoniamo l’ Aurelia alla ricerca della prima parte collinare di giornata tra Lerca, Eremo del Deserto e Alpicella, trovando la salita solo grazie alle indicazioni di un passsante (ah se avessi un navigatore per bicicletta!).
Un altro ciclista è poco avanti a noi, forzo la gamba ancora in rodaggio per raggiungerlo e per farmi tirare più del dovuto, con una bella sudata iniziale, e dire che indosso solo una canutiera pesante e la giacca invernale, con guanti estivi e senza copriscarpe. La temperatura è di circa 14°, sembra primavera e il mare luccica grazie al sole alto a sud. Ci immergiamo su una strada larga 2m, sporca e a tratti sterrata, percorrendo una valletta laterale che nasconde il mare. Raggiungiamo un vero cicloturista che comincia a parlarmi di autovelox e simili, rimaniamo in sua compagnia superando tranqulli l’ Eremo del deserto senza vederlo e le sue pendenze arcigne senza faticare, passiamo il guado in cemento e solo ad Alpicella ci salutiamo. Il monte Beigua è sulla destra, ma il programma è più soft e lasciamo le cime parzialmente innevate al loro posto.
Controllo la cartina e grazie all’ “alta qualità” di Google Maps sbaglio strada, seguendo quella più importante che ci porta diversi km sotto a dove saremmo dovuti sbucare, regalandoci km e dislivello extra sino a San Martino, quando prendo ancora la strada sbagliata scendendo a Celle Ligure invece che Albissola. Poco male, ora siamo sull’ Aurelia e avremo un bel pezzo di piano sino a Finale Ligure, interrotto da diversi saliscendi e cavalcavia che superano numerosi torrenti alla fine della loro corsa. Mi metto davanti a tirare forte e quasi non voglio dare campi, egoisticamente voglio tenere per me tutto l’ allenamento. Savona è meno problematica di quello che può semprare, l’ Aurelia è trafficata nei limiti del tollerabile e Marco mi da qualche cambio solo dopo diversi km, per mia fortuna perchè continuando così sarei tornato ad Arenzano stravolto.

Finale Ligure arriva in fretta, ci aspettano le Manie ma non prima di una piccola pausa per mangiare ed ammirare la bella spiaggia sabbiosa sull’ azzurro del mare, con simpatici pensionati impegnati in un’ acerrima sfida a bocce. Saliamo dove gli atleti della Sanremo scendono, su una strada non larga che dopo un tratto iniziale in riviera si addentra nei boschi dell’ entroterra, in un altopiano composto da terra color rosso vivo. Aiuto un’ Apecar ad evitare un frontale con una Panda in un tornante, poi cedo lentamente anche a causa dei miei problemi al polpaccio.
Le Manie paesaggisticamente non dicono nulla, sono solo km di piano a 300m di quota. La discesa come temevo è umida, ho l’ impressione che la strada sia particolarmente viscida e non provo nemmeno a scoprire se ho ragione. Siamo a Spotorno, di nuovo in riva al mare, è già tardi e dobbiamo ancora mangiare. Attraversiamo il paese alla ricerca di un bar, ma non ne troviamo in riva al mare e perciò proseguiamo ancora un bel pezzo prima di arrenderci a Vado Ligure, dove insegno a Marco le differenze tra tirchieria (di cui sono un profondo conoscitore) e brama di denaro, con un panino fino esagerato per il suo prezzo, mangiato seduti accanto alle nostre 2 ruote in riva al mare.

Non ci manca molto al ritorno, il contakm segna già 89 e un’ ora dovrebbe essere sufficente a finire il giro, considerata la velocità che stiamo tenendo in pianura grazie a cambi regolari. Riattraversiamo Savona, Albissola, Celle Ligure, a Varazze veniamo rallentati dai passaggi pedonali, è difficile pedalare con continuità da queste parti… Piani di Invrea vede il mio ultimo scatto di orgoglio, Marco rimane a ruota sino alla fine, quindi i miei polmoni cedono definitivamente e mi lascio semplicemente trasportare dalla discesa verso Cogoleto. Scopro che la strada alternativa alla Colletta di Arenzano è esclusivamente ad uso dei residenti, con disappunto saliamo per l’ Aurelia a ritmo molto tranquillo, e in un attimo siamo al punto di partenza, ma dopo 120km tirati e per me 4 nuove salite!

Il passo del Faiallo ancora coperto dalla neve della domenica precedente.


Lerca, periferia collinare di Cogoleto


Il mare a Finale Ligure


Il sottoscritto con dietro il castello di Finale Ligure


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