Lessinia dove non l’avevo mai vista

il 05/04/2015 · Commenti disabilitati su Lessinia dove non l’avevo mai vista

2 Novembre

Abbandono momentaneamente la val di Non per passare un weekend dalla zia a Verona, lasciando un piccolo paradiso in Trentino per due notti in luoghi diversi e conosciuti e per cambiare aria prima della ulteriore prossima settimana tra i monti.

E’ inizio novembre, ma la giornata è veramente mite e perfetta per una scalata verso le più alte vette della Lessinia. Parto dalla zona fiere diretto veloce verso il centro, nel quale non mi faccio mancare una vasca attorno all’ Arena prima di affrontare il traffico cittadino in uscita della città andando in direzione della Valpantena. Soffro lo sforzo di ieri (3000m di dislivello in 104km), ma la voglia è tanta e le pendenze contenute attraverso i paeselli della bassa valle sono solo il pretesto per scaldare meglio la gamba.
Ora i monti circostanti si fanno più alti e mi avvolgono coi loro profili rocciosi e ricoperti di boschi, superata Stallavena incomincio a salire e dal tornante del bivio per Fosse la strada va su con decisione, alcuni tornanti e curve decise che passano nella vegetazione e raggiungono dei piccoli paesi mi regalano numerosi metri di quota ed una visuale che si amplia sopra la foschia che avvolge la pianura, riflettendo quasi la luce solare diffusa in un intenso azzurro di metà autunno. Il dislivello è consistente, però ben distribuito e non fatico troppo ad arrivare ad Erbezzo, dove complici le temperature settembrine devo infilarmi in un bar per il rabbocco della borraccia. Sopra la pianeggiante umidità si respira aria pulita e, per la prima volta, avvisto alcune cime dell’ Appennino dalle prealpi!

Riparto su una salita che non ricordo di aver mai affrontato (anche se già appare nel mio elenco) su una carreggiata strettina che si snoda tortuosa tra malghe e pascoli, salgo sempre senza problemi in maniera costante superando auto parcheggiate ai lati e numerosi escursionisti che, come me, stanno approfittando di questa splendida giornata. La cima è attorno ai 1550m, ma quella sterrata compatta sulla destra e quelle panoramiche che si aprono sul monte Baldo e sulle Alpi trentine mi ispirano troppo, per cui mi avventuro tra ghiaia e terra battuta, sorpassando decine di persone e superando anche malga Lessinia sino a raggiungere un punto che accende la mia curiosità. Ci sono strane formazioni artificiali fatte di pietra e strettissimi sentieri, nel cartello di presentazione leggo “trincee del ridotto difensivo Pidocchio“, restaurazione di quelle presenti nella grande guerra e nelle quali mi infilo molto volentieri, incastrato tra vicoli larghi come me, passaggi formati da pietre lisce e ripide scalinate che portano in luoghi da cui si osserva il mondo attraverso una stretta fenditura. Le esploro tutte, sono una scoperta veramente entusiasmante ed inaspettata che fa da contorno a visuali ottime, che passano da alcuni lembi di Appennino emiliano sino a (mi pare) dei ghiacciai trentini, laddove le Alpi e le Dolomiti si fondono. E non dimentico il monte Baldo, le praterie, la profonda val d’Adige e le centinaia di persone che stanno godendo di temperature piuttosto gradevoli!

E’ ora di ripartire, sono a metà giro e le difficoltà non sono ancora finite. La prima è la stretta e divertente discesa sino al passo delle Fittanze, seguita dal tratto più largo e scorrevole che giunge a Malga Fittanze, da cui parte lo spauracchio quotidiano di passo Pealda, una salita scoperta lo scorso aprile quando la neve dell’inverno ancora bloccava i tratti più in ombra e di cui ricordo ripidissime pendenze nel versante che oggi affronterò in salita. Non ho tanta scelta, sulla misera carreggiata con micidiali drittoni non posso che forzare a tutta soffrendo solo per mantenere la dignità. Eppure, nonostante l’affaticamento del weekend ottengo il KOM su Strava! L’inizio della discesa è su sterrato battuto, con quel ghiaietto che obbliga alla prudenza nei tornanti, poi l’asfalto si riprende il suo spazio sino a Fosse, con occasionali visuali del sole che si sta abbassando arrivando a sfiorare la foschia e con i suoi raggi che si riflettono nelle acque del Garda, tutto davanti alla protezione del monte Corno d’Aquilio.

La salita è praticamente finita, mi manca solo l’avvallamento verso S.Anna di Alfaedo per poi lanciarmi in una picchiata a cui non sono abituato, che dai 970m arriva ai 200m scarsi di Negrar, passando (complice una mia volontaria deviazione) per Cerna e Prun. Una discesa più contenuta mi riporta in periferia di Verona, dove seguo il corso del fiume Adige fino alla diga, dalla quale tento di seguire le varie stradine per rientrare a Verona zona fiera evitando il traffico, riuscendo nel mio intento a costo però di superare un paio di incroci difficoltosi.

Rieccomi indietro nella città scaligera, contento di un giro che immaginavo carino e che invece è stato bellissimo, un ulteriore tassello a questo splendido fine di stagione! Purtroppo la settimana successiva pioverà al punto di far esondare l’Adige in Trentino, per me ci saranno solo due corse serali sino a sabato, quando avrò ancora un’altra sorpresa!
100km, 1950m

La famosissima Arena, immancabile un giro attorno ad essa
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Riflessi di foschia ed Appennino sullo sfondo
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Io in trincea
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Panoramica da malga Lessinia su Baldo ed Alpi trentine
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Trentino, è da 24 ore che non ti vedevo!
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Da Fosse il sole si specchia sul lago di Garda coperto dalla foschia
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