Folgaria e passo Coe

il 09/03/2015 · Commenti disabilitati su Folgaria e passo Coe

26 Ottobre

Ieri ero in giro nelle propaggini collinari del Monferrato settentrionale, oggi assieme al ritorno dell’ora solare devo affrontare una lunga trasferta di lavoro in alta val di Non, dove già ero stato in primavera, pernottando in zona già dalla domenica sera per una settimana presso la sede del cliente. Porto con me anche la bici e l’abbigliamento da podismo, sperando nel bel tempo del successivo weekend ed approfittando del tragitto pagato per scoprire dei nuovi territori.
Col cambio dell’ora avrò meno tempo a disposizione e giocoforza il progetto si accorcia per sfruttare le ultime luci del tramonto solo per completare il tragitto in auto sino all’ albergo. La scelta ricade su una salita che mi è rimasta impressa durante il Giro d’Italia 2002, coi corridori sfiancati dalla durezza della tappa e con Cadel Evans in completa crisi.

Esco a Rovereto e trovo parcheggio a Volano, la giornata è soleggiata e discretamente calda per essere fine ottobre, parto lungo la val d’Adige sino a raggiungere Calliano, paese d’inizio di una tripla salita consecutiva che mi porterà ai 1781m di Cima Valbona.
L’inizio sotto al castello è magnifico, questa grossa roccaforte domina il suo tratto valle incutendo ai passanti lo stesso timore che le già dure pendenze iniziali provocano ai ciclisti anche allenati come il sottoscritto. Siamo già al 10% quando, abbandonate le ultime abitazioni, mi addentro nella roccia su una strada scavata a forza e ben tenuta, con gallerie ruvide a semplificare il passaggio ed il suddetto castello che ormai è sotto la linea dell’orizzonte. Fatico, la pendenza è tosta e talvolta a doppia cifra, i tratti di respiro minimali ed il panorama bello, con la valle scavata da un torrentello e le Dolomiti del Brenta dall’ altra parte dell’ Adige.
E’ solo in prossimità di Folgaria, località turistica importante in cui si alternano case montane e pascoli, che le pendenze si appiattiscono sino a rasentare il piano nel bel mezzo del paese. Mi concedo una piccola sosta in cui sistemo le solette delle scarpe, poi parto per il secondo tratto di salita che mi porterà al passo Coe. Il paesaggio cambia, ora sono in un bosco con strada larga e più facile, non c’è traccia di vita umana (ed è normale dato il periodo, mi viene in mente solo in un secondo momento che il calendario segna fine ottobre) e soprattutto sta cominciando a fare freddo, nell’ ombra dei 1500m di quota è normale che ci siano 7°!

Le prestazioni giustamente calano, ma non fatico in maniera esagerata per conquistare questo passo. La foto al cartello è d’obbligo, mangiucchio qualcosa e metto i guanti invernali per calare leggermente di quota sino all’ inizio della terza parte di salita, quella che su una carreggiata più stretta arriva a cima Valbona, una specie di valico ai lati della vetta con una visuale sul Veneto montano.

La prima parte di giro, quella dura, è finita, d’ora in poi ci sarà tanta discesa, fin troppa. So di essere vestito in maniera leggera ma ancora adeguata per queste temperature, il problema però è che non sono in collina con discese da 5 minuti, ma sono alla maggiore quota da me raggiunta nel 2014! Il primo tratto è veloce e divertente, poi arrivo al bivio per ritornare a Folgaria e capisco come mai lo chiamino “altopiano”: continuo a pedalare perdendo leggermente altitudine, con qualche controstrappo a spezzare il ritmo e con tanta, tantissima ombra al fresco di un bosco di conifere che in estate potrà regalare un clima piacevole, ma che ora mi sta facendo veramente penare. Tremo, sto perdendo pian piano il calore che non riesco ad acquisire a causa delle pendenze negative, e ce sono tanti di chilometri sopra i 1200m…

Per fortuna sbuco fuori dal bosco e scendo in picchiata a Folgaria, dove quei 2-3° in più fanno molto comodo sebbene il danno sia ormai fatto. Ho ancora una salitella davanti a me e ne sono contento, 3/4km pedalabili sino a Serrada che però fanno poco, anche loro nel bosco con la temperatura corporea che riesce a malapena a ristabilirsi prima della caduta finale di ritorno alla valle dopo quasi 1000m verticali. La strada è bella, ondulata ma con poche curve decise ed anche panoramica, però il costante raffreddamento sta avendo i suoi effetti deleteri con le braccia che tremano ed io che fatico per rimanere stabile e prendere bene quei rari decisi tornanti.
Scendendo di quota i gradi aumentano ed il disagio rimane sopportabile, qui non fa nemmeno freddo e l’ultimo tratto, una deviazione secondaria tra le vigne, mi riporta veloce a Volano tagliando via la periferia di Rovereto.

Ritrovo la macchina e mi cambio coprendomi per bene con la giacca, nonostante i 14° del fondovalle ho patito troppo oggi e preferisco agire per contrasto, anche per evitare di ammalarmi durante la prossima settimana in cui mi aspetteranno giornate di lavoro impegnativo, corse trentine e chissà, magari qualche pedalata extra tra l’albergo e l’azienda.

78km, 2030m
Suggerimenti: in realtà nessuno, è un bel giro, l’unica alternativa più lunga è scendere a Valdastico/Arsiero e ritornare verso Rovereto

Il castello di Calliano, dopo un riscaldamento iniziano dei lunghi 1300m verticali
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Breve contropendenza per salire a Folgaria
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Castello di Calliano da dietro
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Nonostante la giornata bella non c’è un’anima in giro
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Veneto, zone a me ignote
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Il sole scende, ed io pure verso Rovereto
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