La 16 colli

il 16/01/2014 · Commenti disabilitati su La 16 colli

28/09/2013

La genesi di questo percorso parte da una sfida rivolta a me stesso che consiste nel tracciare il percorso col maggior dislivello possibile rispettando una sola regola: non è possibile passare due volte per la stessa strada. Possono far eccezione poche centinaia di metri, ma sono proibite inversioni ad U. Il primo risultato è stato un giro con 2700m di dislivello in 92km, un risultato più apprezzabile l’ho realizzato a fine settembre con questo percorso di 133km e 3900m con ben 16 salite intervallate al più da due chilometri di falsopiano.

La partenza è da casa a Rivanazzano, uscito da questo paese di 5000 anime inizia lieve la prima salita di Pozzol Groppo, salita conosciuta a memoria con alcuni punti ripidi intervallati da pianori in cui rifiatare. Con le ruote all’ insù cominciano i pensieri, la giornata coperta, l’ assenza di novità e la consapevolezza che questa è la prima salita e ne mancano ancora 15 … mi porta in uno stato di semi-trance agonistica, attendo a non superare i limiti mantenendo comunque un ritmo che mi permetta di centrare un altro obbiettivo odierno: i 20kmh di media.
Ai due/terzi del dislivello imbocco la discesa che da Alta Collina mi porta a Godiasco, seguendo la via verso la seconda salita di San Lorenzo, che con un tratto duro a doppia cifra mi riporta sul crinale di Pozzol Groppo. Svalico ai 435m verso Zebedassi scendendo in val Curone, ho giusto il tempo di prendere la borraccia prima della terza mia amata Montemarzino, 3km pedalabili con ampi tornanti. E’ poco dopo che c’è il brevissimo sovrapponimento del tracciato, scendo a Monleale via Ville e risalgo via Monleale alto, ma per 200m pedalo sulla stessa carreggiata ammirando queste semplici colline che si tuffano nel mare infinito della pianura padana. Mi capita spesso di pensare a quanto sia fortunato ad abitare in zone in cui comunque la salita non manca, seppur non si tratti di alture eclatanti.
1-4
Scendo a Montegioco, tocco la provinciale della val Grue e sono nuovamente col naso all’ insù verso Montebello, togliendo lo sguardo dal 5° gpm solo per ammirare una macchina vendemmiatrice. Ritorno in val Grue e risalgo nuovamente a Montemarzino dal versante di Scrimignano, superando il paese e scendendo poco più avanti per imboccare i numerosi tornanti che uniscono la valle allo stesso crinale ad Avolasca, da cui la strada continua stretta e ruvida in un fitto bosco sino alla bocchetta di Oliva, proseguendo ancora ripida sino a valle. Saluto la val Grue da Polverola, via secondaria che mi fa soffrire con le sue micidiali rampe centrali e che prosegue in costa sino a Guardia di Brignano Frascata. Siccome lo scopo è di aumentare al massimo il rapporto tra dislivello e km, devio per Vallescura e scopro con piacere che è stato appena riasfaltato il muro in discesa che mi porta verso San Sebastiano Curone
5-8

Guardamonte coi suoi 680m è la cima Coppi da cui si ammira il Giarolo in tutta la sua maestosità, e questo punto rappresenta anche il definitivo passaggio in territorio lombardo, il quale mi riserva ancora 7 salite, seppur mediamente più brevi della parte passata. Segue Vignola, un allungo verso Pizzocorno che passa sotto le pareti di arenaria che fanno un po’ assomigliare questo tratto a dei più blasonati passi dolomitici. Da Ponte Nizza inizia Piumesana, con doppie cifre centrali ed un asfalto ormai rovinato verso la fine. La ripida discesa ha un fondo migliore, ma devo fare attenzione sia ai muri che alle strette curve cieche. Davanti a me c’è Sanguignano, salita assolutamente normale con tornanti, pezzi in discesa e nessuna difficoltà da segnalare.
La stanchezza sta cominciando a farsi sentire, sono in sella da diverse ore e nonostante il cielo sia rimasto sempre coperto la temperatura non è propriamente fresca e l’umidità ostacola l’evaporazione del sudore. Ma il grosso è fatto, mancano 4 gpm e solo uno di essi è preoccupante.

9-B

Questa salita di Languzzano mi piace, presenta strappi fetenti seguiti da piano, tutta su manto stradale liscio e con un dislivello complessivo di poco superiore ai 100m, particolarità gradita a questo punto. Altra discesa ripidissima verso Cencerate prima dell’ ultimo spauracchio di Rocca Susella, 350m verticali in 4km e da affrontare con la borraccia ormai vuota. Sino alla metà la salita non è problematica, è dopo Gaminara che devo pescare dal fondo delle mie energie per superare l’ accoppiata malefica di ripidità e fondo ruvidissimo, unita ad un inizio di disidratazione che cerco di colmare alla fresca fontana nel bosco a 1500m dal valico. La discesa… stavolta non è ripida, ma l’ultimo tratto è veramente da denuncia e sono obbligato a scendere coi freni tirati per non sollecitare in maniera esagerata il telaio ed il corpo che comincia ad essere provato.
Ne mancano 2 che insieme valgono come una, Murisasco è la prima che in due chilometri sale di 130m, poi ritorno in picchiata sino quasi alla pianura di Retorbido, da cui allungo volontariamente per aggiungere gli ultimi 100m verticali dele Fonti di Retorbido, una salitina fin troppo abituale che mi riporta a Rivanazzano, e cioè alla meritata fine dei giochi con l’ ultimo, obbligato chilometro di pianura per attraversare il paese.

C-0

Confesso a voi lettori che questo itinerario è molto più duro se percorso nel senso inverso, ho affrontato solo 3 delle 16 salite dal versante più difficile. Però questo non toglie merito a questa giornata, alla fine il contachilometri ne segna 133, il dislivello è di 3900m, 4 i litri di acqua bevuta e soprattutto la media oraria è di tutto rispetto: 21.8kmh, cioè poco più di 6 ore pedalate e meno di 7 complessive considerate le fotografie ad ogni valico ed i diversi pit-stop idrici.
Questa la traccia della 16 colli. C’è una piccola sovrapposizione verso Cà del Borgo (Monleale/Montemarzino, sebbene le traiettorie non si incrocino): http://tracks4bikers.com/beta_tracks/show/159718
E se non fosse abbastanza, ecco la 20 colli: http://tracks4bikers.com/beta_tracks/show/157945

Giro del Tortonese, 2° racconto

il 28/04/2013 · Commenti disabilitati su Giro del Tortonese, 2° racconto

Dove eravamo rimasti? Ah si ecco, siamo tutti e 9 al valico dopo Sorli, una strada di collina tra val Borbera e Grue a poco meno di 600m di quota, con una bella vista sui monti alessandrini ancora innevati e su altre colline che stanno prendendo colore ai primi caldi della primavera.
Iniziamo la discesa ed ignoriamo (io deliberatamente) la via alternativa per scendere a Garbagna, in quella principale ci accoglie il cartello di frana, ma suppongo di poter passare tranquillamente, come sempre accade quando ci sono delle frane. Arrivati al punto cruciale un cartello di senso unico alternato ci fa ben sperare, ma giunti sul luogo capiamo di essere in una situazione limite, un salto di 20cm consiglia ai più di scendere e proseguire a piedi, solamente io e Sergio rimaniamo in sella ed osserviamo ed aiutiamo un automobilista (con l’ auto piena di damigiane…) ad orientarsi verso Sorli passando per la via alternativa.

A Garbagna non facciamo in tempo a ricompattarci che parte la successiva salita verso la galleria, 2km pedalabili in un ambiente calanchivo ed ombreggiato, in cui arriviamo a sfiorare le pareti verticali prima di entrare nella galleria lunga 300m. Il gruppo si divide e svettiamo in 4 o 5, poi nonostante la proposta di proseguire tranquilli e farci raggiungere, Andrea C si mette davanti e mantiene una buona velocità sino all’ ingresso della val Borbera, dove finalmente ci riuniamo approfittando della sosta per piluccare qualcosa. Davanti a noi ci sono i famosi canyon, rocce dure scavate nei millenni dal torrente che ora formano delle gole profonde con una affascinante strada a mezzacosta. Risaliamo leggermente la valle ammirando il celeste corso d’acqua 50m più in basso, meravigliati da queste improvvise perle geologiche nemmeno intuibili un paio di chilometri fa. Però anche questo tratto è in leggera salita e non so perchè a qualcuno prende lo schizzo di accelerare splittando nuovamente il gruppo, che si ricongiunge poco dopo al bivio della prossima salita, la “Cima Coppi” di Dernice (meno di 600m slm).

E’ una salita che non mi piace in quanto troppo facile per i miei parametri, le punte massime del 7% in un contesto sempre molto pedalabile se non addirittura in falsopiano la rendono poco adatta alle mie caratteristiche di passista-scalatore. Ciò nonostante ha un vantaggio, è una salita in cui si sta bene a ruota, peculiarità che provo appena a sfruttare in quanto delle sensazioni negative cominciano a permeare la mia mente e cerco di conservarmi quantomeno sino a Tortona, perciò lascio lentamente andare la consolidata coppia al comando proseguendo assieme a Michael, scambiandoci il dovere di tirare per l’ altro a seconda della pendenza, aiutato dall’ irlandese passista nei tratti facili e supportandolo quando la velocità scendeva forzatamente sotto i 20 orari.
Christian ed Andrea C. ci aspettano in paese approfittando della fontana, in poco tempo arrivano tutti interrogandosi su domande esistenziali riguardanti la prossima salita che sulla carta è la più dura del giorno, oppure sulla dimensione delle tasche di Massimo che ad ogni occasione tira fuori un gigantesco panino. Ci facciamo anche scattare una poco panoramica foto con un muro sullo sfondo, e poi scendiamo a San Sebastiano su una bellissima discesa con ampi e puliti tornanti, divertenti curve ed un tratto diritto in cui supero i 70 orari.

Il vento verso Brignano Frascata ci è a favore, rimango davanti mantenendo un ritmo tranquillo ai 35, l’ ultimo GPM di 2300m al 9% sarà una vera gara in cui dare tutto e non mi affatico più dell’ indispensabile a dirigere il gruppo. Approfitto furbescamente del semaforo prendendo un leggero vantaggio sul resto del gruppo, ma chi voglio prendere in giro se 300m dopo Andrea C. e Christian mi hanno già raggiunto e non riesco a tenere il loro ritmo. Al km 1 le pendenze si fanno più arcigne e soffro, davanti vedo però i due che stanno prendendo solo pochi secondi e poco dopo, curva dietro curva c’è Andrea che stacca Christian, il quale rimane nel mio campo visivo sin quasi alla fine, mentre il primo va a vincere il più sentito valico del giorno. Al km 2 sono praticamente a Guardia, ma il secondo posto è irraggiungibile e salvo miracoli Andrea (uno dei due vestiti di verde) non mi raggiungerà, per cui rallento arrancando sino al valico di questa frazioncina di collina. Almeno sono sul podio dai :)
Per puro dovere di cronaca la classifica è Andrea C., Christian, Pedra (io), Andrea M, poi mi avvantaggio per scattare delle fotografie dalla cresta verso Casasco da cui si godono ampie viste sulla val Curone e Grue, intuendo tra antenne e paesini il percorso odierno. Non so chi arriva 5° al valico, o Mike o Andrea V., dopo giungono Sergio e Massimo che in uno scatto di orgoglio brucia Marco. Per loro la forma migliore è lontana, ma di sicuro dopo oggi sarà una spanna più vicina!

Fotografo gli altri passarmi nello strappetto prima di Magrassi, poi attardato cerco di recuperarli in discesa riuscendo nell’ aggancio solo dopo Casasco su belle curve che veloci portano in val Grue. Memore dello scorso anno devo guadagnare posizioni all’ interno del gruppo per portare via la fuga buona e compio sorpassi esterni con staccate prima dei tornanti (tutto con ampio margine di sicurezza). Lo stop alla fine della discesa è quasi parallelo alla provinciale della val Grue e con la sua buona visibilità ci possiamo permettere il lusso di non dover rallentare, lanciando al volo la tirata finale verso Tortona.
Quest’ anno sono io a fare il bastardo e a cercare di vendicarmi di Marco e Mike, sorpasso Sergio ed Andrea C. e lancio la sparata con qualcuno a ruota, fatico più del previsto e non riesco a capire la direzione del vento, credevo che fosse favorevole ma la fatica che sto facendo per tenere i 40 e per reinfilarmi in gruppo dopo il mio turno è eccessiva per avere l’ aiuto della brezza. Il primi chilometri volano grazie all’ aiuto dato da Andrea C., Andrea V e Marco, poi ad un certo punto quest’ ultimo rinuncia al suo turno ed il gruppo esplode, con Andrea C. lanciato in solitaria, Andrea V. ad inseguirlo ed io che faticosamente lo raggiungo raschiando il fondo del barile. Qualche buca (ma sarebbe corretto chiamarla ‘voragine’) che occupa tutta la sede stradale ci fa sobbalzare sulla sella ed è a questo punto che alzo bandiera bianca, ho capito che il vento è variabile ma tendenzialmente laterale e la scia fa poco effetto, per cui rinuncio all’ inseguimento pedalicchiando sino a Tortona. Andrea continua da solo, dietro di me passa un treno irlandese che in solitaria ci ha recuperato e riuscirà addirittura ad agguantare il primo fuggitivo Andrea C. Beh, che dire, così come lo scorso anno hanno tentato di fregarci e noi li abbiamo ripresi, quest’ anno ho voluto fare il furbo e ne ho pagato le conseguenze…
Gli ultimi chilometri col vento tendenzialmente contrario sono un supplizio, mi volto ma non c’è nessuno a cui elemosinare un aiuto ed è da solo che arrivo alla partenza… Pian piano arriviamo tutti, ma direi nettamente che se dobbiamo eleggere un vincitore odierno, costui è Andrea C. di Milano, con la maglia da cronoman per Mike.

E’ un peccato doverci separare, quello di oggi è uno splendido gruppo e già studiamo nuovi itinerari insieme. Per me ci sono ancora 11km per ritornare a casa, aiutato dal vento riesco a fingere a lungo di non essere completamente in crisi, ma le contropendenze finali mi svelano la triste realtà, pedalo per inerzia a velocità da passeggiata faticando parecchio e patendo anche conseguenze fisiche una volta arrivato a casa. Invece di lavarmi il sudore di dosso mi metto un attimo a letto sotto le coperte perché ho freddo, mi sveglio alle 90 minuti dopo col gatto sulle gambe… Però dai l’ allenamento è servito!

Calanchi sopra Garbagna
tortonese_201315

La frana appieda i più
tortonese_201317

A Dernice: Andrea C., Andrea M., Sergio, Mike, Massimo, Andrea V, Stefano, Christian, Marco
tortonese_201326

Il Giarolo da Guardia di Brignano Frascata
tortonese_201332

Andrea C. svetta primo anche sullo strappetto
tortonese_201340

Panoramica su Casasco, Montemarzino e la val Curone

tortonese_201350

 

Foto sparse dal Tortonese

il 30/07/2012 · Commenti disabilitati su Foto sparse dal Tortonese

Questo giro non ha nulla di particolare da essere raccontato, il giorno prima ho avuto problemi di stomaco (chissà perché…) e nonostante la dieta forzata sono andato a fare un girettino di 26km, oggi sto decisamente meglio ma non sono al top della forma e punto su questo itinerario di media difficoltà attraverso le valli Curone, Grue, Borbera e Staffora, con le asperità collinari di Montemarzino, galleria di Garbagna, Giarolo via Vendersi e Colletta di Momperone.

90km e 1450m di dislivello, dignitosi. Memorabili però per la giornata limpida e le belle fotografie che ne sono uscite, qui vi pubblico le migliori.

Cielo azzurro su cui pascola un gregge di nuvole. a Volpedo

Classica visuale della pianura dai pressi di Montemarzino, con le Alpi sullo sfondo che sovrastano i grattacieli di Milano

Le verdi gole del Borbera, appetibile alternativa per fare il bagno

Antico mulino a Santa Maria di Albera Ligure, salendo al Giarolo

La chiesetta della Colletta di Momperone in contrasto col cielo grigio dell’ Oltrepò orientale

Le precipitazioni al di là di Oramala, si vede pure un accenno di arcobaleno

Giro del solstizio

il 04/07/2012 · Commenti disabilitati su Giro del solstizio

Ormai questa è una tradizione da rispettare, il 21 Giugno è d’obbligo il giro del solstizio nel quale l’ obbiettivo è tornare a tramonto inoltrato nel giorno più lungo dell’ anno, il tutto dopo 8 ore in ufficio.
Quest’ anno la sveglia però suona molto presto, alle 7:35 complici alcuni contrattempi parto con lo zaino praticamente vuoto in spalla e pedalo controvento sino a Volpedo, dove ancora mezzo stordito approccio la salita diretta per Montemarzino. Questa strada presenta anche tratti impegnativi e mostra delle calde colline illuminate dal sole mattutino, con una cappa di smog a contrastare il cielo azzurro e temperature già calde. Arrivo a Montemarzino e scendo subito su questa discesa ombreggiata nel bosco che mi porta in val Grue, proprio dove mi servirà lo zainetto vuoto… Il birrificio Montegioco è uno dei più rinomati ed è stato giudicato per almeno due volte tra i migliori cinque di Italia, situato in una sede anonima ma con ottimi prodotti artigianali. Non so in quanti mastri birrai potranno raccontare di aver venduto 4 bottiglie (più una piccolina regalata) ad un ciclista alle 8:15 del mattino…
Riparto con almeno 4km di sovrappeso sulla schiena e non vado direttamente al lavoro, ma passo per la salitella che mi porta a Sarezzano, 100m extra prima di scendere a Tortona e sistemare il tutto il carico sul tavolo.

Dopo 9 ore è tempo di uscire, preparo la borraccia grande e metto alcuni biscotti in un sacchetto per calmare gli eventuali brontolii dello stomaco, dopotutto il rientro è previsto non prima delle 21:15 e davanti a me ho oltre 1800m di dislivello in 66km!
La prima salita arriva dopo un brevissimo riscaldamento e mi porta da Tortona sino a Sarezzano, complessivamente sono 200m di dislivello in cui la gamba non ne vuole sapere di girare bene facendomi faticare ben più del previsto. Sarà che stia patendo lo sforzo del mattino oppure è solo troppo sonno regresso da recuperare? Giusto per aiutarmi sta soffiando un forte vento da sud con cui combatto lungo la seconda salita, quella che seguendo il crinale mi porta sino ad Avolasca in maniera costante e pedalabile. Le sensazioni rimangono altalenanti, ma la velocità di ascesa è comunque buona e sembra che stia recuperando. Poco prima del paese raggiungo un altro ciclista al quale racconto il giro odierno e di risposta lui si augura di non bucare di nuovo, da quando ha cambiato copertone gli è già capitato 2 volte. “E’ un Continental Ultrasport“? Inutile dire che la risposta è affermativa, l’ unico consiglio che ho saputo dargli è di cambiarlo poiché pure io ci sono passato…

Da Avolasca la strada si restringe diventando una ripida viuzza sporca nel bosco, ma non soffro i tratti superiori al 10%, sto cominciando a sentirmi meglio e questo è il periodo del giorno in cui il mio bioritmo è al massimo. Una stretta discesa mi riporta in val Grue dove per un paio di chilometri affronto le raffiche contrarie su asfalto crepato, il livello di impegno non è diverso dalla salita, più elevato del falsopiano che parte da Garbagna verso il terribile muro di Vallescura.
Escludendo la breve discesina iniziale sono 1500m al 12,5% con punte centrali al 18 nelle quali il 34×27 è l’ unico modo per salvarsi. La successiva discesa è la sorella minore della salita, anch’ essa ripida con alcuni tornanti quasi verticali.
Il vento stavolta è fortemente a favore e raggiungo Brignano Frascata in un attimo, adesso mi aspetta  il 4° colle che mi porterà a Serra del Monte. Questo tratto è completamente diverso dai precedenti, tutto al sole che pian piano si sta abbassando ad ovest, su una strada larga ed aperta, ma comunque con tratti in doppia cifra.
Mi fermo per ricaricare la borraccia, oggi fa piuttosto caldo, e mi guardo attorno notando un’ enorme cella temporalesca ad ovest, probabilmente sopra al torinese. Non temo certo di bagnarmi, ma il sole verrà oscurato togliendomi almeno 15 minuti di luce, perciò a questo punto non mi resta che sbrigarmi e spingere in tutte le successive salite o, nel caso peggiore, tagliare…
Arrivo a Ponte Nizza in valle Staffora e da qui subito parte la 5° salita di Piumesana, con alcuni strappetti impegnativi e con lo stomaco che comincia a lamentarsi, dopotutto sono pur sempre passate le 20 di sera e si pedala bene quando tutti sono con le gambe sotto al tavolo! La discesa successiva è stretta e ripida, la cella temporalesca si è espansa sino a ricoprire il cielo a nord, ma tutt’ora non temo la pioggia ed anzi la ringrazio per il calo della temperatura.

Rocca Susella ha fatto soffrire centinaia di ciclisti quando era l’ ultima salita della GF Ultrapadum, ora però non mi fa penare più di tanto, la gamba si è ripresa rispetto all’ inizio e riesco a imprimere ancora un buon ritmo. Allo scollinamento cambio gli occhiali al volo indossando quelli trasparenti, essendo in penombra la visibilità migliora sensibilmente e qui ci vuole tutta tra buche ed asfalti “obsoleti“.
A questo punto il tracciato originario prevede Nazzano via Buscofà, ma sono in anticipo rispetto ai miei piani e dovrei riuscire a farcela anche allungando da Murisasco, salita di 2km seguiti da una ripida discesa con 2 lunghi drittoni che mi regalano uno splendido panorama sulla pianura illuminata dal pallido sole che filtra tra le nuvole e la pioggia poco più ad est, panorama del quale faccio alcune fotografie. A Retorbido i lampioni stanno cominciando ad illuminare le strade ed il sole sta ormai definitivamente tramontando, a me rimangono gli ultimi classici 100m di dislivello per il rientro a casa attraverso le Fonti di Retorbido, la 10° salita odierna… Se la giornata fosse stata serena a quest’ ora (21:15 circa) la visibilità sarebbe ancora buona, purtroppo con il temporale in arrivo fatico a distinguere le buche nei tratti in ombra ed arrivo in paese veramente al limite, quando ormai le luci artificiali sovrastano quella naturale. Al cancello tento qualche altro scatto degli ultimi raggi solari, appena prima che qualche sporadica goccia cominci a bagnare il marciapiede…

Anche quest’ anno il giro del solstizio è fatto, meno chilometri delle altre occasioni, ma molta più salita (1800m abbondanti), che uniti a quelli del mattino fanno 95km e 2290m di dislivello!

Sarezzano visto da sud, paese alle pendici di Tortona posto a 250m d’ altitudine (rispetto ai 110 della città)

Vera birra artigianale di uno dei migliori birrifici d’Italia

Vista sulla val Curone da Vallescura

Il grosso temporale nasconde la luce solare a Serra del Monte

Ultimi raggi da Garlazzolo superiore

Pioggia dal cancello di casa

Da Milano alle terre di Coppi

il 19/06/2012 · Commenti disabilitati su Da Milano alle terre di Coppi

Il calcolo dei tempi è perfetto, riesco ad essere al punto di incontro 4 minuti prima del previsto avendo spostato la sveglia 5 minuti indietro. L’ obbiettivo per gli altri è ambiziosissimo e prevede una passeggiata nelle colline di Coppi partendo da Milano città. Arrivano a Voghera in 4 e sono Stefano, Simona, Mikko e Luciano, ma il primo deve ritornare indietro per pranzo. Per lui saranno 120km, mica bazzecole!
Propongo subito una deviazione per evitare la statale intasata e viene accettata con gioia, lasciamo la città per addentrarci in una tranquilla stradina di campagna circondata da campi di granoturco e grano ormai dorato, riprendiamo una statale secondaria solo per giungere a Viguzzolo ai piedi delle basse colline tortonesi.
Proseguiamo in valle Grue e approfondisco la conoscenza con Simona, l’ ideatrice di questo giro dedicato al Campionissimo Fausto Coppi, oltre che col mezzo finlandese Mikko che già sta soffrendo le temperature da piena estate e con Luciano “Luxi” che riporto sulle stesse strade del tortonese 2012.

La prima salita è l’ ideale dopo 75km di pianura, le pendenze contenute permettono un impatto soft col dislivello ed aizzano i primi scatti nel gruppo ai quali rispondo con prepotenza per riuscire a scattare foto come la prima sul fondo di questo racconto. Simona toglie la canutiera con lo sguardo pieno di libidine di un anziano di passaggio, tutto mentre chiede informazioni sul versante da cui “monteremo” Castellania… ehm, da quello del birrificio ovvio!
La corta discesa verso Villaromagnano immersa tra vigneti piace, verso il paese di Coppi c’è una bella ciclabile che affianca una strada praticamente deserta, per imboccare l’ ascesa l’ abbandoniamo e Mikko accelera il passo, e per fortuna che ha su pochi chilometri, altrimenti avrei faticato veramente a stargli a ruota, e mentre penso questo mi accorgo che per i miei standard sto andando piuttosto forte!
Ci raduniamo a Costa Vescovato a metà ascesa dove le 2 “montate” si uniscono, Simona continua mentre io mi intestardisco nella ricerca del birrificio artigianale e biologico Gedeone che dovrebbe essere proprio qui… chiedo anche ai passanti, ma a quanto ho capito si trova a Montale Celli, “frazione” di Costa Vescovato, ingannato da Google maps e comunque data la voglia non esagerata di una birra a stomaco vuoto di tutti lascio perdere l’ idea e continuiamo in 3 sino al passo Coppi, 388m slm. Il resto è falsopiano con lo strappetto finale del monumento ai fratelli Coppi vinto da Simona.
Le foto sono un rituale irrinunciabile e a noi si unisce un altro ragazzo di Milano che però ha la casa in zona nella quale si rifugia nei weekend. Vorremmo mangiare qualcosa, ma alla locanda di paese non hanno prosciutto e per questo continuiamo in direzione S.Agata Fossili.

Il panorama qui cambia e diventa più boscoso, se prima i campi erano intervallati da vigneti adesso i tratti in ombra sono più frequenti e con questi 32° di temperatura non fanno di certo male. Il gruppo maschile sale deciso, noto che rispetto a metà Aprile la gamba è nettamente migliorata, se solo risolvessi definitivamente i problemini di appoggio plantare sarei veramente a posto… Il GPM va a Luxi che approfitta di un distratto Mikko per vincere la volata del terzetto, gli altri salgono al loro ritmo e l’ altro milanese ci raggiunge e ci saluta per proseguire in direzione S.Fermo. A S.Agata riusciamo a mangiare, tutti un toast ed io solo un gelato, ma d’ altronde ho anche 50km in meno di loro.

Un’ infido strappetto ci porta su un panoramico crinale collinare dal quale si dominano tutti i paesini della valle Scrivia, l’ ambiente è rurale ed è impressionante pensare che a pochi in linea d’ aria ci sono autostrada, autoporto ed outlet… La discesa è gradevole e ci porta in una piccola valle secondaria nella quale le bici sono forse più numerose delle auto, ma davanti a noi c’è la cima Coppi del giorno e per arrivarci dobbiamo pure risalire uno strappetto pedalabile di 1km.
L’ inizio di Albarasca/Sorli è quasi al 10% e rispetto a due mesi fa vado decisamente meglio, circa 1kmh in più (oltre il 7%!) con l’ apparente stesso grado di fatica. Gli altri salgono tranquilli, si è fatta largo l’ idea di ritornare in bicicletta e complice il caldo cercano di preservare le forze. Dopo il tratto iniziale la strada spiana sporadicamente lungo pittoreschi paeselli che si sviluppano lungo la strada. Passiamo Vargo, Albarasca e prima di Sorli ci ricompattiamo per salire assieme gli ultimi 2km che ci riportano in val Grue nel paese di Garbagna.

Ci serve l’ acqua ed allunghiamo in piazza, due signori su una panchina vorrebbero scherzosamente il pizzo per il loro lavoro di distributori di acqua di fontana, poi all’ uscita del paese sento un rombo di tuono proveniente da dietro e subito capisco di cosa -e soprattutto di chi- si tratta! Io e Simona rimaniamo davanti a ritmo blando, dietro 100m vedo sempre due persone affiancate che pedalano in scioltezza (dai che vi tiro l’ aria!), ma non ci raggiungono se non al bivio di Casasco, e quelle 2 persone non sono Mikko e Luciano! Luxi ci raggiunge poco dopo perché l’ altro ha lasciato la sacca idrica (tipica della mtb) al bar a Garbagna………
Dipende quando se n’è accorto, ma mi sa che è successo da poco…
Dopo alcuni minuti di attesa Simona parte in salita, io invece vado loro incontro e li reincrocio solo alcuni kilometri dopo. La salita di Casasco è tutta soleggiata, ma in compenso è il valico più basso per la val Curone e la via più breve per ritornare a Milano. Troviamo Simona in un campo non so a fare cosa (ma posso immaginare) e pure due vecchietti ciclisti che ai loro tempi facevano una granfondo al giorno (“e magari saltavi anche i fossi per il lungo” è la risposta del nostro finnico già in crisi di calore).
Passiamo da Volpedo nella piazza resa famosa da Pellizza nel “quarto stato” ed evitando le mille buche arriviamo a Casalnoceto e Rivanazzano su strade di campagna per me praticamente quotidiane. Il parco giochi della Riva è freschissimo e circondati da bambini giocanti e qualche ciclista approfittiamo della fontana per rifornirci di acqua che per i prossimi minuti sarà fresca.

D’ ora in avanti sarà dura, l’ idea che a loro spettano altri 60km mi demoralizza, inoltre come se non bastasse la brezza è nettamente contraria. A me rimane molta meno strada, perciò mi metto in testa e tiro regolare per 9km sino alla rotonda di Montebello, dove ci fermiamo per salutarci e li abbandono tutti al loro destino con la speranza di vederli nuovamente sulle mie colline ed avere il sottoscritto come guida.
Il rientro per me è abbastanza tranquillo su strade secondarie con qualche pendenza, essendo tutto il giorno che viaggio con le maniche della maglietta alzate ho una parte delle braccia ustionata ed anch’io sto patendo un caldo da estate piena. Al ritorno a casa scopro che gli altri hanno (giustamente) rinunciato ai 30km di traffico finali tra Pavia e Milano facendoseli in treno. Per loro comunque 206km e 1550m di dislivello, per me 128km e 1560m ed una giornata diversa dal solito (ed un racconto nuovo da scrivere)

Luciano a Sarezzano

Simona scatta al GPM di ultima categoria di Sarezzano

Sembra decollare insieme all’ Airone, il Campionissimo Fausto Coppi

Da sinistra: Mikko “Madmik83”, Fausto Coppi il “Campionissimo”, Luciano “Luxi”, Simona “LKRider” e Stefano “Pedra” (Io)

Serse, fratello di Fausto, non è stato un campione ma ha comunque ottenuto vittorie importanti

Garbagna da Bastita. Qui le salite collinari sono impegnative

Archivi